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Autore: didylanda01    14/02/2015    1 recensioni
Due ragazzine.
Due normali ragazzine
Due sacchi a pelo
Basterà però solo un campeggio a farle svegliare nell'era glaciale. Ce la faranno a non interferire rischiando di cambiare il futuro? Ce la faranno a risolvere il guaio che hanno combinato? Ce la faranno a salvare le epoche successive da un ignoto viaggiatore? Ma soprattutto, ce la faranno a tornare a casa?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente i miei muscoli, tesi come corde di chitarra, si rilassarono e io mi accasciai stremata sullo schienale del sedile. Mi asciugai con la mano che mi tremava le lacrime che mi scendevano e fiotti giù per le guance e mi massaggiai col freddo dorso gli zigomi tiepidi e bagnati. Girai la testa di novanta gradi e incrociai lo sguardo di Safira, le pupille le guizzavano qui e lì, istericamente, ma quando si ritrovò a fissarmi esse si bloccarono, probabilmente rassicurate. Ci abbracciammo affettuose ed esterrefatte per ciò che ci stava accadendo, ma felici di essere insieme…
-Ti voglio bene Didì!- mi mormorò.
-Non sai quanto te ne voglio io Sasy!- mi accorsi che anche i suoi smeraldi gocciolavano…*
-Senza di te a quest’ora sarei morta!-
-è ovvio! Anche io!- risi, e mentre stringevo ancora con la forza che mi rimaneva la mia amica, con la coda dell’occhio vidi fugacemente che Costanza ci fissava con quegli enormi occhioni acquamarina, con fare innocente, rimanendo in disparte. Le sbottai:
-E tu che ci guardi?!- poi sorrisi le mandai, per via aerea, con un soffio, un bacio… Mi accorsi poi che mia sorella aveva i polsi e i palmi delle mani scorticati. Riluttante distolsi lo sguardo ricambiando nuovamente la stretta di Safira. In suo respiro era caldo, umido e ritmico sul mio collo freddo dandomi un brivido. A poco a poco sentii la sua presa allentare e sorridemmo ci lasciammo. Finalmente presi delicatamente la mano a Cochi soffiando piano sui graffi che le rigavano la morbida e bianca pelle liscia. Tremava come una fogliolina durante una tempesta e sembrava potesse spezzarsi da un momento all’altro. Avevo paura ad alzare lo sguardo, avevo paura di vederlo, ma lo sentivo dentro di me: piangeva.
-Ti fa male?- non la guardavo negli occhi, ma faceva male a me non farlo. Ripetei:
-Ti fa male?- le non cercò il mio sguardo, ma ignorando la mia domanda di chiese:
-Perché piangevi Didì?- sollevai lo sguardo, stavolta. Fissai quell’innocente scricciolino che avevo di fronte. Le presti la testa tra le mani e le sorrisi:
-Niente.- la voce mi si stava per rompere, lo sapevo. Mi si incrinò il tono e nonostante cercassi di reprimerle le lacrime mi avevano già lucidato gli occhi.
-Mi hai fatto prendere un grande spavento!- le dissi, ormai in lacrime… L’abbracciai, e la strinsi forte a me…
-Scusa…- mi dissi mesta.
-Ma che è successo? Perché non ti trovavamo più?- lei si prese di coraggio, un sospirone e cominciò a raccontare con quella flebile vocina che avevo imparato ad amare.
-Voi correvate veloce. Vi eravate dimenticati di me. Non riuscivo a raggiungervi… Così ho accelerato ma sono inciampata su una pietra grossa grossa… sono caduta e mi sono fatta tanto male Didì… Non riuscivo a sollevarmi e poi ho visto che tu venivi a prendermi. Sono stato molto felice perché per un attimo avevo pensato che tu così avevi trovato il momento per liberarti di me. Visto che non mi hai mai voluto bene…- abbasso il tono così come la testolina bionda. Ormai le lacrime, grosse e salate, mi scorrevano come fiumi giù per le guance. Però non me ne preoccupavo più, comtemplavo in silenzio le semplici ma significative parole di Costanza e con il cuore a pezzi riuscii sono a mormorarle debolmente:
-Ma non è vero amore mio! Io ti amo come amo me stessa, ucciderei chiunque per proteggerti… anche me stessa. Darei la vita per poterti salvare. Sei come una piccola me. Inizialmente ero gelosa perché stavi sempre in mezzo ai piedi tra me e mamma e papi… ma ora ho capito che era tutto inutile, che nonostante cercassi di fare la sorellona rompiscatole io ti voglio bene.- sollevai la testa per guardarla, ma la piccola si era addormentata. Un sorriso tuttavia addolciva il suo viso: mi aveva sentito!
   
 
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