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Autore: mask89    07/02/2015    3 recensioni
Dal famoso bacio sulla spiaggia sono passate diverse settimane ma Sarah continua a non ricordare, Chuck decide di partire in missione solitaria per trovare i piani di costruzione dell'Intersect così da riottenere la sua vecchia vita ma qualcosa va male. Il team Bartowski riunito si ritroverà a incrociare la strada di un uomo dal passato misterioso, che per vendetta dichiara guerra a diversi governi.
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IN REVISIONE 02/2021
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casey correva follemente per le strade di Burbank. La Beckman gli aveva dato il via libera per la sua missione. Spinse ancora di più il piede sull'acceleratore, il tachimetro cominciò a sfiorare pericolosamente i novanta chilometri orari. Gli importava ben poco. Chuck era in balia di quel folle mentre Sarah era andata a salvarlo senza il suo supporto, senza pianificare una adeguata strategia. Sentiva che i suoi amici erano in pericolo, era suo dovere andarli a salvare. Vide che in lontananza il semaforo era verde, diede ancora più gas alla macchina. Il motore della Crown Victoria ruggì potentemente aumentando il numero di giri, riuscì a superare l'incrocio poco prima che il rosso scattasse. Sentì il suo telefono squillare, vide il nome sul display, era Morgan.
“John, Sarah è arrivata all'hotel cinque minuti fa. Il numero della stanza è 832.”
“Ma è il numero della stanza di Sarah quando alloggiava li”
“Davvero John? Comunque è successa una cosa strana dopo.”
“Cosa?”
“Il portiere, dopo che le ha dato il numero, ha estratto dalla sua tasca un cellulare e mandato un messaggio. Mi è sembrata una cosa strana.”
“Lo è. Qualcuno si è accorto di te?”
“No. Sono entrato con delle altre persone nella hall dell'hotel e dopo aver sentito la conversazione sono uscito e ti ho chiamato.”
“Ben fatto Morgan. Ora torna a casa, quel posto è pericoloso.”
“Capisco...John?” disse preoccupato Morgan
“Che succede Grimes?”
“Salva i miei amici.”
“Lo farò” e chiuse la chiamata.
Spinse ancora di più il piede sul pedale, sentiva più che mai l'esigenza di guadagnare tempo. La situazione stava inesorabilmente precipitando e lui era ancora per strada. Guardò il percorso sul navigatore gli mancava più di un chilometro per arrivare all'hotel. Inchiodò al semaforo, purtroppo per lui era scattato il rosso, sarebbe tranquillamente passato se non fosse stato per il fatto che dietro di lui stava una volante della polizia, non gli andava di certo di mettersi a discutere con quei due mangia-ciambelle che lo seguivano. Si guardò intorno, gli balenò in mente un'idea. Prese il telefono e controllò se la sua intuizione era fattibile, lo era. La luce del semaforo scattò finalmente sul verde. Attraversò l'incrocio e percorso qualche metro parcheggiò sulla destra. Sceso dalla macchina aprì il cofano e prese ciò che si serviva.
Si diresse verso l'edificio in costruzione che aveva visto qualche metro prima, né saggiò l'altezza ad occhio, doveva essere alto all'incirca sessanta metri, era perfetto per il suo piano.Quando arrivò sulla terrazza dell'edificio John Casey aveva il fiatone, purtroppo anche per lui gli effetti dell'avanzare dell'età cominciavano a farsi sentire, si chiese se non era il caso di mollare tutto e di dedicarsi ad attività più tranquille. Scosse energicamente la testa, non era il momento di pensare a certe cose. Si guardò intorno, era abbastanza in alto per dominare tutta la zona circostante. Individuò l'hotel che gli interessava, gli stava proprio di fronte . Si diresse verso il parapetto e dalla custodia tirò fuori il suo fido fucile da cecchino, lo montò e si mise in posizione. La stanza, che una volta era stata di Sarah, doveva essere al penultimo piano sull'estrema destra della facciata principale. Guardò attraverso il mirino e cominciò a scorrere le varie stanze. La individuò dopo alcuni secondi. La figura di Shaw attraverso il mirino appariva sfuocata a causa della grande distanza. Inspirò, svuotò la mente dalla preoccupazione di sbagliare il suo unico colpo a disposizione e mirò. Premette il grilletto. Vide il corpo del suo bersaglio cadere a terra, un colpo perfetto alla testa. Era ancora fra i migliori cecchini degli Stati Uniti. La pensione poteva aspettare.

