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Autore: Bradamantee    13/02/2015    4 recensioni
Spencer si è appena trasferita a casa di alcuni amici di suo padre dall'altra parte dello Stato. La famiglia Smith ha un figlio della sua età, David, che, anche se all'inizio sembra simpatico e dolce, in seguito si mostrerà per quello che davvero è: uno stronzo.
Cosa succederà a Spencer se quello che da subito gli era sembrato il peggiore degli uomini sulla faccia della Terra sarebbe diventato il padrone del suo cuore?
E cosa succederà a David quando tutto quello in cui crede verrà messo in dubbio dai due occhi color cioccolato che maai avrebbe sopportato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 10
 




Dovevo immaginarmi che non mi avrebbe perdonato tanto facilmente dopo l’uscita di poco fa, dopotutto dovevo aspettarmelo, ero stata io a provocarlo infatti il suo sguardo inceneritore era riservato tutto per me.
“Possibile che tu non capisca mai?” disse con voce ferma, troppo tranquilla se messa a confronto con i suoi occhi di bragia, infernali.
“Neanche tu capisci quando stare zitto” mi impuntai incrociando le braccia e tenendo il capo alzato, fiero.
Lui continuò ad avanzare, oramai era a pochi passi da me.
Cercare una via di fuga era pressoché inutile: intorno a me c’erano solo specchi dove su ognuno si distingueva la sua figura da tutti i possibili punti di vista.
Ero in trappola e lui lo sapeva.
“Sai, ti meriteresti proprio una bella lezione” adesso era di fronte a me. Non mi ero nemmeno accorta di essere indietreggiata finendo con le spalle contro la superficie liscia.
“Sono stufa dei tuoi giochetti David, spostati” lo spintonai con una spallata ma anche se ero riuscita a spostarmi lui mi riprese velocemente per il polso facendomi voltare. Mi ritrovai così spiaccicata contro il suo petto.
Stava per ribattere quando una voce lo zittì.
“David? Sei qui? Andiamo non ho voglia di giocare, pensavo dovessimo fare altro” probabilmente quella voce doveva essere di Laurel che stava cercando il  suo amato per potersi tanto divertire.
Sentivo i passi che si avvicinavano ma la presa ferrea sulla mia schiena mi impediva di voltarmi.
Improvvisamente mi trascinò dietro uno specchio e mi intimò di rimanere zitta.
“E se invece mi mettessi ad urlare?” lo provocai nuovamente, era più forte di me. Trovavo piacere nel dargli fastidio, cosa che probabilmente anche lui ricambiava.
“Troverei un modo per farti stare zitta” ribatté in risposta.
Ci fu un momento di silenzio in cui ci fissammo negli occhi per interminabili istanti, sfidando l’altro a fare la prima mossa.
Ovviamente quando si trattava di una sfida non mi tiravo mai indietro.
Aprii la bocca pronta per levare il mio grido ma non feci in tempo a far uscire nessun suono perché venni zittita.
Furono le sue labbra che bloccarono qualsiasi mia parola in gola.
Aveva sigillato le sue labbra con le mie, non in modo rude come sulla spiaggia, questa volte era un contatto dolce, premuroso, quasi romantico.
Sicuramente fu questo che mi bloccò: il suo modo di baciare, di baciarmi, proprio come se fosse una cosa che avesse sempre voluto fare.
Ad un certo punto sentii la punta della sua lingua che tracciava il contorno del mio labbro superiore e cercava di spingere per potersi insinuare oltre.
Realizzai forse con qualche attimo di ritardo quello che realmente stava accadendo e mi staccai subito.
“C-cosa stai facendo?” urlai, raggiungendo troppo tardi il mio scopo, mentre lo guardavo con gli occhi spalancati.
“Ti avevo avvertito che ti avrei zittito” rispose con tutta calma, infilando le mani nelle tasche dei suoi jeans e alzando le spalle.
