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Autore: _piccolascrittrice_    09/02/2015    8 recensioni
Questa fan fiction è il sequel di "Il risveglio".
Ambientata tra la seconda serie -More blood- e la terza -Dark fate-,
i capitoli allacciano la mia fantasia con alcuni passi della trama originale.
Cosa, o meglio, chi dovranno affrontare Yui e i fratelli Sakamaki?
Davvero la morte del Capostipite non avrà ripercussioni su di loro?
Sarà necessario fare una scelta, che segnerà profondamente ogni vampiro.
Una scelta che deciderà le sorti delle famiglie Sakamaki, Mukami e anche gli Tsukinami.
Lasciando svelare la vera essenza di Yui Komori.
Dunque, vi invito a seguirmi in questi nuovi capitoli,
che illustreranno risposte e porranno altri temi, culminando con la fine della storia.
Ma secondo voi...sarà un lieto fine?
...O finirà tutto in un bagno di sangue?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 18 L'unica immagine in cui appare (parzialmente, oltretutto) il padre adottivo di Yui, Seiji-sama

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L'agghiacciante, atroce, crudele, indubbia consapevolezza piomba su di lei con un boato assordante.
Da quell'istante, non ci sono più pareti né pavimento né porte né anziano;
solo un pensiero, un'unica, semplice frase ripetuta all'infinito nella sua mente:
Sono la figlia di Karl Heinz.

Profondamente ripugnati, il suo corpo e la sua anima tentano di ribellarsi: le impongono di accucciarsi, abbracciando le ginocchia tremanti con braccia altrettanto inferme;
le comprimono il torace, nell'utopia di soffocarla; lasciano che i suoi occhi si sgranino,
le iridi lampone così simili a quelle di sua madre; la fanno scoppiare in lacrime, tra singulti strazianti.

Con tutta sé stessa, si rifiuta di accettare la verità.
...Ma il suo passato è deciso a non darle pace.

Infatti, da un momento all'altro si sente strappare via dalla sua bolla di agonia, tirata in piedi con forza da Seiji-sama:
quell'uomo, ormai consunto dall'età e dal pentimento, che le ha saputo insegnare solo la fede in Dio rispetto alla cruda realtà che l'ha sempre circondata, abbandonandola poi in balia di una famiglia di vampiri, nonostante conoscesse la verità sul suo passato e,
con ogni probabilità, anche il suo triste destino.
A quel punto, animata da una scarica di puro odio, la fanciulla lo spinge via, sussurrando con voce grave: -Non mi toccare.-.
L'anziano urta la schiena contro la parete, senza cercare in alcun modo di attutire il colpo, e le rivolge uno sguardo carico di rimorso
e rammarico.
-Ti prego, non fare così figlia mia-. Le dice, quasi implorando, e calcando con naturalezza il tono di voce sulle ultime due parole.
Il volto di Yui viene solcato da altre lacrime, questa volta di muto fiele, mentre si prepara ad urlargli addosso.
Ma, congiungendo le mani in segno di preghiera, l'anziano la precede e domanda, con una punta di accondiscendenza: -Non sei stanca di vivere all'oscuro di tutto?-; poi si affretta ad aggiungere, notando la collera divampante della giovane: -Non cacciarmi via proprio ora. Sono venuto qui per dirti tutta la verità e chiedere il tuo perdono-.

