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Autore: veronika95    10/02/2015    2 recensioni
MYSTRADE con accenni JOHNLOCK
Mycroft e Greg collaborano insieme da una vita. Ma cosa succederebbe se entrambi si accorgessero che sono più di meri colleghi l'uno per l'altro?
La storia di un lento innamoramento.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 - MY TYPE
Take a look around the room
Love comes wearing disguises.
How to go about and choose?
Break it down by shapes and sizes.
I'm a man who's got very specific taste.
You-you-you're just my type
Oh, you got a pulse in you, are breathing
You-you-you're just my type
I think it's time that we get leaving
You-you-you're just my type
When there's loving in the air,
Don't fight it, just keep breathing.
I can't help myself but stare
Double check for double meanings.
I'm a man who's got very specific taste.
My type - Saint Motel





La sveglia strillò che Greg era già sveglio seduto sul letto, le spalle e la testa poggiate sulla testiera morbida. Fece scivolare la mano in un gesto stanco per spegnerla, segnava le 5.00; aveva dormito poco e male, il pensiero di Mycroft lo aveva torturato per tutta la notte; succedeva sempre quando non era con lui. Aveva paura di aver osato troppo, sapeva che bastava davvero poco per fare irritare Holmes, uno sguardo troppo lungo, poche parole di troppo, una battuta da evitare e forse Mycroft non gli avrebbe più parlato. Era così difficile capire cosa gli balenasse in mente, con quegli occhi di ghiaccio e con quel cuore di ghiaccio. Greg si sforzava ogni volta di essere il più interessante possibile; Mycroft era un uomo fantastico, era geniale ancor più di suo fratello mentre lui era un semplice poliziotto. Gregory non aveva mai temuto le sfide, era sempre stato coraggioso, aveva fatto carriera a NSY perché era sempre il primo a fronteggiare il pericolo, a fare irruzione e a volte beccarsi anche qualche pallottola. Per questo motivo quando si trovava di fronte a Mycroft riusciva sempre a farsi valere, a fronteggiarlo e qualche volta persino ad imporsi. Inoltre, c’era da aggiungere, che per chissà quale motivo Mycroft lo faceva sentire stranamente bene, stranamente in pace, non era mai ansioso con il suo sguardo cucito addosso, mai dubbioso quando  gli parlava.
Tuttavia tornato a casa iniziava a rimuginare, a ripensare a tutti i suoi gesti, alle sue parole, agli sguardi, ai sussurri e ai battiti mancati, consapevole che Mycroft sapeva cogliere con facilità tutto quello.
Maledizione che tortura, che continua tortura e che dannato enigma era Mycroft Holmes.
Iniziò a vestirsi in fretta, con quella fiumana di pensieri in testa, infilandosi la prima tuta che trovava. Una volta uscito frugò nella tasca della giacca per cercare le chiavi dell’auto, salì in macchina e prima di metterla in moto prese il cellulare.


————SMS A MYCROFT HOLMES————

Sto arrivando, spero non sia troppo presto e di non averti svegliato GL

Sono già sveglio, non ho dormito molto sta notte MH

Cinque minuti e scendo MH

Sei stato male? Non hai dormito, perché ? GL

Niente di importante, solo… pensieri MH

Immagino che il governo inglese sia pieno di pensieri GL

Gregory, non penso sempre al lavoro MH

Interessante… GL

Cosa? MH

Tu! Tu sei interessante :) GL

Oh buon Dio, muoviti, fa freddo MH

Potevi aspettarmi dentro GL

Arrivo subito, Mycroft GL



“Ciao Mycroft…”

“…Gregory”


Mycroft scivolò nell’auto con una mossa fluida ed elegante e richiuse in fretta la portiera. Mycroft riusciva a risultare elegante in tutto ciò che faceva, anche nei gesti più banali, anche quando era in tuta, era sempre bellissimo ed affascinante; era come un serpente che si muoveva lento, con gesti ben calcolati ed ammaliava le sue vittime, fino ad ipnotizzarle, fino a farle cadere. Non che Gregory si sentisse una vittima -non si era sentito così nemmeno quando lo sequestrava le prime volte- ma si sentiva ammaliato da quell’uomo -fottuttamente ammaliato Cristo-.
Greg rimase a fissare Holmes ancora per qualche attimo e si accorse che stava tremando.

“Ora accendo l’aria calda, sei uno sprovveduto dovevi aspettarmi a casa, così starai male!”

