Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: FrancyLarry    12/02/2015    1 recensioni
Louis William Tomlinson è un ragazzo un po fuori dalle righe.
In seguito ad una bravata si ritrova a dover partecipare al Camp Band scolastico che si svolere nel periodo estivo, per evitare la bocciatura dell'ultimo anno.
Il ragazzo si reca al Camp di mala voglia e con nessuna intenzione di collaborare e lavorare con i ragazzi della banda. Rimane però affascinato da capitano della banda, un ragazzo solare dagli occhi verdi di nome Harry. Nei due mesi di permanenza nel camp Louis non potrà fare almeno di stringere rapporti di amicizia con alcuni ragazzi che fanno parte dalla banda della sua scuola. Harry inoltre aiuterà Louis riportare in vita una sua vecchia passione, la musica...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delle voci improvvise mi fanno abbandonare di soprassalto il mondo dei sogni in cui ero totalmente immerso fino a qualche secondo fa. 

Allungo la mano sul comodino e afferro l'Iphone, guardando l’ora.

Sono già le undici di mattina, cazzo. Istintivamente penso di alzarmi, ma poi mi guardo intorno, sono in camera mia, al Camp; speravo fosse soltanto un sogno. Il letto di fronte al mio è già sistemato e il mio compagno di stanza è già uscito. 

Decido infine di restare esattamente lì dove sono. In fondo mi domando cosa dovrei fare in questo posto.  

Le voci, che prima sentivo lontane, si fanno improvvisamente più chiare. Provo a concentrarmi per riuscire a capire da dove provengano. 

Mi rendo immediatamente conto che quelle voci, sono proprio fuori dalla porta della mia stanza. 

"Ma cosa ti importa?" sento poi. La voce del ragazzo che parla è senza dubbio quella del biondo che divide la stanza con me.
Incuriosito, tento di capire con chi stia conversando e provo a drizzare le orecchie per sentire qualcosa in più.

"Mi importa perché non può fare ciò che vuole!" sgrano gli occhi all'istante, perché mi è subito chiaro che l’altra voce appartiene ad Harry, il bel ragazzo dagli occhi verdi che ieri mi ha consegnato le chiavi. 

Vorrei cercare di captare altro ma probabilmente devono aver abbassato i toni, perché riesco a sentire solamente un brusio.

Il vociare persiste ed io inizio a interrogarmi su quello che ho sentito.

“E se stessero parlando di me?”. L'idea inizia a farsi largo nella mia mente. 

"Mi importa perché non può fare ciò che vuole!" ricordo quelle parole e tutto mi appare chiaro. Certo, stanno parlando di me. 

"Quell'antipatico di un riccio vorrà sicuramente che tu faccia qualcosa per lui, quest'oggi" mi suggerisce la vocina nella mia testa.
 

Sento poi ancora Harry.

"Dammi le chiavi della stanza Niall!" sgrano nuovamente gli occhi. 

"Cazzo, cos'è che vuole fare? Vuole venire a svegliarmi? Non gli darò questa soddisfazione." considero.

Guardo la finestra e sono quasi tentato di scavalcarla, in modo da non fargli trovare nessuno nella stanza. Alzo le coperte da cui sono avvolto e mi rendo conto di aver dormito in boxer.

"È  stato un piacere Tomlinson. Scommetto che il tuo bel culo riempirà bene la nostra divisa" le parole che ieri Harry mi ha sussurrato all'orecchio mi tornano in mente e improvvisamente vengo colto da quello che, subito, considero un lampo di genio.

Con un sorriso ebete in volto, mi affretto a mettere in atto ciò che la mia mente, forse malata, ha appena partorito. 
Mi tolgo le coperte da dosso e, una volta liberatomi da esse, mi giro a pancia in giù schiacciando il mio corpo contro il materasso e premendo il viso sul cuscino, in modo che chi entra non possa vedermi in volto. 
 

Passano pochi secondi e poi sento le chiavi nella serratura. 

Inizio a ridacchiare per il mio piano, ma subito mi rimprovero.

"Stai dormendo Louis, sta zitto!" mi sussurra la vocina e subito le do ascolto premendo ancor di più il viso nel cuscino. 
 

Dei passi si fanno largo nella stanza, e poi nulla. Non sento più nulla. 

“Deve essersi bloccato guardandoti, Louis" mi suggerisce, ancora, la vocina e senza alcun dubbio credo abbia ragione. 

