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Autore: AndreMCPro    08/02/2015    4 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ebbene, un gruppo di ragazzi sta per essere catapultato nel mondo di Minecraft, dove tra mille pericoli, folli scoperte e fantastiche avventure, andranno alla ricerca del portale che li riporterà a casa.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Creeper, Nuovo personaggio, Scheletro, Zombie
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
A journey into a cubic world

Cap.10 Volere e Potere

 
I Quattro erano finalmente tornati a casa tutti insieme e, su insistente richiesta di Matt e Josh, Sam aveva raccontato loro ciò che era successo, omettendo però la parte in cui Clara diceva di voler restare.
Al sentir nominare una città, Matt intervenne subito: “Enderia? Ti ha detto anche dove si trova?”
“No, purtroppo. Dovremo cercarla per conto nostro” Rispose Sam.
“Forse il ragazzo che era legato con me sa qualcosa… magari è proprio quella la città che ha detto di aver visitato!”
“Probabile” Peccato che nel video non si sia preoccupato di dare un nome a quella cittadella...
“Piuttosto, com’è andata a finire?” Chiese Josh.
“Niente di particolare, mi ha curato, se n’è andato e abbiamo fatto fuori il Mutant. E poi siete arrivati voi”
“Ah” Fece Matt, per poi dare via ad un imbarazzante silenzio, interrotto solo dal ticchettio del pendolo. Fu Clara a spezzarlo -Sam li aveva contati- quarantasette battiti dopo. Guarda caso, attaccò bottone proprio parlando dell’orario: “Abbiamo ancora cinque ore prima che faccia buio. Che facciamo?”
“Non lo so” Disse il ragazzo, facendo spallucce. “Fate quello che volete, purché rimaniate vicino casa”
“Ok” Risposero tutti insieme, e si divisero.
Ognuno si diresse subito verso una specifica occupazione. Matt volle costruire un terrazzo, smantellando un pezzo di tetto e quindi usando parte del fino ad allora inutilizzato primo piano. Josh andò, invece, ad occuparsi dell’orto, e catturò un paio di polli che si erano avvicinati mentre lavorava. Clara, invece, andò al banco da lavoro e si mise a craftare macchinari.
Al vedere che ormai i suoi amici erano diventati autosufficienti, Sam si allontanò sorridendo, e usò il resto del piano superiore per fare delle stanze da letto.
 
