Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: PONYORULES    10/02/2015    3 recensioni
« Facciamo cinquecento grammi? ».
« No, stavolta non funzionerà ».
« Ok, cinquecento grammi di mandorle e duecento di fichi secchi » continua imperterrito.
Taehyung lo spinge via, usando l'unica mano libera. Nonostante ci sia poco spazio, per un attimo vede sparire la testa dell'amico mischiarsi alla folla che sta aspettando pazientemente la metro.
« Ti ripeto che non serve a farmi cambiare idea ».
« .. e una bottiglia da tre litri di succo al kiwi » conclude JungKook, mentre entra con fare distratto nel vagone. L'amico lo affianca, si siedono accanto e per dieci minuti non si parlano tra loro.
Potrebbero essere scambiati per perfetti sconosciuti, anche se con divise uguali continuano a sostenere ognuno il proprio cipiglio. Si guardano attorno: l'uno fissa la mappa delle linee metropolitane, l'altro conta le fermate che mancano, controlla di non aver sbagliato come è solito fare anche se scende alla stessa da che ne ha memoria.
« Due ».
« Mh? ».
« Hai capito benissimo ».
« No, affatto » sul viso del più giovane si apre un sorriso accattivante. « Due cosa? ».
« Due bottiglie, sei litri in totale » ora è il più grande a sorridere. « Prendere o lasciare ».
[Pairing: YoonKook/TaeJin] [Cameo: Block B, Apink]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The X Place
The Y

Si avvolge nella coperta appena siede sul piccolo divano di casa. Per primi, si copre i piedi, ondate di gelo che partono dalle appendici e sembrano arrivare al petto.
Hai le mani fredde, Yoongi. Perché hai le mani così fredde? Sei preoccupato per qualcosa? 
Di nuovo, l'ondata dei ricordi lo destabilizza, talmente tanto che si aspetta di cadere con le ginocchia a toccare terra, anche se è già seduto.
Si circonda la testa con le mani, fiumi di parole che lo inondano, non gli lasciano scampo. Ciò che per anni ha arginato -barriere sempre più spesse costruite con dedizione, costanza e coraggio- sta tornando fuori e non ricorda l'ultima volta che ha pianto per Baekhyun.
Non gli ha solo spezzato il cuore. Ha fatto di peggio: lo ha allontanato, abbandonato come un giocattolo difettoso. Si è sentito usato, e la gioia che ha provato per un lungo -infinito- anno fra giornate di sole e gli occhi scintillanti dell'altro sembrano essere stata una menzogna.
Baekhyun è stata una menzogna, un piccolo quanto importante sogno che non ha lasciato nel cassetto ma che ha coltivato, come le piante che suo padre cura nel piccolo giardino dietro casa.
Come suo padre ha raccolto dalla strada uno scheletrico ed emaciato Kim Seokjin, lo ha accolto in casa come parte integrante di una famiglia che stava cadendo a pezzi anche senza una presenza in più a complicare le cose.
Per mesi, non singoli giorni, Yoongi lo ha considerato un peso, una persona in più da sfamare. 
Sente uno sguardo su di sè, così raddrizza la schiena e con gesto svogliato accende la tivù.
Lo sguardo continua ad essere insistente, ma non vuole dargli la soddisfazione di aver capito tutto.
Jin si siede accanto a lui, difficile capire se lo stia guardando ancora oppure se ha scelto di cominciare a portare rispetto al genere umano.
Un tentativo sarebbe gradito.
« L'ho visto » biascica, mentre apre un cartone di succo alla pera. Ingolla tutto il liquido senza proferire altro.
« Dove? » la voce di Yoongi trasuda disperazione. Dovrebbe odiarlo, è partito senza dire niente e non ha più avuto modo di sentirlo. Un nodo alla gola si contorce da minuti interi e non si scioglie. Quando comincia a pensare a quante cose potrebbero essere cambiate nel viso delicato di Baekhyun, il cuore sembra scoppiargli nel petto.
« No, non me lo chiedere » Jin è categorico, e si chiude nel suo mutismo.
L'amico scatta, si alza in piedi e cerca di raggiungere l'ingresso di casa, in cerca del suo paio di scarpe. Deve uscire, vuole correre e i suoi occhi guizzano fra le scarpe ma non trova le sue.
Un braccio lo trattiene, comincia a stringersi all'altezza del gomito.
« Insisto » si sente ammonire.
« Non capisci ».
« E questo mi giustifica a lasciarti andare. Io credo tu sia una persona di grande intelletto, Yoongi. Non farmi dire quanto ti stai rendendo ridicolo in questo momento ».
« Per favore » di nuovo, scaturisce quella bontà che è insita nella sua persona. Ma questa volta vuole usarla a suo favore ed una fitta al petto, lancinante, fa scaturire in lui i sensi di colpa. 
