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Autore: Harira    06/02/2015    1 recensioni
30 days OTP challenge (non la versione hot) con Ichigo e Rukia come protagonisti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era la sera dell'ultimo dell'anno e Rukia si stava preparando per la serata. Le feste date in occasione dell'ultima notte dell'anno a villa Kuchiki erano da sempre una tradizione nella Soul Society, un evento mondano al quale tutte le personalità più importanti partecipavano immancabilmente, assieme ad alcuni invitati d'eccezione, persone che meritavano un qualche riconoscimento speciale per i propri meriti.
Rukia, ovviamente, aveva il dovere (e il piacere) di partecipare a quella festa esclusiva e meravigliosa, eppure non riusciva a vedere la sua presenza come una fonte di divertimento. Piuttosto, per lei era un impegno, un esame, una prova che temeva di non superare. Aveva già partecipato a quella festa negli anni passati ed aveva perfezionato una strategia di sopravvivenza capace di massimizzare il risultato minimizzando i danni: stava seduta in silenzio tutta la sera, sorridendo se qualcuno le rivolgeva un sorriso, chinando leggermente il capo quando qualcuno la salutava e parlando solo se interrogata, rispondendo brevemente alle domande che le venivano fatte.
In questo modo, era sopravvissuta indenne a diverse feste dell'ultimo dell'anno, e Byakuya l'aveva sempre ricompensata, al termine della serata, con un cenno e un sorriso appena accennato, una muta lode alla sua straordinaria capacità di non mettere in imbarazzo lui e l'ingombrante famiglia della quale era entrata a far parte.
Rukia sarebbe stata felicissima di ricorrere al suo stratagemma a impatto zero anche quell'anno, ma quella sera ci sarebbe stato un ospite speciale: lo Shinigami Daiko, Ichigo Kurosaki.
L'ultimo era stato un anno pieno di sconvolgimenti nella Soul Society e Rukia non poteva sperare di passare inosservata quella sera perché era stata proprio lei il centro di tutto quel trambusto, assieme ad Ichigo ovviamente.
Quella sera, non soltanto Ichigo avrebbe cercato in lei un'alleata, qualcuno con cui parlare normalmente nel mare di persone composte e formali che li avrebbero circondati (non tutti erano proprio composti e formali, ma quasi tutti avrebbero per lo meno finto di esserlo, per riguardo al padrone di casa, il più composto e formale di tutti), ma anche gli ospiti sarebbero stati insolitamente inclini a rivolgerle la parola, a farle domande difficili, ad interessarsi a lei in un modo al quale lei non era affatto preparata.
Mentre si pettinava cercando di domare i suoi capelli insolitamente ribelli, si domandò se sarebbe sopravvissuta alla serata e se Byakuya, dopo aver salutato l'ultimo invitato, le avrebbe rivolto ancora quello sguardo di silenziosa approvazione o l'avrebbe fulminata con il duro rimprovero che i suoi occhi sapevano comunicare tanto bene.

Quando Ichigo arrivò alla festa, Rukia era già scivolata piuttosto indenne attraverso la prima mezz'ora di convenevoli e chiacchiere con gli ospiti. Renji, presente come tutti gli altri tenenti del Gotei, gli rivolse immediatamente un cenno di saluto e uno sguardo un po' teso. Byakuya non era indulgente verso i ritardatari.
Lo Shinigami Daiko non sapeva cosa aspettarsi da quella serata. In verità, non aveva nemmeno saputo della festa a casa di Byakuya (né tanto meno di quanto questa fosse una tradizione con i suoi codici e le sue consuetudini) fino a pochi giorni prima, quando era stato proprio Renji, assieme a Rukia, a fargli visita nel mondo materiale per invitarlo a prendervi parte. Entrando nel giardino di villa Kuchiki, Ichigo ebbe subito la sgradevole impressione di essere l'unico a non aver capito a quale genere di evento era stato invitato. Tutti sembravano più o meno a logo agio (più di lui, in ogni caso) e indossavano kimono eleganti, mentre lui si era messo il solito completo nero da Shinigami e si sentiva come qualcuno che si presenta ad una festa tra colleghi con l'uniforme da lavoro: un'idiota.
