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Autore: Ormhaxan    14/02/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Castello di Windsor, Giugno 1471






Un timido sole di inizio Giugno illuminava con i suoi caldi raggi le torri del castello, i doccioni, i giardini rigogliosi e in fiore. L’estate era alle porte, e con essa sembrava essere arrivata anche la pace tanto anelata e duramente conquistata dopo mesi di battaglie sanguinolenti che avevano portato solo morte e caos. All’interno delle mura, chiuso nel suo studio da ore, Richard guardava fuori dalla finestra: non stava davvero osservando qualcosa, il suo sguardo era lontano, perso in pensieri remoti fatti di rimorsi di ciò che era stato e di ciò che non sarebbe mai stato ma che sarebbe potuto essere. Se fuori il sole riscaldava l’aria, dentro l’aria era fredda, fredda come era il suo animo, il suo cuore, un cuore che Richard difficilmente sarebbe riuscito a far sciogliere, un cuore che non voleva più amare, provare sentimenti per alcuno. Con la coda dell’occhio guardò per l’ennesima volta i quadri raffiguranti principesse straniere che gli ambasciatori di mezza Europa avevano fatto arrivare qualche giorno prima da paesi lontani e ancora una volta ebbe la nausea. Come poteva pensare di sposarsi, si chiese, quando neanche tre settimane prima aveva messo a morte suo fratello George?
Sospirò profondamente, il suo sguardo tornò al panorama, si posò sulla Cappella di San Giorgio, su quell’edificio che molti avevano definito troppo sfarzoso e dispendioso per i tempi che correvano ma che suo fratello Edward aveva insistito per costruire con un stile architettonico gotico che non aveva rivali, su quello stesso edificio in cui ora lui stesso, il suo amato fratello e re, giaceva in una tomba di marmo situata davanti all’altare maggiore.

Il silenzio dei suoi pensieri fu rotto dal rumore di nocche contro la porta lignea che fino ad un minuto prima chiudeva la sua stanza ma che ora si stava aprendo per far entrare uno dei suoi paggi che, con riverenza, annunciava quella che era stata la moglie di suo fratello, la donna che la maggior parte del paese aveva sempre visto con sospetto e che ora era semplicemente una vedova come tante altre, seppur la vedova di un re: Elizabeth Woodville.