Chuck sentì il rumore di un vetro andare in frantumi e poi un tonfo sordo. Aprì gli occhi. Vide ai suoi piedi il corpo di Shaw privo di vita, si girò di scatto a guardare Sarah. Si sentiva felice e in colpa allo stesso tempo. Era felice perché aveva ancora la possibilità di rivedere i suoi amici e di riabbracciare la sua donna e la sua famiglia, si sentiva in colpa perché non era riuscito a salvare Shaw da se stesso e dalla sua folle vendetta. Provò a parlare alla donna ma le parole si rifiutavano di uscire dalla sua bocca. Cosa poteva dirle? Scusarsi di essere ancora vivo? O che avrebbe sempre preferito sacrificare la sua vita in cambio della sua? O che magari mettendo fine alla sua vita finalmente la maledizione dei Bartowski sarebbe scomparsa? Nulla di tutto quello. Lo sguardo che Sarah gli stava rivolgendo non valeva nessuna di quelle patetiche scuse, di quelle insulse parole. Poteva leggere nel suo volto segnato dalle lacrime, paura, rabbia, dolore, disperazione e amore. In qualsiasi altro momento avrebbe fatto i salti di gioia nel vedere quell'ultimo sentimento espresso così chiaramente dalla donna ma quella volta non era così. Provava impotenza e frustrazione verso se stesso, non riusciva mai a proteggere le persone che più amava al mondo da tutta quella malvagità, da tutta quella follia. Distolse lo sguardo dal suo volto, non aveva il coraggio di continuarla a guardarla. La sentì mentre si divincolava su quella sedia, la guardò con la coda dell'occhio, cercava di sciogliere i nodi che Shaw le aveva fatto intorno ai polsi e intorno ai piedi ma senza alcun successo. Il fatto che lei si stava dando da fare per liberarsi nonostante tutto lo ridestò dal quella specie di torpore che lo aveva pervaso. Doveva darsi da fare anche lui. I conti con la sua coscienza e con Sarah li avrebbe fatti più tardi. Cominciò a divincolarsi anche lui, nella speranza che le corde cedessero un po' ma l'unica cosa che sentiva erano le escoriazioni che si stava provocando al livello dei polsi. Si fermò qualche secondo sperando di attenuare il bruciore che sentiva dove le corde premevano maggiormente. Fece vagare lo sguardo per la stanza nella speranza di trovare qualche oggetto a lui utile per liberarsi da quella prigionia. Individuo sul tavolino vicino al letto una specie di coltello che si usava per aprire le lettere. Provò a fare leva sulle sue gambe per provare a raggiungerlo ma ogni tentativo risultò vano, Shaw lo aveva inchiodato per bene su quella maledetta sedia. Controllò se Sarah aveva fatto qualche progresso nel frattempo ma anche lei non riusciva a venire a capo di quella situazione. Stava per fare un altro tentativo per raggiungere il coltello quando sentì un colpo di arma da fuoco provenire da vicino la porta. Solo una persona poteva aprire una porta in quel modo: John Casey.
“Qualcuno ha chiamato il fabbro?” disse scherzosamente l'uomo.
Chuck e Sarah lo guardarono sbigottiti. Come poteva scherzare in quel momento? Poi gli venne in mente che l'umorismo di Casey a volte non era dei migliori.
“John come...” chiese Chuck.
“Rimandiamo i baci e gli abbracci a dopo Bartowski, dobbiamo andarcene da qui e subito.” Prese un coltello dalla sua tasca e tagliò le corde che tenevano legati i due. Poi si diresse verso la porta, controllò che il corridoio fosse sgombro, il rumore della detonazione sicuramente era stato avvertito da qualcuno, fortunatamente non si faceva vedere ancora nessuno, fece cenno agli altri due che la via era libera.