Byakuya, da perfetto padrone di casa, si avvicinò immediatamente a lui per rivolgergli qualche frase di circostanza su quanto fosse il benvenuto e quanto fosse felice della sua presenza (mentre il suo sguardo dichiarava un po' troppo apertamente il contrario) e lo invitò ad accomodarsi, a fare conversazione e a sentirsi a suo agio.
Ichigo avrebbe voluto rispondere che non si era mai sentito meno a proprio agio che in quel momento, ma optò per un sorriso ed un “grazie” e si diresse a passo sicuro verso Renji, sperando di trovarlo meno preparato di lui a quella faccenda. Con grande delusione, il Tenente della Sesta Divisione si dimostrò perfettamente conscio del suo posto nel mondo, quella sera come mai prima di allora. Ichigo non poteva sapere che tanta disinvoltura era frutto di dolorosi e piuttosto umilianti rimproveri che Byakuya gli aveva rivolto gli anni passati, correggendo il comportamento del suo sottoposto un particolare alla volta.
-Cosa devo fare?- domandò Ichigo sottovoce, sperando che Renji fosse l'unico a sentirlo.
-Quello che fai sempre- rispose enigmatico il Tenente, come a sottintendere che il comportamento dello Shinigami Daiko era comunque esente da critiche, diversamente dal suo.
-Dopo tutto quello che è successo quest'anno- aggiunse Renji -Non c'è niente che potresti fare stasera di più sconvolgente, ma ricordati che siamo a casa di Byakuya e lui tende a dare di matto per qualsiasi cosa-
Ichigo avrebbe voluto dirgli che non lo aveva affatto rassicurato, ma in quel momento vide Rukia e si dimenticò di sentirsi fuori posto.
La piccola sorella del nervoso padrone di casa indossava un incredibile kimono rosso ricamato da fiori blu notte e degli strani oggetti nei capelli (così la mente di Ichigo interpretò i ricchi fermagli che Byakuya le aveva regalato) che facevano qualcosa di strano al suo viso, qualcosa che lo rendeva splendente e intrigante e rendeva gli occhi grandi di Rukia due laghi di un blu profondo e sconosciuto. Ichigo non era incline alla poesia, ma si sentì come se gli occhi della sua amica fossero diversi da ogni volta in cui li aveva visti precedentemente e qualcosa dentro di lui gli disse che doveva proprio avvicinarsi e approfondire la questione.
Lo Shinigami Daiko attraversò perciò la piccola folla che si era creata nel giardino e apparve davanti alla piccola Rukia, che ai suoi occhi improvvisamente non sembrava più tanto piccola.

Rukia sorrise, sollevata di vedere finalmente la persona che la faceva sentire maggiormente a proprio agio da quando era uscita dalla propria stanza.
Ad essere onesta, anche Renji aveva questo potere, ma quando erano in presenza di Byakuya il loro rapporto era sempre un po' formale e un po' impacciato, così diverso da quando erano soli che Rukia non riusciva a sentirsi completamente se stessa.
Ichigo, invece, sembrava vederla sempre e comunque per quella che era davvero, anche in una stanza piena di persone.
-Ehi- le disse, semplicemente, quando finalmente le fu vicino.
-Ehi- rispose lei, sorridendo.
Ichigo si accorse di non sapere cosa aggiungere. Voleva farle un complimento, ma non sapeva come fare perché la cosa non suonasse assurda. Lui, dopotutto, non le faceva mai complimenti.
-Sei molto... diversa, stasera- disse, rendendosi subito conto che il suo cosiddetto complimento poteva benissimo suonare come una critica.
Rukia, infatti, arricciò il naso.
-Diversa come?- domandò, istintivamente.
Ichigo si grattò la nuca, cercando di trovare delle parole adatte a quello che pensava.
-Più... - tentò di dire Ichigo, ma fu interrotto dalla voce del Capitano Kyoraku, che apparve dal nulla di fianco a lui a sorrise raggiante a Rukia. -Kuchiki-chan!- esclamò, come sempre dando confidenza a tutti -Sei meravigliosa stasera!-
Ukitake, accanto all'amico, annuì tranquillamente, sorridendo con affetto verso la sua sottoposta e protetta.
-Questo kimono ti dona moltissimo- aggiunse.
Rukia si inchinò brevemente, raccogliendo i complimenti e nascondendo le guance rosse.
