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Autore: Ayano01    05/02/2015    2 recensioni
Il kishin è morto e creature magiche tornano a popolare il mondo di Soul Eater. I nostri eroi e Luna, un'amica di Maka, dovranno affrontare un'organizzazione che vuole risvegliare un antico demone in grado di controllare la follia. Una nuova avventura, una corsa contro il tempo per recuperare antichi manufatti. Tra nuovi personaggi e amori, segreti verranno svelati così come, sarà svelato, il mistero che avvolge, il popolo delle fate celesti: un popolo antico e distrutto, o così si crede...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                       Capitolo 6

-Tre scene dopo un corno!- Luna stava urlando esasperata, ripensando alle parole del Sommo Shinigami. Ma infondo aveva ragione: erano partiti sette ore fa, in un bus abbastanza stretto e scomodo, e ora stavano aspettando nell’aereo da un’ora e mezza perché si erano accorti che era senza carburante.
-Di grazia, caro Kid,- iniziò Luna stizzita –mi puoi dire quando partiremo?-
-Lo vorrei sapere pure io- Ammise Kid, ormai stanco di aspettare.
Luna si mise con le ginocchia sul sedile e si girò per vedere la sistemazione dei posti: le sorelle Thompson erano sedute vicine con dietro Kid e Soul, mentre Tsubaki cercava di calmare un Black*Star che stava urlando al pilota la sua grande immensità.
-Come fa a stargli vicino?- sussurrò a se stessa Luna.
-Hai detto qualcosa?- Chiese Maka, che era vicino a lei, raggomitolata con un libro in mano.
-Uhm…Niente di niente.- Luna sorrise: erano vicine e da sole, e quel cool guy era abbastanza lontano da non sentirle, quindi era il momento di attaccare.
-Senti…che ne pensi di Soul?- Chiese Luna facendo sputare l’acqua che Maka stava, in quel momento, bevendo.
-Ehm…beh…Soul è…è la mia buki.- Disse Maka, in preda al panico, cercando di asciugare l’acqua che scolava dal sedile avanti.
-Solo una buki?- Continuò Luna intenta nel suo bersaglio.
-S-si, non potrebbe essere altrimenti.- Disse Maka tinteggiandosi di un rosso acceso per poi continuare –Lui è un idiota, imbecille, cavia da Maka-chop, con quei muscoli da palestrato, un carattere stupendo e quei occhi che sono capaci di rapirmi ogni volta che immergo il mio sguardo in quello suo.- Finì la frase imbronciata, gonfiando le guance e cercando di allontanare il rossore dalle sue gote mentre Luna si beffava di quella constatazione da bimba alle prese con la prima cotta.
-La realtà non sempre è spiegabile.- Sussurrò Luna divertita: quanto potevano essere stolti quei due? Ormai che aveva capito i loro pensieri le rimanevano da sistemare Black*Star e Tsubaki, perché, per quanto ne sapesse, Liz preferiva scegliersi da sola i ragazzi, mentre Kid andava fiero della sua fidanzata, una ragazza di un’altra classe: Tsugumi Harudori.
Dopo 5 minuti scarsi, si sentì il rumore del motore dell’aereo che segnò l’inizio di un volo che sarebbe stato stremante.
Erano passate circa due ore e fuori dal finestrino si vedeva un cielo notturno limpido, punzecchiato da qualche stella minuscola, mentre la luna bofonchiava qualche sussurro che usciva come vento in una notte scura e profonda. Luna era l’unica che non riusciva a dormire, o così supponeva: una figura mascolina stava strascicando i piedi, cercando di fare meno rumore possibile.
-Se vuoi sbirciare Maka ti consiglio di verificare che tutte le persone dormano.- Disse Luna maliziosa, mentre la figura inciampava nell’aria colta alla sprovvista e messa in panico da quell’affermazione così pervertita.
-Un figo come me non ha bisogno di sbirciare una senzatette.- Affermò Soul rimettendosi in sesto. Si era svegliato da poco, dopo aver fatto un incubo abbastanza strano: Maka si era trovata un’altra buki e lo aveva lasciato senza pensarci due volte.
-Evita di preoccuparti. Maka non ti lascerebbe mai.- Disse Luna come se gli avesse letto nella mente.
