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Autore: Eresseie93    05/02/2015    1 recensioni
Per ora la mia mente viaggia inesorabile!! :D Salve a tutti.. doveva essere una Oneshot e invece si è prolungato, fa niente ;P
Cito dal testo e non voglio anticipare troppo:
Guardava il muro accanto a sé nell’attesa che il sonno arrivasse. Era una persona razionale, alle volte troppo, come diceva suo padre “ i sentimenti sono per i deboli e per le femmine ” però era anche una persona obiettiva. Non si scandalizzava a dire che un uomo era bello o piacente, se qualcosa era in un modo era inutile dire che non lo fosse.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Lancillotto, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ecco qui l’aggiornamento buona lettura ;*

 

 

Non era riuscito a dormire molto bene quella notte, si era destato diverse volte, e tutte le volte si era addormentato inquieto.

La finestra era aperta e l’aria fresca del mattino gli solleticava il viso e alcune parti del corpo che erano scoperte, si svegliò del tutto quando sentì rumori e voci provenire dall’ingresso. Si alzò malamente andando a vedere il motivo di quel baccano, rimase sorpreso quando scorse suo padre con in mano le valige – Padre, state partendo? – lo guardò confuso, l’altro per tutta risposta alzò le spalle – Sì, questioni di lavoro. Non penso che tornerò prima della fine dell’Estate. – si voltò e andò via.

Lo faceva sempre, se ne andava e tornava quando voleva. Non era capace di mostrare amore per i suoi figli, si chiedeva spesso che razza d’uomo fosse, ma doveva essere buono un tempo perché aveva amato e sposato una donna che a detta di tutti era gentile e amorevole. Dopo la morte di sua madre, Artù sapeva che quell’uomo, se mai fosse esistito, adesso era morto.

Andare a letto non era un’opzione, ormai era mattina anche se tutti ancora dormivano. Decise che una bella corsa avrebbe rilassato i suoi nervi.

 

Amava la mattina, specialmente quando ancora non c’era quasi nessuno per le strade. Adorava fotografare l’alba, era il barlume tra la notte e il giorno, il sole spuntava sull’orizzonte del mare e inondava di brillantezza l’acqua limpida.

Prese a camminare lungo il marciapiede dove poche ore prima aveva fumato con Artù, quando lo vide. Osservava il mare, aveva l’espressione di chi sta contemplando una rarità, immerso tra i più arditi pensieri. Aveva una posizione austera ed elegante, e immortalò quel momento *click*. Ovviamente non gliel’avrebbe detto, ma magari un giorno gli avrebbe regalato la foto svelando questo piccolo segreto.

Era rimasto fermo a guardare il display della macchina fotografica quando una voce lo risvegliò – Ehi Merlino – alzò gli occhi e vide l’altro ragazzo salutarlo, sorrise e ricambiò il saluto avvicinandosi. Sistemò la macchina fotografica nella borsa e si accese una sigaretta – Non pensavo fossi mattiniero – disse Artù esaminandolo. Il moro per tutta risposta abbozzò un sorriso, piegando in giù le labbra un attimo dopo – E cosa ti ha fatto pensare che non lo fossi? – si girò verso di lui inspirando dalla sigaretta, e lo guardò come si ammira un oggetto tenuto segreto per anni, poi rilasciò il fumo.

 

- Bè hai una vita frenetica la notte, così ho pensato.. – fece cadere la frase – lascia stare, non sono affari miei – e si accese nervosamente una sigaretta anche lui. Il moro continuava a fissarlo e più lo guardava più Artù diventava impacciato – No continua pure, le tue congetture erano interessanti – disse con tono divertito, l’altro lo guardò lasciandosi sfuggire un ghigno – Mi prendi in giro? – riuscendo ad accendersi la sigaretta. Merlino non riuscì a trattenere la sua risata – Si, perdonami – e gli toccò involontariamente la spalla, e come imbarazzato la fece scivolare via, non riuscendo a distaccare gli occhi da quelli del biondo.

Restarono lì per un altro po’ scambiandosi silenzi e parole, poi s’incontrarono con gli altri al bar e poi dritti in spiaggia a prendere un po’ di Sole e divertirsi in acqua. Lance dopo essersi appisolato sotto il sole si stiracchiò guardandosi in giro – Ehi, dove sono finiti Gwein e Morgana? – mettendosi seduto sulla tovaglia, Merlino alzò le sopracciglia – Eh.. sono.. – gesticolò con la mano – andati da qualche parte, a prendere qualcosa – pronunciò con tono poco convinto. Artù stava uscendo dall’acqua, sembrava il Dio Poseidone. I capelli bagnati e una mano che li tirava indietro, le gocce d’acqua che scivolavano giù per il corpo, carezzando tutti i muscoli. Artù come uomo era qualcosa che aveva già esplorato, ma non conosceva il suo sapore, le sue movenze, il gusto del suo seme. Avrebbe dannato la propria anima per conoscere quelle piccole sfaccettature che gli erano negate. Lance lo guardò storto – Amico, lascia stare. E’ più etero di me! – sibilò dandogli pacche sulla spalla, Merlino gli sorrise – Il proibito ha un gusto più buono mio caro Lance – e lo spintonò.

