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Autore: HacchanADL    07/02/2015    1 recensioni
Shampoo e Mousse dovranno affrontare cose che mai avrebbero immaginato. Per Mousse, questi eventi riaffermeranno soltanto il suo amore per Shampoo, ma per lei... potranno questi avvenimenti aiutarla a scoprire a chi davvero appartiene il suo cuore?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mousse, Shan-pu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fanfiction non è opera mia, ma è stata scritta da un autore di fanfiction.net, Dr Facer. Tutti i diritti appartengono a lui, compresi i personaggi di sua creazione. Il mio impegno è stato quello di tradurla per condividerla col pubblico italiano, ovviamente dietro suo consenso.

Qui potete trovare il quinto capitolo in lingua originale: https://www.fanfiction.net/s/3217138/5/La-Saga-de-Shampoo-y-Mousse

Ranma e tutti i suoi personaggi sono proprietà della Star Comics e di Rumiko Takahashi.


 

Capitolo 5
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L’uomo misterioso saltò verso la piattaforma e cadde giusto di fronte a Mousse. «Vedo che vi ricordate di me».
«Come potremmo dimenticarti… Taro?» disse un molesto Mousse. «Cosa ci fai qui?».
«E di che cosa si tratta tutto questo? Perché la trappola?» domandò Shampoo.
Collant Taro si tolse il suo mantello e lo gettò nell’acqua. «Questo ancora non posso dirvelo, dovrete battermi per ottenere questa informazione» disse loro con tono canzonatorio, «anche se certamente non avete alcuna opportunità di farcela».
«Chi lo dice?» esclamò la giovane amazzone. «Possiamo batterti facilmente!».
«Davvero?» rispose Taro, la gattina stava cominciando a farlo innervosire. «Non credo che un papero idiota con una pessima vista e una gatta goffa e con poca intelligenza come voi possano vincermi».
«A chi hai detto gatta goffa di poca intelligenza???» urlò una furiosa Shampoo.
«Aspetta» avvertì Mousse, prendendo Shampoo gentilmente per la mano. «Sta solo cercando di farti arrabbiare, ricorda che fa sempre così».
«Oh, sembrerebbe che il papero sia più intelligente di quello che appare!» lo schernì Taro. «Se non altro non hai tante piume nel cervello come pensavo».
Adesso era il turno di Mousse di irritarsi, non aveva gradito questo commento sulle piume nel cervello.
«Almeno io non mi chiamo Collant!» gli gridò «E a differenza tua, io non dipendo dalla mia forma maledetta per vincere i miei combattimenti!».
«Mousse ha ragione!» aggiunse Shampoo. «Sei un pessimo combattente, Collant, e inoltre sei racchio!».
La poca pazienza di Taro si estinse all’ascolto di quest’ultimo insulto; questi due idioti non solo avevano osato chiamarlo Collant, ma addirittura questa piccola sgualdrina amazzone si era permessa di chiamarlo racchio!
«Co-come ti permetti?» esclamò Taro. «Al diavolo quella vecchia strega e la sua promessa di cambiarmi il nome, vi ucciderò tutti e due!».
*SPLASH!*
«Credo che dargli del racchio sia stato un tantino estremo, Shampoo» commentò Mousse quando la mostruosa forma maledetta di Taro emerse dalle acque.
«Probabilmente hai ragione» convenne lei, «ma in ogni modo dobbiamo lottare!».
L’enorme bestia ruggì mentre cercava di schiacciare Shampoo con i suoi poderosi pugni, ma l’amazzone riuscì a saltar fuori dalla sua portata. Nel frattempo, Mousse si teneva occupato nello schivare alcuni dei tentacoli di Taro.
«Mousse, fa’ qualcosa!» gridò Shampoo.
«Ci provo!» disse Mousse che allora lanciò molte delle sue catene al mostro, ma tutte rimbalzarono sulla sua pelle dura. «Diavolo, non va bene!».
«Stupido» farfugliò Shampoo che, spiccando un gran salto per atterrare dietro Collant, aveva notato un punto scoperto sul dorso della bestia e aveva pensato di servirsene al massimo, giacché tutti i tentacoli erano occupati nel tentativo di catturare Mousse e l’enorme creatura era molto lenta da potersi girare e colpirla efficacemente.
La giovane amazzone sorrise e saltò per calciare con forza la schiena di Taro. La bestia ululò, più per la sorpresa di ricevere un colpo che per aver sentito dolore. Adirata, con rapidità la creatura lanciò all’indietro i suoi tentacoli, sperando di riuscire a schiacciare con essi la ragazza.
Shampoo riuscì a schivarne alcuni, ma proprio quando credette di averli schivati tutti, l’ultimo la colpì violentemente.
