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Autore: Harira    06/02/2015    2 recensioni
30 days OTP challenge (non la versione hot) con Ichigo e Rukia come protagonisti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ichigo entrò nella propria stanza e, sospirando, si lasciò finalmente alle spalle la voce del proprio padre che continuava a blaterare qualcosa a proposito della pubertà e dell'allarmante mancanza di interesse del suo unico figlio maschio verso il gentil sesso.
Chiudendo la porta dietro di sé, Ichigo sorrise alla propria stanza vuota.
Se soltanto suo padre avesse saputo che lui non era affatto indifferente alle donne, anzi, ce n'era una in particolare che occupava già da tempo un posto speciale nel suo cuore e nei suoi pensieri. In diverse occasioni era stato sul punto di parlargli di lei, anche solo per farlo tacere una volta per tutte. Tuttavia, raccontare a suo padre di Rukia non lo avrebbe certo fatto star zitto, anzi, avrebbe portato ad un fiume di domande ed insinuazioni imbarazzanti ad ogni ora del giorno, e Ichigo non voleva complicarsi la vita più di quanto già non avesse fatto sino a quel momento.
Si sedette sul letto, chiedendosi dove fosse finita la sua piccola Rukia.
Quel pomeriggio era dovuta tornare della Soul Society per qualche questione che lo Shinigami Daiko aveva dimenticato (o non aveva ascoltato attentamente, piuttosto) e non aveva detto a che ora sarebbe tornata. Doveva aspettarla alzato o andarsene a letto?
Senza vero interesse, Ichigo afferrò un libro dallo scaffale e cominciò a leggere la pagina dove si trovava il segnalibro, cercando di concentrarsi.
Il libro, un romanzo storico ambientato nell'epoca Sengoku, gli era sembrato molto interessante in precedenza, e ricordava perfettamente di aver faticato a posarlo l'ultima volta che lo aveva preso tra le mani. Tuttavia, in quel momento la sua mente non riusciva a concentrarsi sugli intrighi politici che le pagine raccontavano. I suoi pensieri continuavano a correre a Rukia, alle sue piccole mani che stringevano le sue, al suo sorriso quando era contenta di vederlo.
Sentiva le voci di suoi padre e delle sue sorelline che chiacchieravano allegramente al pianto di sotto e il rumore fastidioso delle lancette della sveglia sul comodino che ticchettavano il passare del tempo, ma di Rukia nessuna traccia.
Dopo pochi minuti, Ichigo sbuffò.
Non poteva starsene ad aspettare in quel modo, l'attesa lo faceva innervosire troppo!
Appoggiò il libro in malo modo sul comodino e si alzò dal letto, stiracchiandosi per rilassare i muscoli.
Visto che Rukia non era ancora arrivata, valeva la pena ingannare il tempo in modo produttivo. Si sarebbe fatto la doccia, quindi, così quando lei fosse arrivata avrebbe potuto dedicarsi interamente a lei.
Lo Shinigami Daiko frugò brevemente nell'armadio, cercando un paio di boxer pulito e una maglietta con cui dormire quella notte, quindi uscì nel pianerottolo.
-Io vado in doccia!- gridò, lungo le scale, all'indirizzo dei suoi parenti al piano di sotto.
-Va bene!- replicarono le sorelle, quasi all'unisono.
Ichigo entrò in bagno e chiuse la porta a chiave.
Meccanicamente, appoggiò i propri vestiti puliti sul mobile del bagno e aprì l'acqua calda, assaporando la sensazione rilassante dei getti d'acqua sulla propria pelle.
Si spogliò e si guardo allo specchio sopra al lavandino, cercando sul proprio viso indizi dell'allenamento piuttosto impegnativo che aveva sostenuto nei giorni passati, aiutato come sempre da Renji.
Per fortuna, quella volta sembrava essersela cavata soltanto con un graffio sulla mandibola, una ferita che poteva facilmente spiegare con una caduta, un momento di distrazione o una scazzottata a scuola, tutte spiegazioni che suo padre e i suoi compagni di classe avrebbero accettato senza fare tante storie, dato il carattere di Ichigo e la sua propensione a raddrizzare i torti del mondo a suon di pugni.
L'acqua aveva raggiunto la temperatura giusta e Ichigo si infilò soddisfatto nella doccia, rilassando i muscoli indolenziti sotto al getto caldo.