La sera giunse in fretta. Josh riuscì ad attirare anche una coppia di mucche e poi si mise a preparare un po’ di pizza. Matt finì il suo lavoro e diede una mano a Sam portando su i letti. Dal canto suo, il ragazzo fece appena in tempo a piazzare l’ultima porta prima che Josh avvertisse che la cena era pronta.
“Allora, quale sarà la prossima mossa?” Chiese Clara quando ebbe finito di mangiare.
“Beh, immagino che dovremo andare nel Nether per recuperare un po’ di quelle… Verghe di Blaze, giusto?” Rispose Matt. Sam annuì, e aggiunse: “Con questa città ci si apre però una scorciatoia. Vedete, i Villagers sono soliti fare affari utilizzando gli smeraldi come moneta. Capita, a volte, che alcuni di loro vendano Occhi Ender pronti all’uso. È ovvio che, in una grande città, abbiamo maggiori probabilità di trovarne uno”
“Ci stai suggerendo di cercare quella città?” Osservò Josh. “Non è male come idea. Non voglio morire bruciato in un mondo abitato da fantasmi!”
“Tuttavia…” Riprese Sam. “…non sappiamo dove esattamente si trovi Enderia. Quindi siamo costretti a continuare per la nostra strada, almeno finché non sapremo qualcosa di più. Perciò, domani dovremo cercare della lava da ossidare… o magari dell’Ossidiana già pronta. Tutto chiaro?”
“Chiaro” Risposero i tre, e andarono ognuno nella propria stanza. Clara fu l’ultima ad andarsene e, quando Sam si decise a seguire i suoi amici, la trovò appoggiata alla porta di camera sua. Essendo poi la più vicina alle scale, la ragazza poté prenderlo per mano e trascinarlo oltre la porta prima che lui fosse in grado di reagire.
Clara, appena varcata la soglia, gli lasciò la mano e si sedette sul letto, Sam rimase invece in piedi, rosso in viso. Non si sarebbe mai aspettato un simile comportamento da lei, specialmente dopo quella settimana che avevano passato in quel mondo. Soprattutto dopo la sua domanda, nella grotta.
Il silenzio spadroneggiava tra i due. Sam si aspettava che sarebbe stata lei a iniziare a parlare, e invece si ritrovò in una situazione terribilmente imbarazzante. Fece leva sull’unico pensiero che gli affollava la mente in quel momento per rompere il ghiaccio: “Allora… Sei sicura di voler rimanere qui?”
“Non vedo perché no…” Rispose lei “Nonostante i vari pericoli, quest’ultima settimana è stata la più divertente della mia vita! Mi piace questo mondo!”
“E i tuoi familiari? I tuoi amici?”
“Sono rimasta orfana a tredici anni, lo sai bene” La risposta giunse secca e atona.
“Ma ti ha cresciuto tua zia! Almeno lei…”
“Tumore al cervello. Lo hanno individuato qualche mese fa. Nemmeno mi riconosce più, ormai.”
“Non me l’avevi mai detto…” Disse il ragazzo in tono dispiaciuto.
“Quanto agli amici, voi tre siete gli unici che posso definire veramente tali”
Sam arrossì. Era bello aver instaurato finalmente un rapporto con lei. Forse, con il tempo sarebbe riuscito a superare anche lo stadio di “amico”… chi lo sa? Ma quando lei si alzò e gli prese le mani, si rese conto di averlo già fatto senza accorgersene.
“Sam… resta con me. Quando tutto questo sarà finito… Resta. Ti prego”
Il ragazzo sorrise. Stava per rispondere di sì, ma il macigno delle responsabilità schiacciò tutti i suoi desideri, distruggendo la sua felicità. L’onda d’urto formò due parole, chiare e dolorose per entrambi: “Non posso”
Sembrò quasi che quella frase avesse tentato di uccidere la ragazza, che si ritrasse e chiese: “Perché?”
Sam spiegò, ma tenne lo sguardo fisso a terra. Non poteva guardarla negli occhi. Avrebbe fatto troppo male. “Se, come sospetto, è l’End la chiave di tutto, una volta entrati non potremo più uscirne, se non tornando a casa”
“Allora non andare!” Lo implorò lei. Una lacrima solitaria aveva iniziato a rigare il suo volto.
“Sarebbe come abbandonare Matt e Josh… senza sapere se sono davvero sopravvissuti! Non posso farlo! Il rimorso finirebbe per uccidermi!”
Silenzio. Clara era immobile, a testa bassa. Il ragazzo vedeva distintamente le sue lacrime bagnare le assi del pavimento e, suo malgrado, non poté fare altro che girarsi ed andarsene. Ma lei lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.
Un bacio.
Un lungo, dolce, passionale bacio.
Era tutto ciò che aveva sempre desiderato. Da quando l’aveva vista, non aveva fatto altro che sognare quel momento, e ora era arrivato. Ma proprio ora che il suo desiderio si era avverato, sentiva un terribile rimorso. Non poteva. Per lui un bacio era simbolo di un legame indissolubile: l’amore. Ma se prima o poi avrebbe dovuto spezzarlo, quel gesto poteva tramutarsi soltanto in dolore. Si divise subito da lei.
“Non posso” Le disse. Ora le lacrime bagnavano il volto di entrambi. Lei era come paralizzata, e lo fissava come se non lo avesse mai visto prima. Lui chiuse gli occhi e varcò la soglia. E, chiudendo la porta, concluse: “Vorrei tanto restare, ma non posso”
 