«AAAAAAHH!» Shampoo lanciò un grido carico di dolore quando si schiantò contro la parete, spaccandola per la forza dell’impatto. La giovane amazzone allora cadde nell’acqua ed emerse di nuovo trasformata in gatta, solo per affondare come pietra l’attimo successivo.
«NO!» esclamò Mousse, che lanciò velocemente una delle sue catene nell’acqua e immediatamente la ritirò. All’interno dell’artiglio d’acciaio all’estremità della catena vi era una gattina priva di sensi. Il ragazzo mise la gatta in una delle sue maniche, essendo il luogo più sicuro che fosse riuscito a trovare.
«Hai appena commesso un grave errore!» disse Mousse fronteggiando la bestia. «Te la farò pagare per questo!».
In tutta risposta, Taro si lanciò contro Mousse, cercando evidentemente di infilzarlo con le sue corna. Mousse aspettò che il mostro fosse abbastanza vicino e saltò sul suo dorso, impugnando la prima arma che trovò nelle sue maniche: una lunga spada. Il ragazzo sapeva che questo probabilmente non sarebbe servito a molto contro la bestia e, in quel momento, desiderò di aver avuto un’arma da fuoco.
Collant notò che Mousse era sul punto di conficcargli una spada abbastanza lunga e, prima che potesse farlo, la bestia lo avvolse con i suoi tentacoli. Il giovane maestro delle armi occulte si ribellò con disperazione cercando di liberarsi da quella presa mortale, ma non vi riuscì, il tentacolo era molto forte.
A peggiorare il tutto, Mousse aveva lasciato cadere la sua spada e aveva solo un braccio libero. Grugnendo, Taro sollevò il suo avversario e lo scagliò violentemente al suolo. Mousse gemette di dolore e, con un movimento disperato, lanciò al mostro una lancia dalla punta particolarmente affilata, sperando di riuscire a colpirlo da qualche parte.
Mousse ebbe fortuna; la lancia si conficcò nel collo di Taro.
Ruggendo, la bestia perse il coordinamento dei suoi tentacoli e Mousse si liberò. Il ragazzo cadde in un angolo della piattaforma e cercò di alzarsi, ma riuscì solo a mettersi in ginocchio respirando con difficoltà e fissando attentamente il mostro.
Collant aveva già estratto la lancia dal collo ma, sorprendentemente, sanguinava molto.
«La lancia deve averlo colpito a un’arteria o qualcosa di simile» pensò il ragazzo vedendo come il mostro cercava di tamponare l’emorragia con la sua mano sinistra. «Forse ho ancora un’opportunità di vincere».
Raccogliendo le forze che gli restavano, Mousse riuscì a mettersi in piedi. Collant grugnì e lanciò un pugno in direzione del suo avversario, cercando di prenderlo con un colpo mortale.
«Questo non funzionerà!» gridò Mousse saltando di lato. «Adesso pagherai per ciò che hai fatto a Shampoo!»
Taro cercò di colpire Mousse varie volte, ma non riusciva a centrarlo, il maestro delle armi occulte non smetteva di muoversi.
Tuttavia questo era il minimo: l’emorragia non si arrestava. Per caso la ferita era tanto grave? Il mostro si fermò un istante, la testa gli girava e non si sentiva bene, probabilmente a causa del sangue che stava perdendo.
Mousse approfittò della debolezza di Taro per rovistare nelle sue maniche finché non trovò ciò che stava cercando, qualcosa che pensava di utilizzare in una nuova tecnica che stava riservando a Ranma. Non voleva utilizzarla in quel momento ma, considerando la situazione, era la sua carta vincente per sconfiggere la bestia.
«Ehi, Collant!» gridò il ragazzo. «Cos’è, non mi ascolti, reginetta della biancheria?»
Il mostro grugnì e guardò Mousse con occhi iniettati di sangue, Taro non gli avrebbe mai perdonato di essersi preso gioco di lui.
Proprio come Mousse sperava, Taro lo attaccò con i suoi tentacoli. Il giovane maestro delle armi occulte aspettò fino all’ultimo secondo per schivarli con un gran salto e, raggiunto il punto più in alto in aria, lasciò cadere una pioggia delle sue bombe-uovo sulla creatura.
Una volta atterrato, Mousse cominciò a ridere trionfante ammirando come Collant fosse circondato da una densa nube di fumo causata dalle esplosioni. «Ci avrei scommesso che neanche tu avresti potuto resistere al mio Chou Keiran Ken!»
La risata del ragazzo, tuttavia, si spense quando il fumo si diradò, rivelando che il mostro era già in piedi e non sembrava particolarmente felice. Muovendosi con molta difficoltà, Taro finalmente riuscì a colpire il suo avversario.
«Questo farà male» mormorò Mousse giusto un attimo prima che la gigantesca mano lo schiacciasse.

