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Autore: lemnia    01/12/2008    5 recensioni
A volte la morte rappresenta solo un nuovo inizio...LightXL / MattXMello. Ps. ringrazio tutti coloro che hanno commentato e che commenteranno ancora,ho deciso di continuare solo per le vostre parole....
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Matt, Mello
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Esilefigura

Riprendo la storia partendo dai miei cari flashback...magari qualcuno si è domandato cos'è accaduto fra Yagami e Ross quando si sono allontanati dal gruppo...bhè ecco la macabra risposta!

Avverto che è forse il capitolo più crudo...io vi ho avvertito...

L'episodio è ispirato a quel meraviglioso film che è: GHOSTSHIP

I love it! *.*

Il prossimo cappy sarà interamente dedicato a Matt e Mello...

Per chi è ancora così paziente da leggermi, alla prossima!

Un bacio immenso...


SPECIAL THANKS TO:

Soleya, Marghe88, Slepless, Misa_chan, Cicoria, AngleVirtues


Ps.

Domando perdono per la lunga attesa, per forze di causa maggiore, assicurandovi aggiornamenti più rapidi.

Vi assicuro che non interromperò mai nessuna delle mie fic! Tutte, prima o poi, vanteranno la parola fine fra le loro pagine....

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L'esile figura del diavolo



Era una strana sensazione.

Sentire di nuovo quel liquido denso e caldo colargli fra le dita.

Sembrava incredibile che anche in un posto come quello nelle sue vene scorresse ancora l'emblema stesso della vita.

Le sue pupille si concentrarono sui riflessi che la poca luce, filtrando dalle finestre, riusciva a ricreare su quei rivoli scarlatti.

Ne respirò a pieni polmoni l'odore ferroso, gustandone con la lingua il sapore salato.

Fra le pareti di quella cripta improvvisata, ascoltò il proprio respiro regolarizzarsi mentre l'adrenalina abbandonava il suo esile corpo.

Nemmeno durante il corso della sua esistenza aveva mai provato qualcosa di simile.

Così intenso, reale, bruciante.

Tornò con la mente alla vita che lo aveva ormai lasciato.

Poteva obbiettivamente affermare di aver commesso pochi errori, ma alla fine la somma delle singole parti si era rivelata fatale per lui.

Erano stati inutili dettagli, piccole distrazioni, particolari senza importanza a decretare quella pesante sconfitta.

Sbagliare è umano, per questo tale eventualità non avrebbe mai dovuto verificarsi.

Tutte le mosse si erano incastrate perfettamente le une alle altre all'interno della partita.

Non sapeva assolutamente dire la perdita di quale delle sue pedine lo aveva condannato a finire sotto scacco.

L'unico punto fermo rimaneva ora la nuova partita che stava giocando.

Alcuni personaggi erano cambiati, altri rimasti ed altri ancora avevano addirittura cambiato schieramento, ma il protagonista restava sempre e comunque lui.

La fondamentale differenza, della quale doveva tener presente, era invece quella di non avere più il suo Death Note e per suddetta ragione avrebbe dovuto agire in prima persona, arrivando a sporcarsi le mani.

Come era avvenuto pochi istanti prima.








/ Tanti muscoli racchiusi in un involucro vuoto / pensò Light mentre Ross lo seguiva, fedele come un mastino e con la stessa innata voglia di sbranare qualsiasi cosa lo circondi, attraverso stretti e bui vicolini di quella periferia, per poi entrare all'interno di una vecchia acciaieria abbandonata.

L'enorme edificio era semi immerso dal buio, attraversato da flebili raggi di sole, per poi ritrovare banchi di tenebra.

Yagami sorrise non appena vide il proprio piano prendere le concrete sembianze di un vecchio pozzo, presumibilmente usato come discarica abusiva per materiali tossici.

Afferrò un bullone arrugginito e lo lanciò con forza dall'altra parte del palazzo, trapassando la pelle delicata dell'oscurità, producendone un lamento strozzato ed infine un tonfo sordo, rievocato da un'eco insistente e minacciosa.

In pochi istanti sentì il fiato del suo mastino sul collo.

Cos'è stato?” domandò questi.

Non lo so...Proveniva da quella parte...a quanto pare non siamo soli qua dentro...” sussurrò il ragazzo con voce solenne.

Ok moccioso. Tu resta qui e non muoverti, capito? Vado a controllare!” lo intimò facendosi scrocchiare le dita, preparandosi all'imminente scontro.

Se la sua fosse stata preoccupazione per il compagno di viaggio, il considerarlo un inutile peso o il semplice desiderio di una rissa solitaria, questo Light non lo seppe mai.

