Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: louisvoice_88    06/02/2015    2 recensioni
4 ragazze, un solo sogno... quello di andare a vivere nella magnifica Londra!! Ludo, Reby, Feddy ed io in questa città piena di sorprese incontreremo 5 ragazzi e... il resto lo lasciamo alla storia!!
Firmato
Ludo, Reby, Feddy e Marty
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ludo
Caro diario,
Oggi è il secondo giorno che Harry non è qui… e devo ammettere che mi manca. Sinceramente non lo sento da due mesi, più o meno, però mi manca non averlo qui vicino… è come se Londra non fosse più Londra, capisci? Mi spiego meglio: hai presente quando guardi un paesaggio, come delle montagne o il mare… e hai la continua sensazione che cambi? Per esempio: i colori appaiono più spenti, magari le farfalline che vedevi svolazzare in giro e trovavi stupende ora ti danno noia, o il cinguettare melodico degli uccellini provoca fastidio?
Spero tu abbia capito, perché è esattamente come mi sento io. È come se le luci della Londra notturna non si accendessero più, o come se il tempo si fosse inspiegabilmente congelato. Non so esprimermi bene per iscritto, però è esattamente così. E trovo fottutamente ingiusto che Harry scriva a Marty e a Niall e non a me. Cosa ho di sbagliato io? Che gli ho fatto di male? Che poi, francamente, l’unico che ha fatto qualcosa di male qui è lui, ed è lui che dovrebbe pregarmi in ginocchio di scusarlo… ma, stranamente, adesso lui è a Glasgow a divertirsi con quei figli di puttana e io a malapena mangio e ancora più raramente sfodero un sorriso. E pensi che questo “male” che mi fa basti a farlo uscire dalla mia testa? No! Sarebbe tutto troppo semplice! Perché, come mai mi sembra ovvio dirlo lo sai solo tu, a me piace ogni giorno di più! Ma il brutto è che è un piacere che va anche oltre la semplice cottarella delle superiori, io… non so, sento di amarlo. Okay, “amore” è una parola un po’ grande per me, però il sentimento è quello… aiut-
 
Sentii dei passi affrettati scendere giù per le scale, così finii la frase in fretta e furia e mi firmai con il tipico “-Ludo” a fine pagina. Chiusi il diario nascondendolo alla meglio dietro al cuscino della poltrona, e poi ci sedetti sopra. Reby mi passò davanti, con i pantaloni infilati a metà e la maglietta stropicciata… aveva lo spazzolino ancora in bocca, e camminando tentava invano di pettinarsi. Mi lasciai sfuggire una risatina nel vederla così.
< Non rideresti se fossi al posto mio! > Esclamò lei, e capii ben poco di quello che disse per via dello spazzolino. Risi ancora di più.
< Scusa, ma dove credi di andare alle 8 di domenica mattina?! > Fu la mia risposta, meritevole di un’occhiataccia. Sputò lo spazzolino nel lavabo della cucina, e poi finì di allacciare i pantaloni, sbuffando.
< Mi ha dato appuntamento Niall, mi passa a prendere tra mezz’ora e passiamo la domenica insieme… le altre ancora dormono… > Annuii, tastando dietro la mia schiena per constatare la presenza del diario. Il cuoio di cui era rilegato entrò in contatto con le mie dita, rassicurandomi.
< Ah okay, ho capito… > Dissi, senza molto entusiasmo, dato che da quado Harry se n’è andato quei due sono come marito e moglie. Si scrivono sempre, e non possono fare a meno di non vedersi… qui gatta ci cova!
< Piuttosto tu, che ci fai sveglia a quest’ora? > Mi chiese lei, con tono curioso, mentre frugava in dispensa in cerca di una brioche.
< Ehm… non ho quasi chiuso occhio stanotte, e siccome non prendevo sonno mi sono alzata e ho fatto una doccia, e poi mi sono seduta qui in poltrona e ho provato a riaddormentarmi. > Dissi io, per niente convinta… però alla fine tutto quadrava, e ne fui felice. Lei invece annuì, e mi sorrise splendidamente.
< Vuoi che ti prepari una camomilla? Tanto ho tempo… > Si mise a contare sulle dita, ma scossi la testa in modo deciso.
< Tu ti devi preparare, devi essere impeccabile per Niall! > Mi lanciò un’altra occhiataccia, e poi finalmente estrasse una brioche dall’armadietto. Sorridente, la addentò.
