074. Great distance
Grande distanza
"Sto guardando le stelle, sono così
distanti... E la loro luce impiega tanto per raggiungerci... Tutto quello che
vediamo delle stelle sono solo vecchie fotografie", Dottor Manhattan,
Watchmen
Tira un po' d'aria e ci sono alcune nuvole in
cielo. Poco male, il Tenente Hawkeye ha sparato con condizioni atmosferiche ben
peggiori. Il Tenente prende posizione, s'inginocchia e cerca il suo bersaglio
nel mirino del fucile. Il principe Claudio di Aurego indossa una sgargiante
uniforme rossa. Sarebbe impossibile non vederlo.
Poche ore fa le è stato dato l'ordine di uccidere
l'uomo che rappresenta la speranza del suo paese. L'ordine le è stato dato
direttamente dal Fuhrer Bradley. Riza odia se stessa per quello che sta per
fare.
Il principe sta per salire sul palco e pronunciare
il suo discorso. Parlerà di pace, giustizia, amicizia. E di futuro. Parole
vuote; basta pensare a cosa sta per succedere.
Il Tenente ricontrolla nel suo taccuino i calcoli
per la traiettoria del proiettile. Sa di non avere alcun margine di errore. Un
solo colpo e deve essere perfetto. Il colpo della vita: quella del principe o la
sua.
Mentre rinfila il taccuino nella tasca interna
della giacca della divisa una fotografia scivola via. È stata scattata un paio
di anni fa. Ci sono tutti: Jean, Heymans, Vato, Kain, il Colonnello e lei. È
primavera e loro sono nel cortile del quartier generale a godersi un po' di sole.
Può dire di essere stata felice quando la foto è stata scattata. Ma è passato molto
tempo. Ora il team è stato smembrato e sono molto distanti li uni dagli altri.
Era stata Riza stessa a richiedere una fotografia.
Roy l'aveva guardata intensamente per un paio di secondi per poi acconsentire con
uno dei suoi sorrisi più belli. Così ogni anno si mettevano più o meno in posa davanti
ad un obbiettivo. Il colonnello le aveva chiesto perché avesse espresso tale richiesta
e lei aveva risposto «Si ricorda quando siamo andati a Resembool? C'erano tante
fotografie appese alla parete. È un buon modo per ricordarsi che non si è mai soli.
Che si può essere lontani e vicini allo stesso tempo. Non trova?».
La fotografia le da conforto. Non si sente sola.
Solo nostalgica.
«Sono io che scelgo di premere il grilletto» si dice
Riza rinfilando la foto nella giacca, proprio sopra il cuore. «Va tutto bene». Si
immagina il Colonnello al suo fianco, mentre prende la mira, che la incita a concentrarsi.
Non è distante, è lì vicino a lei. Inspira e trattiene l'aria. «Addio, Colonnello»
e spara alla macchia rossa.