Quell'affermazione, pronunziata con innegabile sincerità, e la penosa postura del vecchio, in procinto di inginocchiarsi ai suoi piedi come farebbe un peccatore dinnanzi al suo Dio, la svuotano dal risentimento. Da ogni emozione, in realtà.
Così, accompagnata da un sospiro, si accosta nuovamente al freddo angolo e gli fa un cenno con la mano, invitandolo a proseguire.
L'uomo si accinge a parlare, mentre lei chiude istintivamente le palpebre.
-...Sin dalla tua nascita, eri destinata a trasformarti in vampiro. Perché il tuo scopo è sempre stato quello di tua madre, una volta scoperta la sua nuova natura: partorire il nuovo capo della dinastia dei vampiri. Nel tuo caso, il secondo, in linea di successione.
Karl non ci mise tanto a capirlo. Ma intuì anche che tu avresti dovuto concepire il prescelto accoppiandoti con un individuo del suo stesso sangue, in un certo senso, reale. Shin e Carla furono estraniati da questo progetto, poiché solo e soltanto il capo della dinastia poteva adempiere all'eredità del potere. I due fratelli, allora, sentendosi oltraggiati ed invidiosi, abbandonarono te e tuo padre a voi stessi. Karl, comunque, aveva già preso una decisione. Fu allora che lo conobbi: venne a bussare alle porte della mia chiesa in una notte tempestosa, cercando riparo per l'infante che teneva in grembo. Osservando le tue piccole dita intirizzite dal freddo, la tua cortina profumata di capelli chiari,
gli occhi color lampone grandi e innocenti, l'espressione del tuo visino, fragile e al tempo stesso determinata...Capì subito che c'era qualcosa di speciale in te. Chiedendomi di accudirti, tuo padre mi diede una sola raccomandazione, portandomi, con il suo sguardo intenso e oscuro puntato su di me mentre parlava, ad imprimerla nella mia memoria per tutti gli anni a venire: al compimento dei tuoi diciassette anni, avrei dovuto lasciarti partire per andare a vivere in una grande villa di sua proprietà, allora disabitata, nelle vicinanze della cittadella. Io acconsentì alle sue richieste non senza pormi domande, e lo vidi dileguarsi nel buio per l'unica ed ultima volta nella mia vita. Profondamente colpito dalla fiducia riposta in me, affiancata da un'incrollabile fede in Dio, mi presi cura di te con amore e pazienza, ritenendo giusto proteggerti da ogni scaglia di quell' ambigua verità di cui venni a conoscenza nel corso degli anni. Ci fu un lungo periodo, infatti, dove tra le panche della chiesa veniva a pregare una giovane donna, di nome Christa: minuta e costantemente pallida, aveva lunghissimi capelli ondulati tendenti al bianco e due iridi rosee che esprimevano immensa malinconia. Volendo riuscire a carpire le ragioni dietro quella sua espressione sofferente, entrammo presto in confidenza e lei mi raccontò poco per volta la storia narrata della leggenda, il tuo passato, la sua vita. L'ultima cosa che mi rivelò fu del suo matrimonio con tuo padre. Poi, da quella placida mattina di domenica, non la rividi mai più, ma poco tempo dopo sentì dire che era stata rinchiusa prigioniera in un' alta torre nella villa di suo marito. -sembra d'un tratto avere il respiro corto. -Nella sua proprietà abitarono, tra l'altro, le sue due altre mogli, Cordelia e Beatrix, e la prole a seguito: sei giovanotti di età vicina, tutti bellissimi e misteriosi, diversi tra loro sia d'aspetto che di carattere. -fa una lunga pausa. -...Non ebbi mai il coraggio di cercare Karl, chiedergli risposta ai dubbi che m'assillavano sin da quell'oscura notte di tanti anni fa.. Ma presumo che la ricomparsa di Cordelia, il successivo ritorno di lui stesso in persona, la sua...morte -sospira pesantemente-, non facessero parte dei suoi piani. Io...Io ho sempre nutrito grande rispetto per quell'uomo, tant'è che mi sembrò giusto che tu andassi ad adempiere al tuo compito,
per quanto mi fossi diventata cara, comprendi? -Inizia ad infervorarsi- Ho messo da parte il mio egoismo poiché la tua venuta alla villa, dov'erano rimasti solo i suoi sei figli, i tuoi fratellastri, non poteva che significare una cosa: era arrivato il momento!
Il momento in cui il potere di capo della dinastia sarebbe stato ereditato dal vampiro da te scelto. -Ora la guarda quasi con disperazione- Tuo padre ha fatto tutto questo per te, non capisci? Se non fosse stato per sua moglie...A quest'ora tu saresti felicemente sposata con Shu-san, o magari Ayato-san, Subaru-san...E non ci sarebbero Shin e Carla a darti la caccia per vendicarsi,
né quei quattro orfani avrebbero osato acquisire il potere!-.