-Due cose: come fai a sapere ciò che penso? E come puoi dire che Maka non mi lascerebbe?- Chiese Soul stupito da Luna, la quale puntò il dito verso il suo drimer Raf.
-Raf percepisce le preoccupazioni e gli incubi delle persone e me lo comunica, però non può sapere ciò che le turba, così sono andata a indovinare.- si fermò un attimo per fare l’occhiolino a Soul che stava arrossendo in modo poco cool e poi riprese –Mentre alla seconda domanda non rispondo, non voglio infrangere il diritto alla privacy di Maka.- Luna finì facendo la linguaccia a Soul che non la prese bene.
Poco dopo, un allarme svegliò le altre persone che si misero subito sull’attenti.
-Ci scusiamo per l’inconveniente.- A parlare fu il pilota  -Vi chiediamo di prendere gli zaini sotto i sedili e prepararsi al volo: siete arrivati a destinazione.-
Tutti sbiancarono immediatamente: zaini,volo…tutto questo poteva significare solo una cosa e cioè, avrebbero fatto paracadutismo.

Poco dopo si trovarono tutti in aria, a volare, anzi a planare coi propri paracaduti. La discesa era abbastanza tranquilla a parte qualche folata di vento e le urla di Black*Star. Poco dopo si ritrovarono tutti coi sederi per terra ad ammirare l’immensa piramide che si protraeva davanti loro.
-Questo è…- Kid era rimasto senza parole davanti a tanta simmetria –Questo è PERFETTO! Devo fare una foto da mostrare alla mia adorata Tsugumi- Urlò in una fase di sfogo mentale.
-Ehi, fissato!- Lo canzonò Luna –Che ne dici di entrare e completare la missione invece di stare ad adorare questa piramide?- Chiese ferma mentre il gruppo si rialzava dal terreno sabbioso e scuoteva la sabbia.
-Uffa, entrare in un magazzino di polvere dopo esser saltati da un aereo, non è esattamente ciò che classifico divertente.- Sbuffò Soul scocciato.
-Maka-Chop- Maka gli tirò un libro prima della solita ramanzina –Siamo qui per una missione non per divertirci.-
Mentre quei due litigavano Luna si avviò verso la scalinata dell’entrata della piramide, ma si fermò poco prima, attenta ad osservare, preoccupata per qualcosa o per qualcuno.
-Ehi Luna- La richiamò Maka –Che ti succede?-
Luna non rispose: era troppo presa a fissare il buio dell’entrata fino a quando non si girò verso gli altri che stavano ancora affrontando la salita.
-Qualunque cosa succeda, non prendete in mano niente che faccia parte del tesoro di questa piramide.- Urlò preoccupata.
-Ehi- Black*Star attirò l’attenzione –Come puoi pensare di dare ordini al grande me?-
Luna non rispose, era troppo presa dall’atmosfera di quella piramide, mentre Raf e Fin erano in subbuglio e si nascondevano nel cappuccio dell’impermeabile di Luna. La nuova arrivata stava ancora fissando il vuoto quando si accorse degli sguardi preoccupati dei suoi compagni.
-Scusate e non vi preoccupate. Fin e Raf mi hanno fatto notare che la piramide è circondata da una forte aura spirituale e, se siamo sfortunati, quest’aura ha origine nel manufatto che cerchiamo.-
Il gruppo era un po’ sorpreso: Luna sembrava preoccupata e indecisa e questo non li portava conforto.
-Beh, se non andiamo non lo sapremo mai.- Esclamò Black*Star risollevando il morale al gruppo.
-Per la prima volta hai detto qualcosa di intelligente.- Maka commentò sarcastica la frase di Black*Star mentre a Luna sfuggiva una risatina di scherno. Poco dopo, tutti erano scomparsi nel buio.

Stavano camminando da un bel po’, e lo scoraggiamento si faceva sentire.
-Ne, Luna. Dobbiamo per forza andare nel cuore di questo posto?- Raf pose la domanda con voce tremante come del resto tremava tutto il corpicino, e come darle torto?
Stavano camminando su un suolo freddo e ruvido, in alcuni tratti dovevano appiccicarsi alle pareti, umide e spalmate di un fluido viscido e gorgogliante, pur di non cadere nelle buche causate dalla vecchiaia di quel posto. Ogni tanto, in punti non corrotti dal tempo, brillavano geroglifici impregnati di antica sapienza e di cultura persa e poco conosciuta. Statue di faraoni, dei e animali si protraevano immense nei corridoi spenti e logori.