< Però non è giusto. > Piegai la testa di lato alla sua frase senza senso, ma allo stesso tempo vera. < Insomma io ho Niall, Feddy ha Zay, Marty ha Lou… > Mi lasciò sottintendere.
< Lo so, guarda, non farci nemmeno caso. > Tagliai corto, però lei non voleva chiudere l’argomento, a quanto pareva…
< Beh, a te piace Harry, no? Però è un bel problema, perché lui non vuole vedere nessuno a parte Marty e Niall che, detta la verità, che cos’hanno di così speciale?! E poi non capisco il fatto che- > Non le lasciai dire un’altra parola, che la liquidai.
< Non ti devi truccare, tu? > Chiesi, cercando per la seconda volta di farle capire che non mi andava quell’argomento. Il suo sguardo finì sull’orologio, che segnava le 8.15, e la sua espressione cambiò improvvisamente.
< Oh, cazzo! È tardissimo! > Corse su per le scale, diretta in bagno, però poi ridiscese e mi puntò con un dito. < E ricordati che non finisce qui! > Detto questo, soddisfatta, se ne tornò di sopra.
E io fui di nuovo sola.
Senza farmi vedere, mi diressi in camera a prendere il cellulare e le cuffiette e a posare il diario nel suo nascondiglio, e tornai giù ad ascoltare la musica. Poco dopo Reby corse giù, truccata alla perfezione e con una piccola borsetta abbinata al resto. Ascoltammo un po’ di musica insieme, e poi sentimmo il campanello suonare: era Niall. Gli aprii.
< Ciao ragazze! > Disse lui a tono basso, entrando in casa, perché sapeva che le altre stavano dormendo. Ci baciammo sulla guancia, e lo stesso fece con Reby, che era al settimo cielo. I due si presero subito per mano.
< Io vi ho sempre visto bene insieme, ragazzi… > Sussurrai, e mi beccai una pacca amichevole sulla spalla, proprio da Niall.
< Tesoro, mi dispiace, ma per me è no. > Lui e Reby si sorrisero, e poi si diressero verso la porta. Li abbracciai entrambi, aprendo di nuovo il cancello, e baciai Reby sulla guancia.
< Buon divertimento allora! > Li salutai con la mano, mentre si incamminavano verso la strada. Mi ringraziarono, e poi li vidi sparire in fondo alla via.
Chiusi per l’ennesima volta la porta, e poi ritornai sulla mia amatissima poltrona con la musica al massimo volume nelle orecchie.
**
< Ludo, Ludo! > Mi sentii chiamare, così aprii gli occhi, sopraffatta, e sobbalzai sulla stessa poltrona in cui ero. Trovai Marty davanti a me, con due tazze in mano e uova e bacon nell’altra. Abbassai lo sguardo, e la vidi vestita con una gonna e delle parigine, stava davvero bene… e poi spostai lo sguardo sull’orologio. Segnava un quarto alle 10.
< Che c’è? Ho dormito? > Annuì, e poi mi aiutò ad alzarmi in piedi. Strofinai gli occhi, ancora socchiusi.
< Si, ma a parte questo sono tre giorni che non tocchi altro che pacchetti di crackers e acqua. E devi mangiare! > Mi baciò sulla guancia, e appoggiò tutto quello che aveva in mano sul tavolo apparecchiato per due.
< Però lo sai che se mangio… > Lasciai sottintendere a lei quello che dicevo… e così sospirò, alzò gli occhi al cielo e alla fine sorrise dolcemente.
< Allora mangia quello che ti senti, e poi vestiti, ti devo portare in un posto… > Arricciai il naso, però non ci feci molto caso, dato che fui presa subito da una grande voglia di mangiare. Aveva ragione, per tre giorni non avevo toccato altro che pacchetti di crackers e acqua naturale, nient’altro… però in quel momento fui colta da una fame assassina, che mi portò a finire tutto il the e le uova con bacon.
Ci recammo poi di sopra, dove lei si attaccò una spilla con uno smile felice alle parigine, che la rese più sbarazzina. Io invece decisi di vestirmi con jeans skinny e una maglietta abbinata… e le mie scarpe da ginnastica preferite.
< Io oggi mi faccio liscia! > Decise, così andammo entrambe in bagno e mi truccai mentre si piastrava i capelli. Dopodiché stese un velo di trucco anche lei, e fummo pronte per uscire. < Stai benissimo! > Esclamò, quando mi guardai allo specchio. Le sorrisi, aggiungendo un po’ di lucidalabbra trasparente.