“Aspetta un attimo John, non possiamo andarcene di qui a mani vuote” disse Chuck.
“Cosa intendi dire?”
“Potrebbero esserci informazioni utili sul suo corpo o in questa stanza.”
“Va bene. Io resto qui di guardia ma voi due sbrigatevi, non resteremo qui da soli a lungo. Shaw aveva alcuni complici qui dentro.”
Chuck cominciò a ispezionare il corpo di Shaw, trovò soltanto il suo portafogli che conteneva pochi dollari, un mazzo di chiavi e il suo cellulare. Decise di prendere tutto con se, poi si mise ad aiutare Sarah nell'ispezionare la stanza. I minuti passavano inesorabili ma da quella ricerca non usciva nulla di interessante. Casey si faceva sempre più nervoso. Le visite che tanto temeva non tardarono ad arrivare. Sparò un colpo che centrò in pieno petto un uomo che stava avanzando verso di lui.
“Vi volete sbrigare? Non potrò resistere per molto” urlò.
“Abbiamo quasi finito di controllare John. Cerca di resistere un altro po'” rispose Sarah.
Sarah controllò sotto il letto, le sembrava una cosa stupida ma preferiva non lasciare nulla di intentato. La sua “intuizione” si rivelò giusta, sotto il letto c'era una valigia la prese e la passo a Chuck..
“Possiamo andare John” disse la donna.
“Finalmente” rispose l'uomo e le passò una pistola “Tu e Chuck andate verso l'uscita di emergenza. È l'ultima porta sulla destra in fondo al corridoio. Vi coprirò io”
“Non se ne parla minimamente John, tu vieni via con noi”
“E come? Sono in troppi.”
“Io ho un'idea”disse Chuck “passami la pistola.”
“Cosa?” rispose sorpreso l'uomo.
“Fidati di me.” Chuck presa la pistola da John, sganciò l'estintore che stava vicino alla porta dal suo supporto, poi lo fece rotolare lungo il corridoio in direzione degli uomini che giungevano. Fece un respiro profondo, l'intersect caricò il programma che gli serviva, prese la mira e sparò alla valvola. Il corridoio fu invaso da una nuvola biancastra. Sarah approfittò di quella confusione per uccidere alcuni uomini. I tre fuggirono verso la via d'uscita. Cominciarono a scendere velocemente le scale, dovevano sfruttare quel vantaggio che Chuck aveva creato il più possibile. Erano quasi a metà del percorso, quando sentirono degli spari sopra le loro teste, Casey cercò di rispondere al fuoco al fuoco ma inutilmente, aumentarono la velocità della loro discesa. Arrivarono finalmente all'uscita.
“Ho parcheggiato la Crown Victoria poco più avanti” disse ansimante Casey. Fecero un ultimo sforzo per coprire quei pochi metri che li separavano dalla loro via di fuga il più velocemente possibile. Come John vide la sua auto aprì le portiere con il comando a distanza, stava per richiudere la portiera quando un proiettile sfiorò il suo orecchio sinistro e mando in frantumi il vetro del finestrino. Quello era troppo, nessuno poteva permettersi di trattare così il suo gioiello. Uscì dalla macchina e freddò ciò che restava di quei inseguitori. Rimase in attesa qualche minuto, non arrivò più nessuno. Mise in moto la macchina e partì. Si sentiva meglio, molto meglio.

Finalmente erano a casa, al sicuro. Casey si adoperò subito per mettersi in contatto con la Beckman, doveva informarla che ormai la grana Shaw era sistemata, definitivamente. Avviò la videoconferenza.
“Ben trovati ragazzi, vedo che siete tutti interi...ancora” disse sarcasticamente la donna.
“Generale, volevo informarla che...” ripose Casey.