-Mooh, mi sono stancata di camminare e poi, questi tunnel, sono raccapriccianti.- Liz era esasperata e spaventata da tutti quei ghirigori di quella piramide.
-Giraffe, giraffe dappertutto!-  Patty era l’unica felice in quel posto, questo perché gli spiragli di luce creavano giochi d’ombra che assomigliavano alle tanto amate creature della buki. Ad un tratto Luna si fermò mettendosi la mano sugli occhi per evitare la luce che stava inondando la stanza.
-Ci siamo.- Esclamarono Luna e Raf insieme facendo sobbalzare Fin che sonnecchiava ancora nel cappuccio.
Poco dopo l’intero gruppo entrò in una stanza che brillava di “luce propria” cioè i riflessi luminosi creati dai molteplici tesori esposti lì. Oro, gioielli, corone, pietre preziose e manufatti d’arte riempivano quella stanza, piena di suggestivi colori che, negli occhi del gruppo, risultavano mescolati. E poi, maestosa al centro della stanza, si ergeva una piccola colonna, adornata da fiori e agghindi dorati e scritte antiche, con sopra, ben definiti e di alta rifinitura, c’erano i resti di una teca mal ridotta.
-WOW!- Il gruppo sospirò abbagliato da tanta lussuria, mentre, cercando con gli occhi, trovarono l’artefatto che stavano cercando. Sulla colonna un piccolo oggetto brillava più degli altri, si muoveva lentamente, compiendo giri su se stesso. L’oggetto in questione era un lucchetto dorato con delle strisce solide impreziosite da gemme incastonate in esse, ma non era finita lì perché una delicata catenina legava il lucchetto ad una chiave con l’apice a forma di stella con astri che partivano dal centro dove, pura e bella, troneggiava una gemma azzurro-violacea.
-Beh, andiamo a prendere quel tesoro.- Black*Star ruppe il silenzio ammiratore che si era creato e si avviò, con passo fermo, verso quel oggetto tanto bello quanto pericoloso.
-Black*Star non farl- Luna cercò di fermarlo, ma non riuscì nel proprio intento perché, prima di riuscire a finire la frase, Black*Star si era già avvicinato alla colonna e aveva incassato una potente scarica di energia spirituale che lo fece volare fino all’entrata della cripta. Luna e Tsubaki corsero verso il malcapitato che, pur respirando, non dava segni di ripresa.
-Ve l’ho detto prima e ve lo ripeto. Non toccate le cose qui presenti, almeno non a mani nude.- Luna si era fatta seria e determinata e, davanti a quella figura così imponente, il gruppo non poté non ubbidire.
-Hei, se non possiamo toccare niente, come facciamo a recuperare quel coso?- Una voce espresse la domanda che tutti si ponevano.
-Soul ha ragione.- Maka interruppe il silenzio –Come facciamo a prenderlo?-
-Non so. Forse…- Kid si interruppe pensieroso, mentre il gruppo pendeva dalle sue labbra –Forse possiamo provare con le buki. Anche se è una teoria azzardata, penso che il potere emesso dalle nostre armi possa mandare in tilt le difese del manufatto.- Kid concluse la spiegazione con una faccia perplessa ma convinta, mentre Luna mandava lo sguardo dal gruppo al manufatto in continuazione.
 Tutti si guardarono e, aspettando che Black*Star si rialzasse ormai ripreso, si prepararono per provare l’ipotesi dello Shinigami.
-Luna stai indietro.- Le intimò Maka, con lo sguardo pieno di preoccupazione.
-Potrei esservi util- Luna non finì la frase, perché Maka le piantò davanti la falce.
-Sei sotto la mia responsabilità e io non voglio che tu ti faccia qualcosa.- Finì sorridendo e mettendosi in posa, pronta a provare.
Luna si rintanò in un angolino tenendo Raf sul palmo della mano mentre Fin le scodinzolava intorno alle gambe.
La ragazza, dal suo angolino, guardava il susseguirsi di colpi sferrati dalla Spartoi, colpi che, per quanto potenti e veloci, non scalfivano nemmeno un po’ le difese spirituali di quel manufatto. Kid e Maka provarono con una risonanza ma, poco prima di colpire delle mani si macchiarono di sangue: Luna aveva fermato la lama di Soul tenendola con i palmi.