Quanto ci avrebbe messo Rukia ad arrivare?

Nel frattempo, nella Soul Society, Rukia stava cenando con il proprio fratello e il suo Tenente nella dimora della famiglia Kuchiki.
La riunione alla quale aveva partecipato si era protratta più a lungo del previsto e lei era stata invitata a restare almeno per cena (anche se Byakuya avrebbe ovviamente preferito che lei rimanesse anche a dormire lì, piuttosto che nell'armadio della stanza da letto di quel Sostituto Shinigami).
Renji, come al solito, mangiava con straordinario appetito e allegria, nonostante fosse in presenza del proprio compassato superiore, e sorrideva spesso, discutendo con Byakuya di affari riguardanti la Sesta Divisione, per una volta questioni che non prevedevano che lui subisse rimproveri dal proprio Taicho.
Rukia li ascoltava in silenzio. Non riusciva a concentrarsi su quanto stavano dicendo, in primo luogo perché non la riguardava, ma soprattutto perché la sua mente continuava a scivolare fuori dai cancelli della Soul Society, nel mondo materiale, dove Ichigo la stava aspettando.
Si chiedeva che cosa stesse facendo, se stesse pensando a lei, se sarebbe riuscita a liberarsi di quella cena presto per poter correre da lui.
-Rukia- disse Byakuya, ad un tratto, strappandola dai suoi pensieri romantici -Mi sembri piuttosto assente. Ti senti bene?-
Normalmente, Rukia sarebbe stata quasi commossa dall'attenzione che il fratello le mostrava, ma in quel momento avrebbe voluto scappare a gambe levate da quella richiesta di giustificazioni.
-Bene, bene, grazie Nii-sama- farfugliò, sperando che l'interrogatorio fosse finito.
-Capitano- disse Renji, velocemente -Stavo pensando a quella questione dei turni di lavoro...-
Byakuya ripose la sua attenzione nel proprio Tenente, preoccupato di impedirgli di avere strane idee che mettessero a repentaglio l'ordine e l'efficienza della sua Divisione, e Rukia tirò un piccolo sospiro di sollievo, ringraziando mentalmente il suo vecchio amico per esserle corso in aiuto con tanta prontezza.
Per quanto tempo ancora sarebbe rimasta intrappolata in quella cena, lontana da Ichigo?

Il Sostituto Shinigami uscì dalla doccia e si avvolse nell'accappatoio, inspirando profondamente.
Il suo corpo era decisamente più rilassato di prima, ma la sua mente continuava a contare i minuti che scorrevano lenti sulle lancette dell'orologio, chiedendosi se Rukia sarebbe arrivata presto.
Dopotutto, non sapeva nemmeno se sarebbe effettivamente venuta a dormire a casa sua o se sarebbe rimasta nella Soul Society.
Mentre si asciugava i capelli, i suoi pensieri indugiavano ancora su Rukia e, per un attimo, scivolarono sulla fantasia di fare la doccia con lei, un pensiero che gli colorò immediatamente le guance di rosso e che decise di censurare, almeno per il momento, visto l'effetto che gli faceva il solo pensarci.
Rise di se stesso e di suo padre, che era tanto preoccupato della sua presunta mancanza di interesse nel sesso opposto. Se avesse potuto trovarsi nella sua mente, in quel momento, non avrebbe più nutrito certi dubbi.
Ichigo scosse la testa, sia per rimuovere le ultime gocce d'acqua dai suoi capelli, sia per mandar via il pensiero di Rukia nella doccia dalla sua mente. Il loro rapporto non era ancora neanche lontanamente a quel livello, doveva dimenticarsi di quella situazione ancora per diverso tempo, se non voleva rischiare di fare un passo falso e rovinare tutto.
Lo Shinigami Daiko non aveva mai avuto una ragazza e non sapeva bene quali fossero le tempistiche adatte per far progredire un rapporto. Immaginava che la faccenda si sarebbe evoluta per lo più da sola, al momento opportuno, ma era improvvisamente molto insicuro riguardo alla propria capacità di gestire la situazione, e temeva che avrebbe finito per fare qualcosa di sbagliato, qualcosa che avrebbe fatto arrabbiare la sua piccola Rukia o l'avrebbe allontanata da lui.
Si sentiva stringere lo stomaco al solo pensiero.
Non doveva pensarci.