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Shampoo aveva la nausea, era stata sballottolata senza sosta in quello strano luogo durante gli ultimi minuti e ciò non era certo di suo gradimento. Inoltre, non aveva la minima idea di dove si trovasse. La gatta sbatté le palpebre un paio di volte e cercò di fare mente locale, quel luogo assomigliava a un tunnel ma no, non poteva esserlo. Vi erano troppe armi per trattarsi di un tunnel. Shampoo si sedette per cercare di ricordare; stava combattendo contro… Collant Taro… aveva ricevuto un colpo e… dopo era caduta nell’acqua gelida. Era tutto quello che ricordava chiaramente però… sapeva che era stato Mousse a tirarla fuori dall’acqua e sapeva anche che dopo aveva fatto altro.
«Mi ha infilato nella sua manica…» pensò la gattina. «Devo assolutamente uscire di qui o Collant potrebbe uccidere Mousse se non lo aiuto!»
La gatta si domandò perché tutto apparisse più grande dentro le maniche di Mousse, come se lì dentro vi fosse un’altra dimensione.
«Come diavolo dovrei uscire di qui?» si domandò mentre faceva l’inventario di tutto ciò che trovava attorno: catene, spade, asce, yo-yo, lance, bombe, mazze, perfino un paio di galline! Improvvisamente, la gattina vide due cose che potevano tornarle utili: una era la tunica di ricambio di Mousse e l’altra era una teiera piena di acqua calda.
Shampoo miagolò felice, non importava come facesse Mousse ad avere tutto questo nelle sue maniche, l’importante era che poteva tornare ad essere umana e che la teiera poteva inoltre servirle per un’altra cosa. Sì, Shampoo aveva un’idea, un’idea molto valida su come sconfiggere Collant.

