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Autore: RoxyDowney    05/02/2015    2 recensioni
"Essere a Parigi per la premiere di questo film è un sogno. Un sogno che “sogno” oramai da troppo tempo. Mancano poche ore e lui arriverà, questo cielo coperto di nuvole non potrà influenzare il mio stato d’animo perché lui illuminerà con la sua energia questo posto e dentro di me sarà come se splendesse il sole." ... "E’ il mio compleanno tra qualche mese, vista la precarietà in cui vivo, visto che nessun regalo potrebbe essere più grande di questa giornata (in cui lo vedrò), ho deciso di regalarmi la possibilità di sorridergli, scattare qualche foto e farmi autografare la raccolta delle mie fan fiction da colui che mi ha ispirata."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto non con lui. Non con Robert.
Siede di fronte a me su questa limousine e non riesce nemmeno a rivolgermi uno sguardo. Vederlo fissare un punto indefinito, lontano da me con gli occhi lucidi mentre con i denti si tormenta le nocche delle dita della mano mi fa star male. Vorrei potergli dire qualcosa che lo faccia sorridere ma ci ho rinunciato.
Gli ho rivolto la parola un paio di volte ed in entrambe le occasioni mi ha risposto a monosillabi. Ha freddato persino Susan che ha chiamato per l’ennesima volta poco fa con un secco “Non ora Sus.” per poi spegnere il telefono.

Non conoscevo questa parte di lui, non sapevo potesse chiudersi tanto in se stesso da non rivolgermi uno sguardo. Ora, in questo momento mi rendo conto di come potesse sentirsi Marcel quando cercava di parlarmi ed io restavo muta guardando fuori dal finestrino. Quanto male gli ho fatto?