Passano secondi, forse minuti, ma nulla. Non sento alcun rumore. 

"Cazzo, si è davvero paralizzato vedendo solamente il mio culo all'aria?" penso, ma poi la vocina si fa nuovamente largo nella mia testa.

"E se non fosse mai entrato?" mi chiedo, per poi pensare "Ma no, impossibile. Ho sentito le chiavi che aprivano la porta.”. 

Ma questo improvviso silenzio inizia a insospettirmi, sinceramente.

"Magari ti sei sognato il rumore di quelle chiavi, Louis" continua quell’antipatica vocina. 

Ogni fibra del mio corpo è tentata di capire cosa succede e se c'è davvero qualcuno nella stanza. 

Sto per voltarmi per scoprirlo quando, improvvisamente, sento qualcuno che si schiarisce la voce. "Visto? Non sono matto; è davvero entrato qualcuno!" penso zittendo
la vocina che prima insinuava il contrario.

"E se quel qualcuno non fosse Harry?" mi suggerisce ancora, ma decido di ignorarla. Dev’ essere lui, voleva le chiavi da Niall, è senza dubbio lui. 
 

Le conferme mi arrivano quando finalmente sento la sua voce.

"Louis" mi chiama, ma decido di ignorarlo. 

"Louis!" insiste, questa volta più deciso, ma ancora decido di ignorare il suo richiamo. 

"Looouis!" urla in fine. Spaventato da quell’urlo sobbalzo dal letto nonostante le mie intenzioni fossero quelle di ignorarlo ancora. 

"Louis, ti sei mosso! Sei sveglio?" continua Harry. 

Non posso più ignorarlo, così mi volto nella sua direzione, stando ben attento a sembrare assonnato. 

"Che cazzo urli?" domando con la voce così tanto assonnata da risultare un lamento. 

"Devi svegliarti! Non poi dormire ulteriormente! Sono le undici, ti abbiamo lasciato fare i tuoi porci comodi già fin troppo! Sei qui e devi collaborare con noi!" afferma lui, antipatico come sempre.
 

Ancora a occhi chiusi, mi metto seduto sul letto sgranchendo la schiena e stropicciando gli occhi. Dopo poco li apro guardandolo. Cazzo è davvero bello - molto bello - e radioso. 

"Non rompere il cazzo, riccio! Io faccio ciò che voglio e se voglio alzarmi alle undici, mi alzo alle undici." sputo fuori deciso, guardandolo da capo a piedi. 

"Qui ci sono delle regole e valgono per tutti, nessuno escluso. Anche per le teste di cazzo come te! Quindi scendi da 'sto cazzo letto ed esci fuori da questa stanza, ora!” dice e la sua, più che una richiesta, mi appare un ordine. 

"Ma chi cazzo si crede di essere?" penso. 

Mi alzo velocemente dal letto e, deciso, gli vado incontro, avvicinandomi a lui. 

"Era un ordine quello, Harry?" chiedo, fissandolo nei suoi occhi verdi e notando che, dopo le mie parole, risplendono di una strana luce. 

"Allora sai come mi chiamo!” afferma lui, guardandomi attentamente. 

"Certo che lo so, è stato il biondo a dirmelo, ieri!" gli rispondo.

Lui mi fissa e poi sposta lo sguardo dal mio viso. Solo in quel momento mi rendo conto della cazzata che ho fatto. 

Sono praticamente nudo con solo la stoffa dei boxer a coprire il mio corpo. L'erezione mattutina ancora presente tra le mie gambe ed è proprio lì, che gli occhi verdi di
Harry puntano, adesso. Merda, potrei diventare rosso fuoco all'istante. Devo fare qualcosa. 
 

Cercando di sembrare naturale, mi dirigo verso la finestra, guardando fuori. Non mi ero accorto che la visuale si ergesse su un campo dove le bande, divise a schiera, si stanno allenando.

Noto poi anche una piscina. 

"Posso entrare lì dentro, vero?" chiedo ad Harry puntando il dito in direzione della piscina.

"Poi farlo solo se lavori con noi, Tomlinson. In caso contrario non ci metterai mai piede." afferma  lui, deciso. 

Mi volto facendogli la linguaccia; lui si acciglia, ma un sorriso trattenuto dà leggermente vita a una delle sue fossette. 

"Vestiti!" ordina, poi. Lo guardo e mi avvicino nuovamente a lui.