“Vostra Maestà, la Regina Vedova chiede udienza.” Informò il ragazzo, un giovane dai capelli chiari e il volto squadrato non molto più giovane del suo sovrano.
Richard aggrottò impercettibilmente la fronte, si domandò cosa avesse spinto la donna fino al suo studio, poiché da settimane – da quando era stata emessa la sentenza di morte di George e lo sciocco aveva deciso di farsi affogare in una botte di Malvasia, il vino preferito dalla ex Regina – non aveva più visto o avuto notizie di lei e delle sue figlie.
“Fatela entrare!” esclamò infine, tornano al suo desco e sedendosi su quella fin troppo grande sedia, una sedia costruita per contenere il maestoso corpo di suo fratello Edward, non il suo, molto più magro e all’apparenza esile.
“Vostra Maestà.” Elizabeth Woodville si inchinò in una riverenza, e ancora una volta Richard pensò a quanto quella scena fosse strana: mai avrebbe pensato di vedere la bella Elizabeth in ginocchio davanti a lui, docile come un cucciolo, trasformata in una perfetta suddita della corona, una sua suddita.
“Mia cara sorella, è una sorpresa vedervi. Cosa posso fare per voi?” chiese, invitandola a sedersi.
“La mia è una visita di cortesia. Sono giunta qui per vedere mio fratello, per portare le mie bambine a visitare il loro padre, ma sono qui anche per voi, mio caro fratello e sovrano.” Confessò in modo naturale, sincero: “Mio fratello dice che neanche oggi avete partecipato al consiglio, che da settimane siete rinchiuso nella vostre stanze e rifiutate di parlare dell’incoronazione.”
“Vostro fratello dice il vero: come voi, anche io porto ancora il lutto, un lutto doppio, il lutto di due fratelli. So che voi non avete mai provato affetto per George, so che con la sua morte ritenete vendicati i vostri cari, ma lui era pur sempre mio fratello e io lo amavo nonostante le sue molteplici pecche.”
“Lo so questo, l’ho sempre saputo – disse con calma Elizabeth, posando le  mani sul suo grembo – Ned mi parlava spesso del vostro legame, benché non capisse il vostro affetto: lui non è mai stato legato a George, lui adorava Edmund, e penso lo abbia perdonato e fosse incline a perdonarlo una seconda volta solo per amor vostro, di vostra madre e di vostra sorella Margaret.”
Aye, credo sia così. Dopo tutto, prima del nostro ritorno in Inghilterra nostra sorella lo ha pregato di perdonarlo, lo ha pregato di dimenticare e lui… – un fugace sorriso comparve sulle labbra di Richard – lui adorava così tanto Meg da concederle qualsiasi cosa, anche quello.”
“Ma George è stato di altro avviso ed ha preferito le promesse di Warwick al perdono di vostro fratello. Ditemi, piuttosto, cosa gli aveva promesso il Conte vostro cugino?”
“Lui… -  non era facile parlare di quello che era successo, la ferita era troppo fresca, doveva ancora rimarginarsi del tutto, avrebbe richiesto tempo, forse anni per guarire - Richard Neville pensava che Edouard di Lancaster sarebbe stato sconfitto in battaglia; era un ragazzino inesperto, e con la sua morte George sarebbe stato il secondo in linea, ovvero il Re a tutti gli effetti. Re Henry è sempre stato un burattino e con loro due a bisbigliargli nelle orecchie il regno sarebbe stato in mano loro, in mano di George. Così ha accettato la migliore offerta, senza pensare ad una possibile sconfitta. Ma poi è arrivata Barnet, e le cose sono andate come ben sapete…”
Sciocco – sulle labbra di Lisbeth si formò un sorriso di scherno – George di Clarence è sempre stato uno sciocco e lo ha dimostrato fino all’ultimo, quando ha scelto di farsi annegare in un barile di Malvasia. Pensava di farmi torto, lo stolto, ma la verità è che non mi importa: ha ucciso mio padre, mio fratello e la sua avidità ha ucciso anche mio marito, il mio amato marito.”
Una lacrima rigò il viso della bella Elizabeth, ma prontamente l’asciugò e ripreso il controllo continuò: “So che la sua morte grava sul vostro cuore, che sentite le vostre mani sporche, ma io vi dico che non dovete. Nessuno vi biasima, neanche vostra madre, vostra madre che vi ha perdonato ed ha compreso…”
“Isabel però mi biasima, mi ritiene un mostro e…”
“La moglie di vostro fratello non pensa lucidamente, il dolore le ottenebra gli occhi e la mente: non pensate a lei, non permettete a voi stesso di soccombere al dolore. Voi siete il Re d’Inghilterra! – esclamò, posando entrambe le mani sul grande desco, cercando il suo sguardo – Voi siete il Re e questa nazione ha bisogno di un re forte, sicuro, un re che sappia essere giusto ma anche spietato quando serve. So che non era nei vostri piani diventare il sovrano di questa nazione, ma è quello che è successo: Ned è morto, il bambino, l’erede al trono che portavo in grembo, è nato morto e voi solo siete il successore.”
“Quindi, Vostra Grazia, mi state dicendo di andare avanti, fare finta che non sia successo nulla e pensare a cose futili come l’incoronazione, prendere in considerazione una di queste dame come moglie?”
Elizabeth notò per la prima volta i quadri presenti nella stanza, tutte quelle ragazze, quelle principesse, in attesa di una risposta, il cui futuro era nelle mani del giovane seduto davanti a lei: “Sì, maestà, – rispose con fermezza, tornando ad essere la regina di pietra che era stata -  vi sto dicendo questo. Non di dimenticare, certo, questo mai, ma di andare avanti. Lasciate i morti al loro riposo, a Dio e pensate ai vivi, al vostro popolo: loro hanno bisogno di voi, i vostri lord di una guida. Non sta a me ricordarvi delle rivolte nel Nord, nel Kent e ai confini del Galles, ma visto che evitate le riunioni del concilio ve lo ricorderò ugualmente.”
Si avvicinò a lui e, per la prima volta in sei anni, provò del sincero affetto per quel ragazzo, per quello che era ancora un giovane non molto più grande del suo primo figlio, Thomas: “Uscite da questo angolo oscuro, Maestà, tornate alla luce, andate avanti; scegliete una di queste giovani donne, sposatela e create una dinastia di re e regine che prospererà per cento e più anni.”
“Parlate con sicurezza, mia cara sorella, come se tutto questo fosse così semplice, così facile…”
“Può esserlo, Maestà, ma dovete essere voi a volerlo, solo e soltanto voi.” Elizabeth indietreggiò, inclinò leggermente il viso e sorrise lievemente: “Ho il permesso di andare, Vostra Maestà?”
Aye! – rispose, annuendo – Lo avete, Vostra Grazia. Portate il mio affetto alle mie nipoti, e siate sempre la benvenuta qui a Westminster, nei vostri alloggi.”
Richard la osservò annuire, incamminarsi verso la porta con portamento regale, degno di una ex regina, e proprio quando stava per superare l’uscio la richiamò, facendola girare appena: “Milady, avvisate vostro fratello di venire immediatamente da me; ditegli che ho riflettuto e ho deciso di indire domani mattina stessa una nuova seduta del consiglio.”
“Come Vostra Maestà comanda.” Rispose semplicemente, nascondendo il suo sorriso compiaciuto per quella piccola vittoria inaspettata.


