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Autore: chia_dream    09/02/2015    1 recensioni
Alessia (Alex per gli amici) è apparentemente una normalissima ragazza di 19 anni: è carina, simpatica e ha uno di quei sorrisi contagiosi che sanno mettere di buon umore chiunque le stia intorno. Alex si è appena trasferita in una nuova città, dato che suo padre, dopo la morte di sua madre in un incidente, si è risposato con Sabrina. Sabrina ha un figlio, avuto da un precedente matrimonio finito poi con un divorzio. Questo ragazzo è Marco, un ragazzo di 22 anni, che ormai è come un vero fratello per Alex. E' la prima estate che Alex trascorre in questa nuova città, lontano da suoi amici e da ciò che era abituata a fare, ma ci penseranno Laila (la sua migliore amica), Marco e soprattutto Simone, un amico di Marco, a renderle quest'estate unica e indimenticabile.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La solita luce della finestra mi sveglia, che due scatole, devo abituarmi a chiuderla: meglio avere caldo che essere svegliati tutte le mattine da quella lucina che arriva in faccia. Faccio uno sbadiglio: sono troppo stanca dopo la sera scorsa. Marco. Solo in questo momento mi ricordo del sogno e di chi mi ha accompagnato a casa ieri sera: Simone. Lui e quei suoi occhi verdi non voglio sparire dalla mia testa e dire che lo conosco solo da un giorno; perchè sono così bambina in queste cose? Riesco a fissarmi con un ragazzo che conosco appena e che molto probabilmente non mi avrà mai in nota. Basta! Devo pensare ad altro e prima di tutto mi serve una bella doccia. Esco dalla mia camera e mentre vado in bagno dò un'occhiata alla camera di Marco: è vuota e il letto è fatto. Proprio come pensavo è stato fuori tutta la notte e non è ancora rientrato. Appena torna devo farmi raccontare tutto. Arriva al bagno e come ogni mattina do una rapida occhiata al mio riflesso nello specchio e noto con piacere che la gita al mare di ieri mi ha fatto proprio bene: sono già molto più abbronzata. Apro la doccia e mi butto sotto al getto, voglio levarmi tutto dalla mene e non pensare più a nulla, ma non faccio in tempo a chiudere gli occhi che un pagio verde mi riaffiora in testa. Decido che è arrivato il momento di distrarmi e esco dalla doccia pronta a chiamare Layla. Il telefono sua tre volte prima che la mia migliore amica risponda - Pronto.- - Ciao piccolina.- - Ohi Alex!- - Ho bisogno di parlare un pò con te.- - Spara! Sono tutta orecchie.- Le racconto tutto: di Marco, del pomeriggio al mare, dei ragazi, di Erika e per finire le racconto della serata e di Simone. Passa tutto il tempo ad ascoltarmi e per finire dice - Questo Simone sembra un tipo misterioso. Fossi in te prima di iniziare a provare qualcosa di troppo serio cercherei di capire come è veramente. Giusto per non avere soprese.- So che ha ragione e ha anche ragione sul fatto che devo conoscerlo prima di aspettare una vera e propria cotta. - Va bene Lali, ma non so se ce la faccio da sola. Tu quando arrivi?- - Giovedì mattina.- - Perfetto. Allora ti aspetto tra due giorni, vedi di non tardare troppo che mi manchi da morire.- Ci salutiamo e poi stacco la chiamata. Parlare con Layla mi ha fatto bene e non vedo l'ora che arrivi.
