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Autore: Valentina66    07/02/2015    6 recensioni
Brian Kinney era rimasto incantato da quello sguardo solo il tempo di due battiti di cuore accelerati, una breve titubanza mentre si chiedeva cosa ci facesse quel ragazzino impaurito dall’espressione eterea in un posto come quello. Ripensandoci quindi anni dopo sorrise, pensando che quell’attimo di insicurezza fosse stato in realtà un avvertimento della catastrofe imminente che si stava per abbattere su di lui, un raggio di sole troppo accecante per lui che voleva restare al buio.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sun in darkness.


 
 
Brian lo guardò: erano ormai quindici anni che lo conosceva. Quindici anni da quando quella testolina angelica era spuntata improvvisamente dalla moltitudine caotica e colorata di Liberty avenue. Brian ripensò a quella sera, indelebile nella sua memoria: quanto era annoiato, quanto tutto quello che lo circondava  gli era apparso banale e squallido..quanto quegli occhi azzurri splendevano nella notte. Brian Kinney era rimasto incantato da quello sguardo solo il tempo di due battiti di cuore accelerati, una breve titubanza mentre si chiedeva cosa ci facesse quel ragazzino impaurito dall’espressione eterea in un posto come quello. Sorrise, pensando che quell’attimo di insicurezza fosse stato in realtà un avvertimento della catastrofe imminente che si stava per abbattere su di lui, un raggio di sole troppo accecante per lui che voleva restare al buio.
Ma Brian all’epoca non si fermava troppo a pensare. Scacciava i pensieri ad uno ad uno, con perizia e continuità. Li scacciava con l’alcol e la droga, con gli orgasmi e i soldi. Voleva tutto e tutti, e voleva quel ragazzino nel suo letto. Quello che non sapeva ancora di volere era un po’ di amore.

Brian lo guardò: era così bello. Si stava imbrattando tutto. Si mandava indietro i capelli con le mani sporche almeno una volta al minuto e ogni volta si tingevano di un colore diverso. Cercò di non ridere, inutilmente.
─ Zitto Brian, o la sveglierai.
─ Scusa.
Brian guardò la bambina che sonnecchiava raggomitolata sul suo petto. L’avevano adottata da tre mesi. Quando avevano visto il suo nome nell’elenco dei bambini che aspettavano una famiglia aveva guardato Justin insistentemente: Sunny, pensava, è la sua. Lui aveva ricambiato il suo sorriso scuotendo la testa e aveva spiegato gentilmente alla signora, che li guardava perplessa, che il suo compagno era un gran romanticone. La signora aveva riso e li aveva portati a conoscere Sunny, una biondina di quattro anni che li aveva accolti con un gran sorriso e poi aveva ricominciato a colorare il suo arcobaleno.
 
Brian osservò ogni suo più piccolo movimento. La concentrazione di Justin era così affascinante..alternava pennellate rapide e nervose, a quelle più lente. Ogni tanto si fermava, osservava la tela, e sfumava i colori con i polpastrelli. Brian non sapeva spiegarsi il motivo, ma quando lo faceva, sentiva qualcosa tendersi dentro di sé.
─ Brian, smettila, mi distrai.
─ Scusa.
─ E finiscila con quello sguardo, stai posando con tua figlia non per un calendario di Kalvin Klain.
─ Scusa. Cercherò di essere meno sexy.
─ Ti scusi troppo stasera, ti senti bene? Che hai combinato??─
 
Brian si accorse che stava dipingendo con la sinistra mentre la mano destra era abbandonata lungo il fianco, stretta a pugno. Gli serviva una scusa per farlo smettere, sapeva che altrimenti avrebbe continuato a torturare la mano finché non avesse finito il dipinto. Brian sollevò delicatamente la testa di Sunny dal suo petto, stando attento a non svegliarla, e lo raggiunse da dietro, facendolo sobbalzare. Gli prese la mano destra dolorante e iniziò a massaggiarla.
─ Sei un pessimo modello, cosa devo fare per farti stare fermo, legarti?
─ I modelli vengono pagati, io invece non ho ricevuto ancora la mia ricompensa.
─ Veramente sono loro che pagano me per farsi ritrarre.
─ Non fare il furbo con me Sunshine, non erano questi i patti.


Brian pensa che è da quindici anni che discute per ogni piccola cosa con quel piccolo testardo petulante, ma stasera proprio non ne ha voglia. Vuole solo prenderselo e portarselo nel letto, leccarselo per bene, trasportarlo di peso sotto la doccia e lavarlo con l’acqua calda, riportarlo sul letto e stare dentro di lui, per poi dormire tutta la notte abbracciati.  Incredibile come si cambi nel corso della vita e come ogni più piccolo pezzo del puzzle si combini in modi impensabilmente meravigliosi. Brian non sa perché stasera si sente così immensamente felice, tanto da sentirsi scoppiare il petto, e da non riuscire più a trattenere il sorriso, ma non vuole più scusarsi per questo, anzi vuole farglielo vedere, tutto l’amore che ha sempre cercato di nascondergli. Non perché oggi sono la bellezza di quindici anni dalla prima benedetta volta che lo ha visto, non è per questo, si sa, lui le ricorrenze le lascia alle lesbiche. E’ perché mentre gli guardava la nuca bionda, lasciava scivolare lo sguardo sui  fianchi stretti, sul culo perfetto, e sulla sua mano destra nascosta in tasca e poi risaliva con gli occhi su per  il suo gomito, fino a vedere la tela dove vi era disegnato perfettamente il suo gemello che lo fissava con gli occhi lucidi, che stringeva teneramente un bimba addormentata, aveva visto come in uno specchio un uomo felice. E aveva capito improvvisamente che tutto il dolore non era andato sprecato.

 
 
Vvalentina continua imperterrita a scrivere fan fiction  fluff sui Britin, anche se sa perfettamente che sono di un melenso indecente e insostenibile.
Capitela, è solo una misera sciocca fangirl.
Fatele sapere cosa ne pensate e criticatela senza pietà, che le fa bene!
 
 
La razionalità di Valentina vi manda tanti saluti e torna a nascondersi da qualche parte in the darkness. 
  
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