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Autore: Koa__    12/02/2015    4 recensioni
Il giorno dell'anniversario del loro primo incontro, Sherlock ritorna sulla tomba nella quale non è mai stato seppellito e lì, trova quello che era certo ci sarebbe stato: un mazzo di fiori gialli. Il simbolo di un amore mai nato. L'emblema di un dolore che non se ne andrà mai. Quello di John. Quello di Sherlock. Quello di entrambi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Étreinte toi


Ad Amaerise,
e lei sa il perché.


 
 

Mycroft te lo aveva anche detto, o per meglio dire, te lo aveva ordinato spacciandolo per un accorato
e fraterno consiglio, eppure tu ci sei cascato ugualmente.
Pertanto, quest’oggi, al cimitero dove dovresti essere sepolto, ci sei andato lo stesso.  
Ed ora ti ritrovi steso lì, di fronte a quella che dovrebbe essere la tua tomba,
seduto sul terreno umido e paludoso in un cimitero qualsiasi della tua amata Londra.
Stringi con forza il mazzo di fiori gialli che John ha depositato a terra,
sotto la lapide scura, soltanto pochi istanti fa, prima di andarsene.
L’hai persino visto, spiato da lontano, nascosto dietro uno dei cipressi del vialone.
Lo hai visto arrivare, al solito militaresco nell’andatura,
ma un po’ più blanda e timorosa di quanto non ricordassi.
John è cambiato, è quel che hai notato subito e non tanto dagli occhi arrossati o dalle guance scavate
e nemmeno dai cerchi neri che gli scontornano le palpebre, lo hai capito dal portamento.
Dalla postura forzatamente rigida e composta, come se tentasse in tutte le maniere di non lasciarsi cadere,
di non cedere. Cedere a che cosa?

Al dolore.

È la prima risposta che ti dai, la sola che abbia un senso, l’unica che riesca a soddisfarti.
Come tu sia riuscito a dedurre uno stato d’animo, un'emozione, quando mai ci sei riuscito prima,
è il frutto di quanto sospettavi.
Una volta sarebbe stato impossibile, Sherlock Holmes non badava ai sentimenti.
Non si preoccupava né dei propri, né di quelli degli altri.

Ma John ha cambiato tutto. Ha cambiato te.
Affetto? Amore, forse?


 Oggi sei uno Sherlock meno capriccioso di un tempo,
meno puntiglioso su taluni dettagli razionali, più empatico.
Sei diverso, al punto che trattenerti dal raggiungerlo è stato quasi impossibile.
In effetti, stargli lontano è stato difficile,
tanto che hai dovuto graffiare la corteccia dell’albero dietro al quale ti celavi.
A quelle foglie rinsecchite ti ci sei aggrappato con disperazione.
Con un dolore che è anche tuo e non solo di John.
E hai trattenuto le lacrime (perché non vuoi ammettere di poter piangere per qualcuno)
e lo hai fatto come quella volta sul tetto,
prima di buttarti di sotto mentre gli dicevi che eri un impostore
e lui, ancora, testardo, fidato, ti diceva che non era vero.
Perché lui lo sapeva, che non eri un bastardo.
Perché lui ti ha sempre capito e come nessuno è stato in grado di fare.
John, il tuo dottore, è il solo ad esserci mai riuscito.
L’unico ad essersi assunto la briga di andare oltre il muro di logica e razionalità che ti sei eretto attorno.
Tu, da solo, rinchiuso nel tuo faro fatto di genio e ottusità,
non ti saresti mai aspettato che sarebbe bastato un dottore ben rasato e armato di un solo sorriso,
per distruggere tutto quanto.
Un dottore che hai appena visto andar via ed incedere con passo dapprima più lento
e poi sempre più veloce,
quasi come se avesse voluto correre ma si fosse trattenuto dal farlo,
lungo il viale che conduce all’esterno del cimitero.

Il cimitero dove sei seppellito tu.

Mycroft ti ha sconsigliato di andarci e non tanto per le precauzioni logistiche,
quanto per il coinvolgimento sentimentale.
Ti avrebbe distratto dai tuoi obiettivi,
ha ribadito per l’ennesima volta poche ore fa quel concentrato di odiosa giustizia che è tuo fratello
(perché ha ragione, e lo sai).
Tu però hai disobbedito, e ci sei andato.
Perché oggi è il vostro anniversario,
la data che dovrebbe celebrare il giorno in cui vi siete conosciuti
e proprio tu che non hai mai dato peso a feste e compleanni,
che da tutta la vita denigri chi cede a queste consumistiche e idiote ricorrenze,
hai pregato tuo fratello di riportarti a Londra.
Tutto per esserci. Perché tu, in quel cimitero, ci dovevi andare.
Ed ora che ci sei, stringi con tutte le tue forze il mazzo di fiori profumati che John ha lasciato per te,
donandoti una lacrima e un:
“Buon anniversario, Sherlock” pronunciato a voce rotta e labbra serrate.
Detto, come se il solo pensarlo facesse male,
come se riaprisse vecchie ferite, come se fosse doloroso.
Questo sei per John Hamish Watson?
Un taglio ancora aperto, una ferita sanguinante?
Non lo sai e non perché hai sempre faticato a capire i sentimenti,
ma perché non hai bisogno di pensarci adesso.
Ora vuoi solo stringere quel mazzo di fiori profumati,
vuoi aggrapparti ad essi come se lo stessi facendo al tuo John.
Abbracciandoli, come vorresti abbracciare lui.

E dato che non ti vede nessuno,
puoi persino permetterti di baciare i petali di quelle rose, come se stessi baciando il tuo John.

Étreinte toi. 
Pronunci, prima di lasciarti cadere contro la tua stessa lapide.
Étreinte lui.
 


Fin
 

 

Étreinte toi: Abbracciarti
Étreinte lui: Abbracciarlo
   
 
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