Una volta pronta scendo in cucina pronta per la colazione e trovo mio padre e Sabrina seduti al tavolo - Buongiorno tesoro.- mi saluta mio padre e io ricambio con un sorriso. - Sai a che ora rientrerà a casa Marco?- mi chiede Sabrina. Cavolo! Ora cosa mi invento? Saprà o no? - Emm...Marco...penso che abbia passato la notte da un suo amico. Ieri sera Simone si è sentito poco bene, aveva bevuto troppo, e allora ha deciso di stare con lui stanotte dato che non si fidava a lasciarlo da solo.- - Ah, va bene. Divertita ieri sera?- Sembra essersela bevuta: Marco è in debito con me. - Sì sì molto: abbiamo ballato e ci siamo davvero divertiti.- Per mia grande fortuna l'interrogatorio è finito lì e approfitto di questo silenzio per aggiornare mio padre sull'arrivo di Layla - Papi. Ho appena sentito Lali e ha detto che arriverà giovedì mattina, così potrai vederla per un giorno e salutarla.- So che mio padre ha un debole per lei e devo ammenttere che me ne sto un pò approfittando. - Oh davvero? Sono proprio contento. La prossima volta che la senti dille di salutarmi davvero tanto i suoi.- Mio padre è così: una persona felice e spontanea, che vuole bene a tutti e che ama la sua vita. Penso che l' incidente di mia madre lo abbia cambiato molto: quando ero piccola era molto più distante da me, me adesso è molto meno distratto e tenta di starmi l più vicino possibile, forse perchè ho già rischiato di perdermi una volta. - Va bene pa.- In quel momento si sente la porta di ingresso aprirsi e poi chiudersi e Marco fa il suo ingresso in cucina. - Allora come sta Simone?- gli chiede sua madre preoccuoata come tutte le madri che si rispettino. - Bene perchè?- Cazzo! Perchè non riesce a capire mai nulla quando c'è da ragionare? - Per ieri sera- intervengo io - Mi dispiace, ma ho dovuto raccontarle che stanotte sei stato con lui perchè aveva bevuto un pò troppo.- detto questo gli faccio l'occhiolino e spero che ora capisca, perchè altrimenti giuro che gli faccio un disegnino. - Ahhh...bene, sta molto meglio. Comunque non ti preoccupare avrei detto tutto a mamma e Pietro io appena sarei arrivato a casa.- mi dice sorridendomi. Sabrina e mio padre hanno ampiamente capito che c'è qualcosa che non va, ma sorridono. Sanno che alla nostra età è normale avere dei segreti. Marco si siede difianco a me e comincia a fare colazione con noi.
Finita la colazione io e Marco andiamo di sopra e non appena giriniamo l'angolo inizio con le mie domande da rompiscatole - Allora come è andata? Sei contento? Cosa avete fatto tutta la notte? Aww siete così carini.- - Ohi calmati Puffa! Come avrai capito ci siamo messi insieme e quello che abbiamo fatto stanotte non sono affari tuoi!- mi risponde e dopo di che mi fa la linguaccia. A questo punto mi fa un sorriso da ebete e io prendo il cuscino dal letto e glielo tiro in piena faccia. Iniziamo una lotta ridendo e urlando e in poco tempo sentiamo la voce di mio padre da sotto - Ehi ragazzi, tutto bene? Vedete di non distruggere casa.- e dopo scoppia ridere. Anche io e Marco che ci eravamo fermati scoppiamo a ridere, ma dopo poco lui si fa serio - Sei tornata a casa con Simo ieri sera giusto?- annuisco senza proferire parola: ho paura che mi riveli qualcosa su Simone che possa rivelare che non è quello giusto. Ma subito gli si illumina il viso e un sorriso appare sulle sue labbra - E io che per convincerti a montare in macchina con me ci ho messo due mesi!- Scoppio in una sonora risata senza aggiungere altro: Marco sa perfettamente che dopo l'incidente di mia madre non sono stata molto sicura su una macchina, ma col tempo mi sto abituando e la paura sta passando. Intuendo i miei pensieri mio fratello mi abbraccia e a questo punto dato che la situazione deve essere smorzata gli chideo - Quando e come hai intenzione di dire a mio padre e Sabrina di Erika?- - A dire il vero ci avevo già pensato e penso che prima dovrei vedere se è una cosa che dura, anche se sono convinto che mia madre sappia già tutto.- Scoppiamo a ridere, poi lo lascio solo nella sua stanza e io mi dirigo nella mia. Ho deciso cosa fare questa matina: voglio uscire. Mi preparo abbastanza velocemente e mentre sto finendo di mettere a posto le ultime cose Marco entra nella mia stanza senza bussare. - Ma a casa tua non si usa bussare?!