Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eliseCS    06/02/2015    2 recensioni
...L’unica cosa che proprio non sopportava era Grifondoro o, più precisamente Stefan Grifondoro.
Il che era naturale se la Casa in cui eri stata smistata era Serpeverde, e il tuo nome di battesimo era nientemeno che Celaena Astoria Serpeverde...
-----------------------------------------
E' la mia prima ff, siate clementi... ma non troppo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Mi assicurano che dopo i primi capitoli la storia migliora :) (dovevo ancora riscaldarmi...)
Grazie a tutti e buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I fondatori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

21 – LA FUGA DEL SERPENTE

 
 
 
Godric si chinò raccogliendo il libretto da terra.
Sollevò lo sguardo sui due ragazzi: “Potrei sapere come mai siete interessati ad un argomento del genere? I Basilischi sono creature mortalmente pericolose, ma fortunatamente anche estremamente rare”.
Celaena e Stefan continuavano a tacere scambiandosi sguardi preoccupati.
“Allora? Non fate quelle facce, dubito molto che avrete occasione di imbattervi in un Basilisco, soprattutto qui a scuola… Vorrei ugualmente sapere come mai siete tanto interessati, al punto da prendere addirittura un libro dal reparto proibito.” “Stefan?”
Il ragazzo scosse la testa: non avrebbe detto niente. Celaena aveva chiesto a lui e agli altri di mantenere il segreto a qualsiasi costo. Rimase quindi a bocca aperta quando la Serpeverde parlò.
“Ecco… invece io credo che ci sia un Basilisco proprio qui dentro la scuola… L’uovo non si è ancora schiuso, certo, ma è senza dubbio un Basilisco” disse infatti Celaena come se rivelare la presenza di una creatura così pericolosa fosse la cosa più naturale del mondo, nonostante avesse ancora l’espressione preoccupata dipinta sul viso.
“Come prego?” domandò il professore guardandola con tanto d’occhi. “Quello che dici è impossibile: procurarsi un Basilisco è estremamente complicato, chi mai avrebbe potuto…”
“Non le viene in mente davvero nessuno?” domandò la ragazza con tono ironico. “Come ben sa mio padre è un po’ fissato con l’idea di epurare la razza dei maghi da Mezzosangue e Nati Babbani: evidentemente il Basilisco gli è sembrato il mezzo più efficiente per metterla in atto. Ci pensi: uccide solo con lo sguardo, e nella migliore delle ipotesi ti pietrifica; ha zanne velenose e può essere controllato solo da un rettilofono…” continuò Celaena citando quello che aveva letto poco prima.
“Da quanto tempo ne sei a conoscenza?” domandò il professore che sembrava aver finalmente colto la gravità della situazione.
“Da Natale, più o meno. Però non sapevo che fosse un Basilisco: l’ho fatto vedere anche a Stefan, a Orion e a Helena, ma neanche loro sapevano cosa fosse…”
“Perché non mi hai detto niente?” domandò Godric al figlio.
“Celaena mi aveva chiesto di mantenere il segreto” rispose semplicemente lui.
“Mmm… hai detto che l’uovo non si è ancora schiuso… bisogna distruggerlo il prima possibile…” disse Godric ragionando ad alta voce. “Il Basilisco è una creatura alquanto difficile da uccidere, ma è anche vero che è estremamente vulnerabile finchè non esce dal guscio… immagino che per risolvere la cosa basterebbe anche solo buttare l’uovo per terra”
“Stai dicendo che per distruggere una delle creature più letali e pericolose del mondo magico basterebbe far cadere l’uovo? Tutto qui?” domandò Stefan sgranando gli occhi.
Il padre annuì: “È il suo unico punto debole, oltre al canto del gallo… non avevi detto di aver letto anche tu dal libro?”
“Sì, certo… dov’è Celaena?”
 
 
 
Come Celaena aveva sentito che sarebbe bastato far cadere l’uovo per liberarsi del ‘problema’ si era avvicinata sempre di più verso la porta. Sfruttando poi il fatto che padre e figlio avevano cominciato a discutere tra loro era silenziosamente uscita dall’aula passando inosservata.
E poi aveva cominciato a correre.
Non aveva mai corso così in tutta la sua vita.
“Ehi, ehi, ehi! Frena! Dove stai andando così di fretta?” la voce di Helena le arrivò squillante all’orecchio facendola fermare bruscamente.
“Abbiamo scoperto cos’è quella cosa giù nella Camera” rispose Celaena con il fiatone. “E un Basilisco”
“Un che??”
“Aula di Storia della Magia, Stefan e il professor Grifondoro dovrebbero essere ancora lì, ti spiegheranno tutto. Porta anche Orion!” disse velocemente la Serpeverde cominciando a incamminarsi.
“Ma dove stai andando?”
“A risolvere definitivamente il problema”
 
 
 