“Tu mi hai baciata!”  affermai con tono leggermente disgustato per quanto avvenuto.
“Eh allora? Non è stata mica la prima volta” mi guardò divertito riferendosi a quanto avvenuto il giorno precedente.
“Ma mi hai baciata sul serio!” sbottai esasperata.
Perché diamine lo aveva fatto? Davvero, questo ragazzo era capace di mandare in crisi la mia sacrosanta pazienza, che di solito si ritrovava in uno stato precario.
Riusciva a mettere a dura prova i miei nervi che pian piano risalivano a fior di pelle.
“Non vedo dove sia il problema, non sei la prima ragazza che bacio”
A lui non importava nulla del gesto appena fatto, avrei dovuto capirlo subito, anche se la mia mente si era ritrovata in uno stato poco lucido in quel momento.
“E comunque non è stato nemmeno un gran che, avresti dovuto interagire di più invece di rimanere ferma immobile come uno stoccafisso. Per la cronaca quello non è stato nemmeno un vero bacio”
Ovviamente aveva sempre qualcosa da criticare, quel maledetto sbruffone.
“Oh ma perché perdo ancora tempo con  te! Me ne vado” e inizia ad incamminarmi “ E per la cronaca nemmeno a me è piaciuto. Sicuramente non sarei rimasta ferma se avessi ricevuto un bacio degno di tale nome” aggiunsi mentre continuavo a dargli le spalle.
Sentivo i suoi passi dietro di me ma dopo la mia uscita non disse più nulla.
Continuavo a svoltare a destra e a sinistra sperando di trovare quella maledetta uscita ma sembravo sempre tornare al punto di partenza.
“Ti sei persa per caso?” chiese divertito quella fastidiosa presenza.
“Certo che no!” dissi mentre mi ritrovai di fronte a un bivio.
E adesso: destra o sinistra?
“Se fossi in te andrei a destra, sicuramente l’uscita si trova da quella parte” disse il piccolo boyscout.
“Perché tu conosci la strada giusta, non è vero lupetto?” risposi acida e, testa dura quale ero, mi incamminai verso sinistra.
“Dovresti affidarti al mio senso dell’orientamento, non sbaglia mai un colpo” si pavoneggiò ma io non gli diedi retta.
Il mio orgoglio mi suggeriva che la mia era la strada giusta.
“Non vuoi proprio darmi retta, ho ragione?”
“Esatto, quindi se non ti dispiace, anche se so che per te sarà difficile, sta zitto”
Non sapevo da quanto tempo eravamo in quel labirinto a girare e girare, Jason mi aveva anche mandato un messaggio dicendomi che era rimasto sorpreso quando non mi aveva visto al carretto dello zucchero filato. Tutta colpa di piccoli, grossi, inconvenienti.
“Ok mi sono stufato di girare in tondo” se ne uscì mettendosi di fronte a me e bloccandomi la strada.
“Spostati, fammi passare” cercai di spostarlo ma era più pesante del previsto.
“No” rispose deciso.
Continuai a dargli dei colpi sul petto, sulle spalle, provai in tutti i modi a smuoverlo dalla sua posizione ma ogni mio tentativo fu vano.
“Bene, sentiamo allora, cosa vuoi fare?” il mio acidume aveva raggiunto i massimi livelli, sarà per l’esaurimento nervoso che da li a poco avrei avuto se non fossi riuscita ad uscire al più presto.
“Certo che il tuo senso dell’orientamento è proprio pari a zero! Hai avuto l’uscita sempre sotto il naso e non te ne sei mai accorta” scoppiò a ridere appena finì di parlare mentre io mi innervosivo sempre di più.
“Tu invece da quanto ho capito lo hai sempre saputo”
“Esattamente, ma mi sono divertito a vederti disperare nella ricerca della via per la libertà” disse continuando a ridere.
“Adesso mi hai proprio stufato: o mi dici da dove cavolo si esce da questo fottuto labirinto o giuro che non rispondo più delle mie azioni e comincio a sclerare come una pazza finché tu non ne avrai abbastanza e mi darai la risposta che voglio”