Uno scalpitio improvviso, proveniente dall'altra parte dell'uscio principale, interrompe bruscamente il soliloquio dell'anziano.
-I Sakamaki...-. Riflette debolmente la fanciulla, la mente inghiottita da un vortice d'emozioni contrastanti.
Decide di aprire gli occhi: vede l'uomo inghiottire a vuoto, poi, con voce vibrante di paura reverenziale, sussurrarle: -Ho parlato anche troppo...e non mi sento pronto a raggiungere Dio, oggi.-. Pare un attimo perso nei suoi pensieri, dopo di che, i suoi occhi si accendono di nostalgia ed aggiunge, guardandola dritto in viso: -Yui, ora pensa a metterti al sicuro. Un giorno, potremmo incontrarci. Potresti venire a farmi visita in chiesa, cosa ne pensi? Così potremo pregare insieme, ed io potrò chiedere il tuo perdono.-.

Nonostante tutto quello che le ha detto, malgrado ciò che non ha fatto; in quel breve, effimero istante Yui percepisce l'impulso di stringerlo a sé in un abbraccio, piangere sulla sua spalla, consolarlo, dirgli che lo avrebbe perdonato.
Ma è solo un istante.
Se ne resta lì, infatti, abissata nell'angolino freddo e semibuio, mormorando: -Va bene. Ora ho bisogno di restare da sola.-.

Il vecchio incassa il colpo e si stringe tra le spalle cadenti, fissandola per un lungo attimo con sguardo vacuo.
Poi dice: -Va bene-; nient'altro. Si avvicina all'uscio sprangato. Fa rotolare sul pavimento i due manici di scopa. Spalanca cautamente la porta sinistra. Le volta le spalle. Sparisce.

-Finalmente sola.-. Pensa allora la fanciulla, ma senz'ombra di sollievo.
Barcollando pericolosamente, riesce ad aggrapparsi in tempo al bordo del lavandino, posto lì nell'anticamera dei bagni, prima che possa cadere rovinosamente a terra.
Maledicendosi tra sé e sé, afferra il pomello del rubinetto con entrambe le mani e lo ruota lentamente: china il viso sul getto d'acqua ghiacciata ed inizia a lavarlo, sfregandovi con letargia le palme delle mani. L'acqua pare riattivarle piacevolmente i sensi, placando anche il furioso pulsare delle tempie. D'un tratto, anche i pensieri che le vorticano in testa sembrano assumere una certa logica.
Sicché, quando le due porte dell'ingresso sbattono alla sua destra, lei si sente piuttosto rilassata. Ipotizza, persino, che sia semplicemente ritornato Seiji-sama, magari perché vuole insistere per incontrarla quanto prima.
Si sarebbe rivolta a lui con gentilezza e calma, se non fosse che la figura, ora ferma accanto a lei, non è il suo padre adottivo.