"Perché, non ti piaccio così?" chiedo con fare provocatorio. Lui mi fissa sgranando di poco gli occhi prima di parlare.

"Hai provato la divisa?" chiede infine. Rimango quasi deluso dal suo cambio di argomento, ragion per cui decido di non rispondergli e mi dirigo verso l'armadio, tirando fuori un pantalone e una t-shirt. 

Lui mi osserva scuotendo il capo, visibilmente contrariato.

"No, no Louis. Devi indossare la divisa!" ribatte. 

"Quella divisa fa schifo e io non voglio fare nulla per voi o con voi. Non metterò proprio nulla!" gli rispondo spavaldamente.

Lui si avvicina a me strappandomi dalle mani gli indumenti presi poco prima e inizia a sorridere.

"Lo sai che per accedere alla piscina ti occorre una card? Indovina un po’ chi ha la tua?" mi informa con un odioso sorriso sul volto. 

"Mi stai ricattando, Harry?" domando  nonostante sia evidente la cosa. Lui agita il capo in senso positivo mordendosi il labbro inferiore.

"Se è solo questo il modo in cui riesco ottenere ciò che voglio, allora sì, ti sto ricattando. Dunque, vuoi fartelo questo bagno in piscina oppure no?" chiede, con ancora sul viso quel sorrisetto che inizia seriamente a darmi sui nervi. Decido di provocarlo ulteriormente.

"Ehm...e questo bagno in piscina posso farlo con te?" domando mordendomi il labbro. 
Lui mi fissa e sorride sornione.

"Certo, tutti andremo in piscina alle cinque, ma prima dobbiamo lavorare!" mi risponde. 

"Lavorare non fa per me, qualsiasi cosa significhi!" affermo in modo secco portandomi nuovamente le labbra tra i denti. 

Passano un paio di minuti in cui nessuno dei due parla.

"Sai suonare qualcosa Louis?" mi chiede serio, interrompendo il silenzio che si era creato tra noi.

"So suonare il piano e anche la chitarra." gli comunico guardandolo negli occhi. 

Lui sembra riflettere a quelle mie parole, poi mi chiede: "E il violino? Sai suonarlo Louis?"
 
A quelle parole mi tornano in mente i ricordi della mia infanzia. Tutte quelle lezioni di piano e violino che facevo con quell’adorabile maestro di cui mi ero perdutamente innamorato. Rammento ancora la prima volta che lo vidi entrare in casa mia, con quella sua borsa piana di spartiti. Me ne innamorai all'istante. Jonathan; questo era il suo nome. Ricordo che mi venne incontro, sorridendomi.

“Sei tu, il signorino al quale piacerebbe imparare a suonare?" mi chiese con il suo splendido sorriso e con quell'accento vagamente francese. Era un bellissimo uomo sulla trentina, alto, capelli mori con gli occhi scuri ed io ero pressoché un bambino. Avevo appena compiuto 9 anni e mia madre mi aveva regalato la musica. Allora la musica era una delle mie più grandi passioni. Amavo suonare, leggere gli spartiti e sapevo farlo, sapevo farlo benissimo. Ero il classico bambino prodigio che apprendeva come una spugna dal suo maestro ogni cosa. Ma poi  Jonathan si sposò con quell'odiosa bionda e si trasferì con lei a Los Angeles. Fu allora che decisi che mai più avrei messo mano su uno strumento musicale. Mai più avrei imparato altro, non senza Jonathan. Ricordo ancora tutte le suppliche di mia madre che tentava di farmi cambiare idea. Ma lei non poteva capire, non poteva sapere che, a soli tredici anni, il mio cuore era già in mille pezzi. Continuava a chiedermi perché non volessi più suonare.

"Ti piaceva tanto, Lou" mi ripeteva di continuo. E fu forse allora, che iniziai a vedere mia madre come un nemico. Lei non mi capiva ed io non capivo me stesso. Volevo solo essere lasciato in pace a leccarmi le ferite. 
 
 

Harry mi riporta alla realtà.

"Allora Louis, sai suonarlo o no il violino?" mi chiede, attendendo ancora la mia risposta.

"Sì sì, so farlo" gli rispondo con ancora la testa tra le nuvole. 

"Ottimo!" mi risponde lui prima di avvicinarsi all'armadio e riporre gli indumenti che io stesso  poco prima avevo estratto dal suo interno. Lo seguo con lo sguardo e, quando i suoi occhi incrociano i miei, sorride; e il suo sorriso questa volta sembra così sincero, non sarcastico o divertito, ma semplicemente sincero.