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Taro si mostrò compiaciuto quando tolse il pugno dal cratere che aveva formato nel suolo col suo ultimo colpo e fissò l’uomo schiacciato che tremava al suo interno. Lo stupido papero gli aveva causato più problemi del dovuto e, vederlo ridotto in poltiglia, era una gran vendetta. Ma ciò non era sufficiente. Taro sanguinava ancora molto e quelle maledette bombe gli avevano ferito quasi tutti i suoi tentacoli e le ali, sentiva molto dolore e voleva assicurarsi che quel miserabile papero pagasse mille volte il danno che gli aveva causato. Il mostro levò nuovamente il suo pugno e si preparò a uccidere Mousse una volta per tutte, ma si fermò quando la manica destra della tunica del papero letteralmente scoppiò in brandelli e la ragazza-gatto apparve, vestita con una tunica esattamente uguale a quella che l’inutile papero aveva indosso.
La ragazza aveva anche una teiera.
Shampoo si azzardò a lanciare un’occhiata a Mousse e rabbrividì, il suo amico aveva un aspetto terribile, molto peggio che nelle occasioni in cui Ranma lo aveva battuto. Furiosa, la giovane guardò il mostro dritto negli occhi.
«Non hai ancora vinto!» disse lei con furia. «Forse lui non può più combattere, ma io sì!»
La bestia lanciò un terribile sbuffo e Shampoo presunse che stava ridendo di lei.
«Ti insegnerò io a non metterti contro di me!» gli urlò, preparandosi a mettere in atto il suo piano. Facendo uno sforzo, la giovane si concentrò per far apparire la sua aura di battaglia che cominciò a brillare scarlatta attorno a lei.
Taro ruggì e attaccò con il paio di tentacoli che non erano stati danneggiati. Shampoo corse al di sotto di essi e, con un grido, si lanciò con tutte le sue forze  contro il petto della bestia. Sfortunatamente, Taro riuscì a bloccare l’attacco con le sue enormi braccia, fermando il missile umano che cercava di ferirlo.
Shampoo rimbalzò e cadde presso il margine della piattaforma; respirava con difficoltà e sudava abbondantemente. Aveva usato quasi tutto il suo potere in quest’ultimo attacco e quel maledetto mostro era riuscito a bloccarlo! Ora la sua unica opportunità era usare la teiera che ancora reggeva nelle sue mani.
La creatura tornò a sbuffare e preparò il suo contrattacco, ma il suo braccio si intorpidì quando cercò di muoverlo. Il mostro cercò di muovere l’altro braccio, ma anch’esso si intorpidì. Era tutta colpa della ragazzina, ma come? Quella stupida gatta non aveva mai mostrato questo tipo di abilità in passato. La bestia decise di smetterla di preoccuparsi; che importava se le sue braccia si erano indolenzite? Che importava dell’emorragia al suo collo? Aveva già vinto, il papero non poteva muoversi e la gatta stava solo leggermente meglio; doveva solo schiacciarli, come gli insetti che non erano altro! Disposto a farla finita con quelle pesti, Taro cominciò a camminare in modo minaccioso, preparandosi a schiacciare la giovane amazzone.
Shampoo aspettò quieta mentre la bestia avanzava verso di lei. Aspettò che la bestia fosse sul punto di pestarla e, allora, gli lanciò la teiera, bagnandogli gli zoccoli e le gambe con acqua calda.
La forma umana di Collant Taro non era per niente piacevole da guardare. Il suo corpo era bruciacchiato, il suo petto bagnato nel suo stesso sangue, che ancora fiottava abbondantemente dal suo collo e, aveva un’orribile ustione sulla schiena. Nonostante tutto, non si dava ancora per vinto.
«Maledetta mocciosa!» riuscì ad esclamare Taro che, barcollando, si diresse al bordo della piattaforma pianificando, ovviamente, di tuffarsi nuovamente in acqua.
Shampoo sospirò stanca, davvero quell’idiota pensava che gli avrebbe permesso di ritrasformarsi in un mostro? Senza perdere altro tempo, la giovane amazzone colpì Taro alla testa e lo osservò perdere i sensi e svenire.
«Sì, fai veramente schifo come lottatore nella tua forma umana» mormorò Shampoo che allora tornò a concentrare la sua attenzione su Mousse. La giovane sorrise nel vedere che il suo compagno era già riuscito a sedersi e si massaggiava la mascella.
«Come ti senti?» gli chiese.
«Sono stato meglio» rispose lui. «Dov’è Collant?»
«A nanna»
«Sei riuscita a sconfiggere quella bestia?» domandò Mousse sorpreso. «Come ci sei riuscita?»
«L’ho trasformato in umano» spiegò Shampoo, «pensavo che se la sua forma di mostro poteva resistere a tanti colpi, la sua forma umana non poteva farlo. Alla fine avevo ragione».
Mousse si alzò e poté constatare che, effettivamente, Taro era privo di coscienza al suolo. «Ci credo solo perché lo sto vedendo» disse attonito, «hai davvero sconfitto Collant!»
«Beh… tu mi hai aiutata un poco» ammise lei. «È stato un bel combattimento, non credi?»
«Già» rispose Mousse. «Non dovremmo fare qualcosa per quell’emorragia?»
Shampoo guardò il collo di Taro e alzò le spalle. «Certo, se avessimo qualcosa con cui aiutarlo».
«Ho alcune bende nel mio zaino» ricordò il ragazzo mentre cercava nel suo equipaggiamento. «Ho anche una coperta, non è il caso di lasciarlo nudo qui».
Mousse allora procedette nel realizzare un nodo stretto attorno al collo di Taro per poi coprirlo con la coperta.
«Per caso vuoi strangolarlo, Mousse?» chiese Shampoo.
«Certo che no, voglio solo bloccare la fuoriuscita di sangue e…»
«Dammi le bende» disse lei porgendo la mano, «sono capace di fare meglio di te».
«Come vuoi».
Qualche minuto più tardi, Shampoo aveva già arrestato l’emorragia e bendato il collo di Taro, anche se non aveva cucito la ferita non avendo l’occorrente.
«Ha sanguinato molto, ma pare che si rimetterà» disse al suo compagno che aveva appena terminato di legare le braccia e le gambe di Taro, nel caso si risvegliasse.
«Non credo abbia bisogno di altro» puntualizzò Mousse, «è un pessimo lottatore, ma è come l’erbaccia, non morirà tanto facilmente».
«Credo che un forte dolore al sedere sia il miglior modo di descrivere questo idiota».
Mousse sogghignò. «Sì, hai ragione».
«Bene, ora dobbiamo solo trovare un modo per uscire di qui» disse lei. «Qualche idea?»
«Dev’esserci un qualche meccanismo da queste parti» rispose lui, «forse nelle pareti».
«Non possiamo raggiungerle. Hai per caso dimenticato che siamo circondati da acqua?»
«Certo che sì, è questo il problema» replicò Mousse mentre si aggiustava gli occhiali.
«Ci sono!» esclamò Shampoo. «Se ti trasformi in papero potresti nuotare fino alle pareti per analizzarle!»
«Sai, la verità è che credo non sia una buona idea…»