-Stupida, che stai facendo?- Maka la riprese in preda al panico.
-Vi sto salvando le vite.- Luna sorrise malinconica tenendosi una mano. –Guardando gli attacchi mi sono accorta che, più gli attacchi erano potenti, più voi venivate feriti, questo perché il manufatto, per quanto abbia capito, rimanda indietro l’energia che voi scagliate contro di lui.-
Cadde il silenzio tra i presenti che, ormai stremati, guardavano Luna avanzare verso la colonna. La ragazza venne fermata da una mano tremante.
-Ma vuoi farti uccidere? Hai visto cosa è successo a Black*Star che si è avvicinato senza arma, hai visto cosa è accaduto a noi che siamo delle armi e poi sei stata tu a dire di non avvicinarsi a queste cose, tanto meno a mani nude!- Soul stava rinfacciando tutto questo a Luna che lo guardava stranita.
-Mi sta chiamando.- Disse la ragazza impassibile, come se fosse normale parlare con gli oggetti.
-Chiamare un corno. Soul ha ragione. Cosa credi di fare?- Maka e Kid erano intervenuti nel discorso mentre Raf guardava la sua padroncina imbronciata: non voleva che le accadesse qualcosa.
-Vi prego. Fatemi provare…abbiate fiducia in me.- Luna era pronta ad implorarli, ma doveva provare ad avvicinarsi a quel lucchetto.
-Va bene.- Maka le diede ragione sotto gli occhi sorpresi di Kid, Soul e tutti gli altri.
-Come puoi permetterglielo?- Black*Star, che si era ripreso da poco si aggiunse alla tematica. –Hai visto cosa è successo ad un Dio come me, pensi che quella lì possa sopravvivere?- Black*Star sbottò sorpreso come tutti gli altri.
-Luna ha bisogno di fiducia e comprensione del resto, in tutti gli anni che la conosco, ho potuto capire una cosa: qualsiasi idea le venga in mente, si realizza quasi sempre senza problemi.- Maka concluse accennando un sorriso di comprensione verso Luna.
-Appunto, hai detto QUASI sempre. E’ quel quasi che non ci convince.- Kid era preoccupato. –Mio padre ha detto che avremo bisogno di Luna nella nostra missione, quindi non possiamo perderla ancor prima di aver iniziato.- A quelle parole tutti si zittirono, persino Maka.
-Va bene così. Non mi succederà nulla, abbiate fiducia.- E, senza dar modo di ribattere, Luna proseguì il “cammino” verso la colonna. Oltre ai passi di Luna, non si sentiva nulla, persino Black*Star cedette al silenzio. La ragazza stava avanzando, non era sicura dell’esito di quella “prova”, ma non voleva darlo a vedere, tutti stavano aspettando il riuscire dell’impresa e lei non poteva fallire, anche se non sapeva bene cosa doveva fare. L’ansia la sentiva anche nelle ossa mentre, a passi lenti e concisi, si avvicinava a quel lucchetto così piccolo eppure così imponente. A pochi passi dalla colonna appoggiò la mano sull’aria e il gruppo vide formarsi una cupola prima invisibile.
La ragazza fece un passo avanti e si ritrovò sotto il “fuoco” di quel manufatto; tante piccole ma potenti scosse la trafiggevano, graffiavano e le entravano fino all’anima procurando ferite minuscole eppure troppo dolorose. Dolore, sì questa era l’unica cosa a cui pensava: come placare quel dolore? Come avanzare senza far preoccupare le altre persone? Come raggiungere l’obbiettivo tenendosi tutto dentro? Mille domande ma nessuna risposta, Luna era così in quel momento. Ancora due, al massimo tre passi e avrebbe raggiunto il tesoro, ma non era così facile questo perché, proprio quei ultimi passi erano i più dolorosi: i muscoli si contraevano, il respiro diventava affannoso e interrotto, la mente le doleva mentre mille anzi, milioni di scariche di energia la trafiggevano da fuori e rimbombavano dentro il suo corpo.
