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Autore: Fairy_Ire    04/12/2008    5 recensioni
Aubrey ha comprato un libro. Twilight. Se ne è subito innamorata... Ma non immagina quanto questo libro possa cambiarle la vita, e farla dubitare della sua salute mentale. Infatti il giorno dopo scopre di doversi trasferire. A Forks. E lì incontrerà tutti. -Tutti chi?- Scopritelo...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E si comincia con la farsa ...

WOW me commossa *.* 3 recensioni e 7 messi tra i preferiti!! fantastico!
Penso che posterò una paio di volte alla settimana, la scuola mi massacra T.T

 

 
Colori e negozi

 
Era arrivata l’ ora di cena e io ero ancora silenziosa.

 -Aubrey?- mi chiamò mia madre.- Come ti è sembrato l’ ispettore Swan? Scommetto che tu e sua figlia diventerete amiche. Viene anche lei da Phoenix!- disse tutta contenta.

-Già...- era l’ unica cosa che sapevo dire in quel momento.

-E abita qui vicino,- mi informò mio padre.- è la casa dopo la nostra a qualche centinaio di metri.-

“No, non ci credo” finii frettamente la mia pizza e salii svelta le scale.

Frugai nella valigia.

“Sono sicura di averlo messo qui.”

Infatti eccolo. Il libro. L’ inizio di tutto.

Lo rilessi con attenzione tutta la notte, per poi crollare nel letto, verso l’ alba.

Mi svegliai con i piedi sul cuscino, la faccia verso il muro e l’ angolo del libro in un fianco.

Di certo non avevo dormito bene...

“Che ore sono? Mi sembra di non aver nemmeno dormito...”

Il mio cellulare diceva 14.30 .

“Mi sembra di aver dormito solo mezz’ ora...”.

Scesi per la colazione, cioè... per il pranzo.

-Bene, ti sei svegliata.- disse mia madre.

-Umh, umh...-

-Tuo padre tra qualche ora va al negozio di vernici, vai con lui?-

-Umh.-

-Tesoro, parla decentemente! Hai dormito fino adesso!-

-Si, voglio cambiare colore a camera mia.-

-Immaginavo.- dopo una pausa,- Qui fa’ molto più freddo, copriti. Io vado a sistemare la nostra roba, sono arrivati alcuni mobili.-

Quando finii di mangiare, perlustrai la valigia in cerca di vestiti pesanti.

Optai per una camicetta bianca e un maglione nero pesante e dei jeans. Naturalmente anche l’ impermeabile, immancabile a Forks.

-Aubrey! Andiamo!- disse mio padre dalle scale.

-Arrivo!-

Dopo mezz’ora di viaggio, arrivammo al negozio. Comprammo i barattoli di vernice, per la cucina, corridoio e salotto bianco panna, per quella dei miei genitori oro pallido e per camera mia celeste chiaro. Non impazzivo per quel colore visto che i miei colori preferiti sono il nero o il viola, ma non sono decisamente adatti a un muro...

Al ritorno erano gia le cinque del pomeriggio. Ma visto che non era ancora buio presi la macchina dei miei e decisi di fare un giro.

Bè Bella aveva ragione... tanto verde.

Passai davanti ad un negozio.

Olympic Outfitters.

“L’ ho gia sentito...” notai gli articoli sportivi in vetrina, “il negozio dei genitori di Mike!”.

Mi fermai nel parcheggio semivuoto.

Ero decisa ad entrare.

 

 

La cosa più importante

 

Appena varcai la soglia, mi trovai davanti una donna.

Doveva essere la madre di Mike, era molto elegante per avere un negozio di articoli da trekking. Aveva i capelli biondi (tinti) raccolti elegantemente in uno chignon e unghie perfettamente smaltate. Non fosse stato per l’ orribile divisa arancione era pronta per andare in un lussuosissimo ristorante.

-Si? Posso aiutarla?- mi chiese gentilmente.

-Veramente, io e la mia famiglia ci siamo appena trasferiti, volevo soltanto dare un occhiata.- spiegai.

-Certo, fai pure.- dopo una pausa –Sei la figlia di Coleman?-

-Si.- risposi stupita. “Bella non esagerava quando ha detto che tutti si fanno gli affari di tutti qui.”

-Fai pure.-

Mi trovai a girare gli scaffali.

“Perché ho la sensazione di essere osservata?” Mi voltai di scatto.

Trovai un ragazzo che era distante solo qualche metro e metteva a posto la merce.

Il ragazzo con i capelli biondo cenere raccolti in punte ordinate, era anche carino.

“Mike?” pensai.

Incrociai il suo sguardo.