“Non importa…avevo bisogno dell’aria fredda per schiarirmi le idee, adesso smetti di parlare come mia madre e metti in moto”

“Sissignore!

Guarda è ancora molto buio

Vedremo l’alba insieme oggi”

“Dio come sei sentimentale è solo un fenomeno come un altro, la terra gira, il sole sorge ancora, e ricomincia un altra noiosa giornata, succede ogni 24h non lo sapevi?”


Greg decise di non dar retta alle lamentele dell’uomo accanto a lui. Sapeva che in realtà Mycroft non la pensava davvero così e che almeno un po’ era felice di essere con lui, altrimenti non avrebbe mai accettato la sua proposta. Gli Holmes fanno solo ciò che vogliono fare. Inoltre lamentarsi era proprio nel suo carattere, lo faceva apposta perché sapeva che Greg era paziente con lui. I loro caratteri erano totalmente opposti, la spensieratezza di Greg alleggeriva il cinismo di Mycroft, mentre l’immensa serietà di quest’ultimo rendeva il poliziotto più riflessivo e meno irruente. Si completavano davvero, non era solo una di quelle frasi fatte, perché a Mycroft andava bene puntualizzare di continuo e vanificare i sentimentalismi di Greg, e lo yarder non si sarebbe mai stancato di insistere.
Quindi come ogni volta Greg sospirò, roteò gli occhi e poi tornò a parlare.

“Hai mai guardato l’alba?”

“Mmh… no… non a Londra almeno. Ogni tanto ho dovuto agire sul campo in alcune missioni, in paesi lontani, troppo freddi, o troppo caldi. Erano volte in cui le notti non finivano mai e agognavo l’alba. Non so forse era troppo desiderata per ammirarla davvero. Poi tra un complotto di stato e una sparatoria non ho mai avuto il tempo… ”

“E a Londra invece, perché no?”

“…forse perché non mi chiamo Gregory Lestrade… Anche quando sono sveglio a quest’ora rimango in camera al buio, mica sono un romantico come te”

“Hai proprio bisogno di un romantico come Greg Lestrade

sono contento di guardare l’alba con il mio migliore amico comunque”

“amico? migliore amico?”

“Solo tu riesci a dire una parola bella come amico con quel tono di stizza! Sei davvero impossibile, Mycroft. Senti non so se “migliore amico” sia la definizione corretta, ma so che sei la persona che conta di più per me. Mia moglie non l’ho più né vista né sentita dopo la separazione, non ho figli, i miei genitori sono lontani, e tu  sei la persona con cui mi trovo meglio, non sei solo un collega e no….so cosa stai pensando…non sei un mio superiore e non sono nemmeno il controllore di tuo fratello. Quindi non voglio etichettare per forza il nostro rapporto, tu sei solo quello che conta di più ”


Mycroft sembrò scosso a quella dichiarazione, anzi se Greg avesse potuto scegliere un termine per descriverlo in quel momento avrebbe optato sicuramente per sconvolto; si era girato verso Greg con gli occhi completamente sgranati e lo fissava come per voler capire se il poliziotto stesse effettivamente dicendo il vero. Greg lo lasciò fare dal momento che era sicuro delle parole appena dette e la reazione così fuori dai canoni di Mycroft lo aveva anche divertito; con la coda dell’occhio lo vide girarsi piano di nuovo verso il parabrezza e guardare un punto indistinto. Nella vettura calò il silenzio, ma non era né pesante né imbarazzante era solamente uno dei tanti silenzi che Lestrade aveva imparato a rispettare e a comprendere. Probabilmente Mycroft si era chiuso nel suo Mind Palace come faceva il fratello.
Arrivarono al parco circa venti minuti dopo e Greg parcheggiò l’automobile e non appena fece per voltarsi, dovette davvero fare violenza su sé stesso per non scoppiare a ridere. Mycroft si era addormentato durante il viaggio, il collo incassato nelle spalle, le braccia incrociate, le gambe accavallate. “Cavolo Mycroft riesce ad essere mortalmente serio anche mentre dorme” pensò Greg ridacchiando; tuttavia non poteva fare a meno di pensare che con i lineamenti insolitamente rilassati Mycroft aveva una sorta di aria angelica. Si prese ancora qualche secondo per guardare il viso del suo amico -ehm amico certo- poi con tutta la buona volontà che aveva scese dall’auto, l’unico pensiero che lo riscosse fu che se Mycroft si fosse svegliato si sarebbe di certo arrabbiato vedendo che lo fissava, aprì l’altra portiera e poi urlò.