Non ce la facevo più a rimanere rinchiusa e schiacciata fra quelle mura, mi stava per venire un attacco di claustrofobia. Perché mai avevo voluto venire qui dentro e scavarmi la fossa da sola, anche se in parte mi aveva aiutato anche il cretino qui presente.
“Io l’ho sempre detto che tu sei una mestruata cronica e, visto che ci tengo alla mia sanità mentale, ti porterò fuori di qui. Per stasera mi sono divertito abbastanza” detto ciò, mi prese per mano e mi condusse avanti a uno specchio.
Lo guardai con un sopraciglio alzato, ero piuttosto confusa. Lui per tutta risposta mi indicò in altro dove sulla cornice c’era scritto a caratteri cubitali la parola USCITA.
Tutto questo era un fottuto scherzo.
“Dopo di te” scherzò dopo aver sposato lo specchio di lato per farmi passare.
Una volta ritrovatami alla luce della luna emisi un profondo sospiro.
Finalmente ero fuori.
“Avvisami la prossima volta che decidi di vagare per vie sconosciute, mi assicurerò di darti una bussola”
“Stronzo” dissi ma non potei fare altro che unirmi alla sua risata.
Vista da fuori la situazione era proprio comica.
“Mi duole ammetterlo ma grazie” strinsi gli occhi per via di quello che avevo detto, aveva un suono davvero strano detto per lui.
Anche lui infatti sgranò gli occhi, sorpreso che quella parola fosse indirizzata a lui, ma poi mi sorrise. E questa volta il suo fu un sorriso sincero.
“Se la madamigella sarà in pericolo non dovrà che fischiare” risi immaginandomelo nelle vesti di prode cavaliere.
“Anche se la colpa è dovuta tutta al sottoscritto”
“Ehi così mi offendi”
Era la prima volta da quando ero arrivata in città che scherzavamo come due persone normali.
Poteva sembrare strano, ed in un primo momento lo era, ma non mi sarebbe dispiaciuto continuare per questa strada.
“Sarà meglio che tu vada, il tuo cavaliere ti starà aspettando” disse con una smorfia quando si riferì a Jason.
Annui e dopo che lo ebbi salutato mi voltai.
“Spencer!” mi richiamò quando ormai eravamo distanti
Mi voltai per sentire cosa aveva da dire.
“Comunque, le cose tra noi non sono cambiate, zuccherino” mi avvertì e io non potei che sorridere per il nomignolo che mi aveva affibbiato.
“Non l’ho mai pensato, idiota” gli strizzai l’occhio e svoltai l’angolo, non prima però di aver visto il sorriso sulle sue labbra.
Quelle stesse labbra che poco prima si erano posate sulle mie…ah, ma non dovevo più pensarci e sicuramente non dovevo darci peso.
Raggiunsi un ormai rassegnato Jason e mi scusai per il ritardo che ci avevo messo ad uscire dal labirinto.
“Se lo avessi saputo che non sapevi orientarti ti avrei guidato io” mi sorrise.
Mi offrì comunque lo zucchero filato perché avevo proprio bisogno di qualcosa di dolce da mangiare.
Passammo ancora un po’ di tempo sulle giostre per poi ritornare a casa.
Il viaggio in macchina fu breve anche se lo passai per la maggior parte a guardare fuori dal finestrino, sia perché ero stanca sia perché ripensai a quando era accaduto quella sera.
Forse io e David saremmo rimasti per sempre cane e gatto, ma mi piaceva pensare che forse, dopo stasera, qualcosa fra di noi fosse cambiato..e non mi riferivo solamente al bacio.




~ANGOLO AUTRICE~
inizio con lo scusarmi per il ritardo dovuto ad impegni scolastici che mi hanno impedito di aggiornare ieri.
tornando a noi..che ne pensate di questo capitolo?
quanti di voi non si aspettavano questi sviluppi?
fatemi sapere cosa ne pensate, per me è molto importante la votra opinione.
vorrei ringraziare Blu_River e silvia_1990 per aver recensito lo scorso capitolo e per le vostre belle parole, grazie mille ragazze.
bacioni

Bradamantee

 
  
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