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Autore: roseinwonderland    09/02/2015    1 recensioni
“Vedo che non è mai venuta. E questo mi dice ogni cosa.”
“Allora perché è venuta proprio lei a chiamarmi? Poteva venire chiunque altro.”
[fanfiction Loki/Nuovo personaggio][Leggete solo se avete visto entrambi i film!]
--->ATTENZIONE! Questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE conto degli avvenimenti di un futuro Thor3!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DI PRELETTURA
Continua la nostra storia…[SPOILERS!] | L'oscurità si riempe di fiamme. Nient'altro dico ^^ | Copertina ---> http://alicebloomsburypotter.tumblr.com/image/86007313604

Dark ebony


Per gli dei!”
 
Loki uscì dal portale di slancio, finendo a terra di faccia.
 “Una mano?” Lei si trattenne a stento dal ridere mentre lo aiutava a rialzarsi. Loki la guardò con finto fastidio, quindi si concentrò sul luogo d’arrivo: un pozzo nero che odorava di ferro e minerali, di umido, quasi fosse l’oscurità stessa a prendere forma e odore laggiù. Non esattamente invitante.
 
 “Vieni prigioniero piagnucoloso, il portale non rimarrà aperto a lungo. Abbiamo solo due ore per evitare una guerra tra mondi.”
“Non potevi impostare un timer più lungo? Non so, una settimana…? Sai, avremmo potuto fare anche una vacanza, il posto non è male.” Loki sfiorò le pareti completamente nere e piene di spuntoni.
 
No, decisamente un territorio ostile.
 
Meridia alzò gli occhi al cielo e s’incamminò nel buio, seguita a ruota dal dio.
 
***
 
Il luogo era comunque affascinante una volta che vi ci si immergeva: una città identica ad Asgard, ma completamente sotterranea. Un’enorme metropoli fatta di corridoi, volte immense e saloni, ma anche periferie e stanze per la servitù: un palazzo sconfinato, un unico intrico di corridoi che si snodava per miglia nella roccia e nella terra calda.  
 
Un enigma fatto di pietra e buio, impregnato di calore, di spuntoni dalle pareti scure e di pavimenti lastricati. Un mistero, ma non per la donna davanti a lui, che procedeva spedita tra le svolte, le curve e le strade. Le domande si affollavano nella mente del giovane gigante di ghiaccio.
 
 “Meridia.”
“Sì?”
“Non hai una mappa…
“No.”
“…ma sai dove stai andando.”
 
La velocità di lei aumentò, i passi erano frettolosi ora.
 
“Fermati.” La voce di lui era tesa.
Lei si voltò: “Loki, ti fidi di me?”
Lui sospirò lentamente: “Purtroppo sì.”
“E allora, te ne prego, fidati finché puoi, concedi a questa lealtà ancora una possibilità.”
Dopo un lungo sguardo penetrante, il dio prigioniero annuì e riprese a camminare pensieroso, gli occhi persi sul pavimento, tra i suoi pensieri e i suoi dubbi. Meridia allontanò lo sguardo da lui, puntandolo davanti a sé.
 
Gli sto mentendo. Avevo promesso che non l’avrei mai fatto. Ma dopotutto, anche lui aveva giurato, una volta. Forse eravamo troppo piccoli per simili promesse. I bambini fanno costantemente giuramenti, pensando di poterli mantenere. Sospirò. Era tutto più facile quando eravamo anche noi così…semplici.
 
Un ricordo comparve nella mente della donna: due ragazzini, una croce sul cuore ciascuno, in un vecchio giardino. Ma era passato così tanto tempo che il ricordo era troppo sbiadito per poter essere certi che fosse reale.
Forse era solo la sua coscienza che le gridava addosso.
 
Dopo minuti interminabili, finalmente una luce di una porta illuminata. Svariate guardie, demoni in fiamme ,simili a quelli giunti ad Asgard, sorvegliavano la camera accesa dalle torce.
“E ora?”  Il re degli inganni ha raggiunto la guerriera, e le è a fianco.
“Ora entriamo.” E lei si gettò nel cono di luce senza esitazione.
 
***
 
 
Chiedo udienza al re!”
 
 
Nel giro di qualche frazione di secondo una decina di custodi puntava le lance alla sua gola. Il più vicino, gli occhi fiammeggianti, si avvicinò a grandi passi:
 
” Chi chiama sua maestà?”
“Meridia, figlia di Litha, Primo Erudito di Corte ai tempi della Luce Cadente.”
 
Tutto fu detto in un sol colpo, come un pensiero rinchiuso da anni.
La guardia si bloccò con un singulto. I suoi occhi si scurirono di lacrime;  sorrise di gioia e s’inginocchiò dinnanzi a lei. Le restanti guardie, i visi coperti di stupore genuino, caddero a terra insieme alle lance, con reverenza.
Loki la guardò interrogativo, fece per parlare, ma lei scosse la testa, abbassò le ciglia ed entrò spedita nel salone.
 