-Luna lascia perdere, troveremo un altro modo.- Qualcuno urlava delle frasi preoccupato, ma quelle parole non sfioravano nemmeno la ragazza che, concentrata su come arrivare alla meta, non faceva avvicinare niente che la potesse distrarre, questo perché, se si fosse distratta, il dolore l’avrebbe sopraffatta e l’unione creatasi con il lucchetto sarebbe scomparsa.
-Ti prego, fammi avvicinare. Non voglio farti nulla, anzi, voglio conoscerti meglio.- Stava parlando, sussurrando rassicurazioni a quel oggetto che pareva avere dello spirito proprio. Le sue dita sfiorarono la parte più densa della difesa e si avvicinarono appena al manufatto e la ragazza, sfinita, si fece trafiggere dalla scarica più potente in cambio però, l’oggetto si “arrese” e Luna riuscì a stringerlo in mano felice, come una madre stringe il figlio, come la Luna stringe il cielo all’alba prima di andarsene, ecco come teneva Luna quel lucchetto: preoccupata ma felice, stanca ma ripagata. Poco dopo la cupola svanì e la Spartoi si poté avvicinare alla ragazza che giaceva a terra.
-Bastava avere fiducia.- Luna sorrise dolcemente, rialzandosi dal pavimento logoro e polveroso.
-Non lo fare mai più, hai capito? Mai più.- Maka la minacciò col dito ma, infondo. Era felice di aver concluso la missione e sollevata della salvezza della sua cara amica.

-Grazie mille, micetta.- Una voce si alzò nella cripta, e il gruppo si ritrovò a cercare con lo sguardo, la persona che aveva pronunciato quelle parole. Erano pronti a combattere in caso di necessità e circondarono Luna, che teneva in mano l’oggetto tanto agognato. Erano in silenzio, aspettavano, pronti a balzare in caso di attacco e non dovettero aspettare molto: una figura un po’ strana si materializzò dietro Luna cingendole subdola i fianchi. Maka stava per avanzare con la falce, ma venne fermata da una donna incappucciata che, oltre a lei, mandò a sbattere anche tutti gli altri componenti della Spartoi, tenendoli poi occupati, mentre Luna se la vedeva con la figura di prima.
Davanti alla ragazza si ergeva in piedi un ragazzo vestito da ninja, con una maschera nera sulle labbra che finiva sotto gli occhi e, stranamente, con delle orecchie da gatto. L’individuo strinse il polso di Luna, cingendola con un altro braccio e avvicinando la pericolosamente la sua faccia a quella di Luna, mentre la ragazza cercava i suoi compagni, che lottavano contro la donna.
-Mi aspettavo una mummia e, invece, trovo un pseudo ninja, cospleyer uscito male di Catwoman.- Luna ringhiò stizzita, cercando un modo per liberarsi dalla stretta.
-L’unica gattina qui presente sei tu, ora se non ti dispiace, mi approprio del manufatto e, magari, delle tue labbra.- L’individuo si avvicinò ancora di più, lasciando a Luna lo spazio per un calcio che lo fece sobbalzare, lanciando il lucchetto in aria. Ad un tratto, mentre l’oggetto brillava falciando l’aria sporca di polvere, la piramide iniziò a tremare, facendo cadere pezzi di soffitto molto pericolosi.
-Ehi, io me la do a gambe, tu recupera il pezzo a ci vediamo.- La donna urlò verso l’individuo scomparendo all’istante, mentre un grande macigno divideva la Spartoi, uscita dalla cripta, da Luna che era rimasta a “lottare” contro il ragazzo che, facendo un balzo quasi felino, si portò sopra una sporgenza e saltò di nuovo, verso il lucchetto. Luna non si diede per vinta e, prendendo un rincorsa, usò una sporgenza per saltare verso l’oggetto che entrambi volevano. I due si trovarono a tendere una mano verso il manufatto, entrambi dalla parte opposta, per poi ritrovarsi di nuovo vicini, pericolosamente vicini. Successe tutto in un attimo: entrambi acchiapparono il manufatto, tirando verso di se e, immancabilmente, attirarono anche l’avversario, si trovarono appiccicati a fissare gli occhi dell’altro; quelli di Luna in quelli del ragazzo, quelli del ninja in quelli di Luna; erano molto vicini, in un abbraccio involontario e continuavano a fissarsi, stringendo la presa attorno al manufatto, mentre intorno a loro, la piramide crollava formando delle cascate di polvere dorata.