"Allora è deciso: suonerai il violino! C'è sempre posto per un violinista in una banda." mi dice sorridendo e posandomi una mano sulla spalla. Lo guardo impietrito senza dire una parola, ma lui sorride nuovamente.

"Vestiti, io ti aspetto fuori." mi dice e molla la presa dalla mia spalla che, senza il calore della sua mano, si gela all'istante. 

Lo seguo con la coda dell'occhio, osservandolo mentre se ne va

Un istinto improvviso mi porta a chiamare il suo nome.

"Harry" dico quasi in uno stato di trance.
Si volta verso di me e: "Sì, Louis?" mi risponde, ma io non so cosa dire. In realtà non so nemmeno il perché l’ho chiamato - o forse sì -.

Passano un paio di secondi e lui continua a fissarmi, attendendo che io parli. 
"Ehm...ecco.." inizio a divagare "Io-io sono anni che non suono." sputo fuori con molta sincerità.

Lui mi sorride, sincero, prima di rispondere con un "tranquillo, non ti ci vorrà molto a rimetterti in carreggiata. La musica non si dimentica. Ti basterà leggere uno spartito e istintivamente farai il resto, fidati." mi dice calmo, facendomi un delizioso occhiolino prima di voltarsi e lasciare definitivamente la stanza.
 

Sono pronto. Mi guardo allo specchio e indosso davvero la divisa della banda della mia scuola. Stento a crederci, anche se ho chiaramente l'immagine di me stesso allo specchio che lo prova inconfutabilmente. 

Vorrei strapparmela di dosso ma, se voglio farmi un bagno in piscina con questo caldo, devo almeno indossarla o quello stronzo di un riccio non mi darà la mia card.

"Puoi indossarla anche solo oggi, Louis. Quando ti darà la card della piscina non avrà più modo di ricattarti." mi suggerisce la vocina.

“E diamine, ha ragione” penso all'istante. 

Ora sì che mi sento meglio. Basterà girare con questo schifo addosso solo per oggi e poi sarò libero di fare quel che mi pare. 

Sicuro di me, questa volta lascio la mia stanza. Trovo Harry a braccia conserte ad aspettarmi fuori la porta.

"Diamine, cos'è, un cane da guardia?" penso. 

Lui mi osserva da capo a piedi.

"Ti sta bene! Perfetto ho azzeccato la taglia!" dice sorridendo, quasi fiero di se stesso.  

"Sì, in realtà è un po’ attillata." mi giro mostrandogli che mi sta un po’ stretta sul sedere.

Una forte risata esce dalla sua bocca ed io lo guardo, leggermente sconcertato.

"Oh, quello non è colpa della taglia; sei tu ad avere un gran bel culo!" afferma ancora ridendo con una deliziosa luce negli occhi verdi.

"Oh beh, grazie!" gli rispondo alzando un sopracciglio e mordendomi il labbro. 

"Non ti montare la testa Louis, io non faccio complimenti" mi dice ancora guardandomi. 

"Beh, questa è già la seconda volta, da quel che ricordo, che apprezzi il mio posteriore" gli dico ammiccando. 

"Questo è solo perché, obbiettivamente parlando, è un gran bel posteriore" mi risponde facendomi l’occhiolino a sua volta.
 
Lasciamo insieme i dormitori dirigendoci  verso il campo dove, già da qualche ora, si stanno svolgendo le prove.
 
 
Spazio a me 
Innanzitutto buon pomeriggio :)
Vorrei scusarmi anche per l'attesa nel pubblicare il capitolo ma sono stata un po' impegnata in questi giorni..
 
Tornando a noi come avete potuto leggere in questo capitolo non vi ho ancora presentato altri personaggi, conto di farlo nel prossimo; ci trevo innanzitutto che tra Harry e Louis ci fosse quantomeno un rapporto di dialogo prima di iniziare “l'avvenuta” era questo lo scopo del capitolo spero di esserci riuscita xD 
 
Ho dimenticato di farlo a inizio testo quindi lo faccio qui...vorrei davvero ringraziare Elisa e Samantha per averci dato un occhio prima di pubblicarlo <3 
Che dire spero non siate rimasti delusi vi prometto che nel prossimo procedo con le altre presentazioni :) 
Vi lascio una buona giornataa :-D <3
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: FrancyLarry