< Aw, anche tu! > Ci abbracciammo, e poi tornammo di sotto, entusiaste del nostro lavoro. Controllò l’ora sul suo piccolo orologio, quello che le avevo regalato io.
< È ancora presto, vuoi mettere lo smalto? > Scollai le spalle, ed annuii, così decidemmo entrambe che io mi sarei messa dello smalto nero, mentre lei un color rosso scuro. Quando il tutto fu asciutto, tornammo giù ed uscimmo di casa, perché lei disse che eravamo in perfetto orario.
Appena fuori di casa, provai a chiederle dove mi avrebbe portata, anche se avrei dovuto aspettarmi la sua risposta.
< Dove andiamo? > Domandai, riparandomi dal sole di metà dicembre con una mano. Scosse la testa molto decisamente, e si mise a scrivere al telefono.
< Sarà una sorpresa… > Fu la sua prevedibile risposta, così mi arresi e stetti zitta. Ci mettemmo ad aspettare qualcuno al marciapiede, e non fui nemmeno sorpresa di scoprire che era Louis in macchina. I due si salutarono con un bacio, e poi Marty si sedette dietro con me… partimmo dopo un buon quarto d’ora, perché ci fermammo a parlare del più e del meno. E poi via, verso un luogo a me completamente sconosciuto, ma a loro fin troppo “caro”, da quello che sentii delle loro conversazioni. Invece io, non volendo nemmeno ascoltarli, ficcai le cuffiette nelle mie orecchie ed alzai il volume al massimo, escludendomi da tutto e da tutti.
 
 
 
Niall
Cercai di sembrare il meno impacciato possibile, con non so quale risultato… però ci stavamo divertendo molto, ed era questo l’importante! In queste due ore siamo stati da me, dato che i miei genitori sono partiti prima di Natale. Era ora che si prendessero una pausa, e siamo stati io e mio fratello Greg ad incitarli per primi e a consigliargli tutti posti possibili ed immaginabili… e loro ne furono entusiasti. Così faranno quattro o cinque giorni alle Maldives, e ne sono completamente felice!
< E quindi i tuoi sono partiti? > Mi chiese lei, mentre guardava fuori dalla mia finestra… ha sempre detto di essere incantata dalla vista, e sinceramente io non trovo nulla di speciale in un prato e qualche casetta qua e là. Però se a lei piace non sarò certo io a negarle di osservarlo!
< Si, stanno alle Maldives cinque giorni… torneranno prima di Natale, comunque… > Annuì, sorridendo maliziosamente subito dopo.
< E quindi sei a casa da solo? > Capii subito a che punto voleva arrivare, così annuii ridacchiando insieme a lei sotto i baffi.
< Ovviamente farò un party con tutti voi, era già nei miei piani! > Alzai le mani, e lei me le prese entrambe, sorridendo. Era davvero bellissima… però le dedicai solo un bacio sulla guancia, anche se solo Dio sa quanto avrei voluto sfiorare quelle candide labbra…
< Ah, bravo Niall, così si fa! > Dato che passeremo tutto il giorno qui da me, mi ero curato di sistemare la stanza in ogni piccolo dettaglio, mettendo tutto perfettamente in ordine. E lei ne fu infatti felicissima. Dato che era ancora presto, decidemmo di uscire a fare un giro in piazza prima di pranzo.
< Beh, andiamo a fare un aperitivo? > Le chiesi, mentre lasciavamo la casa e ci dirigevamo verso la strada… lei sorrise, raggiante, e ne approfittai per prenderle la mano.
< Certo, conosci qualche bar? > Annuii meccanicamente, così iniziai a parlarle del pub gestito da mio fratello Greg.
< Mio fratello Greg ne gestisce uno in fondo a Rome Street, non è molto costoso e… insomma, conosco il proprietario! > I suoi occhi si illuminarono e, come entusiasta, mi strinse forte la mano destra. Dato il nostro amore per le camminate, e parlando del più e del meno, arrivammo al “mio” pub in un baleno… avevo già prestato qualche servizio qui, per cui salutai subito la cassiera Liv.
< Niall! > Mi chiamò, con un cenno alla mano. < Ci aiuti anche oggi, bello? > Chiese poi, come di abitudine, pizzicandomi la guancia. Solenne, scossi la testa.
< No! Oggi sono il fortunato cliente… > Passammo qualche secondo a fissarci negli occhi, poi Liv spostò il suo sguardo su di Reby, e le tese la mano.