 

**




“Sono giunto ad una decisione!” esclamò con voce solenne Richard, seduto al centro del grande tavolo del consiglio riunito per quella convocazione imprevista e non programmata: “Ho deciso che la mia incoronazione non avverrà prima di tre mesi, ovvero fino a quando il periodo di lutto per la morte di mio fratello, il nostro precedente sovrano, non sarà terminato. Inoltre, ho deciso di prendere in considerazione l’idea di prendere moglie.”
“Questa è un’idea splendida, Vostra Maestà. – confessò con piacevole sorpresa William Hastings, che in quelle settimane si era occupato di trattare con gli ambasciatori esteri i possibili negoziati di matrimonio – Avete già idea di chi potrebbe essere la fortunata?”
“Mary di Borgogna, la figlioccia di vostra sorella, potrebbe essere una candidata valida, e nonostante la sua giovane età questo matrimonio porterebbe lustro e potere ad entrambe le nazioni.”
“Inoltre, nostra sorella Margaret ne sarebbe molto lieta.” Aggiunse Edmund, il quale vedeva anche lui di buon occhio una tale unione.
“Non so, Mary ha solo quindici anni, è praticamente una bambina.” Richard osservò il ritratto di quella ragazzina dalla pelle pallida e i capelli biondi e non provò nulla, niente. Quella giovane era un’estranea, e per quanto quella unione sarebbe stata fonte di potere, di gioia per sua sorella Margaret e forse anche per sua madre, Richard seppe immediatamente di non potere.
“C’è sempre la Principessa Anne di Beaujeu, la figlia di Louis. Il suo promesso sposo ha rotto da poco il fidanzamento e lei ora è in cerca di marito. E’ una dama graziosa, nonostante i suoi tredici anni.”
“T-tredici anni?” Anthony Woodville si mosse improvvisamente scomodo sulla sedia sui cui era seduto: la sposa che stavano proponendo al suo sovrano era una bambina, e una sposa bambina non sarebbe mai stata una regina amata, non nei primi anni almeno. “Signori, non vi sembra troppo? Se cerchiamo un alleato cattolico c’è sempre la Principessa Giovanna di Castiglia e nei suoi diciassette anni è in perfetta età da marito.”

Richard ascoltava i suoi consiglieri battibeccare su chi, secondo loro, sarebbe stata la perfetta regina per l’Inghilterra, dimenticandosi completamente di lui, delle sue volontà. Non avrebbe mai sposato la Principessa Anne, su questo non aveva dubbi, né Giovanna di Castiglia. Quello che lui voleva era ben altro, era un’alleata, un’amante, un’amica, una ragazza che, sposandolo, avrebbe riportato i vessilli del Nord alla fedeltà suprema della corona, i confini con la Scozia nuovamente saldi e sicuri.
“Miei lord, calmatevi vi prego – disse finalmente, alzando a mezz’aria una mano, mettendo a tacere i loro diverbi – per quanto tutte queste giovani siano delle nobili donne, dei partiti validi, io ho già deciso chi sarà la mia sposa e regina.”
Richard guardò suo fratello Edmund, l’unico che in quelle settimane lo aveva incoraggiato a seguire il proprio cuore, a sposare quella ragazza; i due si scambiarono un’occhiata d’intesa, uno sguardo complice e Ed capì subito le intenzioni del fratello minore, seppe immediatamente ciò che stava per comunicare a tutti loro.
“Prima, però, dovrò parlarne con lei, poiché non è mio volere sposarla contro la sua volontà, costringerla ad un secondo matrimonio infelice: molte cose sono cambiate da quando lei era mia promessa e suo padre era uno dei lord più potenti e rispettati di tutta l’Inghilterra.”
“Vostra Maestà, – intervenne Hastings, realizzando con sconcerto il nome della giovane – non starete mica parlando di…”
“Esattamente lei, milord. Mandate un messo al castello di Baynard e dite a Lady Anne Neville che la sua presenza è richiesta a corte domani stesso. Se tutto andrà come spero, tra tre mesi, quando il periodo di lutto sarà passato, diventerà mia moglie e tra quattro sarà incoronata Regina d’Inghilterra.”

 
  
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