- gli dico scherzando. - Se te lo fossi dimenticata vivo qui.- dice facendomi la linguaccia per poi aggiungere - E comunque ti ho già vista in intimo: giri continuamente per casa mezza nuda.- Gli faccio un sorriso come per chiederli scusa. - Comunque- dice - io e i ragazzi stasera pensavamo di ritornare a ballare, sei dei nostri?- - Hem, si va bene. Dopo dimmi bene così so organizzarmi con le altre cose.- - Va bene Puffa. Ma dove stai andando ora?- - A farmi un giro. Non ne posso più di stare chiusa qui dentro.- Marco sa quanto odi stare chiusa in casa e mi fa un sorriso annuendo - Puffa...se trovi qualcosa che vorresti per il compleanno dimmelo: sono a corto di idee.- detto questo esce mandandomi un bacio. Mi ero quasi scordata che la settimana prossima è il mio compleanno: non mi è mai piaciuto particolarmente festeggiarlo e vorrei soltanto che Marco se ne scordasse. La mia mattinata trascorre così: girando per quella città a me nuova, senza una meta precisa, scuriosando le vetrine del centro.
Dopo pranzo nel pomeriggio, mio padre e Sabrina escono per fare gli ultimi acquisti prima del viaggio dato che mancano solo due giorni alla loro partenza. Decido di restare in camera per riposarmi un pò in vista della serata che mi attende. Non faccio in tempo a stendermi sul letto che sento chiamare dalla sua camera mio fratello - Alex!-. Vado in camera sua e spero per lui che sia una cosa importante, perchè non può immaginare quanto sia pericolosa una ragazza stanca a cui è stato negato il riposo. Mi affaccio alla sua camera e con aria un pò scocciata gli rispondo - Dimmi.- - Scusa non volevo disturbarti, dovevo solo dirti che tra una mezzoretta verrà qua Simo perchè abbiamo da fare una cosa importante e vorrei che tu non ci disturbasi.- - Sì va bene. Comunque sei tu che mi hai appena disturbata.- - Scusa.- mi risponde con aria da cucciolo e mi sento un pò in colpa per vergli dato una risposta così acida, forse non la meritava. Gli faccio un sorriso per rassicurarlo e torno in camera mia. Mi sisemo sul letto con le cuffiette della musica nelle orecchie e ancora prima che possa suonare il campanello sono nel mondo dei sogni. Purtroppo anche questa volta vengo interotta bruscamente da una musica assordante: non ricordo di avere messo la musica così tanto alta e in più non ricordo di avere questa canzone sul mio cellulare. Ci metto un secondo a realizzare cosa sta succedendo: quel coglioni di Marco e Simone hanno messo lo stereo al massimo; e per fortuna che dovevo essere io a non disturbarli. - Marcoo!- urlo inviperita -Cazzo, spegni quel dannatissimo stereo.- Nulla: non mi sente e questo mi fa ancora più arrabbiare, se è possibile. Mi dirigo a grandi passi nella camera di mio fratello, apro la porta e quello che mi trovo davanti mi manda su tutte le furie. Stanno giocando a Fifa. La cosa importante per cui non dovevo disturbarli è uno stupido gioco della PlayStation. Vedo Marcogirarsi appena per vedere chi è entrato e lo stesso fa Simone. Vado verso lo stereo e con grazia (potete immaginare quanta) lo spengo. A questo punto sento dei versi di disaprovazione da parte dei due ragazzi e, purtroppo per lui, è Marco a parlare per primo - Ma cosa fai? Mi serve per concentrarmi.- Non ho parole: peggio di un bambino. Gli rivolgo uno sguardo di fuoco e mi fa un segno come per dirmi che stava scherzando. Simone invece sembra seriamente incazzato. - Oh piccolina calmati. Se volevi fare altro con noi e ti sei indispettita perchè invece stiamo giocado bastava dirlo e saremmo venuti al volo in camera da te a divertirci.- Se prima di questa affermazione ero fuoriosa ora sono straincazzata. - No grazie, penso che ci sarebbe davvero poco con cui divertirmi.- gli dico quasi urlando. E a questa mia affermazione Marco scoppia ancora più a ridere. Faccio per uscire dalla porta, ma Simone si piazza in mezzo - Vuoi verificare?- mi chiede quasi serio: possibile che i ragazzi prendino tutto così alla lettera?! - No grazie.- gli rispondo con un sorriso stampato in faccia e facendomi largo esco da quella stanza e torno in camera mia.
