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Autore: EmbryCall    11/02/2015    0 recensioni
Niente trama, leggete ed entrate nel nostro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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- IO, IL BOSCO E LEI -
Embry-
Un dolce tocco sulla mia guancia mi risveglia e il profumo di torte appena sfornate mi fa scattare subito sugli attenti. Mamma è seduta di fianco a me sul divano e gentilmente mi urla << Fila subito a cambiarti! Farai tardi a scuola! E di certo non sarò io a portarti fin laggiù!>> Volo letteralmente in camera, apro il mio armadio, tiro fuori i miei jeans e la mia immancabile felpa e mi butto in bagno. Dopo essermi cambiato, afferro il panino fatto da lei e mi dirigo alla fermata del bus, fortunatamente in anticipo di 2 minuti. Arrivato, salgo e mi siedo in uno dei primi posti liberi che vedo e sprofondo nel sedile aspettando di arrivare a destinazione, nel frattempo in un paio di fermate più in là, salgono alcuni miei compagni di classe, e giustamente essendo buoni amici, si siedono tutti insieme in fondo all'autobus ignorandomi completamente. Che gioia iniziare un nuovo anno di scuola ignorato dai propri compagni dopo ben 3 anni passati a studiare insieme in una minuscola classe. Pensare che la mia compagna di banco non riesce ancora a ricordare il mio nome..., beh forse non tutti. La ragazza che ora cammina al mio fianco è Shirley, la mia compagna di merenda, l'unica che mi rivolge la parola. La conobbi un anno fa, mentre stava per distruggere un distributore di macchinette perchè non gli dava la merendina che aveva selezionato, io gli offrì degli spiccioli per ritentare la sorte, ma a quanto pare non stavo simpatico neppure io alla macchinetta, da quel giorno ci si incontra davanti a quell'ammasso di ferraglia per tirargli un calcio, per ricordargli che ci deve i nostri soldi. Shirley è una ragazzina minuta e vista così, puo' sembrare molto fragile ma in realtà è una belva quando si arrabbia, porta sempre i lunghi capelli biondi legati in una treccia, così da risaltare i suoi enormi occhi color nocciola, ha una risata dolce quasi da bambina, ha sempre il vizio di prendermi a braccetto e farmi correre perchè siamo sempre in ritardo, dice che la rallento, so di non essere molto sportivo ma faccio del mio meglio. mi dice, <> rispondo, cavoli me ne ero dimenticato! Mi uccide se scopre che mi era passato di mente! <> comincia, dice abbassando lo sguardo intimidita, <> rispondo entusiasto, d'altronde Shirley non ha molti amici, anzi credo di essere il suo unico amico e non siamo molto diversi da questo, io non sono timido solo che non mi faccio influenzare molto dagli altri, preferisco scegliere le amicizie giuste e Shirley è una di quelle. Al suono della campanella ci dividiamo, lei rimane al piano di sotto mentre io sono al primo, mi sarebbe piaciuto essere in classe con lei ma purtroppo non è così. Salgo faticosamente le scale, giro a destra e mi ritrovo in un lungo corridoio, la mia classe è l'ultima, me la prendo con comodo prima di entrare nell'inferno. Arrivo davanti alla porta, lentamente entro in classe e già ci sono astucci che volano, "Bel primo giorno di scuola" penso, mi incammino verso il mio banco, vicino alla finestra, mi siedo e aspetto che entrino le pecore mancanti del gregge. Dopo l'entrata altezzosa di Kate, la più desiderata della classe, ovvero la più oca tra le oche, entra in classe il nuovo professore. Ovviamente tutti hanno un compagno di banco meno che me, anzi si ce l'ho, si tratta di un bicchiere di plastica abbandonato da qualcuno al suo destino, non male. Il professore comincia con un veloce appello e nota già che il primo giorno ci saranno varie assenze, chissà con quale coraggio non sono venuti, ma a quanto pare nessuno ci fa peso sulla questione. Continuiamo la mattina parlando di cosa abbiamo fatto durante le vacanze estive, delle nostre materie preferite e di come abbiamo in mente di proseguire questo nuovo anno scolastico, beh io sicuramente eviterò di bocciare anche perchè mia mamma potrebbe ridurmi in poltiglia. Il primo giorno è andato ne mancano ancora 229, speriamo passi in fretta, nel frattempo che avanzo verso la mia fermata, noto con grande entusiasmo che l'ho superata alla grande, e il bus che dovevo prendere, mi sfreccia alla velocità della luce al mio fianco. Ci mancava solo questa, farmi a piedi kilometri di strada. Fortunatamente sono quasi vicino, devo solo superare il parco, giro l'angolo e sono a casa. Mi dimezzo la strada per tagliare per il parchetto, ma la fortuna vuole che io me la allunghi, <> faccio il giro del quartiere e mi ritrovo davanti ad un fitto bosco <> penso tra me e me. Mi inoltro al suo interno, sono circondato da alberi di ogni specie, o almeno credo, gli uccellini cantano e i pochi raggi del sole illuminano il sentiero. Cammino ancora per una buona mezz'ora, <> mi dico, faccio ancora qualche passo in avanti prima di ritrovarmi con la faccia completamente a terra. Mi alzo sulle mie ginocchia frustato e rintontito per la botta appena presa, sollevo lo sguardo e incrocio i miei occhi con i suoi...<> mi dico tirandomi un pizzicotto sulla guancia. No non è un sogno, lei è veramente davanti a me. La pelle candida come la neve, i lunghi capelli neri come le tenebre ricadono lungo la sua schiena, e gli occhi...quegli occhi come nel mio sogno...la loro è la tonalità del cielo. Un'altra fitta alla testa mi prende alla sprovvista, la mia vista si offusca, comincio a barcollare e finisco a peso morto per terra. Dopo qualche istante mi riprendo, sono ancora in classe, tutti mi fissano e mi domando per quale motivo, fino a quando non noto il professore dietro di me con un dizionario sollevato all'altezza della mia testa...<> dice con un accenno di ironia, un boato di risate stimpana le mie orecchie, e io mi maledico per aver parlato nel sonno. Rientro in casa e saluto la mamma <>chiedo, lei senza nemmeno degnarmi di uno sguardo , troppo indaffarata a vestirsi in fretta e furia mi dice detto questo, si avvicina mi schiocca un bacio sulla fronte e se ne va, io mi accomodo in cucina e mi gusto il pranzetto, dopo di che mi avvio sul divano e mi getto a peso morto su di esso, accendo la tv e mi guardo qualche programma interessante. Dopo un po' decido di farmi una doccia veloce, visto che mi sono fatto dei kilometri per tornare a casa. Finito di lavarmi mi cambio e non avendo molto da fare esco di casa per fare quattro passi, <> detto questo, prendo le mie chiavi e mi incammino lungo il marcia piede, ripensando allo strano sogno fatto questa mattina...Certo che però, per essere stato solo un sogno, quella ragazza non era proprio niente male.
   
 
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