Forse dovrei prenotare un volo per tornare a casa. E’ solo un’ora che non mi parla e già sto impazzendo, so che non potrei reggere a lungo una situazione del genere.
L’auto si ferma ed il suo assistente ci informa che il jet è pronto al decollo così scendiamo dall’auto e saliamo sul piccolo aereo. Non appena a bordo Robert si avvia verso la cabina di pilotaggio. Io a questo punto penso sia il caso di prendere posto e mi siedo al posto che ho occupato qualche ora fa. Il portatile è ancora nella tasca laterale della poltrona e dopo essermi legata attendo il decollo osservando il via vai di piccoli jet sulla pista. Vedo Robert prendere posto di fronte a me anziché al mio fianco come aveva fatto prima. Altra coltellata. Non vuole stare vicino a me… Davvero non me lo aspettavo ma cerco di continuare a respirare e nascondere come meglio posso la delusione che sto provando.
Sento uno stato d’ansia che mi pervade, devo trovare il modo di calmarmi o esploderò. Per mia fortuna si spegne in fretta il segnale delle cinture e mentre Robert si alza per fare una telefonata io posso accendere il pc.
Solo questo riesce come sempre a farmi calmare e a proiettarmi lontano dalla realtà. Certo è piuttosto assurdo che io lo stia facendo proprio ora con lui qui a qualche passo da me, eppure sta accadendo ed io ho bisogno di questo ora come non mai.
Le ore di volo passano in fretta e siamo di nuovo a Los Angeles, ora capisco perché abbia scelto di vivere qui. Tutto in questo posto sembra più bello quando si arriva da posti freddi come quello da cui siamo appena tornati.
L’auto è già pronta e partiamo. Non vedo l’ora di essere a casa, a casa di Robert. Ho bisogno delle mie cose. Ho bisogno di sdraiarmi al buio per un attimo e sentirmi nel posto giusto, poi, affronterò questa situazione fino a risolverla.
Entriamo in casa e saliamo le scale, Robert mi precede, sempre zitto, inizio ad abituarmi a questo silenzio.
Susan- Robert si può sapere che diavolo sta succedendo???
Robert la guarda e non le risponde, passa oltre e si dirige al frigorifero dove recupera una bottiglietta d’acqua e inizia a bere.
Susan- Ti ho chiamato mille volte e non mi hai risposto se non per dirmi “non ora”
Mi sento decisamente di troppo, Susan sta alzando la voce e non avrei pensato fosse in grado di arrivare a certe tonalità, lei sempre pacata e calma. Cercando di non disturbare mi dirigo verso l’apertura che porta alle camere da letto.
Susan- Voglio una risposta e la voglio ora!
Robert- Chiedilo a lei.
Le sue parole mi pietrificano, ancor prima che Susan si rivolga a me. Susan mi osserva e cerca una risposta nei miei occhi ma non so che dirle ed abbasso lo sguardo dopo averla vista rivolgere lo sguardo verso Robert e lui ha abbassato lo sguardo fissando le sue scarpe per non guardarla.
Susan- Adesso basta! Ora voi due vi sedete qui e mi dite cosa succede.
Robert la asseconda e si siede sul divano. Lei lo segue ed io prendo posto su una poltrona poco distante.
Susan prende un lungo respiro prima di rivolgersi a lui intento a bere dalla sua bottiglietta.
Susan- Robert?
Robert- Non c’è molto da dire. Siamo stati da quel medico. C’è una possibilità…
Susan- Ma è meraviglioso!
Robert- No non lo è: lei non vuole sottoporsi a questa terapia.
Robert si alza e se ne va in camera sua, non aggiunge altro, come se, nulla avesse importanza. È furioso lo sento in ogni passo, lo si legge in ogni contrattura dei muscoli del suo viso.
Susan- Rose è davvero così? C’è una possibilità?
Non vorrei parlarne ma so che devo spiegarle
Rose- Il medico ha specificato che questa “terapia”, se funzionasse, potrebbe solo posticipare di qualche mese, questo se andasse davvero bene…
Susan- Devi perdonarmi ma davvero non riesco a capire perché questa non sarebbe una buona cosa?
Rose- La terapia è molto forte e dura da sopportare, mi ridurrebbe ad uno straccio ed io penso che non gioverebbe a nessuno avermi vicina così… qualche mese in più ma in quali condizioni?
Resta in silenzio per un po’ mentre mi guarda ed evidentemente si sta facendo un’idea di ciò di cui parlo.
Susan- Capisco.
Abbasso gli occhi e mi viene da piangere
Rose- Tu capisci. Robert no. Non mi rivolge la parola da quando siamo usciti dallo studio del medico.
Susan- Non gli è andata giù che non vuoi provare questa terapia.
Robert- Puoi dirlo forte che non mi va giù. Ti amo Rose come puoi non capire???
Alzo gli occhi e lo vedo è appoggiato al muro con le braccia conserte, termina la frase con un filo di voce mentre inizia a camminare nella mia direzione
Susan- Vi lascio soli. Avete bisogno di parlare.
Senza attendere oltre si alza e se ne va mentre io non riesco a distogliere lo sguardo da Robert, li sento riempirsi di lacrime in un misto di dolore, tristezza e felicità.
Si siede sul tavolo che sta di fronte alla poltrona che occupo
-Non posso sopportare che tu perentoriamente decida che non meriti un'altra possibilità
-Vorrei ci fosse una possibilità concreta per cui il tempo a mia disposizione si dilatasse per poter sperare, ma lo hai sentito… potrei non sopportarla e passare i prossimi mesi a letto distrutta per non venirne a capo…
-Potresti anche rispondere in modo positivo alla cura e le settimane diverrebbero mesi e poi chissà, la medicina fa veramente passi da gigante, potrebbero trovare una cura definitiva…
-Sarebbe un bel happy ending ma non siamo in un film e nemmeno in una favola. Dobbiamo essere coerenti e accettare ciò che abbiamo. Le speranze, le aspettative in casi come questi vengono sempre disilluse.
-Tu sei la prima che dovrebbe crederci perché funzioni e lo sai.
Le lacrime oramai scendono copiose senza alcun freno dai miei occhi. Sono troppo stanca per riuscire a contrastare tutto ciò che sento dentro.
-Ci ho creduto così tante volte Robert…
Sentire le sue braccia avvolgermi e stringermi in un abbraccio è qualcosa di indescrivibile. Il suo profumo e quel tepore mi fa sentire subito meglio
-La differenza è che questa volta non saresti da sola a crederci. Noi saremmo tutti vicino a te… io lo sarei… e non permetterei mai che le cose vadano storte.
La sua voce delinea quante siano le sensazioni che sta provando, non cerca neppure di mascherarle o nasconderle. È un libro aperto che si lascia leggere o addirittura si racconta. Vorrei poterci credere, vorrei potermi regalare questa speranza… ma la paura di un'altra delusione è così forte. Il terrore che Robert debba assistermi mentre sto male mi manda nel panico.
-Rose… guardami.
Sollevo la testa e ammiro i suoi grandi occhi fissarmi alla ricerca di una risposta durante il tempo in cui continuo a guardarlo attraverso la vista offuscata causata dal pianto mi rendo conto di quanto sia fondamentale per me la sua vicinanza.
-Dimmi almeno che non escludi questa possibilità a priori…che ci penserai…
-Promettimi che non sarà mai più come oggi.
-Te lo prometto. Tenerti lontana da me mi faceva stare ancor più male, ma non riuscivo ad avvicinarmi. Non riuscivo a respirare, pensare di poter avere una speranza. Una possibilità che tu possa restare con me mi ha fatto gioire, ma la mia felicità è stata massacrata dal tuo “non lo voglio fare” prima che ti voltassi ed uscissi dallo studio. So che ti sto chiedendo molto ma se non fossi così importante per me non te lo avrei nemmeno chiesto. Non sono pronto a dirti addio.
-Ci penserò. Promesso.


 
 
 

   
 
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