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Autore: malpensandoti    11/02/2015    7 recensioni
Lei e Harry hanno condiviso qualcosa, qualcosa che è rimasto anche se entrambi lo ignorano. Anche se scappare è la soluzione più facile, anche se i cambiamenti fanno paura.

Raccolta di missing moments di IFHY, con protagonisti Harry/Frida
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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keep your mouth for lying

 

 
20 agosto 2014






 
Rosie cammina con la stessa andatura fiera, tenendo il mento alto come a sfidare il mondo intero. Copre gli occhi chiari con un paio di occhiali da sole a specchio che non fanno che mettere Frida a disagio, osservando con disinteresse il parco che una volta era solo loro.
Il sole estivo batte contro i rami degli alberi e contro l'erba ricca, facendo impazzire i bambini in pantaloncini e le madri che a gambe scoperte non fanno che rincorrerli.
“A che ora è il treno?”
Frida lo sa quando Rosie prende il treno, certo che lo sa. È solo un'altra patetica scusa per cercare di aggiustare cose che non si aggiusteranno.
“Alle sette e un quarto” risponde l'altra, annuendo tra sé e sé.
È un città da una settimana e già non vede l'ora di scappare ancora, Frida sa anche questo.
Le fa ridere la situazione imbarazzante e scomoda che si è venuta a creare, ci avreste mai creduto?
Si chiede se siano mai state davvero così amiche, o se fosse solo un trucco per combattere i silenzi pesanti e solitari che inevitabilmente ci sarebbero stati se non si fossero trovate.
Sa anche che Rosie è andata a trovare Niall, perché l'ha vista uscire dal cimitero con gli occhi ancora sporchi di mascara: era una mossa prevedibile.
“Ieri ho incontrato Zayn – esordisce la bionda, come ricordandosi improvvisamente della cosa – È sempre più bello”
“Già, è vero”
Sa anche questo, glielo ha detto lui.
“Sono passata da Harry, anche”
Le labbra hanno un tremito involontario, ci sta lavorando ma è difficile restare impassibili anche dopo tutto quel tempo. Frida inarca la sopracciglia con finto interesse e non smette di camminare.
“Ah sì?” la esorta.
Rosie annuisce. “È un po' che non vi vedete” mormora, come se intendesse tutt'altro.
“Abbiamo vite diverse, credo sia giusto così”
Non va oltre, Rosie. Non chiede altro, non le interessa sapere di più.
Ne ha perso il diritto ormai.
 
 
 
 
Ingrid afferra un paio di jeans chiari e fa una faccia entusiasta, come se avesse appena scoperto qualcosa in grado di cambiarle la vita. Controlla con attenzione la taglia, si scosta una ciocca di capelli miele dal volto e sorride ampiamente, appoggiandoli sul gomito per poi arricciare le labbra alla ricerca di altro.
Sceglie solo vestiti colorati, sempre abbinati alla sfumatura dei suoi occhi e quella delle punte dei capelli, come una regola, un dovere.
Frida la guarda per qualche secondo e poi distoglie lo sguardo ancora, fissando la maglietta che ha in mano ormai da dieci minuti e che è semplicemente nera.
Ingrid adesso si sta guardando intorno, analizzando l'intero piano di Zara alla ricerca di qualcuno, assottigliando appena gli occhi.
Bampton è piccola, ma non così piccola, Frida avrebbe semplicemente dovuto dire di no a suo padre quando le ha chiesto di trovare un regalano carino per il compleanno di sua madre.
La sensazione è la stessa di quando copriva Rosie durante i piccoli furti nei negozi, l'adrenalina – la paura – è la stessa.
Perché lei ha visto Harry, sa che lui è lì da qualche parte, magari a controllare la nuova collezione e quel maglione che dalla vetrina sembra fatto apposta per lui. È entrato con Ingrid, una mano appoggiata alla sua schiena quasi inconsapevolmente.
Lui si irrigidiva sempre, se a toccarlo era Frida.
Rosie l'ha lasciata con la scusa di dover tornare a casa, ma è una bugia perché se c'è qualcuno a cui importa di Rosie meno di Rosie, sono i suoi genitori.
Si volta, scontrandosi con una signora a cui chiede scusa frettolosamente, per poi nascondersi dietro la colonna degli accessori convincendosi del fatto che a sua madre potrebbe piacere una collana argentata.
E lei potrebbe andare semplicemente via, certo, ma non è così semplice.
Lei vuole stare lì, in un certo senso. Vuole lui.
Non lo vede da giugno, da quando è andata a riportare il libro che Robin ha prestato a suo padre e Harry le ha aperto la porta con un succhiotto sul collo e il volto che sapeva ancora di sesso. Le è venuta la pelle d'oca anche mentre gli ha sorriso e si è scusata di averlo interrotto, anche mentre lui realizzava e abbassava la testa in modo colpevole e qualcuno dal salotto lo chiamava con un sorriso.
Lei ha pianto tutta la notte contro la spalla ossuta di Zayn, poi.
Fa passare le dita fra gli orecchini, sentendone il metallo freddo sotto i polpastrelli per evitare di piangere ancora.
Poi si volta, perché sente i suoi occhi addosso e come allora capisce di aver ragione. Lui la sta guardando, immobile come una statua scolpita nei minimi dettagli, colorata per rendere l'effetto di quei sentimenti ancora più veritiero. Le è davanti, tiene in mano un maglione di donna e la prima cosa a cui Frida pensa è che è lo stesso che forse stanotte toglierà da un'altra pelle prima di fare l'amore.
“Ciao” gli dice, deglutendo quel nodo di dolore.
Lui allarga gli occhi come se non si aspettasse nemmeno un saluto e sbatte le palpebre, riprendendosi.
Chissà se ancora la ama almeno un po'.
“Hey” esclama, col sorriso finto, stupido.
Ingrid lo raggiunge subito come un cane che fiuta il pericolo, la squadra senza perdere la faccia gentile che la caratterizza e poi “Tu devi essere Frida! – esordisce, quasi fosse la cosa più bella del mondo – Harry è pieno di foto vostre da piccoli”
“Ciao – Frida fa un sorriso leggero, educato – Tu sei Ingrid, invece. Harry mi ha parlato di te”
Perché lei è disposta a darmi quello che tu non sei capace di...di capire.
“Spero non mi abbia descritto come un mostro, allora!”
Sto solo cercando...sto cercando di dimenticarti.
“Assolutamente no, il contrario”
È sorprendente quanto sia ancora il potere che Frida ha nei confronti di Harry. La sta guardando come se dalle sue parole dipendesse la propria esistenza, con quella supplica velata dal colore smeraldo degli occhi.
Ingrid ride appena, le guance che si arrossano.
Frida torna a guardare lui, con quello sguardo che è solo loro.
“Rosie parte stasera – mormora – Alle sette e un quarto”
“Lo so” lui risponde semplicemente, ancora teso come un violino.
La ragazza annuisce, gonfia il petto e “Sono felice di averti conosciuta, Ingrid – dice, educata – Ora devo andare”
“Anche io sono felice. A presto”
Lo fissa ancora, prima di andare.
Non prenderlo come un no.
Harry ha ancora quegli occhi, da qualche parte.
 