-E' un regalo di Byakuya-nii-sama- disse, come per allontanare da sé il merito della propria avvenenza.
Kyoraku assestò una gomitata nel fianco di Ichigo e gli fece l'occhiolino, come a volerlo rendere complice di qualcosa che però Ichigo non comprese.
-Sembra proprio che la nostra piccola Kuchiki abbia deciso di impedire allo Shinigami Daiko di tornare nel mondo materiale, stasera!- esclamò, con il solito tono trasognato, e rise.
Ukitake lo guardò con indulgenza e Rukia si sentì avvampare le guance. Avrebbe voluto scomparire.
Ichigo deglutì, ma si ritrovò a tossire. Si era talmente imbarazzato da dimenticare persino come si deglutisce.
Kyoraku aggiunse qualcosa d'altro e sparì nella folla assieme ad Ukitake, lasciando i due ragazzi a disagio uno di fronte all'altra, incapaci tuttavia di vedere il disagio reciproco perché troppo sepolti nel proprio.
-Ehm... come... come vanno le cose a Karakura?- chiese Rukia, facendo uno sforzo innaturale per produrre una frase tanto semplice.
-Oh, bene- replicò Ichigo, che scoprì di non sapere che altro aggiungere.
Rukia lo fissò in una silenziosa supplica di dire altro e lo Shinigami Daiko si scusò con lo sguardo perché non sapeva proprio cosa dire.
-Non avete ancora mangiato niente?- domandò Renji, avvicinandosi a loro con un piatto pieno di cibo -Il buffet è fantastico!-
-Non ho fame- fece Rukia, a bassa voce, abbassando anche la testa.
Renji fissò Ichigo con il tipico sguardo del fratello maggiore che si preoccupa che un ragazzo faccia soffrire la propria sorellina.
Ichigo fece spallucce. Non aveva fatto niente di male!
Lo Shinigami Daiko si rese conto che, come sempre, toccava a lui salvare la situazione.
-Rukia- disse, e lei sollevò immediatamente il capo -Andiamo a saccheggiare il buffet prima che ci arrivino quelli dell'Undicesima Divisione!-
La sorella di Byakuya annuì e lo seguì a ruota, apparentemente scordandosi di aver appena detto di non avere fame.
Renji li guardò allontanarsi e sorrise, rivolgendo poi uno sguardo significativo al proprio Capitano, uno sguardo che diceva che andava tutto bene e non doveva preoccuparsi anche di quello.
Byakuya, da parte sua, interpretò la rassicurazione del proprio Tenente come una ragione ancor più valida di preoccuparsi della sorella. Se Renji riteneva che andasse tutto bene, sicuramente doveva essere in atto qualcosa che lui non avrebbe mai approvato.

Davanti al buffet, Ichigo e Rukia riuscirono finalmente a rilassarsi e tornare se stessi. Il cibo forniva sia un'ottima ragione per tacere sia un decente argomento di conversazione, e presto i due furono di nuovo in grado di scherzare e ridere come avevano sempre fatto.
Renji e gli altri tenenti li raggiunsero ben presto, e Ichigo smise di sentirsi un pesce fuor d'acqua notando che certi di quei kimono che all'inizio aveva giudicato eleganti erano in realtà decisamente discutibili e che nessuno sembrava far caso al suo abbigliamento né a quello di Rukia (a parte Matsumoto, che evidentemente aveva dato qualche consiglio alla sorella di Byakuya e ora commentava soddisfatta il risultato del suo intervento).
Ichigo si stupì che tutte quelle persone che qualche mese prima si erano considerate sui nemici e che avevano combattuto contro di lui ora lo accettassero come un membro della famiglia senza battere ciglio e lo trattassero come un amico di vecchia data, dandogli amichevoli (e a volte eccessive) pacche sulle spalle e raccontandogli aneddoti divertenti della loro vita quotidiana che sapevano lo avrebbero divertito.
Rukia partecipava volentieri a quegli scherzi e rideva di gusto ricordando le situazioni citate nei loro racconti.
Sembrava finalmente felice e completamente a proprio agio, come se l'imbarazzo di poco prima non fosse mai esistito.