Per tutto il resto del pomeriggio sto in camera a leggere e a rilassarmi senza essere disturbata, ma non posso fare a meno di pensare che evidentemente Simone è davvero un idiota e che ho fatto bene a scoprirlo prima che fosse troppo tardi. Nonostante questo peso anche che forse non mi sono comportata nel migliore dei modi, ma la sua faccia quando me ne sono andata era davvero impagabile: ha l'aria di uno che viene respinto poche volte da una ragazza. Quando sento la porta di ingreso chiudersi capisco che Simone deve essersene andato. Marco non tarda a salire ed entrare in camera mia - Simone è incazzato a morte con te.- mi dice nascondendo un sorriso, che mi fa capire che la cosa diverte anche lui. - Mi dispiace, ma se la è cercata.- gli rispondo scoppiando a ridere seguita a ruota da lui. - Comunque- continua - per stasera pensavamo di andare in un locale sulla spiaggia.- - Perfetto! Però stasera vengo con la mia macchina così non dovrò aspettare te.- gli dico facendogli l'occhiolino. Esce dalla mia stanza facendomi una smorfia.
Mentre siamo sul divano a gurdare un film aspettando i nostri per mangiare mi arriva un messaggio di mio padre, che mi informa che lui e Sabria resteranno fuori a cena. - Mi ha appena scritto mio padre: stanno fuori a cena.- Io e Marco ci guardiamo negli occhi e poi urliamo contemporaneamente - PIZZA!- Prendo in mano il telefono e chiamo la pizzeria mentre sto ancora ridendo. finito di cenare mi precipito in camera: devo prepararmi per stasera. Corro in bagno, apro l'acqua e mi do la mia solita occhiata allo specchio, faccio una smorfia e entro nella doccia. Sono già in ritirdo! Mentre mi asciugo i capelli sperando di dargli una forma decente apro l'anta dell'armadio per scegliere cosa mettermi e soprattutto coe truccarmi in base al vestito. Verso le 10.30 sono praticamente pronta: i capelli sono arricciati e raccolti per metà sulla testa,il trucco è un trucco leggero (a parte per il rossetto rosso) e mi sono messa un vestito azzurro con le spalline sottili stretto fino alla vita che scende morbido fino a metà coscia. Per completare il tutto mi metto un paio di zeppe: Sono pronta. Scendo che mio fratello è già pronto che mi aspetta sul divano e con mia grande sopresa noto che accanto a lui c'è Erika. Sono davvero troppo carini mentre si fanno le coccole. - Ehi sono pronta.- gli dico per segnalargli la mia presenza. - Sei bellissima.- mi dice Erika con un grande sorriso sulle labbra. Non posso fare a meno di notare lei e devo dire che se io sono bellissima allora lei è davverostupenda. Purtroppo non faccio in tempo a risponderle perchè Marco si mette in mezzo - Ehi, occhio che divento geloso.- dice facendo il finto offeso. - Tranquillo non te la rubo.- lo rassicuro e Erika fa lo stesso dandogli un bacio. Ridiamo e scherziamo per una mezzoretta buona e poi decidiamo finalmente di avviarci. Prendo la mia macchina e seguo Marco e Erika. decido di mettere su un pò di musica: non mi piace guidare con del silenzio. Guidiamo per una buona ventina di minuti e poi arriviamo davanti a quella che mi sembra una discoteca sulla spiaggia: deve essere questa la nostra destinazione. Parcheggiamo e ci dirigiamo verso l'entrata dove dobbiamo trovarci con gli altri. Mi guardo intorno e noto che intorno a noi c'è davvero tanta gente e non posso fare a meno di chiedermi se siano tutte beneitenzionate. Fortunatamente non abbiamo da aspettare molto prima che gli altri ci raggiungano. - Ciao ragazzi!