-Se fossimo in un altra situazione, non reprimerei la voglia di baciarti.- Il ragazzo sussurrò sbuffandole in faccia.
-Io invece non reprimo la voglia di picchiarti.- Luna si rese conto che stavano cadendo dopo il salto e quindi, per non perdere tempo, strattonò la mano nella quale aveva sia il manufatto che il tocco del ragazzo. La catena che legava il lucchetto alla chiave si spezzò creando un’onda di energia spirituale che fece dividere i due “nemici” e il manufatto: il lucchetto si legò a Luna mentre la chiave accettò il ragazzo. L’onda creatasi però, accelerò il crollo della piramide e così i due ragazzi dovettero precipitarsi fuori. Il ragazzo con due balzi raggiunse un apertura creatasi sul soffitto della piramide, mentre Luna trovò difficoltà a raggiungerla. Poco prima di uscire la ragazza lasciò la presa e sarebbe caduta se non fosse stato per il nemico che la prese al volo.
-Perché mi stai aiutando? Siamo pur sempre nemici.- Luna sbuffò accigliata.
-Per ora chiuderò un occhio! Non mi va di vedere morire le persone.- Il ragazzo le fece l’occhiolino prima di posarla sulla sabbia e scomparire nell’aria.

La Spartoi era uscita da un pezzo dalla piramide, ma di Luna non c’era traccia. Erano tutti preoccupati: avevano perso i contatti con lei da quando il masso li aveva chiusi fuori. Maka, ad un tratto, si alzò dal terreno a si incamminò verso la piramide che continuava a tremare e a cadere.
-Dove stai andando, senzatette?- Soul piombò davanti a lei fermandola.
-Vado a cercar- La parola le morì in gola, quando vide gli ultimi pezzi della piramide accasciarsi a terra. Le lacrime le vennero automaticamente agli occhi, mentre il corpo fremeva di un misto fra rabbia e rassegnazione: l’aveva lasciata a combattere contro un nemico, da sola, e poi l’aveva lasciata in quella piramide convinta che ce l’avrebbe fatta.
-Luna!- Urlò al vento il suo nome, liberandosi dalla presa di Soul e correndo verso le rovine di quel posto. Era seguita da tutta la Spartoi e tutti erano preoccupati, persino Kid smise di lagnarsi per la distruzione della piramide. Maka iniziò a scavare tra le materie, graffiandosi con le scorie, starnutendo per la troppa polvere alzata e asciugandosi le lacrime che stavano per abbandonare il giaciglio che avevano trovato negli occhi. Poco dopo, alla ricerca si aggiunse Black*Star, seguito da Soul, Tsubaki e, a ruota, tutti si misero a cercare la compagna.
-Se state cercando il lucchetto, si trova nelle mie mani.- Una vocina, tossicando, si fece largo da dietro il gruppo. I ragazzi si girarono, per capire chi fosse e, sollevati oltre misura, videro Luna avanzare zoppicando leggermente, ricoperta di polvere e graffiata, ma pur sempre viva e vegeta.
Non farci prendere spaventi del genere mai più, mai più.- Maka calcò le ultime due parole cercando di sembrare minacciosa, ma in realtà sembrava solo sollevata. Subito dopo Luna venne abbracciata da tutte le ragazze mentre i ragazzi le davano delle leggere pacche, per non ferirla ulteriormente.
-Purtroppo c’è un problema: il manufatto è stato diviso a metà, e l’altro pezzo è nelle mani di quel pseudo_ninja, ciò significa che non abbiamo completato la missione- Luna fece vedere il lucchetto rassegnata abbassando la testa.
-Questo lo dirà mio padre. Ora però, torniamo a casa, tutti abbiamo bisogno di riposare.- Kid prese parola e si avviò davanti a tutti.
Seguirono tutti il suo esempio incamminandosi in una buffa fila indiana, sotto le luci dell’alba dove, un sole giocherellone, si divertiva a nascondersi ancora dietro le dune. Luna si girò ancora una volta verso la piramide, ripromettendosi che, una volta incontrato di nuovo quel ragazzo, gli avrebbe tirato un buon gancio destro, subito dopo raggiunse Maka che si era fermata ad aspettarla.

   
 
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