 



... che dire... non credo si possa chiamare ritardo il mio. Direi che è più un assenteismo. E lasciamo stare che il 2014 per me è stato l'anno della maturità, di un grave lutto, di problemi familiari e sentimentali (per quelli, almeno, abbiamo risolto) e dell'inizio della mia carriera universitaria in ingegneria elettrica (me la sono scelta, la facoltà...), ma almeno il PC poteva evitare di rompersi facendomi perdere TUTTI i dati. Vi giuro, è stato un macello recuperare tutto, tra l'altro avevo il capitolo tradotto per metà e ho dovuto ritradurlo daccapo! Ma, finalmente, sono riuscita a postarlo intero intero e anche a ricavarmi un po' di tempo fra un esame e l'altro per dedicarmi a questo lavoro (che, pur essendo faticoso, è allo stesso tempo piacevole e soddisfacente).
Per quanto riguarda il famigerato capitolo... ricordate quando vi parlai di "lotte alla Inuyasha"? Ecco. Non vi sono armi o tecniche particolarmente buffe, anzi qualche scena è stata piuttosto forte (e sinceramente mi auguro che Taro non si sia lacerato davvero un'arteria, altrimenti sarebbe al campo Santo già da un po'). Nonostante la lotta si sia spesso mantenuta sull'1VS1, ogni singola azione di Mousse e Shampoo è stata decisiva per la vittoria. Dieci punti in particolare al giovane papero per la sua nobile impresa da "crocerossina", del resto gli aveva solo bucato la gola...
Vi anticipo anche che col prossimo capitolo verrà conclusa la parte relativa al Drago di Giada (forse la più povera di contenuti... sentimentali) e che, essendo relativamente breve, verrà tradotto e postato a breve.
Piccolo off topic (non saprei a chi chiedere altrimenti). Siccome in futuro mi piacerebbe postare una storia su The Legend of Zelda - Phantom Hourglass ma mancano i personaggi in lista, qualcuno saprebbe dirmi come posso fare in modo che vengano aggiunti?
Infiniti ringraziamenti a tutti voi che mi seguite con pazienza e costanza, mi scuso ancora per LO SCHIFO di ritardo e aspetto ansiosa i vostri commenti e recensioni. A prestissimo <3 

 

 

   
 
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