Ad un certo punto, un rumore metallico attirò l'attenzione dei presenti e Byakuya si schiarì brevemente la voce indicando che era sul punto di parlare e che intendeva essere ascoltato da tutti.
-Come sempre, anche oggi è un piacere invitarvi tutti a godere delle ultime ore dell'anno vecchio e delle prime di quello nuovo a casa mia- disse, piuttosto solennemente.
-Come tutti sapete, quest'anno abbiamo un ospite in più, un ospite speciale al quale tutti dobbiamo un ringraziamento-
Ichigo sentì gli occhi dei presenti rivolgersi verso di lui e sorrise, cercando di celare l'imbarazzo e domandandosi come mai non aveva problemi a trovarsi al centro dell'attenzione sul campo di battaglia mentre esserlo ad una festa lo infastidiva tanto.
-Il prossimo sarà un anno difficile- continuò Byakuya -Ma credo che siamo tutti sollevati di avere qualcuno come lo Shinigami Daiko dalla nostra parte-
Ichigo non riusciva a superare lo stupore dovuto ai complimenti di Byakuya e si rese a stento conto che tutti i presenti stavano applaudendo la sua presenza, la sua esistenza, l'ottimo lavoro svolto e l'aiuto che avrebbe dato loro in futuro.
Rukia lo guardava raggiante, orgogliosa di lui in ogni fibra del suo essere. Orgogliosa di averlo trovato, di aver sacrificato i propri poteri per cederli a lui e di ogni singolo dispiacere al quale era andata incontro per quell'unica gioia di aver conosciuto Ichigo e di averlo lì, in quel momento, mentre tutti applaudivano il suo coraggio, la sua lealtà ed il suo talento.
Ichigo si voltò a sorriderle. Anche lui era tanto felice di averla incontrata quanto incapace di esprimerlo a parole.
Era stata lei a dare un senso a tante cose della sua vita che non lo avevano mai avuto, a dargli un ruolo nel mondo.
L'applauso fu sovrastato dal rumore dei fuochi d'artificio che annunciavano l'arrivo dell'anno nuovo e la folla applaudì e gioì di nuovo, questa volta non più per Ichigo ma per la ruota del tempo che, fatto un altro giro, ricominciava ora da capo, permettendo un nuovo inizio e una nuova speranza per tutti loro.
Renji buttò un braccio al collo dello Shinigami Daiko trangugiando il proprio sake e sorridendo raggiante.
Ichigo rise con lui e con Rukia, che ancora lo guardava sorridendo anche con quegli occhi scuri, resi splendenti dal riflesso dell'oro dei fuochi che scoppiettavano in cielo.

Qualche ora più tardi, molti degli invitati avevano lasciato la festa, alcuni più ubriachi di altri.
Byakuya non sembrava soddisfatto del livello di alcool ingurgitato da alcuni dei suoi ospiti, ma era il suo dovere di buon padrone di casa quello di non far mai mancare loro il bere, e quello era un risultato prevedibile data l'incapacità di alcuni di porre un freno alla propria sete.
Renji aveva attraversato prima una fase di allegra ubriachezza, ma ora sedeva sugli scalini della veranda di Byakuya osservando il prato innevato con aria assente. Per lui era decisamente ora di andare a dormire, o anche quest'anno gli sarebbe toccata una ramanzina da parte del proprio Capitano.
Ichigo era finito seduto da qualche parte con Rukia e alcuni tenenti a chiacchierare di questioni di allenamento e dei progetti per migliorare le proprie tecniche di combattimento, ma ora la conversazione iniziava a languire tra gli sbadigli dei presenti e i tenenti stavano tentando di ricordare a se stessi che il giorno dopo avrebbero dovuto presentarsi in ufficio e, quindi, era giunto anche per loro il momento di incamminarsi verso il letto.
-Andiamo a recuperare Renji- propose Matsumoto, alzandosi ondeggiando da terra e barcollando verso il Tenente della Sesta, con Hisagi e Kira alle sue spalle indecisi se osare toccarla per sorreggerla o tenersi ad una rispettosa distanza e lasciarla rovinare al suolo.
Rukia sbadigliò, nascondendosi il viso con le mani.
Ichigo sorrise.
-Pensavo che mi sarei annoiato a morte- disse -E invece mi sono divertito, dopotutto-
Rukia lo schiaffeggiò amichevolmente sul braccio.