« No » risponde semplicemente Jin, scrollando le spalle. Ma quando ritrae la mano e incrocia le braccia, l'altro non può che strabuzzare gli occhi e aprire la bocca per la sorpresa. « Fai quello che vuoi » conclude con uno sbuffo.
Le ultime parole che pronuncia, Yoongi non le sente neanche perché è uscito con le scarpe in mano. I suoi calzini si bagnano all'istante a contatto con un mucchio di neve e impreca in un sussurro, mentre cerca di recuperare un po' di quella pazienza che sa di essergli rimasta.
Deve sbrigarsi, è certo che Jin abbia incrociato Baekhyun nel negozio di alimentari che si trova a due isolati di distanza. Quando ha finito di fare l'ennesimo doppio nodo parte, fa leva sulle ginocchia e si dimentica di avere dei polmoni. Per un attimo trattiene il respiro ma dopo qualche secondo eccolo in cerca d'aria, mentre attraversa la strada col rosso e ferma le macchine che inchiodano accanto alle sue caviglie troppe volte perché lui non si domandi se non stia sbagliando qualcosa.
Quando il suo cervello razionalizza di essere vicino, comincia a rallentare il passo ma il fiato rimane affannoso, non smette di ansimare.
Il negozio di alimentari è pieno di persone nonostante l'orario. Vede stranieri, mamme di fretta, muratori ma non c'è nessuno che possa assomigliare alla persona che più di tutti vuole rivedere. Mentre si avvia alle casse, le spalle curve dalla delusione, sfiora con le mani un pacchetto di patatine alla paprika e lo porta con sè, unico baluardo di gioia in quella sera che preannuncia un'altra nevicata.
Si chiude nel cappotto, maledice l'aver scordato la sciarpa sul ripiano della cucina.
« B., ma si può sapere dove ti sei cacciato? Come sei andato a comprare le sigarette nel negozio di fronte?! E dirmelo magari?! Aish~ » una voce roca esplode dietro di lui e Yoongi sobbalza. Per lo spavento fa cadere il pacchetto e rimane sconvolto dalle mani che glielo rimettono fra le braccia. Sono affusolate, enormi e gentili allo stesso tempo. 
« Non volevo spaventarti » boccheggia il ragazzo, mentre raddrizza la schiena. È alto, Yoongi crede che possa sfiorare il metro e novanta, ed ha degli occhi grandi. 
« Nessun problema » biascica, mentre si impone di non fissarlo. 
Gli passa accanto mentre un fruscio di vento gli fa chiudere di istinto gli occhi. Si immobilizza e il gigante alle sue spalle sussulta. Nonostante la sua mole, è circondato da due piccole braccia, che passano attorno allo sterno e si intrecciano dietro alla sua schiena. Un volto è stretto contro al suo petto.
« Scusami, non volevo farti arrabbiare ».
« Ero solo preoccupato ».
« Sei arrabbiato? ».
Il ragazzo alto comincia a ridere mentre continua a stringerlo a sè. Yoongi perde l'uso della parola quando lo vede baciare il ragazzo più basso sulle labbra, facendone scaturire uno schiocco.
Comincia ad incamminarsi, trovandosi a disagio al guardare quel gesto di incondizionata intimità e si domanda se l'abbia rovinato in qualche modo.
« Non riesco ad arrabbiarmi con te, Baekhyun. Ti amo troppo per riuscirci ».
Min Yoongi si cristallizza, dimentica tutto e il mondo comincia a perdere i colori brillanti che ha visto fino ad un attimo prima: le insegne luminose al neon sbiadiscono al passaggio della sua retina e crescono i punti d'ombra nel suo campo percettivo.
Stringe il pacchetto di patatine talmente forte che lo sente stridere contro ai polpastrelli. Non sa dove trova la forza, ma con un gesto meccanico si tira su il cappuccio e riprende a camminare. Non vuole vederlo, non vuole più sentirne parlare. Tutto ciò che prova è solo un cuore che fa troppo male per poterlo sopportare. 
Le gambe diventano pesanti come colonne di marmo.
Mentre aspetta di attraversare le strisce pedonali, cerca di calmarsi ma per farlo ha bisogno di guardarsi alle spalle. Sa di star percorrendo una strada poco frequentata e non sente nessun suono provenire da dietro. Quindi si toglie delicatamente il cappuccio della giacca invernale e si gira, ignaro, speranzoso di aver ragione.
Gli occhi sono rimasti gli stessi, sono dolci e hanno una forma che risulta anonima a molti ma che hanno sempre avuto un qualcosa di particolare. Non vi è peluria sul viso, solo un lieve pallore dovuto al freddo. Le sue labbra si sono ingrossate appena, sono leggermente più rosse di quello che ricorda.
« Suga » sussurra Baekhyun, mentre gli occhi si dilatano. 
 
  
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