- saluta Luca. -Ma guarda che carini i due piccioncini.- osserva Gabriele guardando i due ragazzi difianco a me - Per fortuna mi avete salvata.- esclamo - stavo facendo solo il terzo incomodo.- e detto questo scoppiamo tutti a ridere. In quel momento ci raggiunge anche Simone, che saluta tutti e mi lancia un'occhiata come di sfida: forse dovrei andarmi a scusa per oggi. Entriamo nella disocteca e ci dirigiamo al bar per prendere qualcosa da bere e ci sediamo ad un tavolino sulla spiggia. Questa discoteca è davvero fantastica e sono così tanto assorta nei miei pensieri gurdandola che non mi rendo conto della domanda che ha appena fatto Luca. - Eh? Scusa non ho sentito.- gli dico scatenando una risata generale. - Ho chiesto se vi va di andare a ballare.- Vedo Marco ed Erika che sia lazano all'istate. - A me non va molto, vi raggiungi tra un secondo: prima vado al bar a prendermi un'altra birra.- - Va bene.- esclama Gabriele alzandosi contemporaneamente a me. Solo in quel momento mi rendo conto che Simone era sparito da un pò. Mi dirigo verso il bar mentre gli altri vanno verso la pista, ordino la birra e mi siedo su uno degli sgabelli che sono difronte al bancone. Prendo la mia birra e mentre sto per pagare una mano si mette tra la mia e quella del barista e sento una voce alle mie spalle - Offro io e dammene un'altra.- Mi giro e trovo due occhi verdi che mi guadano. - Grazie.- gli dico semplicemente e quando anche lui ha la sua birra in mano si siede difianco a me. A questo punto mi sento in dovere di parlare e soprttutto di scusarmi - Senti scusami per oggi.- gli dico osservandolo mentre beve un sorso dalla bottiglia e non posso fare a meno di soffermarmi sulle sue labbra. - Tranquilla, anche io ho esagerato.- mi risponde. Gli faccio un sorriso e anche io prendo un sorso di birra. Finite le birre ci guardiamo negli occhi e lui chiede - Andiamo in pista a raggiungere gli altri?- - Certo! Ma prima devo fare un salto in bagno. Vi raggiungo la.- E in un lampo mi giro e vado vero i bagni. Non faccio in tempo a varcare la porta che sento due braccia prendermi per i fianchi e girarmi. Guardo Simone con aria interrogativa e ancora prima che riesca a dire qualcosa le sue labbra sono sulle mie e una sua mano è andata sul mio culo sorpassando la stoffa del vestito. Mi scosto con non poca fatica da lui e lo guardo infuriata. - Ma sei coglione!- gli urlo contro fuori di me: non mi ero sbagliata sul suo conto è solo un idiota che ci prova con qualunque cosa respiri. - Eh dai su. Non mi dire che andare in bagno non era una scusa per fare questo.- mi dice quasi diverito, ma io sono davvero arrabbiata e gli mollo un ceffone in pieno viso. Ora quello incazzato nero è lui e mi urla contro - Dai cazzo Alex! Hai 19 anni divertiti.- Queste parole mi spezzano in due e non riesco a fare altro che correre fuori dal bagno e poi fuori dal locale gettandomi sul sedile della macchina.

Alex hai 16 anni divertiti...

I ricordi si fanno sempre più vivi.