“Forza bella addormentata, sveglia!”

“Mmm… Gregory c’è proprio bisogno di urlare?”


Greg si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio dall’orecchio del politico. Urlò ancora più forte.

“A dire il vero sì!”

“Ora arrivo, sei davvero antipatico…”

“Ma senti da che pulpito”


I due presero a camminare vicini fino all’inizio del sentiero del parco. Era ancora molto buio e nell’aria aleggiava una foschia che rendeva difficile vedere a pochi palmi dal naso; i lampioni, però, illuminavano il percorso che i due uomini avrebbero percorso correndo.
Greg guardava Mycroft di sottecchi, i suoi occhi quasi bagnati da tutta quell’umidità scivolano veloci sul contorno dell’altro uomo. Linee perfette gli incorniciavano il corpo, Mycroft era alto e incredibilmente magro, non era per nulla muscoloso nonostante il jogging e questo lo dotava di una delicatezza fuori dal normale. Greg si beò della vista di quel corpo finalmente messo in risalto da abiti aderenti, poi guardo ancora il volto di Mycroft con quell’espressione da angelo ma allo stesso tempo da demone con le lentiggini e i capelli rossi che ricadevano ad accarezzare il viso. Quanto avrebbe voluto, Greg, avvicinarsi e scostare piano i capelli dal suo viso, accarezzargli gli zigomi e posare delicatamente le labbra sulle sue in una carezza leggera.
Mycroft si voltò all’improvviso verso Gregory facendo arrossire quest’ultimo; Greg non voleva che Holmes deducesse i suoi pensieri, perché erano pensieri nuovi, che aveva da poco, che lo confondevano, lo prendevano a pugni e poi lo lasciavano a terra straniato e tramortito; non era mai stato attratto da un uomo prima e questo anche se per lui non costituiva un problema un po’ lo spaventava. Si era riscoperto gay a mezza età? Non lo sapeva, non ne aveva idea; sapeva solo che più stava in compagnia di Mycroft Holmes più credeva che lui fosse proprio il suo tipo.
Mentre cercava di nascondere l’imbarazzo nel buio della notte notò che Mycroft prese dalla tasca l’ipod con gli auricolari

“Scusa non vorrai mica correre con le cuffie ignorandomi bellamente, vero ?”

“Io corro sempre ascoltando musica”

“Beh per sta volta ascolterai il suono della mia voce, che è praticamente come la musica”

“Cristo quanto sei cretino, ora vedi di starmi dietro”





“E’ davvero molto buio…”

“Ovvio il sole non è ancora sorto, è come fosse notte fonda; devi sempre ribadire l’ovvio Gregory?”

“Stavo solo cercando di fare un po’ di conversazione”

“Beh non farlo! conversare non ti si addice”

“Mi spieghi perché sei così scorbutico oggi, come se non fosse difficile sopportarti durante tutti gli altri giorni”


Greg vide Mycroft rabbuiarsi; lo aveva visto mortalmente offeso alzare la testa come una regina del dramma, ma non l’aveva mai visto rattristarsi in quel modo. Sentì di dover dire qualcosa. Dannazione Holmes poteva dire qualsiasi tipo di cattiveria e invece non appena lui si permetteva di scherzare se la prendeva a morte. Oh Mycroft, dannato Mycroft-perfetto-Holmes cosa avrebbe dovuto fare con lui.

“Mycroft stavo scherzando”

“Se sopportarmi è così difficile per te, nessuno ti costringe a farlo”

“Eh dai Mycroft non ero serio; lo sai che sto bene quando sono con te… non avevi detto che devo smettere di ribadire l’ovvio?”

“Tu sei come una mina vagante, Lestrade, non si sa quando potrebbe scoppiare.. sei imprevedibile”

“Infatti questo è il motivo per cui tu stai bene con me…ora dimmi cos’è successo, perché sei più “nervoso” del solito?”

“Non è nulla…te l’ho detto ho avuto una nottata un po’ agitata”

“Ah non dirlo a me non ho chiuso occhio in tutta la notte”

“Davvero? Perché? ”

“Sai al lavoro c’è un tipo che continua a trattarmi male, mi considera inferiore, mi insulta, mi ridicolizza e si prende gioco di me”

“Stai parlando di Sherlock?”


