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Autore: 1D voice    14/02/2015    0 recensioni
Quando perdi qualcuno di veramente importante ti senti morire. Andy era tutto per me, con lui ho perso la mia voglia di ridere, di vivere. Qualcuno che mai avrei pensato mi tirerà fuori da tutta questa tristezza e con una promessa mi salverà la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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6.40, la mia sveglia suona fastidiosamente ,allungo un braccio cerco di farla tacere. Apro gli occhi lentamente e li stropiccio con il dorso della mano. Uscire da sotto il piumone bollente a quest’ora del mattino dovrebbe essere illegale. Infilo le ciabattine azzurre di lana e scendo giù per la colazione. Mamma è già in piedi a prepararla. Si gira verso di me e accenna un sorriso. Il suo viso è dolce e i suoi occhi sono celati costantemente da un velo di tristezza. Dopo la morte di Andy si è lasciata andare, non cura più il suo corpo come prima. Tutti i tentativi per farla riprendere sono vani. Tenta di essere forte ma la mancanza di un figlio distruggerebbe chiunque. Vedo scendere dalle scale anche mio padre. Si posiziona di fronte a me e accenna un buon giorno. Niente più risate, abbracci, scherzi. Tutto è diventato spento, triste, freddo. Ognuno tiene i propri sentimenti per se e preferisce piangere da solo di notte piuttosto che parlarne. L’aria è pesante e uscire mi da la possibilità di impegnarmi e non pensare.  Finita la colazione salgo per lavarmi, mi vesto e mi guardo allo specchio. Sono cambiata, sono più grande ma non più forte, provo a sorridere ma i miei sorrisi sono falsi. Non riesco a riprendermi ,ad andare avanti. dovrei avere più amici ,uscire, divertirmi. So che mio fratello è qui ma non riesco ad abituarmi ancora alla sua mancanza, so che dovrei farlo per lui e per me stessa, che dovrei superare la cosa perché la vita continua e non va in dietro. Isolarmi sembra sia la cosa che mi riesce meglio.


Afferro la mia borsa e corro alla fermata, prendo l’autobus e raggiungo la scuola. Appena entro la prima cosa che noto è la foto di Andy sulla bacheca . Era un gazzino spigliato e al contrario di me conosceva tutti. Nonostante fosse più piccolo veniva salutato anche dai ragazzi dell’ultimo anno, partecipava alle assemblee ,ai giochi sportivi e tutti lo adoravano. Sorrido a quel pensiero. Mi avvicino all’armadietto e prendo i libri per la lezione di scienze.  Resto durante tutta l’ora a guardare fuori dalla finestra, il cielo è più azzurro del solito e le nuvole assumono forme bizzarre. Continuare la scuola mi sta pesando e ho deciso di trovarmi un lavoro. Ho visto che cercano qualcuno nel bar qui di fronte e stasera passerò a chiedere. L’università costerebbe troppo ai miei e poi non ci tengo più come prima. Io e Andy volevamo laurearci, io in logopedia e lui in medicina. Volevamo lavorare in uno studio e dedicarci interamente ai bambini. Aveva promesso che sarebbe andato a lavorare e avrebbe aiutato i nostri genitori a pagarci le spese. Promessa che per forza di cose non può essere più mantenuta. Esco dall’aula e vedo una marea di ragazzi che si sposta verso la mensa. Afferro la mia chitarra dall’armadietto e la mia mela e vado nella direzione opposta, l’aula magna. Ciò che ho sempre amato fare è suonare la chitarra, mi fa stare bene e non perdo occasione per farlo. Tutti i giorni a quest’ora ,mentre tutti sono lontani mi piace venire qui e suonare.


Anche oggi la giornata sta per finire e prima di rientrare a casa faccio un salto al bar di fronte. Con gran stupore vengo assunta come cameriera . comincerò lunedì prossimo, il tempo di comunicarlo a tutti e organizzarmi meglio. Non ho mai lavorato, e questo mi spaventa ma mi carica di responsabilità, voglio crescere e smettere di pesare sulle spalle dei miei. Voglio conoscere nuova gente, fare gavette ,cercare di darmi una seconda possibilità.
 


POV HARRY
Ogni mattina alle 7.50 sento le urla di mia madre che mi incitano ad alzarmi. Apro gli occhi e mi insulto mentalmente per non aver sentito la sveglia neanche oggi. Mi alzo di scatto mi lavo, mi vesto e mi precipito fuori casa salutando velocemente mia madre. Nonostante l’ora non perdo mai l’occasione di fermarmi al bar di fronte la scuola per deliziare un meraviglioso croissant, per poi scappare di nuovo all’ultimo morso.
Appena entro a scuola tutti mi rivolgono saluti e sorrisi, sono popolare, ma sinceramente non so cosa ho fatto per meritarmi tutta questa fama. Le ragazze mi si accollano addosso e ci provano spudoratamente con me tutti i giorni. Questo mi lusinga ma mi snerva allo stesso tempo. Di fronte all’entrata, appesa sulla bacheca c’è la foto di Andy, un piccoletto che si è conquistato tutta la mia simpatia e la mia stima, in meno di un giorno. Purtroppo Andy ci ha lasciati un anno fa ,portando via con se la luce negli occhi e il sorriso di sua sorella. Rebecca Jones. Rebecca è una ragazza strana, diversa, è piuttosto solitaria e al contrario delle altre non le importa se i suoi capelli sono raccolti in una coda disordinata o se il suo stile non è alla moda. Non si è mai avvicinata, e mai il suo sguardo è rimasto fisso nel mio per più di due secondi. La osservo spesso da lontano, mi incuriosisce, ma mi spaventa per la reazione che potrebbe avere se si accorgesse del mio sguardo spesso su di lei. La vedo spesso accennare piccoli sorrisi mentre guarda il cielo o mentre suona la chitarra. All’ora di pranzo mentre tutti sono in cerca di cibo lei va in cerca della sua serenità. Con una mela e la chitarra va controcorrente e  raggiunge l’aula magna dove si concentra a scrivere e suonare. Spesso mi invento una scusa e corro dietro i vetri per sentirla. Le sue melodie mi entrano dentro e mi riempiono di una sensazione strana ma piacevole. Ogni volta che la vedo passeggiare tra i corridoi con i libri stretti al petto mi viene voglia di fermarla e chiedergli cosa c’è in lei che tanto mi attira e mi sconvolge. Sarà il suo essere differente, la sua semplicità, o i suoi grandi occhi che chiedono aiuto ma che nessuno sente. Sono un codardo, ma ho paura di sbagliare, di affezionarmi e di farla soffrire. Sono sempre stato una testa calda ma sento che con lei è diverso, che ha già sofferto abbastanza e non voglio essere io causa di altra sofferenza.

  
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