Astoria
avrebbe dovuto capirlo: il modo in cui la gente la guardava e
bisbigliava al suo passaggio non era normale.
Non
aveva prestato troppa attenzione al mondo circostante, attribuendo
quell'agitazione alla eccezionalità della sua presenza:
erano passati mesi dall'ultima volta in cui si era fatta vedere in
pubblico ed era pur sempre la moglie di uno degli uomini più
ricchi e potenti della comunità del mondo magico.
Lei
e Scorpius trascorsero una delle giornate più belle e
spensierate di sempre. Avevano fatto tappa in ogni singolo negozio,
facendo incetta di vestiti ed accessori all'ultimo grido, dolciumi e
prelibatezze, pregiati giocattoli per il piccolo di casa Malfoy; la
tappa più lunga fu quella al Ghirigoro. Astoria si
divertì molto ad aiutarlo a scegliere un regalo per Draco,
sebbene pensasse che l'unica cosa che si meritasse fosse una
maledizione senza perdono . Alla fine, dopo aver messo a dura
prova la pazienza di un servizievole commesso -il cui sorriso
incominciò a vacillare dopo tre quarti d'ora di riflessioni
oculate da parte di Scorpius - si fecero impacchettare un volume
costoso.
Astoria
rivolse uno sguardo d'affetto al bambino, il quale le trotterellava al
fianco con espressione placida, il regalo per il padre stretto tra le
braccia.
Draco
si irrigidì: Rose non era sola in camera. Dalla porta
socchiusa poteva sentire il timbro di voce di un uomo, oltre a quello
cinguettante di sua figlia.
Si
avvicinò circospetto, cercando di carpire il senso della
conversazione; tuttavia, colse solo pochi brandelli fuori
contesto.
Sapeva
chi c'era in compagnia della bambina. Della sua bambina.
Ronald
Weasley era tornato e reclamava i suoi diritti di padre su Rose. Era
tutto finito. Malfoy non avrebbe potuto fare niente, se non struggersi
per la mancanza di colei alla quale aveva salvato la vita. La creatura
che in quelle settimane aveva imparato a conoscere, comprendere, amare.
Cercò
di non lasciar trapelare il proprio turbamento, facendo il suo ingresso
nella camera; assunse un'espressione ieratica, che poi distese in un
sorrisetto sardonico alla vista di Weasley.
Fu
una magra consolazione constatare come la sua presenza lo avesse
profondamente sconvolto. La mascella gli si era improvvisamente
contratta, mentre il volto (dai lineamenti così grossolani)
si faceva livido.
Vedendolo
lì, seduto sul ciglio del letto di Rose, Malfoy fu pervaso
dall'insano desiderio di ucciderlo. Quell'imbecille dai capelli rossi
era l'unico ostacolo degno di nota al compimento della sua
felicità.
Lui,
Hermione, Rose e Scorpius. La famiglia perfetta, ciò che
aveva vagheggiato per anni. Si sentiva come quando, durante il
Quidditch, il boccino d'oro gli veniva sottratto all'ultimo secondo:
quell'indescrivibile senso di trionfo soffocato irrimediabilmente dalla
sconfitta. Sfiorare la vittoria, quasi inspirarne il dolciastro
profumo, per poi esserne brutalmente estromesso era estremamente
frustrante.
E
Malfoy, in quel momento, si sentiva esattamente così.
Si
fissarono per un tempo apparentemente infinito, i respiri pesanti, le
espressioni tese, i pugni contratti: nessuno dei due intendeva parlare
per primo.
Rose,
nella propria adorabile ingenuità, ruppe a proprio modo il
silenzio tombale: balzò immediatamente giù dal
lettino, per correre ad abbracciare Draco.
"Draco, hai
visto? Hai visto che é tornato il mio papino?" Gli
disse, gli occhi lucidi per l'emozione.