< E non mi presenti la tua raggiante amica?! > Esclamò, così sorrisi ad entrambe e le presentai. < Beh, vi auguro un buon aperitivo… ora se non vi dispiace vorrei dedicare un po’ di tempo a… > Lasciò sottintendere, e si mise ad indicare qualcosa dietro di noi. Ci girammo, e vedemmo subito una grande coda che si era formata… Reby arrossì come un pomodoro, mentre io mi scusai gentilmente con le persone e cercai un tavolino libero. Ne trovai uno accanto alla finestra, illuminato dal sole e con un carinissimo mazzolino di fiori appoggiato sopra un centrino.
Era un locale molto rustico, che ricordava la mia amata Irlanda… le pareti erano bianche, con mensole e decorazioni in legno scuro, a contrasto. Verso il fondo del muro stava un caminetto, fatto sempre di cemento bianco e con un lieve fuocherello acceso… vi erano appese delle chiavi di ferro nero: le ricordo perfettamente, perché le comprai proprio io a Mullingar, mia città natale.
Per le festività vi erano dei festoni e delle ghirlande appese alle pareti, ed un imponente albero di natale accanto al camino. L’aria sapeva di campagna e, mentre mi perdevo in questo magnifico luogo, una figura passò davanti a me. Senza un preciso motivo, la osservai per bene: capelli lunghi, mossi e mori, occhi color cioccolato ed un fisico da sirena. Si voltò verso di me, ed la sua quarta abbondante – e palesemente rifatta – si fece notare subito. Mi battei incredulo una mano sulla fronte e, senza notare l’atteggiamento sconvolto di Reby, scrissi immediatamente a Louis.
 
“Louis, cazzo, rispondi. C’è un’emergenza qui all’Irish. Ti prego rispondi, RISPONDI!” Fu il mio messaggio di allarme e, dopo nemmeno trenta secondi, mi rispose.
 
“Che c’è? Lo sai che sono con Marty e Ludo alla SPA!” Sbuffai attirando l’attenzione di Reby, che nel frattempo aveva anche ordinato qualcosa… così mi prese per un braccio e mi costrinse a guardarla.
 
< Niall, che diavolo ti prende? > Mi girai sconvolto verso Jessica, poi di nuovo verso Reby.
< Reby, ascolta, ti spiegherò tutto più tardi ma fammi scrivere a Lou. Giuro che avrai chiarimenti. > Tagliai corto, poi ripresi il mio iPhone e scrissi, sbagliando anche a digitare qualcosa.
 
“Louis, è tornata.”
“Jessica.”
“Jessica Hall.”
“Louis, la tua Jessica Hall.” Inviai questi quattro messaggi, ed attesi in silenzio la risposta, che arrivò anche qui in una frazione di secondo.
 
“Niall, porca puttana.”
 
 
Harry
Uscii dal ring, accolto da una folla estasiata ed in pieno delirio. Da quello che ho potuto capire nei due giorni passati, questa era una sfida a squadre… a livello regionale, credo, ma sinceramente nessuno mi parlò di nulla. Era comunque un luogo molto ampio, un forum o un’arena, con tanti posti a sedere e chiaramente nessuno nel parterre. I VIP ci hanno incontrati prima dello scontro, ma devo dire che erano concentrati sugli altri lottatori e non su di me, che ero uno nuovo… però qualcuno ha voluto una foto, e anche un autografo. E ne fui completamente entusiasta!
Una volta salutato ancora tutto il pubblico con un cenno della mano ed uno dei miei migliori sorrisi, scesi nei bui spogliatoi. Ci trovai James, che era l’unico, perché dato che io ero “quello nuovo” mi hanno fatto combattere per primo. Così ora gli altri erano di sopra a lottare, ed io qui con il mio allenatore… il quale mi accolse con un grande -e spaventoso a dir poco- sorriso. Mi invitò a sedersi accanto a lui, e mi passò una bottiglietta fresca di Gatorade, presa dal mini-frigo che avevamo in dotazione nello spogliatoio.
Era un luogo macabro, illuminato solo da una piccola lampadina che si accendeva e si spegneva in continuazione… le pareti erano color crema, e il pavimento piastrellato di bianco. C’erano delle panche, degli appendiabiti e due docce in condizioni impeccabili. Anche il bagno era lustrato alla perfezione, con dei gabinetti e uno specchio enorme… solo che mancava la corrente, il che gli fece perdere un po’ di punti.
Mentre riflettevo, non mi accorsi del fatto che James mi aveva circondato la spalla con un braccio… e ciò fu molto, moltissimo sospetto. Mi girai a guardarlo, ma abbassai lo sguardo appena incontrati i suoi occhi color cioccolato, che mi squadravano il viso come se fossi un quadro d’arte.