La notte fu terribile per entrambi. Nessuno dei due aveva chiuso occhio, e la mattina, quando giunsero al piano di sotto, non fu difficile per Matt e Josh capire che qualcosa non andava.
“Tutto bene?”
“Non avete una bella cera…”
I due semplicemente annuirono, e si diressero verso la colazione. Matt e Josh si guardarono per un momento, confusi dall’ambigua risposta, e il primo disse: “Ora che ci penso… chissà se in macchina possiamo trovare oggetti utili…”
“Ti accompagno. Ne approfitto per prendere altra sabbia. I pannelli solari non si craftano da soli!” Rispose il suo compare. I due uscirono quindi dalla casa, lasciando Sam e Clara da soli.
Lei lo guardava in maniera strana. Non era odio, né risentimento. Anche lei si rendeva conto che non potevano abbandonare i loro amici. Sembrava però che gli volesse dire qualcosa. E quando finì di mangiare, diede voce ai suoi pensieri: “E se non fosse l’End la chiave per tornare nel nostro mondo?”
“Non vedo quale altro modo ci possa essere: in Minecraft esistono solamente due portali, e tra i due, quello dell’End è il più disconnesso”
“In che senso?”
“Nether e Overworld sono strettamente collegati e i loro portali obbediscono a delle leggi fisse. L’End è invece quasi del tutto disconnesso dai primi. Innanzitutto, non si possono costruire portali al suo interno. Inoltre, i portali dell’End non sono costruibili e ne esiste uno solo in tutto il mondo. E soprattutto, quando si esce dall’End, invece che tornare al Portale ci si sveglia sul proprio letto. E questo è quanto accade nel gioco. Non mi sorprenderei se qui invece che riportarci indietro ci spedisse nel Tunnel Dimensionale”
“Oh…” Fece la ragazza abbassando lo sguardo. Davvero quella era l’unica soluzione logica. Possibile che il loro destino fosse dividersi per sempre? Come la sera prima, una lacrima iniziò a rigare il suo volto. Appena Sam se ne accorse, la abbracciò dolcemente e le disse: “Non è ancora detto. Non abbiamo la certezza che sia quella la strada per tornare. E anche se lo fosse, in futuro potremmo trovare il modo per farmi restare. Nel caso si presentasse l’occasione, ti prometto che non me la farò scappare”
Lei annuì e ricacciò indietro le lacrime. Il ragazzo si allontanò da lei e si diresse verso il banco da lavoro.
“Ma finché non sapremo come fare, non ci resta che continuare per la nostra strada. Quindi, devo potenziare almeno una trivella. Hai tu i diamanti?”
“No… li ha ancora Matt”
“Idiota… va bene, allora faccio l’acciarino”
Aprì la cassa e prese 1 Ferro e 1 Selce. Appena ebbe craftato l’oggetto, Matt e Josh fecero irruzione nella stanza e si richiusero la porta alle spalle. Il panico si leggeva chiaramente sui loro volti e, allontanatisi dalla porta, la sigillarono con uno strato di Pietrisco e si appoggiarono ad esso. Se l’avessero già avuta, sicuramente avrebbero usato perfino l’Ossidiana.
“Che diamine…” Iniziò Sam, e Josh spiegò subito:”C-c’era uno Zombi vicino alla macchina! Era e-enorme!” Non si capiva esattamente se la sua voce tremasse più per la paura o per il fiatone. E Matt non era in condizioni migliori: “Stava vicino alla macchina, e s-si guardava intorno. Sembrava quasi ci stesse a-aspettando!”
“Alto circa tre metri, braccia sproporzionate rispetto al corpo?” Descrisse Sam. I due annuirono insieme, facendo imprecare sonoramente il ragazzo.
“Via dalla porta, presto! Matt, vai a prendere il tuo equipaggiamento!”
“Subito!”
Passò meno di un minuto, e un boato annunciò l’arrivo del Mutant. Matt corse giù dalle scale che si stava ancora infilando la Corazza. “Che cos’è?” Chiese.
“È lo Zombie Mutant che avete incontrato poco fa” Un altro boato. “E ha compagnia!” Un rumore di teletrasporto. “Una pessima compagnia! Maledizione…”
Un enorme pugno verde distrusse la porta e il pietrisco che la bloccava. Mutant Zombie... Un’esplosione distrusse una piccola parte del muro. Mutant Creeper... Un blocco fu tolto da una mano nera. Mutant Ender…
“Uscite! Vogliamo vedere di che pasta sono fatti i famosi Mutant Killer!” Gridò l’ultimo mostro. La sua voce era incredibilmente simile a quella di un umano.
“Famosi?” Chiese Sam.
“Tra noi mob le notizie circolano molto in fretta, sapete?” Rispose il Creeper con la sua voce strisciante.
“Uscire! Noi distruggere!” Gridò infine lo Zombie. Sam estrasse la spada estesa e fece per uscire.
“A-aspetta, Sam. Davvero vuoi andare lì fuori?” Lo fermò Josh.
“Abbiamo scelta? Se non li combattiamo abbatteranno la casa! Anzi…” si avvicinò al ragazzo e gli prese la spada, impugnandola insieme alla sua. “Dato che non vuoi lottare, questa la prendo io!”
Strinse l’elsa delle due spade estese. Sapeva che tre mutanti insieme erano troppi anche per lui, ma doveva farcela: ne andava delle vite dei suoi amici. E con il cuore a mille, si fiondò fuori dalla casa.
  
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