La Camera era deserta e silenziosa.
L’unico rumore era il rimbombare dei passi di Celaena mentre si dirigeva verso il fondo della sala… o erano i battiti del suo cuore?
Si fermò davanti al piedistallo dov’era posato l’uovo –finalmente sapeva cos’era- guardando l’oggetto con rabbia, disgusto e anche un po’ di paura.
Era semplice: tutto quello che doveva fare era farlo cadere, come se fosse scivolato per sbaglio.
Allungò la mano ma si bloccò a metà strada: proprio non riusciva a toccare quella cosa.
Ritirò la mano e preso un profondo respiro.
Deglutì.
Chissà cosa le avrebbe fatto il padre dopo aver scoperto quello che aveva combinato: di sicuro sarebbe corso subito da lei, dopotutto era l’unica oltre a lui a poter accedere liberamente alla Camera.
Alla fine si decise e prese velocemente l’uovo dalla sua postazione, cercando poi di infagottarlo un po’ nel mantello: non l’avrebbe rotto, non subito. Prima l’avrebbe portato dal professor Grifondoro come prova della colpevolezza del padre. Non che ce ne fosse bisogno, ma preferiva che anche qualcun altro vedesse l’uovo prima che andasse distrutto.
Risalì così fino al bagno delle ragazze, ma avrebbe dovuto capirlo subito che era stato tutto fin troppo facile.
“E così sei tornata… non pensavo l’avresti fatto” una voce dura e fredda alle sue spalle la fece sobbalzare. Era ancora rivolta verso i lavandini, controllando che il passaggio per la Camera si fosse chiuso bene, quindi si girò lentamente.
Salazar era in piedi all’ingresso del bagno con aria minacciosa.
Aveva appena chiuso la porta.
“Come puoi fare una cosa del genere?” ribattè lei ignorando la considerazione del padre. “Uccidere gente innocente come se niente fosse…”
“Sono Sanguesporco, non si meritano la nostra pietà né la nostra clemenza” disse lui.
Aveva cominciato ad avanzare.
“E quindi hai pensato di riuscire a eliminare tutte queste persone con un serpente troppo cresciuto?”
“Non tutti, pensavo di cominciare dagli studenti della scuola…”
Un’espressione di terrore apparve sul volto di Celaena.
Poi Salazar sembrò rendersi conto di quello che la figlia aveva appena detto.
“Ah… quindi l’hai scoperto… è stata la tua amica Corvonero ad aiutarti?”
“In realtà è stato Stefan, Stefan Grifondoro” specificò lei godendosi l’espressione di disapprovazione del padre. “E nel caso ti interessasse, anche Godric ne è a conoscenza”
Lo sguardo di Salazar si indurì ulteriormente: “E quindi anche tu sei diventata una traditrice del tuo sangue, pensavo che fosse un punto d’onore anche per te…”
“Lo era” assicurò lei. “Ma non lo è più da quando Scorpius ha provato a cancellarmi la memoria e da quando ho scoperto che tu sei un bugiardo. Siete voi i traditori, non io!”
Non sapeva da dove veniva tutto quel coraggio che le stava permettendo di parlare a quel modo al padre: le conveniva sbrigarsi a farsi venire in mente un modo per uscire da quel bagno prima che la situazione diventasse ingestibile.
“Quelle persone che tanto disprezzi sono migliori di te!” continuò per prendere tempo, cominciando a indietreggiare procedendo intorno ai lavandini visto che suo padre si era ulteriormente avvicinato.
Si passò una mano tra i capelli spostandosi un ciuffo dagli occhi.
“Cos’è quello?”
Accidenti! Che si fosse finalmente accorto che stava nascondendo il suo prezioso uovo sotto il mantello? Ma lo sguardo del padre non era rivolto al suo braccio nascosto dietro la schiena, bensì all’altra mano ancora tra in capelli… In un istante capì: quella era la mano che portava l’anello che le aveva dato Stefan.
“Questo?” ripetè Celaena guardando il gioiello come se anche lei si fosse accorta solo in quel momento di averlo addosso. “Un regalo da parte di Stefan, molto gradito per altro” disse sorridendo.
Gli occhi di Salazar erano due fessure: “Non oseresti…”
“E invece sì…”
“Se è così allora non sei più degna di portare il nome di Serpeverde, non sei più degna di essere mia figlia” sentenziò con disprezzo.
Celaena respirò profondamente: sapeva che prima o poi si sarebbe arrivati a quel punto, ma non pensava in quel momento e in quel modo. Dopotutto suo padre e suo fratello erano la sua unica famiglia…
No, non è vero. Non più. Le disse una vocina nella sua testa. Il viso di Stefan le apparve nella mente, seguito da quello di Godric, che solo poco prima le aveva a tutti gli effetti dato il benvenuto nella famiglia Grifondoro.
Sorrise.
“Sono d’accordo: non mi sono mai sentita meno Serpeverde in tutta la mia vita” disse.
Non senza difficoltà si scostò i capelli dal collo con una mano sola sganciando poi dopo qualche tentativo il medaglione dorato appartenuto a sua madre: nonostante tutto in quei giorni aveva comunque continuato a portarlo.
Lo guardò un attimo e poi lo lanciò al padre che lo prese al volo guardandola sconcertato: di sicuro aveva pensato che alla sua ultima provocazione la figlia avrebbe reagito in modo totalmente diverso.
Osservandola però si rese finalmente conto che la ragazza stava nascondendo qualcosa, e riflettendo su quello che si erano detti poco prima non ci mise molto a intuire che quel qualcosa dovesse essere il suo uovo di Basilisco.
“Pensi davvero che non riuscirei a procurarmene un altro?” disse alludendo all’uovo, cercando di mantenere la voce fredda e piatta.
Ma per quanto impercettibile Celaena si accorse del cambiamento: suo padre aveva… paura?
“A quanto mi risulta è un processo abbastanza lungo, non meno di nove anni, mi sembra. Per quel tempo tutti sapranno cos’hai in mente di fare e te lo impediranno a tutti i costi” ribattè lei tirando finalmente fuori l’uovo da dietro la schiena. Stava incominciando a non sentire più il braccio a forza di tenerlo in quella posizione.
“Non oseresti!”
Era la seconda volta nel giro di pochi minuti che veniva minacciata, era più che sufficiente.
“Pensavo che ormai avessi capito: non ho più intenzione di ascoltarti, e men che meno di prendere ordini da te!” sentenziò duramente. “E poi l’hai detto anche tu che non sono più tua figlia…”
Fece per andarsene ma il padre la bloccò strattonandola per un braccio, facendo accadere quello che invece stava cercando di evitare: la ragazza perse la presa sull’uovo che le scivolò dalle mani rovinando per terra, facendo esattamente lo stesso rumore di un uovo che si rompe.
Solo che ovviamente quello non era un uovo normale.
Rompendosi il guscio aveva lasciato fuoriuscire una sostanza grigiastra, densa e viscosa, che aveva presto formato una pozza sul pavimento. Al centro qualcosa si stava contorcendo sinistramente con un leggero crepitio, dissolvendosi lentamente e lasciando una gran puzza come di carne bruciata nell’aria.
Celaena represse un conato di vomito distogliendo lo sguardo.
Però ce l’aveva fatta: non avrebbe più potuto mostrare l’uovo ma era riuscita a uccidere quella cosa prima che potesse far del male a qualcuno.
Ma ovviamente aveva cantato vittoria troppo presto.
Non seppe come, ma riuscì a estrarre la bacchetta abbastanza velocemente per deviare il primo incantesimo –accompagnato dall’urlo di rabbia del padre- che andò ad infrangersi su una tubatura dell’acqua che, rompendosi, iniziò a perdere cominciando ad allagare il pavimento.
Riuscì a parare anche un secondo incantesimo, ma al terzo di sentì sollevare in aria: l’istante successivo veniva scagliata con forza dalla parte opposta del bagno.
Cadendo sbattè la testa su uno spigolo, probabilmente quello di una porta di uno dei gabinetti.
Qualcosa di caldo le colò sul visto e un sapore metallico le invase la bocca.
L’ultima cosa che vide fu suo padre che andava verso di lei a grandi falcate, il volto deformato dall’ira.
Poi tutto diventò nero e lei smise di sentire qualsiasi cosa.
 