L'impatto contro il muro le manda in panne il cervello: senza sapere come, da quanto e soprattutto, perché; si ritrova schiacciata contro il petto di Ruki, il quale le ha immobilizzato avambracci e gambe in una morsa delle sue lunghe dita.
-Basta, vi prego-. Implora silenziosamente Yui, avvertendo l'impulso di vomitare.
Il vampiro, incurante della sua espressione febbricitante, sbuffa a denti stretti, sibilando: -Abbiamo poco tempo. Vedi di non urlare
e farò in fretta, capito?-.
Lei sgrana gli occhi, sicura di non aver compreso che cosa intendesse dire, anzi, prima di tutto, cosa accidenti ci faccia lì con lei, mentre la solleva per le anche e...si slaccia la cintura dei pantaloni?
Folgorata da quell'ovvietà, il nanosecondo dopo gli ha già sferrato una gomitata in pieno viso, urlandogli di lasciarla andare.
Lui, evidentemente preso in contropiede, indietreggia bruscamente, mentre si tasta con aria allibita il labbro ferito. Un rivolo di sangue gli cola giù per il mento.
Bruciante di un misto d'ansia, terrore e adrenalina, Yui guizza rapidamente lontano dal vampiro, scivolando lungo la parete.
Quando è vicina all'uscita, la sua vocina interiore si azzarda a commentare, sgomenta: -Non riesco a credere che Ruki sia disposto ad assoggettarti in questo modo.. pur di avere il potere.-.
La giovane si morde il labbro inferiore e, reprimendo l'istinto di voltarsi per prenderlo a schiaffi, si fionda sulla porta a doppi infissi.
Ruki non le permette neanche di lanciare un grido di sorpresa quando l'afferra da dietro, tappandole prontamente la bocca con le dita insanguinate. Le avvolge l'altro braccio intorno al torace, imprigionandola, e la strattona indietro.
-Sappi, Kachiku
, che fuori non ci siamo solo noi e i tuoi fratellastri ad aspettarti. Permettimi di violare adesso la tua purezza e magari anche il vecchio avrà vita salva. Tutto finirà qui, con me e te.-. Le ringhia ad un orecchio, freddo e tagliente.

Se ha pensato veramente di poterla violarla, si è sbagliato. L'indignazione inizia ad arderle nelle vene.
Con uno scatto dominato da quel sentimento pressante, Yui morde un dito della mano premuta sulle sue labbra, facendo grugnire il vampiro, e percependo la stretta intorno al torace allentarsi, ne approfitta per dinvincolarsi. In questo modo, riesce a spalancare l'uscio, ma nello stesso momento lui l'artiglia dalle spalle: stramazzano entrambi sul pavimento della galleria, accompagnati da tonfi inequivocabili. Schiacciata dal corpo del vampiro, la giovane si aspetta di udire gridolini di sorpresa da parte dei passanti, che si li vede capitombolare così all'improvviso dal bagno pubblico.
Invece si sente soltanto, in lontananza, l'eco di un grido, e il rumore di passi frenetici.
Per fortuna, la galleria sembra deserta.
O forse no. Forse non è neanche una fortuna.
Si scambia un'occhiata con Ruki, nei cui occhi pare riflettersi il suo stesso panico, dopo di che è libera di muoversi: lui si sta alzando in piedi, con circospezione.
Oppressa da un terribile presentimento, Yui lo imita.
Ed è allora che, sotto i suoi occhi allibiti, stanchi, confusi, impauriti...che Carla spezza l'osso del collo a Seiji-sama.


Angolo autrice:
...Buooonasera a tutti!
Beh, come v'è sembrato il capitolo? ":D
Sono riuscita a farvi comprendere tutta la storia che c'è dietro la nostra Yui? Per qualsiasi dubbio o incomprensione,
ci tengo che me lo facciate presente!
E insomma, sfatiamo il mito del mega-incesto tra Yui e i fratelli Sakamaki c.C ...Sono "solo" i suoi fratellastri xD
Anche se l'ho appena fatto brutalmente fuori x'), vorrei sapere il vostro parere sul personaggio di Seiji-sama ((:
Vi ha sorpreso il finale, quindi? Secondo voi cosa succederà ora?
Non smetterò mai di ringraziare tutte le mie amiche, di cui desidero leggere il parere anche su questo capitolo *^*
Perché senza di loro non sarei mai, e dico mai, arrivata fino a questo punto!!! <333
Bene, sperando di non aver deluso le vostre aspettative in alcun modo...
La vostra piccolissima scrittrice va a trastullarsi con la neve X"D; arrivederci a tutti e alla prossima!







 























   
 
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