Dopo qualche ora Morgana e Gwein tornarono sorridenti e con una granita in mano, si unirono ai loro amici e verso sera tornarono tutti a casa. Dopo cena andarono a una festa in spiaggia, si divertirono a ballare e bere, fumare, flirtare. Gwein e Morgana si dimenticarono di essere in mezzo ad altre persone e si misero seduti in un divanetto a pomiciare in tranquillità. Un ragazzo si avvicinò a Merlino pronunciando qualcosa all’orecchio, che sorrise voltandosi verso l’altro a ballare. Artù li osservò a lungo, ma si accorse tardi che il moro lo stava guardando, e a quel punto distolse lo sguardo imbarazzato proponendo a Lance di andare a bere qualcosa. Anche da lontano però lo stava guardando mentre Merlino strusciava il proprio corpo e baciava le labbra di quel ragazzo sconosciuto. Lui non si era mai chiesto come sarebbe stato, provare a stare con un ragazzo, non era una cosa da uomini diceva suo padre. Eppure dentro aveva una strana sensazione, per lui Merlino era come stare su un precipizio. Era come il mare, qualcosa da sondare, un abisso profondo che racchiudeva segreti a lui sconosciuti. Era come stare su un trampolino di una barca e avere paura di tuffarsi, e continuare a guardare l’orizzonte senza mai poterci arrivare. Era misterioso quel mondo di cui lui non faceva parte e, nonostante ne dovesse stare lontano, fremeva per conoscerlo.

Erano appena le dieci e mezzo di sera e Merlino accortosi dell’orario andò a salutare gli amici – Scusate ragazzi, sono fotografo a un compleanno, ci vediamo – si girò per andarsene e si sentì bloccato per il polso, guardò la mano e poi Artù. Quest’ultimo lasciò la presa e fu incoraggiato a parlare dal sorriso che l’altro gli donò – Quando finisci ti va una sigaretta? – scrollò le spalle, il moro lo guardò e fece di sì con il capo e prese il biglietto che l’altro gli porse, gli aveva dato il suo numero.

Verso l’una e mezzo, mandò un messaggio “ Ho finito. Sigaretta? , la risposta non tardò ad arrivare “ Sì, sono di fronte l’Eldor. .  Merlino arrivò poco dopo – Ehi, sei solo? – avvicinandosi ad Artù, l’altro si girò - Si, Lance era stanco, mia sorella e Gwein.. – fece una smorfia – saranno da qualche parte a scopare – alzò le spalle.

Merlino si appoggiò alla balaustra sfiorando la spalla dell’altro prendendo una sigaretta – Non ti da fastidio? – si guardarono – Intendo, sapere che tua sorella va a letto con Gwein – c’era un tono d’imbarazzo. Artù prese una sigaretta – No, non m’interessa, basta che sta attenta – ispirò ed espirò il fumo.

Ci fu un momento di silenzio poi il moro prese la parola – Posso farti una domanda? – Artù fece un cenno con la testa, e il ragazzo continuò – Non per farmi i fatti tuoi o di Lance, è solo curiosità. – osservò la reazione dell’altro prima di continuare – Perché vi rubavate la ragazza? E’ una cosa sciocca, avete rovinato il vostro rapporto – disse ispirando dalla sigaretta. Artù si accigliò – E’ questo che ti ha detto? Che ci rubavamo la ragazza? – fece un sorriso amaro. L’altro fece di sì con la testa e il biondo scosse la testa – In realtà io mi stavo sposando con Gwen, avevamo organizzato tutto. Io e lui eravamo uniti, inseparabili fin dalla nascita. Lui doveva essere il mio testimone, lei la mia sposa, era tutto perfetto. Mancavano sei mesi al matrimonio e Lance ha pensato bene di dar sfogo ai propri desideri e andare a letto con lei. Più di una volta. – guardò Merlino. L’altro vide uno sguardo ferito – Oh mi dispiace. Non è da Lance.. – ridacchiò – meno male che sono omosessuale. – e osservò il biondo che aveva finito per ridere anche lui.

- Si è fatto tardi, forse dovremmo rientrare.. – mormorò Merlino, l’altro lo analizzò per un attimo – Sì, forse dovremmo.. – non riusciva a distogliere lo sguardo. L’altro gli si stava avvicinando e il suo cuore stava battendo sempre più velocemente, le pupille gli si erano dilatate, Merlino era a un soffio da lui e chiuse leggermente gli occhi. Mi sta per baciare, dovrei respingerlo, ma lo voglio, si disse tra sé.

Merlino vide l’espressione dell’altro cambiare, era pronto ad accettare un bacio da lui, soffocò una risata – Ecco qui, avevi una piuma tra i capelli – sussurrò ancora ad una breve distanza. L’altro si destò imbarazzato, sentiva le guance avvampare di calore – Una piuma – balbettò prendendola in mano, sfiorando le dita dell’altro, sentendo ancora più caldo – Una piuma. – deglutì sorridendo. Poi si salutarono e una volta a letto, avrebbero voluto mandarsi un messaggio, ma non lo fecero. Dopo quel momento imbarazzante Artù si sotterrò sotto le lenzuola a che diavolo pensavi? Stupido idiota pensò, e accolse il sonno. Mentre Merlino ripensò all’espressione del biondo e se ne compiacque, addormentandosi poco dopo.

 

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Angolo autrice:

Ecco qui :D Spero che sia stato di vostro gradimento!! E ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia, a chi l’ha messa tra le seguite, chi tra le ricordate e a chi recensisce.

Grazie infinite e un bacio ;*

 

  
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