“Che domani facciamo una festa per il mio ritorno e ci farebbe piacere che lei presenziasse. La vengo a prendere dall'aeroporto alle 11?” intervenne Chuck.
“Bartowski, cosa diavolo stai blaterando?” disse con tono basso e rabbioso il colonnello.
Chuck fece finta di non ascoltarlo “allora che ne dice generale? Sarà una festa bellissima, la sua presenza non potrà che impreziosirla!”
Diane Beckman guardò perplessa Chuck, era per caso uscito di senno? No. C'era qualcosa che in quella richiesta non quadrava. Il suo tono, il modo di muovere il corpo era strano! Istintivamente sentì che sotto quelle affermazioni senza senso stava qualcosa di più grosso e pericoloso. Qualcosa che non poteva essere detto tramite una video chiamata. Decise di seguire il suo istinto.
“Sarò felice di esserci Chuck. Sono sicura che sarà una festa bellissima. Arriverò domani con il primo volo disponibile, ogni tanto è giusto staccarsi dal lavoro. Altro da dirmi?”
“Nient'altro generale. A domani.” Chuck chiuse la connessione.
“Ora mi spieghi cosa ti è preso Bartowski!”
“Siamo sotto controllo John.”
“Cosa?”
“L'attacco dei russi era tutta una farsa. I server della CIA e del' NSA sono sotto controllo da settimane e ogni informazioni che noi ci scambiamo vengono viste in tempo reale da altre persone.”
“Non capisco, Shaw è morto, la questione è risolta.”
“Ti sbagli John, Shaw è solo una parte del problema. Lui aveva un socio in Italia e probabilmente le informazioni stanno finendo tutto dove questo fantomatico personaggio si trovi. Ecco perché ho fatto quella pantomima con la Beckman.”
“E quindi? Qualcuno avrà trovato il suo cadavere. Il suo socio potrebbe sapere già tutto.”
“Certo, ma non sa che noi sappiamo. Dobbiamo mantenere questo vantaggio!”
“Come vuoi procedere?”
“Ho un piano. Domani vi dirò tutto”
“Mi fido di te Chuck. Vado a casa.”
“John...grazie per avermi salvato la vita per l'ennesima volta.”
Casey fece un sorriso divertito. “Ormai è diventato il mio hobby preferito Bartowski, ma sta attento, la prossima volta che accadrà dovrai pagarmi...profumatamente.” e uscì.
Tutte le emozioni, tutti i sentimenti che Sarah aveva represso fino a quel momento stavano venendo a galla con una potenza inaudita. Lo sguardo che che rivolse a Chuck lo fece raggelare sul posto. Sapeva che era crudele da parte sua ma se lo meritava tutto.
“Tu” sibilò con rabbia “cosa diavolo ti è saltato in testa per andare li da solo?”
“Sarah calmati” ma in cambio ricevette una sguardo ancora più duro “dovevo andare, i suoi uomini avevano sotto tiro la famiglia di mia sorella.”
“E non ti è passato in mente di avvisarci?” e allargò le braccia in modo plateale.
“Non potevo. Se lo avessi fatto avrebbe dato ordine di ucciderli.”
“Ma sei serio quando parli? Sei un uomo intelligente, saresti riuscito sicuramente a trovare un modo.” In quel momento si sentiva una egoista ma confinò quel senso di colpa in un angolo del suo cervello. Lei non poteva permettersi il lusso di perderlo e voleva che questo gli fosse bene chiaro.
“Sarah io...”
“Non capisci, Chuck? Se Shaw stasera avesse premuto quel grilletto io, io...” Fu come se una bomba fosse esplosa nel cervello, si piegò sulle ginocchia e si portò le mani al capo. Sentì il suo nome urlato da Chuck ma la sua voce le giungeva lontana. Per lei il mondo si fece buio.

Ciao ragazzi, ecco il nuovo capitolo. Come al solito spero che sia di vostro gradimento. Aspetto le vostre opinioni. Non so se la settimana prossima riuscirò a pubblicare il nuovo capitolo, farò il possibile affinché ci riesca. A presto!!!!

 

   
 
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