Inizio Flashback
- Dai Alex! Hai 16 anni divertiti.- mi aveva detto quel ragazzo che credevo essere innamorato di me. Avevo 16 anni allora ed ero in un priodo buoio e triste della mia vita. Dopo la morte di mia madre nell'incidente nel quale io ero sopravvissuta, ero diventata schiva e avevo finito per finire in un giro di amici non molto raccomandabili. In quel periodo mi ero allontanata molto da Layla e avevo cominciato a fumare e drogarmi. A quel tempo conoscevo a malapena Marco ed ero solo convinta che un altro matrimonio di mio padre avrebbe comportato il totale mio abbandono da parte sua. A farmi entrare nel giro era stato Daniele, un ragazzo di due anni più grande di me per il quale avevo preso una cotta, tanto da credere di essermene innamorata. Io e Daniele ci eravamo messi insieme ed erano più o meno un mesetto che ci frenquentavamo. Quel giorno eravamo nella sua camera distesi sul letto ed io ero trafatta, tanto da non rendermi conto dei baci umidi che mi stava lascando sul collo. Una sua mano stava vagando sotto la mia maglietta e stava azzardando di più di quello che, da lucida, sapeva gli avrei permesso di fare. In un momento di semilucidità gli scostai la mano quasi impaurita e lui sorridendomi mi aveva detto - Dai Alex! Hai 16 anni, divertiti.- Ci era voluto poco a convincermi nelle condizioni mentali in cui ero e piano piano avevo ceduto. Mi ritrovai a ricambiare i suoi baci con passione e più approfondiva il bacio più sentivo di averne bisogno, come se fosse della droga. Mentre la sua bocca vagava per sul mio collo aveva cominciato a sfilarmi la maglietta e piano piano ci eravamo ritrovati nudi l'uno difronte all'altra. Come prima volta non era stat delle migliori e devo dire che se potessi tornare indietro vorrei davvero cancellare tutto dalla mia mente. Dopo esersi messo il preservativo era entrato senza troppi complimenti e ho provato unicamente dolore e odio verso me stessa. Non vedevo l'ora che finisse e quando e successo ero come pietrificata. Daniele non si era preoccupato molto di me e non ci mise molto tempo a dirmi che l'unico motivo per cui si era messocon me era quello. Mi sentivo usata e frustrata e desideravo soltatanto poter cancellare quella parte della mia vita. Fortunatamente mi vennero in contro Marco e Layla e grazie a loro riuscì a superare quel periodo e la mia dipndenza.
Fine Flashback

Ho guidato fino a casa con questi ricordi che mi frullano in testa e con le lacrime che mi rigano il volto. Parcheggio la macchina e una volta entrata in casa mi precipito in camera mia chiudendo la porta e lasciandomi scivolare su questa fino al pavimento. Mi metto la testa fra le ginocchia accovacciate e spero soltanto che questo dolore passi. I ricordi della mia prima volta fanno male: non sono mai riuscita a cancellarli dalla mia mente anche se è l'unica cosa che vorrei fare. Una volta che mi sono calmata e le lacrime hanno smesso di scendere vado in bagno per sciacquarmi il viso e prepararmi per andare a letto anche se non so quanto dormirò. Mi stendo sul letto rannicchiata col le ginocchia al petto e aspetto che tutti i miei pensieri si dissolvano nella speranza di poter prendere sonno e poter, anche solo per poco, scappare da questa realtà. Penso a Simone e a Daniele e mi rendo conto che non sono poi così diversi come credevo, che forse sono proprio uguali. Le parole di Simone stasera mi hanno fatto male e mi hanno riportata ad un ricordo doloroso che non ho mai voluto rivelare a nessuno. " Dai cazzo Alex! Hai 19 anni divertiti." Con queste parole che mi tomentano mi addormento immaginandomi quelle labbra stupende che le pronunciano.


Spazio Autrice
Scusatemi per l'assenza ma ho avuto vari esami. Spero comunque che il capitolo vi piacia. Se avete consigli o suggerimenti o volete farmi sapere se vi piace la storia scrivete delle recensioni. Baci a presto. Chia
  
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