-Pensavi di annoiarti ad una festa a casa di Nii-sama!- esclamò, fingendosi adirata, e scoppiò a ridere.
Lo Shinigami Daiko rise di gusto.
-Per fortuna che ci siete tu e i tenenti, altrimenti sarei morto di noia- disse, stiracchiandosi con un gesto fluido delle spalle.
Ichigo si guardò attorno.
I tenenti stavano cercando di sollevare Renji da terra, mentre questi sembrava deciso a non staccarsi dal suolo per alcuna ragione al mondo. Byakuya e i pochi altri capitani rimasti erano dall'altra parte del giardino e discutevano fittamente di chissà cosa (forse strategie militari, forse il menù della prossima festa).
Nessuno stava prestando attenzione a lui e Rukia, abbandonati in un angolo in penombra della veranda, tanto vicini ad un braciere per poter sentire il tepore ma non abbastanza da esserne chiaramente illuminati.
-Ohi, Rukia- disse lo Shinigami Daiko, voltandosi verso l'amica.
Lei lo stava osservando con quei grandi occhi scintillanti, e Ichigo si sentì finalmente abbastanza tranquillo da sostenere quello sguardo intenso, scrutando le misteriose profondità dei due laghi blu che si trovava davanti.
Il tempo sembrò dilatarsi, le voci di Matsumoto e degli altri si allontanarono.
Ichigo si ritrovò a pensare a tutto quello che Rukia era per lui, a tutto quello che era stata disposta a sacrificare dal primo istante in cui si erano visti per il suo bene, al fatto che si era fatta quasi giustiziare soltanto per donare a lui l'opportunità di difendere le sue sorelle.
Rukia pensò a quanto più profondamente conosceva se stessa da quando conosceva lui, a quanto fosse Ichigo il motore che l'aveva spinta a fare cose delle quali non credeva di essere capace, a quanto lui era diventato importante nella sua vita, la prima persona a cui voleva raccontare tutto quello che di buffo o di incredibile le accadeva, l'ultima a cui voleva dare un qualsiasi dispiacere.
La mano destra di Ichigo, che era la più vicina a lei, scivolò rapidamente sul pavimento di legno sul quale erano seduti e incontrò le dita sottili della sinistra di Rukia, che intrecciò alle proprie senza pensarci due volte.
La ragazza arrossì, ma non distolse lo sguardo.
Sentiva che se avesse guardato altrove la magia sarebbe finita, anche se ora le loro mani si stavano toccando come mai avevano fatto prima, come mai lei aveva fatto con qualcuno in vita sua.
Ichigo fece un respiro profondo, cercando di non farsi sopraffare dall'intensità di quello che stava sentendo e ripetendosi che era perfettamente in grado di affrontare quella situazione, che era ciò che voleva e che non si sarebbe concesso di ritrarsi di fronte a lei.

Senza che i due se ne accorgessero, iniziarono a scendere i primi fiocchi di neve.
-Sarà meglio rientrare- disse Byakuya, improvvisamente vicinissimo a loro, che non si erano accorti di nulla se non l'uno dell'altra.
Rukia si riscosse per prima e annuì, sforzandosi di staccarsi dal sogno in cui era stata prigioniera la sua mente fino a quel momento e di tornare alla realtà.
Byakuya guardò la mano della sorella ancora stretta a quella dello Shinigami Daiko e mosse leggermente un sopracciglio, indeciso su cosa provare a riguardo.
Ichigo, riscuotendosi finalmente dal torpore, si voltò a fissarlo e il suo sguardo diceva che loro avevano qualcosa di speciale e quelle dita intrecciate lo dichiaravano di fronte al mondo interno e che Byakuya, qualsiasi cosa ne pensasse, non poteva farci nulla.
-Rientriamo- disse ancora il padrone di casa, voltandosi in un turbinio di stoffa ed incamminandosi verso l'interno della casa.
Ichigo guardò di nuovo Rukia e lei gli sorrise, arrossendo appena. Ora erano tornati davvero nel mondo reale, ma le loro mani non si erano mosse.
Ichigo sorrise a sua volta, chinandosi verso di lei.
-Buon anno, Rukia- le sussurrò, prima di baciarle la guancia con delicatezza.
  
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