Ecco qui l’aggiornamento buona lettura ;*
Non era riuscito a dormire molto
bene quella notte, si era destato diverse volte, e tutte le volte si era
addormentato inquieto.
La finestra era aperta e l’aria fresca del
mattino gli solleticava il viso e alcune parti del corpo che erano scoperte, si
svegliò del tutto quando sentì rumori e voci provenire dall’ingresso. Si alzò
malamente andando a vedere il motivo di quel baccano, rimase sorpreso quando scorse
suo padre con in mano le valige – Padre, state partendo? – lo guardò confuso, l’altro
per tutta risposta alzò le spalle – Sì, questioni di lavoro. Non penso che
tornerò prima della fine dell’Estate. – si voltò e andò via.
Lo faceva sempre, se ne andava e tornava quando
voleva. Non era capace di mostrare amore per i suoi figli, si chiedeva spesso
che razza d’uomo fosse, ma doveva essere buono un tempo perché aveva amato e
sposato una donna che a detta di tutti era gentile e amorevole. Dopo la morte
di sua madre, Artù sapeva che quell’uomo, se mai fosse esistito, adesso era
morto.
Andare a letto non era un’opzione,
ormai era mattina anche se tutti ancora dormivano. Decise che una bella corsa
avrebbe rilassato i suoi nervi.
Amava la mattina, specialmente quando ancora non
c’era quasi nessuno per le strade. Adorava fotografare l’alba, era il barlume
tra la notte e il giorno, il sole spuntava sull’orizzonte del mare e inondava
di brillantezza l’acqua limpida.
Prese a camminare lungo il marciapiede dove
poche ore prima aveva fumato con Artù, quando lo vide. Osservava il mare, aveva
l’espressione di chi sta contemplando una rarità, immerso tra i più arditi
pensieri. Aveva una posizione austera ed elegante, e immortalò quel momento
*click*. Ovviamente non gliel’avrebbe detto, ma magari un giorno gli avrebbe
regalato la foto svelando questo piccolo segreto.
Era rimasto fermo a guardare il display della
macchina fotografica quando una voce lo risvegliò – Ehi Merlino – alzò gli occhi e vide l’altro ragazzo salutarlo,
sorrise e ricambiò il saluto avvicinandosi. Sistemò la macchina fotografica
nella borsa e si accese una sigaretta – Non pensavo
fossi mattiniero – disse Artù esaminandolo. Il moro per tutta risposta abbozzò
un sorriso, piegando in giù le labbra un attimo dopo – E cosa ti ha fatto
pensare che non lo fossi? – si girò verso di lui inspirando dalla sigaretta, e
lo guardò come si ammira un oggetto tenuto segreto per anni, poi rilasciò il
fumo.
- Bè hai una vita
frenetica la notte, così ho pensato.. – fece cadere la frase – lascia stare,
non sono affari miei – e si accese nervosamente una sigaretta anche lui. Il moro
continuava a fissarlo e più lo guardava più Artù diventava impacciato – No continua
pure, le tue congetture erano interessanti – disse con tono divertito, l’altro
lo guardò lasciandosi sfuggire un ghigno – Mi prendi
in giro? – riuscendo ad accendersi la sigaretta. Merlino non riuscì a
trattenere la sua risata – Si, perdonami – e gli toccò
involontariamente la spalla, e come imbarazzato la fece scivolare via, non
riuscendo a distaccare gli occhi da quelli del biondo.
Restarono lì per un altro po’ scambiandosi
silenzi e parole, poi s’incontrarono con gli altri al bar e poi dritti in
spiaggia a prendere un po’ di Sole e divertirsi in acqua. Lance dopo essersi
appisolato sotto il sole si stiracchiò guardandosi in
giro – Ehi, dove sono finiti Gwein e Morgana? –
mettendosi seduto sulla tovaglia, Merlino alzò le sopracciglia – Eh.. sono.. – gesticolò con la mano – andati da qualche parte,
a prendere qualcosa – pronunciò con tono poco convinto. Artù stava uscendo dall’acqua,
sembrava il Dio Poseidone. I capelli bagnati e una mano che li tirava indietro,
le gocce d’acqua che scivolavano giù per il corpo, carezzando tutti i muscoli. Artù
come uomo era qualcosa che aveva già esplorato, ma non conosceva il suo sapore,
le sue movenze, il gusto del suo seme. Avrebbe dannato la propria anima per
conoscere quelle piccole sfaccettature che gli erano
negate. Lance lo guardò storto – Amico, lascia stare.
E’ più etero di me! – sibilò dandogli pacche sulla spalla, Merlino gli sorrise – Il proibito ha un gusto più buono mio caro
Lance – e lo spintonò.
Dopo qualche ora Morgana e Gwein
tornarono sorridenti e con una granita in mano, si unirono ai loro amici e
verso sera tornarono tutti a casa. Dopo cena andarono a una festa in spiaggia,
si divertirono a ballare e bere, fumare, flirtare. Gwein e Morgana si dimenticarono di essere in mezzo ad
altre persone e si misero seduti in un divanetto a pomiciare in tranquillità.