Per
quanto quelle innocenti parole gli si fossero conficcate dolorosamente
nel petto, Draco decise di fare buon viso a cattivo gioco. Le sorrise
dolcemente, prima di farle fare una piroetta sul posto. Era il loro
saluto, un gesto intimo diventato quasi un rituale. La risata argentina
di Rose era musica per le orecchie di Malfoy; una melodia
particolarmente straziante però.
Ron
si era limitato, fino a quel momento, a guardare la scena, cercando di
non farsi sopraffare dalla gelosia. Non aveva mai pensato all'ipotesi
che Rose avrebbe potuto affezionarsi a Malfoy; eppure, guardandoli, era
evidente il legame che si era instaurato fra i due.
Il
momento di impasse fu superato grazie all'arrivo di una giovane
"educatrice", la quale propose a Rose di trascorrere un paio di ore
disegnando in compagnia degli altri piccoli degenti.
Rose,
chiaramente su di giri, si era immediatamente rivolta a Draco,
chiedendogli il permesso, salvo poi rendersi conto dell'errore. Un
sorriso tagliente si era dipinto sul volto affilato di Draco, mentre le
orecchie di Ron assumevano una sgradevole tonalità rossastra.
Aspettarono
che Rose lasciasse la stanza, poi -inaspettatamente- Ron gli si rivolse
in maniera cortese ed esitante.
"Malfoy...
Vorrei, hm, ringraziarti per quello che hai fatto per Rose...
Finalmente é tornata quella di una volta."
Draco
sbarrò gli occhi, smarrito. Si sarebbe aspettato un duello
all'ultimo sangue, per questo aveva istintivamente stretto in pugno la
bacchetta, pronto ad infierire.
Non
replicò.
"Però...
Adesso... Ti chiedo di scomparire. Torna dalla tua famiglia e proveremo
tutti a dimenticare..."
Esasperato,
il destinatario di quel patetico appello alzò gli occhi al
cielo.
"Pensi davvero che sia così facile liberarsi di me?" Disse con voce strascicata, avvicinandosi al volto del rivale.
"Caro Weasley, caro Weasley... " gli girava intorno come una belva mentre studia la preda. "Hai perso in partenza. Hermione ha già scelto me. Lo ha fatto stanotte, per esempio."
"Pensi davvero che sia così facile liberarsi di me?" Disse con voce strascicata, avvicinandosi al volto del rivale.
"Caro Weasley, caro Weasley... " gli girava intorno come una belva mentre studia la preda. "Hai perso in partenza. Hermione ha già scelto me. Lo ha fatto stanotte, per esempio."
Calpestare
il cuore di Ron era un esercizio davvero piacevole per Malfoy. Al fine
di rendere l'evento ancora più travolgente, con studiata
calma estrasse dalla tasca un paio di slip da donna. Quella mattina,
prima di lasciarla, aveva avvertito l'esigenza di portare qualcosa di
suo con sé, ed il triangolino di cotone gli era sembrato la
scelta più naturale.
"Le riconosci, non è vero?" chiese Malfoy in modo mellifluo, beandosi dell'espressione mortificata e livida del suo interlucutore, le mutandine strette tra le dita alla stregua di un volgare trofeo.
Lo sguardo incatenato alle mani affusolate e pallide di Malfoy, Ronald fu improvvisamente pervaso da una strana sensazione di consapevolezza, che lo colpì come un pugno ben assestato allo stomaco.
Hermione non lo amava più. Ecco perchè non l'aveva più cercato, ecco perchè aveva concepito una figlia con un essere abominevole.
Malfoy gli aveva sottratto una moglie, un'amante, una sorella e - soprattutto - un'amica.
L'aveva perduta per sempre.
"Le riconosci, non è vero?" chiese Malfoy in modo mellifluo, beandosi dell'espressione mortificata e livida del suo interlucutore, le mutandine strette tra le dita alla stregua di un volgare trofeo.