 
***
 
 
Una ragazza era distesa al centro del bagno in modo scomposto in un lago di acqua mista a sangue.
La botta in testa le aveva provocato un taglio piuttosto profondo che sanguinava copiosamente tingendole i capelli e l’acqua in cui erano immersi di rosso.
Colore decisamente in contrasto con il tono estremamente pallido, quasi da cadavere, che aveva invece assunto il suo incarnato.
Sembrava davvero che la vita l’avesse ormai abbandonata.
Sullo sfondo, sulla parete bianca del bagno, una frase spiccava scritta in lettere scarlatte con quello che sembrava essere sangue:

Questo sarà solo l’inizio
Nemici di Serpeverde temete

 
Qualcuno si avvicinò di corsa alla ragazza schizzando acqua ad ogni passo.
La prese tra le braccia sollevandola dal pavimento bagnato e portandola via, al riparo dal brusio e dagli sguardi curiosi degli studenti e dei professori che, sentendo il rumore di uno scontro, erano subito accorsi al bagno del secondo piano.
Sperava solo di non essere arrivato troppo tardi.
 
Nel giro di neanche un’ora la notizia che Salazar Serpeverde aveva lasciato la scuola era già sulla bocca di tutti.









Salve a tutti!
Stavolta sono stata brava, ho aggiornato puntuale :)
Questo capitolo è praticamente la conclusione di quello precedente, spero vi sia piaciuto.
Non credo ci sia bisogno di dire che per la frase che Salazar lascia scritta sul muro del bagno ho palesemente preso spunto da HP e la Camera dei Segreti, mi dispiace ma mi sembrava particolarmente calzante per la scena.
Vi posso tranquillizzare sul fatto che Celaena non fa una brutta fine -dopotutto ci sono ancora quattro capitoli, no? C'è tempo...- dovrete sopportarla ancora per un po'  u.u
Bene, non mi sembra di avere altro da aggiungere, per qualsiasi dubbio, chiarimento, ecc, sono a vostra disposizione.
Alla prossima!
E.


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eliseCS