Si infilò i boxer e la maglia che aveva scelto poco prima dall'armadio e tornò in camera propria, gridando ai suoi familiari che il bagno adesso era libero.
Chiudendo la porta della propria stanza, avvertì i passi delle sue sorelle che salivano le scale.
La camera da letto era ancora tristemente vuota. Rukia non era arrivata.
Ichigo si lasciò cadere sul letto, sbuffando. Oramai erano le dieci passate, che cosa la tratteneva ancora lontana da lui?
Possibile che ci fossero problemi nella Soul Society? Avrebbe dovuto andare a controllare?
Normalmente non si sarebbe fatto problemi e sarebbe corso da Urahara per attraversare i cancelli che lo portavano nel mondo spirituale, ma quella volta si sentiva inibito proprio dalla medesima cosa che voleva farlo andare: Rukia. Ora che non erano più semplicemente amici, non poteva farle un'improvvisata del genere soltanto perché tardava di qualche ora. Ricordava vagamente alcune conversazioni delle sue compagne di classe, che si lamentavano dei fidanzati gelosi e possessivi che non le lasciavano sole un istante. Non voleva che Rukia pensasse questo di lui, non voleva essere il suo cane da guardia. Desiderava soltanto stare con lei il più a lungo possibile, e l'impazienza lo rendeva un tantino paranoico.
Si domandò come facevano gli altri ragazzi a gestire le proprie fidanzate, e sorrise al pensiero che Rukia fosse la sua fidanza. Non si erano mai detti nulla di così ufficiale, eppure Ichigo sapeva bene che non si sarebbe mai comportato come ora faceva con lei se non ci fosse stato qualcosa di serio e di importante tra loro. E sapeva anche che Rukia era fatta allo stesso modo: non gli avrebbe concesso neppure di tenerle la mano, se non avesse provato qualcosa di speciale per lui, qualcosa di unico.
Pensare a quello che Rukia poteva provare per lui gli faceva sentire le farfalle nello stomaco e, ne era certo, gli metteva in viso un'espressione sognante e un po' ebete. Improvvisamente era ben contento che non ci fosse nessuno lì a guardarlo mentre sorrideva in quel modo. Immaginava perfettamente le prese in giro di Renji e Ishida, per non parlare degli altri compagni di classe, che lo punzecchiavano sempre per il suo presunto disinteresse per le grazie femminili (un tema che sembrava molto caro a tutti, apparentemente). Quante volte lo avevano preso in giro perché non dava neanche uno sguardo a Inoue, che “era chiaramente cotta di lui” e “gli avrebbe lasciato fare quello che voleva con lei”?
Ichigo non aveva mai pensato all'amica in quel modo, la sua scelta era caduta invece sulla piccola Rukia, che tutti ritenevano meno interessante da quel punto di vista, ma che a lui pareva la persona più interessante al mondo.
Proprio mentre pensava questo, la finestra della sua stanza si aprì di scatto e Rukia entrò con un salto aggraziato, poggiando i piedi sul suo letto, proprio di fianco a lui.
Ichigo si sedette velocemente e sorrise.
-Eccoti!- disse, incapace di nascondere il sollievo di vederla lì.
La Shinigami sorrise di rimando, evidentemente contenta a sua volta di essere arrivata.
-Scusami, la riunione non finiva più e mio fratello mi ha invitata a cena-
Ichigo rise.
-Byakuya proprio non sopporta che tu stia qui con me, eh-
Rukia scosse la testa, chiudendosi la finestra alle spalle e sedendosi poi accanto a lui.
-Vuole soltanto proteggermi, credo- disse, fissando con dolcezza il pavimento, come se lì vi fosse Byakuya e lei volesse ringraziarlo con lo sguardo per le sua premure.
-Ichigo!- chiamò la voce di Isshin Kurosaki, da dietro alla porta -Con chi stai parlando?!-
Rukia impallidì e si gettò nell'armadio, sparendo proprio un secondo prima che la porta della stanza si aprisse.
-Papà!- protestò il Sostituto Shinigami -Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare!-
-Oh- fece Isshin, con aria melodrammatica -Cosa nascondi a tuo padre, figlio mio?!-
Ichigo sbuffò.
-Non c'è bisogno di aver qualcosa da nascondere per esigere un po' di educazione, insomma!-
Detto questo, si alzò dal letto e andò incontro al proprio padre, intimandogli con la propria avanzata di andarsene.
