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Autore: xaki    10/02/2015    2 recensioni
Sherlock nella sua doccia...pensieri e lacrime
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La catarsi
La Catarsi

Le lacrime scorrevano giu dal suo viso, oramai la vista gli si era appannata, i ricordi gli inondavano il cervello per ciò che c'era stato nei suoi pensieri, ma che non c'era stato nella realtà. Questo è ciò che faceva Sherlock quando era solo. Piangeva .
Era da solo nella sua doccia e le goccie d'acqua si mischiavao alle lacrime salate dei suoi occhi. Era da solo, di nuovo. Solo nella sua doccia.
Con il dito scrisse sul vetro: Alone again.. Parole stupide e vuote per la sua parte razionale, tutti i suoi bisogni fisici potevano essere soddisfatti senza l'aiuto di nessuno: poteva nutrirsi ,  vestirsi ,  fare la spesa, lavorare,dormire, masturbarsi, piangere...tutto da solo. No, nella sua mente lui non aveva bisogno di nessuno. Ma oramai qualcuno, che era entrato nella sua mente, aveva trovato la chiave per accedere al suo cuore e come si dice? Chi oramai è abbituato a qualcosa, quando gli viene tolta ne sente la mancanza. Questa è statistica: se sei sempre andato a lavorare in macchina, un giorno che tu non ce l'hai, senti che qualcosa non va e sei parecchio infastidito. Questo è esattamente successo a Sherlock: lui si sentiva amato da qualcuno, un giorno questo qualcuno se n'è andato, lui ora ne sente la mancanza. Logica. Fila tutto. Per tutti è così. Se non fosse che il detective non si ritiene un "tutti". Non è lui quello che odia stare con la gente? Non è lui che odia lavorare con qualcuno? Non è lui quello senza sentimenti? Ma perchè adesso odia camminare da solo? Perchè adesso si volta continuamente per cercare qualcuno che non c'è? "Perchè sei umano anche tu". La risposta...l'unica che non avrebbe voluto darsi..."Umano". Un uomo, con dei sentimenti, con un bisogno che a volte scavalca tutti gli altri: sentirsi amato..."Io voglio che qualcuno mi ami". Troppo generico Sherlock. Riprova. "Io voglio che lui mi ami" . Ci siamo, anche tu sei arrivato alla conclusione giusta, anche se hai impiegato troppo tempo. Sei decisamente negato per i sentimenti.
Chiuse gli occhi, cercando di non pensare a nulla, cercando di fuggire dal suo stesso minde palace, pieno di stupidi pensieri, che gli si appiccicavano addosso come l'acqua che lo bagnava. Mise le sue mani sulle sue spalle, cercando di abbracciarsi e di darsi conforto in qualche modo. Era stato arrabbiato con se stesso per troppo tempo. Lo era perchè si diceva sempre che avrebbe dovuto fare qualcosa prima che accadesse, prima che se ne andasse, ma indubbiamente non aveva mai concluso nulla, non era mai riuscito a dire le parole famose... ma il passato è passato, l'unica cosa che abbiamo è il presente e l'unica cosa che ci rimane è il futuro, perciò è inutile piancere su un qualcosa di già terminato. "Nunc tibi ignosco"* diceva Seneca e per una volta o forse per tutte le volte lo avrebbe fatto anche lui, si sarebbe perdonato. Noi stessi siamo gli unici con cui dobbiamo convivere per il nostro per sempre. Non possiamo rimanere arrabbiati, altrimenti ci sgretoleremo come delle pietre scavate dalla potenza dell'acqua e di noi non rimarrà nulla se non la polvere di ciò che eravamo o meglio, la polvere di ciò che saremmo potuti essere, ma che abbiamo rinunciato ad essere.
Sherlock si abbrciò più forte, avrebbe voluto fosse qualcun'altro a farlo...Ma chi oramai? Se lui se n'era andato?
"Il Tempo guarisce ogni cosa, il cervello la dimentica, il cuore si cicatrizza". Ora lui non c'è più. Chi deve arrivare arriverà.


xaki


  
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