Attese che quelle spalle larghe e possenti si allontanassero fino a fondersi con le tenebre e si mise subito al lavoro.

Trovò una vecchia e pesante catena, la cui estremità terminava in un vistoso ed acuminato uncino, e non senza un considerevole sforzo, riuscì ad assicurarla ad un argano, il quale nonostante gli anni d'inattività, si rianimò come un demone dell'inferno, assopito nell'attesa di quel momento.

Light si appiattì contro la parete anch'esso in attesa, due fiere silenziose pronte a sincronizzare l'attacco, mentre Ross ritornava inconsapevole fra le spire dei suoi carnefici.

Ehi, moccioso! Guarda che la non c'era nessuno...Ma dove diavolo sei?!”

Passo dopo passo si avvicinò al pozzo, fino a trovarglisi esattamente di fronte.

Ragazzo non ho voglia di scherzare! Vieni subito fuori!!” ogni predatore ha un innato sesto senso nel comprendere quando egli stesso viene braccato da un predatore ancora più pericoloso.

Dalle ombre due occhi ferini si schiusero, irradiati da un'innaturale striatura porpora.

In quel silenzio minaccioso come un ringhio infinito, enormi e metalliche fauci si spalancarono, denti d'acciaio rifulsero per un secondo.

Si udì un cigolio sinistro e l'ultima cosa che Ross riuscì a vedere fu un gigantesco uncino venirgli addosso.

Non ebbe né il tempo di reagire o cercare di evitarlo, né di percepire il dolore, una belva più potente e spietata l'aveva attaccato alla giugulare, squarciandola all'istante.

L'altro demonio allora, quello dalle affascinanti sembianze di un giovane giapponese, riemerse dal buio osservando il proprio operato con infinito orgoglio.

L'uomo penzolava inanimato, senza vita, grondante di sangue, la mascella arpionata dall'uncino e sul volto un espressione stupita, la carcassa di un vitello in un mattatoio.

/ Devo sbrigarmi, le ferite impiegano poco tempo a rimarginarsi, ma non saprei quanto tempo occorra per ritornare, diciamo così, in “vita” / rifletteva fra sé Kira, poi mise in moto la carrucola e sollevandolo, lo sospese nel vuoto, sopra il pozzo.

Adesso veniva però la parte più difficile...farcelo cadere...

Provò più volte a farlo oscillare ma ne ottenne il risultato opposto, facendo affondare ancor di più l'uncino nella carne del cadavere.

/ Dannazione! Dovrò staccare tutta la catena e gettarvi dentro anch'essa./

Cercò di far scorrere la catena verso il basso ma a metà strada s'inceppò, la testa di Ross che ancora sporgeva dal pozzo.

Tentò allora di sbloccarla manualmente tirandola verso di sé, scordandosi però di quanto sia impossibile addomesticare un animale selvatico ed abbassando pericolosamente la guardia.

Subito la belva si rivoltò contro il padrone ed agganciando un lembo della sua camicia cominciò a trascinarlo nel pozzo assieme a loro.

Kira fu preso dal panico e cominciò a divincolarsi come un verme attaccato all'amo.

Riuscì ad afferrare un pezzo di lamiera a pochi metri da lui e tentò di liberarsi, assestando colpi imprecisi e violenti riuscendo ad andare a segno, strappando la manica e contemporaneamente ferendosi il braccio.

La catena non avendo più niente ad opporre resistenza si lasciò cadere all'interno del pozzo, trascinandosi dietro l'intero argano.

Kira rimase sdraiato su quel freddo pavimento, la lamiera ancora saldamente stretta nel palmo.

Gli ci volle qualche minuto per riprendersi e ritrovare un accenno di lucidità con la quale analizzare quanto fosse appena accaduto.

Improvvisamente percepì un dolore intenso e bruciante che lo portò ad osservare con occhi increduli il lungo solco che gli percorreva il braccio.

Aveva rischiato di tranciarselo di netto.

Stranamente però questo pensiero non lo atterrì, anzi, fece increspare le sue labbra in un sorriso malato fino a farlo esplodere in una risata isterica.

Lo divertiva l'essere riuscito ad uccidere qualcuno senza nessun mezzo soprannaturale.

La parte oscura dentro di sé, quella che Ryuuk gli aveva fatto conoscere, era come un bambino.

Un bambino privo di moralità o sensi di colpa.

Soltanto puro istinto e voglia di apprendere, espressi in uno smaliziato ed innocente sadismo.

Forse in quel caso aveva peccato in eleganza e fluidità ma era pur sempre la prima volta che uccideva in completa solitudine.

Avrebbe affinato la tecnica con il tempo, poiché, ne era certo, quella era stata la sua prima volta ma sicuramente non sarebbe stata anche l'ultima.

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