Mycroft sembrava così serio che per un momento Greg seppe per certo che se non fosse stato il fratello allora avrebbe scatenato le forze del MI6 contro questo “tale”. Era così divertito che decise di proseguire con lo scherzo.

“No no non lui, un parente forse; io lo tratto sempre bene, sono gentile con lui, insomma davvero adorabile, ma lui nulla si ostina a rispondermi male e vanifica tutti i miei sforzi di avvicinamento”

“Tu sei davvero uno sciocco, non sto più ad ascoltare le tue fesserie”


Mycroft indignato prese gli auricolari e quando fece per inserirli nelle orecchie, Greg veloce gli sfilò l’ Ipod di mano iniziando a correre veloce

“Gregory smettila, non fare il bambino e ridammelo”

“Vieni a prenderlo”


Mycroft accelerò il ritmo della corsa riproducendo lo stesso allungo che Lestrade aveva fatto poco prima; era molto più allenato del poliziotto vista la stanza palestra in casa sua, così in poco tempo l’ebbe quasi raggiunto.
Greg deviò di scatto fuori dal sentiero, sul prato dove i lampioni non illuminavano molto. Mycroft prese Gregory per una spalla e quest’ultimo si girò ancora correndo finendo rovinosamente a terra e portando con lui anche il politico.
Greg sentì prima la rugiada gelida sulla schiena e poi il piacevolissimo calore del corpo di Mycroft che premeva sul suo torace, sullo stomaco, sulle gambe, su ogni centimetro di lui. Il calore del suo corpo era dannatamente famigliare, dannatamente eccitante, sentì un afflusso di sangue in una zona dove non doveva affluire in quel momento, ma prima che accadesse l’irreparabile Mycroft scivolò accanto a lui.
I due si guardarono e poco dopo Greg iniziò a ridere in una maniera così spensierata e sguaiata che Mycroft non riuscì proprio a non seguirlo. Risero a lungo tutti e due, la spalla destra di Mycroft attaccata alla sinistra di Greg e i capelli che si sfioravano. Improvvisamente Mycroft gli afferrò la mano in una presa calda, salda e sicura -e bellissima, Dio davvero bellissima- mentre con l’altra mano infilò una cuffia nell’orecchio di uno sbalordissimo Lestrade, infine fece partire una canzone.
Greg lo scrutò cercando di leggergli dentro, invano; poi chiese

“Perché?”

“Sono io quello più intelligente Gregory”

“Cosa c’entra?”

“Beh sono stufo di essere stupito, tocca anche a me stupire un po’ ”


Greg ridacchiò mentre Mycroft spostò piano la testa sino a toccare quella di Gregory.
L’erba era gelata, l’aria era gelata e persino il mattino era gelato, ma gli unici brividi che Greg sentì furono quelli di piacere provocati da Mycroft.
Rimasero così per molti minuti, la musica di Mycroft nell’orecchio era recente ma con uno stampo retrò, aveva un sound molto più allegro di quanto si sarebbe aspettato, si concentrò sul testo.

“Sono un uomo che ha un gusto molto specifico…ti si addice proprio”

“Lo so”





“Mycroft?”

“Mmh?”

“Perché non hai dormito sta notte? ”

“Sai al lavoro c’è un tipo che faccio apposta a trattare male, lo offendo di continuo a volte lo insulto, ma lui continua a trattarmi bene, a preoccuparsi per me e ad essere gentile; non mi fa dormire la notte”

“Ah deve essere una tortura quest’uomo”

“Oh sì è la mia croce e delizia”


Greg strinse più forte la presa della mano di Mycroft e si strinse ancor di più vicino a lui, il braccio sinistro del politico si mosse piano circondando la vita del poliziotto in un tocco di piuma.
L’alba sorse lentamente, timida come se temesse si disturbare i due uomini; mentre entrambi guardavano il cielo i raggi del sole dipinsero splendidi sorrisi sui loro volti. Quel genere di sorrisi che ha la gente quando guarda l’alba insieme alla persona che conta di più.
L’ultimo pensiero che venne a Lestrade prima di chiudere gli occhi vinto dalla fatica della corsa e cullato dal calore del corpo dell’altro fu solo che quel maledetto Holmes era solo il suo tipo. Era proprio il suo tipo.
 
   
 
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