Un ragazzo si avvicinò a Merlino pronunciando qualcosa all’orecchio, che sorrise
voltandosi verso l’altro a ballare. Artù li osservò a lungo, ma si accorse
tardi che il moro lo stava guardando, e a quel punto distolse lo sguardo
imbarazzato proponendo a Lance di andare a bere qualcosa. Anche da lontano però
lo stava guardando mentre Merlino strusciava il proprio corpo e baciava le
labbra di quel ragazzo sconosciuto. Lui non si era mai chiesto come sarebbe
stato, provare a stare con un ragazzo, non era una cosa da uomini diceva suo padre. Eppure dentro aveva una strana sensazione,
per lui Merlino era come stare su un precipizio. Era come il mare, qualcosa da sondare,
un abisso profondo che racchiudeva segreti a lui sconosciuti. Era come stare su
un trampolino di una barca e avere paura di tuffarsi, e continuare a guardare l’orizzonte
senza mai poterci arrivare. Era misterioso quel mondo di cui lui non faceva
parte e, nonostante ne dovesse stare lontano, fremeva per conoscerlo.
Erano appena le dieci e mezzo di sera e Merlino
accortosi dell’orario andò a salutare gli amici – Scusate ragazzi, sono
fotografo a un compleanno, ci vediamo – si girò per
andarsene e si sentì bloccato per il polso, guardò la mano e poi Artù. Quest’ultimo
lasciò la presa e fu incoraggiato a parlare dal sorriso che l’altro gli donò –
Quando finisci ti va una sigaretta? – scrollò le
spalle, il moro lo guardò e fece di sì con il capo e prese il biglietto che l’altro
gli porse, gli aveva dato il suo numero.
Verso l’una e mezzo,
mandò un messaggio “ Ho finito. Sigaretta? ” , la risposta non
tardò ad arrivare “ Sì, sono di fronte l’Eldor. ”. Merlino arrivò poco dopo – Ehi, sei solo?
– avvicinandosi ad Artù, l’altro si girò - Si, Lance
era stanco, mia sorella e Gwein.. – fece una smorfia –
saranno da qualche parte a scopare – alzò le spalle.
Merlino si appoggiò alla balaustra sfiorando la
spalla dell’altro prendendo una sigaretta – Non ti da
fastidio? – si guardarono – Intendo, sapere che tua sorella va a letto con Gwein – c’era un tono d’imbarazzo. Artù prese una sigaretta
– No, non m’interessa, basta che sta attenta – ispirò ed espirò il fumo.
Ci fu un momento di silenzio poi il moro prese la parola – Posso farti una domanda? – Artù fece un
cenno con la testa, e il ragazzo continuò – Non per farmi i fatti tuoi o di
Lance, è solo curiosità. – osservò la reazione dell’altro prima di continuare –
Perché vi rubavate la ragazza? E’ una cosa sciocca, avete rovinato il vostro
rapporto – disse ispirando dalla sigaretta. Artù si accigliò – E’ questo che ti
ha detto? Che ci rubavamo la ragazza? – fece un sorriso amaro. L’altro fece di
sì con la testa e il biondo scosse la testa – In
realtà io mi stavo sposando con Gwen, avevamo
organizzato tutto. Io e lui eravamo uniti, inseparabili fin dalla nascita. Lui doveva
essere il mio testimone, lei la mia sposa, era tutto perfetto. Mancavano sei
mesi al matrimonio e Lance ha pensato bene di dar sfogo ai propri desideri e
andare a letto con lei. Più di una volta. – guardò Merlino. L’altro vide uno
sguardo ferito – Oh mi dispiace. Non è da Lance.. – ridacchiò
– meno male che sono omosessuale. – e osservò il biondo che aveva finito per
ridere anche lui.
- Si è fatto tardi, forse dovremmo rientrare.. – mormorò Merlino, l’altro lo analizzò per un attimo –
Sì, forse dovremmo.. – non riusciva a distogliere lo sguardo. L’altro gli si
stava avvicinando e il suo cuore stava battendo sempre
più velocemente, le pupille gli si erano dilatate, Merlino era a un soffio da
lui e chiuse leggermente gli occhi. Mi
sta per baciare, dovrei respingerlo, ma lo voglio, si disse tra sé.
Merlino vide l’espressione dell’altro cambiare,
era pronto ad accettare un bacio da
lui, soffocò una risata – Ecco qui, avevi una piuma tra
i capelli – sussurrò ancora ad una breve distanza. L’altro si destò
imbarazzato, sentiva le guance avvampare di calore – Una piuma – balbettò prendendola
in mano, sfiorando le dita dell’altro, sentendo ancora più caldo – Una piuma. –
deglutì sorridendo. Poi si salutarono e una volta a letto, avrebbero voluto
mandarsi un messaggio, ma non lo fecero. Dopo quel momento imbarazzante Artù si
sotterrò sotto le lenzuola a che diavolo
pensavi? Stupido idiota pensò, e accolse il sonno. Mentre Merlino ripensò
all’espressione del biondo e se ne compiacque, addormentandosi poco dopo.
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Angolo autrice:
Ecco qui :D Spero che sia stato di vostro
gradimento!! E ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia, a chi l’ha
messa tra le seguite, chi tra le ricordate e a chi
recensisce.
Grazie infinite e un bacio ;*