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Autore: avalon9    08/02/2015    1 recensioni
Saga e Kanon. Cento drabble.
Loro. I rimpianti; le somiglianze; il rapporto.
Per provare a capire la loro meravigliosa complessità.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Meltemi'
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[34. Troppo poco]

 

 

 

 

Nell’odore di lavanda secca, il crepitio di foglie di alloro nelle pagine dei libri, il tabacco di vecchie sigarette e il grigio degli anni su letti in ferro battuto. Leonidion è una lama di sole slla tavola consunta dal tempo.

Saga stringe la tazza calda; è malva gli ha detto Kanon. Ricetta di papà.

“È poco” sussurra, una smorfia disperata negli occhi. “Troppo poco.”

“Il tempo?”

“Il tempo; io. Tutto.”

“Ti arrendi?” sussurra Kanon, inghiottendo dolore.

“E tu?”

“Te le ricordi, queste?” chiede, ostinato.

E Saga sorride di due collanine azzurre, la mano di suo fratello salda sulle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ooooook!

Erano millanta mesi (no. Dai. Non esageriamo) che non aggiornavo questa fanfic. Anche se, a onor del vero, buona parte delle drabble sono pronte. Il motivo? Mmmm. Le cambio! Mano a mano che procedo (e riscrivo e ricambio e riscrivo di nuovo) con Mare greco, devo aggiustare anche queste. Ormai, il progetto è diventato tutt’altro rispetto a quello che era all’inizio.

Ma va bene così. Le cose immutabili sono noiose.

Come dice Kanon. O Kannon Bosatshu. O chiunque condivida con me quest’idea.

Intanto, queste due drabble cono un dittico.

Sono nate assieme, e assieme dovevano essere pubblicate. Un po’ come i cari gemellini^^

Comunque, sono uno spaccato, un momento di ritorno alle origini che sto sviscerando meglio in una storiellina che pubblicherò a breve (nota per il lettore: sono un’incallita bugiarda inconsapevole. Io ce la metto tutta, ma poi disattendo comunque. Quindi: il breve è da computare in ere geologico-bibbliche. O forse no. Speriamo!).

Lo sfondo è l’ormai famosa (urka! Penso che nemmeno l’ente del turismo greco ne abbia mai parlato tanto!) città di Leonidion, nel Peloponneso. Dove Saga e Kanon sono nati, insomma.

La casa i n questione, spero sia chiaro, è proprio quella della loro infanzia. C’è ancora, e che, scherziamo? Perché mai dovrebbe esser vecchia e decrepita?

E dentro ci sono, negli scatoloni e sotto a lenzuola che fanno tanto casa spettrale (e sì, un po’ di fantasmi ci sono. Con quella luce ellenica che taglia l’aria e arroventa le pietre. Ma in fondo nel mediterraneo è il mezzogiorno l’ora delle apparizioni. No?), i ricordi di tutta (poca) una vita. Quella fino ai quattro anni, quando il padre è morto e la madre…E no! Mica voglio togliervi la sorpresa! Aspettate!

Il problema, dite? Nel ritornare a casa?

Ecco: come forse qualcuno di voi ricorderà, il problema è Saga. O meglio: il disturbo dissociativo della personalità di cui Saga soffre. E che no, non gli è passato, dopo essersi infilzato in modalità spiedino con lo scettro di Nike. È solo che riesce a controllarlo meglio, grazie ad Atena e al cosmo. Ma un effetto collaterale (che p scientificamente vero!) è la perdita della memoria, almeno fino alla prima adolescenza. Insomma, il nostro Saga soffre di una genetica permanente amnesia. E, con il tempo, rischia anche di risprofondare nel suo status di alienazione. Kanon, che di anni non ne aveva di più, almeno qualche particolare lo ricorda, e negli anni è riuscito a mettere assieme qualche informazione in più.

Ecco, allora, svelata la titubanza di Saga nella prima drabble, e la paura per quel poco tempo concesso della seconda. Ma c’è Kanon, ostinato come solo un fratello sa essere. A raccattare pezzettini qua e là.

Come le collanine con i pendenti blu, che nella cultura greca (anche recente. Non andate sempre a scavare fra i testi classici!) hanno funzione apotropaica e vengono messe al collo dei bimbi.

 

Grazie a tutti, siete sempre magnifiche e magnifici!

Lo so: sono un po’ indietro con le risposte ai commenti. Intanto, qui, faccio una standig ovation a tutti! Per la grandissima gentilezza, le belle parole e gli stimolanti stimoli (sì: è cacofonica, come espressione. Pietà!) che mi fornite!

 

Arigatou gazaimashita!

O, in greco, efharisto!

  
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