Questo era immenso: pareti altissime di pietra scurita dal fuoco, culminanti in un immenso lampadario indescrivibile, di sola fiamma; si avvolgeva, ruotava, scivolava su se stesso e nel suo fuoco, sprizzando piccole scintille. Le sentinelle dietro di lei, rialzatosi, la seguivano ora a distanza,  mentre avanzava verso  il trono centrale: un enorme, immenso, dorato, scranno lucido, che conteneva un uomo alto, scuro di pelle e di capelli tanto quanto era chiaro il suo sedile. In mano uno scettro nero e fumoso, solo una semplice lancia liscia, che risplendeva come la bruna ossidiana. Ma la punta, lunga e sottile, terminava acuminata, così affilata che bastava sfiorarla per tagliarsi. Il re, vestito di pantaloni dorati e una lunga veste, aperta sul petto, si voltò verso sconosciuti, posò gli occhi sulla donna e sorrise maligno.
 
“Quanti anni.” Si alzò lentamente e scivolò verso di lei. “Quanti anni, mia prediletta.”
 
***
 
“Tu lo conosci?” Loki non si trattenne più e sbottò di colpo .
Il re si volse verso di lui sprezzante: “Certo che mi conosce, figlio di Asgard. Lei era”  Le sfiorò una guancia, e lei girò la testa di scattò, infastidita. “mia.” Fece una pausa, sospirando. “Sappi che al tempo della Grande Luce Cadente, una cometa luminosa sfiorò il nostro mondo, e Litha, Primo Erudito, nonché mio vecchio amico, riuscì a imbottigliarne parte dell’essenza per me. Lo lodai a lungo, e gli chiesi di darle forma: lui creò una bambina, la più divina e bella delle creature.” Piantò gli freddi occhi sulla donna riccia. “Le diede il nome di Meridia. Ma quando io venni a reclamare ciò che avevo richiesto anni prima, lui fu restio a liberarsene: voleva conoscere prima il suo destino. Gli dissi che la piccola, allora di soli 7 anni, sarebbe cresciuta a corte, e compiuta la maggiore età sarebbe stata mia sposa. Quindi lo lasciai, con la promessa di tornare la sera successiva. Ciò che non considerai fu la follia di quel vecchio.”
Sputò a terra irato.
 “Riuscì ad attivare un portale tra i mondi, e vi gettò dentro la piccola per salvarla da me. Ma quanto pare a nulla è servito, visto che ora la bella bambina è tornata all’ovile.” Strinse un braccio di lei con forza, e si avvicinò al suo orecchio, sussurrandole: 
“Mostrati finalmente.”
 
In risposta lei cercò di divincolarsi senza successo. L’uomo scuro sorrise malizioso.
“Vedi di fare la brava bimba, Meridia.” La sua mano si fece sempre più calda, e lei sentiva il calore bruciarle la pelle, marchiarla. Una scarica di piacere invase il suo corpo quasi istantaneamente, e lei la represse in fretta, ma non abbastanza da riuscire a trattenere un basso gemito.
 
“Ti è mancata questa sensazione vero? Il fuoco” Le sfiorò la guancia con le labbra. “ti fa impazzire.” Le sue dita si accesero di fiamme ardenti, che divamparono sulla pelle delicata della donna.
 
Meridia si accasciò a terra, infiammandosi di un bagliore accecante. Per qualche istante i presenti non videro più nulla, feriti dalla luce talmente forte da rendere scuro il lampadario. Uno stordimento generale percorse tutti i presenti, che necessitarono di qualche secondo prima di poter vedere nuovamente.
 
Poi, eccola.
 
Lei era lì, il corpo incandescente, e Loki vi fece scorrere lo sguardo, su ,lungo le gambe sottili, sulle cosce sode e sul ventre piatto, fino al volto: ogni parte era identica a prima, ma di pura fiamma. E gli occhi neri come l’ebano, sovrastavano tutto.
 
Le labbra si socchiusero e ne fuoriuscì un sospiro di piacere. Rialzatosi, fece qualche passo, bruciando il pavimento perlaceo senza curarsene troppo. Quindi alzò un braccio, lo sospese per qualche secondo, poi rise e lo rilasciò cadere: la vampata ardente che ne fuoriuscì incenerì il trono dinnanzi a lei, come fosse di carta.
 
Infine si voltò verso il re: “E’ vero, sono passati davvero troppi anni, caro.”


ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Sìlososonoinritardodimesi. Mi odiate. ç.ç La scuola scusate, davvero, io cerco di scrivere e non ho mai tempo u.u
Coomunque eccoci qui. Spero vi piaccia. Grazie di tutto , a tutti quelli che sono arrivati fin qui ♥
#roseinwonderland

 
 
   
 
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