-Buonanotte, papà- disse, definitivamente, chiudendo la porta in faccia al proprio genitore e girando la chiave nella serratura.
Isshin, come sua abitudine, piagnucolò un po' riguardo all'impossibilità di avere un rapporto di confidenza con il proprio figlio, quindi si sentirono i suoi passi allontanarsi verso la sua stanza da letto, e Ichigo finalmente sospirò.
Si diresse verso l'armadio e lo aprì, rivelando una Rukia tutta raggomitolata, che si era fatta piccola piccola, come per sparire nel nulla.
-Via libera- disse Ichigo, sorridendole e chinandosi per tenederle la mano.
-Non si insospettirà se improvvisamente ti chiudi a chiave in camera?- domandò lei, restando seduta al suo posto.
Lo Shinigami Daiko sbuffò.
-Non mi importa, che pensi quello che vuole! Voglio stare un po' tranquillo con te-
Rukia arrossì lievemente. Non si era ancora abituata a ricevere un certo tipo di attenzioni.
Ichigo le sorrise.
-Dai, esci dall'armadio-
Rukia gli fece la linguaccia.
-E se invece volessi restare qui dentro?- lo provocò.
Ichigo rise. -Accetto la sfida!- esclamò, sedendosi accanto a lei a fatica.
La Shinigami rise. Lui era così alto che batté la testa quattro volte soltanto cercando di sedersi vicino a lei.
Ichigo si massaggiò la testa, lamentandosi di quello che lei lo costringeva a fare per starle vicino.
Rukia sorrise e lo baciò su una guancia, facendolo arrossire.
-Così stretti si sta molto bene- commentò, sussurrando.
Il Sostituto Shinigami guardò la sua compagna dolcemente e le passò un braccio attorno alle spalle.
Lei rilassò i muscoli e si appoggiò a lui, lasciandosi accogliere dal suo abbraccio.
-Mi mancavi tanto- disse, sinceramente, assaporando il profumo di pulito che Ichigo emanava.
Lui la strinse più forte e le diede un bacio sui capelli.
-Anche tu- confessò -Non vedevo l'ora che tu arrivassi-
Rukia si aggrappò con le sue piccole mani sottili alla maglietta dello Shinigami Daiko, stringendo la stoffa con fermezza.
-Renji sa tutto- disse, sussurrando.
Ichigo deglutì.
-Lo sapevo che se ne sarebbe accorto, ci conosce troppo bene- replicò, onestamente.
-Byakuya-nii-sama... sospetta qualcosa-
Ichigo sorrise.
-Ok, quindi la prossima volta che ci incontriamo cercherà di uccidermi o mi farà uno di quegli interrogatori del genere “Che intenzioni hai con mia sorella” ?-
Rukia rise.
-Spero di no- rispose.
Ci fu una breve pausa, Ichigo ascoltò i loro respiri rallentare e regolarsi l'uno con l'altro.
-In ogni caso- riprese lei, facendosi coraggio -Che intenzioni hai con me?-
Ichigo la guardò e lei si sollevò dalla sua posizione per guardalo negli occhi.
Lui sorrise ed esercitò una leggera pressione sulla nuca di lei, per tirarla verso di sé e poterla baciare.
Rukia, per un istante paralizzata dalla sorpresa e dal piacere, gli mise le braccia intorno al collo e lo strinse forte a sé.
Al termine del bacio, Ichigo la guardò di nuovo negli occhi e le sorrise.
-Non voglio lasciarti andare mai più- confessò, stupendosi lui stesso di essere in grado di dire certe cose con tanta disinvoltura.
I grandi occhi di Rukia si fecero improvvisamente brillanti e liquidi, e lui ebbe paura di aver detto qualcosa che l'aveva resa infelice.
Al contrario, lei gli buttò di nuovo le braccia al collo e lo baciò intensamente.
-Restiamo assieme per sempre- gli disse, contenendo a malapena la felicità.
Ichigo l'abbracciò forte, al settimo cielo per aver avuto conferma che lei pensava di lui ciò che lui pensava di lei e che entrambi volevano la medesima cosa: non lasciarsi mai.
-Possiamo rimanere qui ancora un po'?- chiese Rukia, accarezzando il petto di Ichigo lentamente.
Lui annuì, inspirando a pieni polmoni il profumo della sua innamorata.
-Tutto il tempo che vuoi- le concesse, accarezzandole i capelli con affetto.
  
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