< Sei stato bravo… > Iniziò a massaggiare la mia spalla, ma cercai di non opporre nessun tipo di resistenza. Piuttosto mi sciolsi lo chignon, e lasciai i capelli liberi di scendere fin quasi alle spalle.
< Grazie. > Fu la mia risposta molto lineare e dal tono per niente eccitato. La presa sulla mia spalla si allentò, il tocco divenne quasi una carezza. Cercai di non farci caso e di concentrarmi piuttosto sul ring, sulla vittoria appena conquistata… ma mi distraetti subito, per colpa dei suoi massaggi sempre più intimi ed intensi.
Eravamo gli unici, ed essere seduto accanto ad un James così strano mi fece rabbrividire. Tremai per un secondo, scosso appunto da uno di questi brividi che mi passò per la schiena.
< Styles, stai fermo… > Sussurrò, con una voce diversa dal solito. La sua mano grazie a Dio si staccò da me, però dopo nemmeno due secondi la appoggiò sulla mia coscia, ed iniziò a strusciare il piede sulla mia caviglia… prima lentamente, poi con più foga. “Cazzo, questo fa sul serio” dissi tra me e me, e poi mi staccai di scatto, dirigendomi verso l’uscita con il borsone in spalla.
< D-devo andare… > Cercai di giustificarmi. Riuscì a sentirmi nonostante fossi abbastanza lontano, così corse da me e mi bloccò. Il suo sguardo tornò malizioso, la sua voce rauca e provocante.
< Dai, rimani ancora un po’… > Rispose lui, con la bocca vicino -troppo- al mio orecchio. Presi ad indietreggiare, spaventato ed intimidito allo stesso tempo, mentre James si avvicinava minacciosamente. Restai spalle al muro in poco tempo. < Lo faccio per il tuo piacere… > Spalancai gli occhi, che subito divennero vuoti. Non riuscii nemmeno a capire che cazzo mi stesse succedendo, quando con la bocca percorse la zona dall’orecchio fino al collo e poi alla spalla. Si concentrò su questo punto, lasciandoci sopra un segno rosso. Gemetti appena per il morso, facendo cadere il borsone ai miei piedi e buttando la testa all’indietro. < Ci stai? > Chiese nuovamente, con la voce oramai alterata dalla sua eccitazione. Non aspettò la mia risposta, come temevo, e mi tolse la maglietta sudata lanciandola da qualche parte. Rimasi a petto nudo, con lui che iniziò a lasciare succhiotti e morsi qua e là, gemendo. Io non feci niente, stetti immobile e gemetti raramente, anche se sentivo un insopportabile calore all’inguine.
< N-non credo che sia- > Non mi lasciò finire la frase, che strinse il mio capezzolo tra il pollice e l’indice, mentre torturava l’altro con la bocca. Questa volta gemetti più ad alta voce.
< Shh… > Rise, per poi inginocchiarsi davanti a me. Sapevo già a che punto avrebbe voluto arrivare, così misi una mano sulla sua testa. Con sua grande sorpresa, lo costrinsi però prima a guardarmi negli occhi… la luce fioca lanciava strani bagliori sulla pelle scura e fra i suoi capelli arruffati. Inutile negarlo, era molto attraente.
Però mi misi a riflettere, con calma e attentamente.
Sarei stato qui ancora una notte… e poi a Londra con che faccia sarei tornato?! Con la faccia da opportunista, senza palle per dire la verità agli amici e con la coda fra le gambe. Non avrei mai potuto sopportare di aver fatto loro un torto grande come questo… e non glie l’avrei mai detto, per paura di allontanarmi ancor di più. Sono consapevole dell’effetto che fa il mio corpo sugli altri, mi è sempre stato detto di essere bello. Ma no, non avrei mai sfruttato la mia “bellezza” in questo modo, e soprattutto non con un figlio di puttana del genere. Perché, per non dimenticare, lui era quello che mi voleva strangolare e prendere a ceffoni, quando io non avevo ancora accettato la sua proposta di venire qui a Glasgow.
Così, mentre era inginocchiato davanti a me a guardarmi implorante, lo tirai per i capelli e lo faci alzare in piedi. I miei occhi lo guardarono furiosi… potei vedere i suoi spaventati in un primo momento, ed arroganti e spavaldi in un secondo; come sempre, dopotutto.