Lo sguardo incatenato alle mani affusolate e pallide di Malfoy, Ronald fu improvvisamente pervaso da una strana sensazione di consapevolezza, che lo colpì come un pugno ben assestato allo stomaco.
Hermione non lo amava più. Ecco perchè non l'aveva più cercato, ecco perchè aveva concepito una figlia con un essere abominevole.
Malfoy gli aveva sottratto una moglie, un'amante, una sorella e - soprattutto - un'amica.
L'aveva perduta per sempre.
Harry
arrivò trafelato alla sede della Gazzetta del Profeta. Nella
redazione regnava un gran caos, per questo dovette alzare la voce per
farsi ascoltare.
Non
appena i giornalisti si resero conto della sua presenza, uno strano
silenzio calò sulla stanza. Nessuno osava incrociare gli
occhi del ragazzo, forse per un tardivo senso di colpa. O almeno
così sperava Harry.
Un
timido assistente si offrì di accompagnarlo dalla direttrice
editoriale, arrossendo visibilmente quando il celebre ragazzo lo aveva
ringraziato riconoscente.
Alla
vista di Rita Skeeter, l'artefice di quel disastro di proporzioni
immani, responsabile della distruzione della sua famiglia, Harry
dovette trattenersi dallo schiantarla a terra seduta stante.
La
sedicente giornalista lo accolse fin troppo calorosamente, le labbra
rosse curvate in un sorriso furbesco, gli occhiali dalla montatura
appariscente appoggiati tra i folti capelli biondi. Dietro di
lei, una penna verde smeraldo aveva incominciato minacciosamente a
muoversi sopra la scrivania. Harry era sicuro che stesse scrivendo di
lui: già si immaginava l'articolo in copertina:
Harry Potter tenta di manipolare la stampa! Storse il naso al solo pensiero.
Harry Potter tenta di manipolare la stampa! Storse il naso al solo pensiero.
"Che cosa vuoi Potter?"
Nonostante il timbro di voce dolce e soave, la domanda era stata posta
con una certa impazienza.
"Farti
i complimenti per il tuo scoop, carissima."
Rita
sgranò gli occhi, ingenuamente stupita per quei complimenti.
Fece per replicare, ma il ragazzo la bloccò con un gesto
imperioso della mano: "Peccato
che, grazie a questo articolo da quattro soldi, tu abbia distrutto due
famiglie. Brava Skeeter, ti sei superata questa volta."
Sottolineò veemente, guardandola disgustato.
La
giornalista gonfiò il petto, prima di mormorare ferocemente:
"Potter. Mi stai
attribuendo colpe che non ho: non sono stata io ad aver tradito mio
marito. Gli unici responsabili di questa situazione dolorosa sono la
tua amichetta e l'ex mangiamorte. Io mi sono semplicemente limitata a
rendere pubblica una storia che, sapevo, avrebbe appassionato
all'inverosimile il pubblico... Insomma, la Gazzetta non vendeva
così tante copie dalla nascita del tuo
primogenito..."
"Mi fai schifo"
quasi urlò Harry, "mi
fai schifo" ripeté sommessamente, aggiungendo
poi "parassita".
Parlare
con la scrittrice era stato frustrante e totalmente deludente. Non
avrebbe potuto certo aspettarsi totale collaborazione e comprensione da
parte di una che viveva grazie alle tragedie altrui.
La
porta dell'ufficio della Skeeter venne sbattuta di malagrazia,
facendola quasi sussultare.
Angolo dell'autrice:
Mi scuso per aver postato il capitolo così in ritardo.
Spero che continuiate a seguirmi (siete tantissimi) ed a condividere con me i vostri pensieri riguardo la storia!
A presto, un abbraccio e grazie!
Angolo dell'autrice:
Mi scuso per aver postato il capitolo così in ritardo.
Spero che continuiate a seguirmi (siete tantissimi) ed a condividere con me i vostri pensieri riguardo la storia!
A presto, un abbraccio e grazie!