 
 
 
 

I coniugi Muller fanno finta di piangere mentre rimangono alle panchine, salutando la loro unica figlia da lontano per lasciarle il tempo di dire addio ancora ai suoi migliori amici.
Frida sente Harry nervoso come non mai, accanto a lei.
Non si è sorpresa minimamente quando lo ha visto al binario 2 con una sigaretta in mano, lo sguardo che lui le ha lanciato quel pomeriggio era più che sufficiente come risposta a una domanda che lei ha evitato di fare ad alta voce.
Rosie è in piedi davanti all'entrata del treno, il volto dispiaciuto e incerto mentre forse cerca qualcosa da dire.
“Ci mancherai – biascica Harry, la fronte aggrottata – Fatti sentire di più”
“Certamente”
Bugie, lo sanno tutti e tre.
Avrebbero dato la vita per la loro amicizia, possibile che non sia rimasto nulla se non il ricordo?
Frida rimane in silenzio anche mentre l'abbraccia, toccando un corpo e delle braccia che l'hanno sempre accolta a modo proprio e che adesso sono solo ossa fredde e pelle abbronzata.
Osserva due delle persone più importanti della sua vita che poi hanno riempito con altre persone il buco che lei ha lasciate e, stranamente, non si sente egoista.
Dopo tutte le ferite che Frida ha ricucito a entrambi, loro se ne sono semplicemente andati.
Quella consapevolezza le sta evitando di piangere come una bambina. Fa un sorriso stretto mentre osserva Rosie trascinare la valigia per gli scalini e volarsi di nuovo nella loro direzione.
Qualcuno annuncia agli autoparlanti che il treno sta per partire, stavolta nessuno fa promesse perché hanno imparato che non esse non dureranno.
Frida guarda quegli occhi che ha visto piangere una marea di volte, quelli che l'hanno fatta ridere e gridare, quelli sempre espressivi e talvolta vuoti, occhi che erano capaci di farsi capire semplicemente perché erano di Rosie.
L'ultima cosa che le dice, prima che le porte si chiudano, è l'ultima cosa che le dirà per il resto della vita.
Lo sanno tutti e tre.
“Non te lo perdonerò mai”
 


 
 
 
 
Il telefono sul comodino vibra alle 02:23 AM, e Frida si chiede se Harry non abbia parlato con Zayn uno di quei giorni, perché il messaggio che le ha scritto ha le stesse parole che lei ha già sentito.
 
Lei sa darmi quello che tu hai paura di provare. Lei però non è te.
Non prenderlo come un no. Era sì, sempre sì”
 
Sempre e sempre tu. Sempre e sempre noi.
 
  
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