< James. Sei un bastardo, se credi di poter sfruttare il corpo di qualcuno in questo modo, di certo non sarà il mio. > Dissi, con un tono di voce molto calmo. Andai a raccogliere la maglia sul pavimento, alzai lo sguardo e lo ritrovai davanti a me.
< Nessuno mi ha mai rifiutato, Styles. E di certo tu non sarai il primo… > Il suo tono divenne minaccioso, ma decisi di mantenere la calma e di non eccedere come faccio sempre.
< Beh, io penso proprio di si! > Con nonchalance mi infilai maglietta e giubbotto, poi presi il borsone in spalla. Avrei dovuto aspettarmi qualche reazione, perché prontamente corse verso di me e mi mollò un ceffone che lasciò il segno. Sospirai, e ripresi a camminare verso la porta, quando quello stronzo mi colpì alle spalle. Mi torse un braccio, facendomi inginocchiare.
< Styles… > Il dolore al braccio era atroce, quello alla schiena e a tutti i muscoli ancora di più. Gemetti addirittura da quel dolore. < La sai una cosa? > Scossi la testa.
< N-no… > Gemetti di nuovo. Volevo che mi lasciasse andare, mi ero rotto i coglioni di questo posto di merda, e mi pentii amaramente di aver accettato a tutte le sue condizioni.
< No, pensavo solo che questa posizione mi sta eccitando, non si se mi spiego… > Non so dove, ma riuscii a trovare la forza di alzarmi in piedi e di spingerlo violentemente. Lasciai il borsone dove si trovava, e James si sbilanciò perdendo l’equilibrio per qualche secondo. Decisi in fretta che la miglior cosa da fare in quel momento era fuggire, così corsi verso l’uscita… sbattei dietro di me ogni porta che mi trovavo davanti, per rallentarlo, ed in qualche minuto fui in strada. Dato che l’hotel era dietro l’arena mi ci rifugiai, chiudendo a chiave la porta di camera mia, e sapendo alla perfezione di essere stato seguito.
Infatti, dopo qualche secondo che stavo buttando la mia roba alla rinfusa nella valigia, sentii bussare violentemente alla porta.
< Styles! Cazzo, apri! Lo so che sei qui, figlio di troia!! > Lo sentii urlare dall’altra parte. Misi in spalla il mio zaino-valigia ed aprii infine la finestra. Presi un profondo respiro prima di buttarmici.
 
 
Buonasera signori e signore, la vostra Marty è tornata!
Allora… dato che non ho molto da dire questa volta (strano, ma vero) procederò subito con il punto della situazione e poi con i saluti e i ringraziamenti!
Si parte con un POV LUDO, poveretta, mi dispiace un sacco farla soffrire così in questi capitoli, però chi non soffrirebbe se fosse lontana chilometri e chilometri dal ragazzo che ama? Mi dispiace, ma io starei malissimo, quasi come lei. Marty decide di portarla alla spa, per distrarla un pochino… però ce la farà?
Detto questo, si passa a un POV NIALL, che finalmente con la sua amata Reby sono soli soletti in camera… dato che passeranno tutto il giorno insieme, vanno al bar a fare un aperitivo, dove Niall incontra amici di vecchia data. Incontra anche però qualcuno di familiare, ma chi sarà mai questa Jessica Hall di cui deve parlare subito con Louis? Eheh, lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Infine, ma non meno importante, il POV HARRY. Poveretto, quasi mi pento di aver scritto che James lo ha preso in squadra solo per il bel corpo e il viso perfetto che ha… scusatemi! Però dai era troppo bello, insomma, capitemi se voglio far diventare la ff emozionante! Non scandalizzatevi, Harry non si suicida alla fine hahaha!
Comunque, dato che ho finito, vorrei salutare tutti voi lettori ed in modo particolare Ludo, che si è resa molto disponibile e con me ha deciso di pubblicare hope anche su wattpad! Per cui se per caso voleste leggerla, sapete che ci potreste trovare anche lì… però non la pubblicheremo ancora, perché prima ci terrei a dare una sistemata ai primi due capitoli, sono illeggibili! Quindi da me e da tutti i lettori, grazie Ludo!
Chiaramente saluto Anna, che è una nostra molto affezionata fan, e le mando un abbraccio… e poi saluto il mio tesoro, che di sicuro mi manderà 400 messaggi per il nuovo capitolo. Cieu amore!
Bene, grazie a tutti per leggere hope e per commentare, vi adoro! Ci vediamo al prossimo capitolo, che pubblicherò il più presto possibile! Baci xx
Marty
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: louisvoice_88