Luth guardò con preoccupazione il proprio stato e quello del silveradiano: entrambi non erano in grado di proseguire ulteriormente nel combattimento, era necessario un miracolo.
Lui non riusciva a muovere il braccio sinistro, dove la potente onda energetica dell’androide lo aveva colpito, mentre Jokh sembrava stordito e sofferente in molte parti del corpo.
Il loro avversario non pareva, però, interessato tanto a loro, quanto alla Sfera del Drago. Il namecciano lo aveva capito fin da subito: quell’oggetto non emanava solo la misteriosa energia magica, tipica delle analoghe sfere di Namecc, ma anche una vera e propria forza combattiva, ed elevatissima anche.
Era quella forza che aveva attirato Neo-Cell, ne era certo. L’androide voleva sfidare quello che credeva essere il più potente guerriero, perlomeno in quella galassia.
Il combattente non aveva la cultura e l’intelligenza di Zavin per comprendere la vera natura della Sfera, ma sapeva analizzare ogni tipo di situazione e aveva compreso che per nessuna ragione l’androide, né nessun altro personaggio assetato di potere, doveva in alcun modo avvicinarsi a quell’oggetto. Nemmeno suo fratello, il potente mago guerriero, avrebbe mai dovuto farlo: era come se durante quello scontro fosse arrivato a una sorta di illuminazione.
<< Voi due! >> esclamò Neo-Cell, interrompendo quei pensieri, che erano sembrati durare un’eternità, quando in realtà erano passati pochi secondi.
<< Ho cambiato idea, non ho voglia di chiedervi altro. Sarà più divertente proseguire da solo la mia ricerca! >>
Così dicendo, si preparò a una nuova “Kamehameha”, come l’aveva chiamata in precedenza.
<< Che cosa facciamo? Io non riesco a muovere un dito, e tu non sei messo meglio… Credo che siamo spacciati, caro il mio pelle verde. >> scherzò amaramente Jokh.
<< Davvero hai dato fondo a tutte le tue energie? Io credo di no. >> lo spronò invece il namecciano. << Senti cosa faremo.... >>
<< Cosa confabulate? >> li scherniva intanto l’androide, nel caricare la sua onda.
Ma venne interrotto subito: Jokh lo colpì con una serie di sfere di energia a ripetizione. Non erano, in realtà, di grande intensità, ma erano molto luminose e miravano più ad abbagliare il nemico.
Neo-Cell se ne accorse quasi subito, ma bastò quella frazione di secondo per subire la semplice tattica che era stata elaborata sul momento dai suoi avversari.
" Dove è finito il namecciano? " si chiese l'androide.
La risposta arrivò subito: venne preso alle spalle da Luth, che gli appoggiò le mani sulle tempie.
<< Un attacco suicida? Siete già caduti così in basso? >> li sbeffeggiò Neo-Cell, mentre si divincolava.
Ovviamente il namecciano non riuscì a mantenere la presa a lungo. Venne sbattuto lontano dopo poco.
<< Niente del genere, no >>, rispose allora all'androide, << ho solo inserito nel tuo corpo una bomba. Non è una tecnica adatta allo scontro diretto, ma in questo caso... Puoi chiamare questa tecnica “Seme della Distruzione”. >>
<< No, non è possibile! >> urlò Neo-Cell, rendendosi conto del pericolo.
<< Allontaniamoci, pelle verde! >> urlò il silveradiano.
Mentre volavano più lontano possibile, la testa dell'androide emanò raggi di luce, poi... Vi fu un'esplosione violentissima!
...Dopo qualche minuto, i due ragazzi si riavvicinarono.
<< Però, sei davvero spaventoso! >> scherzò Jokh, per smorzare la tensione.
<< ...Avrà funzionato? >> proseguì.
<< Non lo so... >>
Quando la nube si diradò, venne alla luce il corpo dilaniato dell'androide.
Tuttavia, anche questa volta vennero delusi: quella massa quasi irriconoscibile si rialzò in piedi, e iniziò a rigenerarsi.
<< Solo perché la testa è un mio punto vitale, ragazzi, non significa che sia meno resistente del resto del corpo. >> si vantò Neo-Cell, una volta tornato intero.
C'era una consolazione, però: il colpo era stato sentito. Lo si vedeva dall'aspetto molto meno smagliante dell'essere: il viso era parzialmente tumefatto e rimanevano alcune abrasioni sul corpo. Evidentemente aveva dovuto scegliere di rigenerare solo l' "essenziale".
<< E adesso? >> disse Jokh.
Ma arrivò un'altra esplosione, in lontananza. Anzi, più piccole esplosioni.
<< A-ha! Sei nei guai, mostriciattolo! I namecciani si sono liberati, e stanno dando filo da torcere ai tuoi bambini! >> dichiarò il silveradiano.
Neo-Cell si fermò qualche secondo a riflettere, poi sorrise con apparente noncuranza, dicendo: << E va bene, sarà per un'altra volta. >>
Fece una strana espressione con il viso, poi giunse un'enorme nube nella sua direzione. Erano i suoi cloni, i nuovi Cell Junior, che venivano riassorbiti dopo essersi tutti trasformati in piccoli insetti.
Finita quell'operazione, la rigenerazione del corpo dell'androide parve lentamente ricominciare.
"Una tecnica interessante " pensò Luth.
Mentre il loro avversario si preparava a fare qualcos'altro, Jokh gli gridò: << La prossima volta, ci incontreremo uno contro uno! >>
Neo-Cell gli rivolse un sorriso di sfida, poi avvicinò due dita alla fronte, e sparì.