-Ciao.- disse.

-Ciao, sono Aubrey.- dissi presentandomi.

-Io sono Mike, sei quella nuova?- disse sorridendo.

-Si, vengo da Phoenix.- risposi un po’ imbarazzata.

-Anche la figlia di Swan abita a Phoenix, si sta per trasferire qui anche lei. La conosci?-

“Upf...Non ha idea di quanto sia enorme Phoenix!! E che Bella non esiste. Come tutti loro.”

-No, ma immagino che la conosceremo a scuola.- risposi allegramente.

-Certo, a che anno sei?- chiese curioso.

-Penultimo; ora scusa ma devo andare.- lo salutai con un cenno e mi diressi verso la porta.

-Bene, ci vedremo a scuola.- disse sorridendo.

Uscendo dal negozio la pioggia picchiettava forte sul mio impermeabile. Salii velocemente sulla macchina e accesi il riscaldamento.

Le strade di Forks non erano certo un pericolo come quelle di Phoenix. Erano tranquille, anche troppo, ma la pioggia non rendeva facile la guida, rallentai.

Dallo specchietto notai due fari dietro, sicuramente andavo troppo piano per i suoi standard. Misi la freccia come segno di superare.

L’ auto stava gia per superarmi, la notai.

“Non posso crederci! Una Volvo s60R, color argento.”

Rallentai improvvisamente. L’ auto era già distante e nella pioggia fitta non si vedeva più.

Mi ero dimenticata di una cosa, forse la più importante.

I Cullen.

 

 

 Il primo giorno- parte1

 

I giorni trascorsero velocemente, tra spostamenti di mobili e barattoli di vernice.

La cosa che mi mancava di più era il sole, il sole caldo sulla pelle. Anche Lucy mi mancava, e ci scrivevamo ogni giorno e-mail, ma non le avevo fatto parola di quello che stava succedendo.

E ormai la mia camera era quasi decente. L’ avevo pitturata da sola e il celeste chiaro non stava affatto male.

La finestra che stava al centro della stanza era coperta da tende nere trasparenti, il letto era a destra e il mio ‘vecchio’ armadio a sinistra, c’ era anche il posto per il computer. Anche il resto della casa era quasi sistemata.

“Mi viene quasi voglia di considerarla casa mia.”

Guardai fuori dalla finestra, si vedeva l’ inizio del bosco e in lontananza e una casa.

“La casa di Bella...” e ieri avevo visto perfino Charlie con il pick-up di Billy! “Domani andrò a scuola...” pensai ansimando.

In qui giorni avevo riletto di nuovo Il libro. Per la sesta volta.

Avevo ‘studiato’ tutto quello che potevo sapere. La Forks High School vanta la spaventosa quota di trecentocinquantasette iscritti più uno, cioè Bella. Ma nella storia c’ è un nuovo personaggio.

“Aubrey.”

I miei genitori non mi avevano ancora comprato un auto, quindi dovevo usare la loro. “Per fortuna che devono ancora sistemare delle cose, quindi per ora la uso io.”

Bella sarebbe arrivata a Forks lunedì. “Tra cinque giorni.”

Entrai nel letto, e osservai la pioggia fuori dalla finestra.

 

-Aubrey, svegliati!- dice mia madre.

-Umh...-

-Aubrey!!-

-...-

-Aubrey!!!!-

-Arrivooo!!- dico scocciata. “Almeno oggi è gia mercoledì.”

E dopo essermi svegliata, lavata , vestita, e fatto colazione; ero pronta per uscire.

-Ci vediamo!- dissi a tutti e due intenti a colorare il soffitto del soggiorno.

-Buona giornata tesoro.- disse mio padre.

“Ceeerto!” Stava piovendo leggermente.

Sapevo già dov’ era la scuola. Ma non c’ erano ancora molte macchine in giro. Parcheggiai ed entrai in segreteria.

Una ‘semplice’ stanza con sedie pieghevoli, moquette e piante; dietro il bancone trovai una donna dai capelli rossi.

-Posso esserti utile?- chiede gentilmente.

-Sono Aubrey Coleman.-

-Ah, certo!- dice annuendo. –L’orario e la piantina della scuola. E questo foglio devi farlo vedere ai tuoi professori che devi riportare alla fine delle lezioni.-

-Grazie.- dico annuendo; quando esco arrivarono gia le prime macchine.

“Ok, Aubrey. Ce la puoi fare.” pensai mentre guardavo le persone che parcheggiavano.

 

 

Il primo giorno- parte2

 

“Allora, prima ora ho francese. Edificio 1.”

La piantina era piuttosto chiara, e bene o male non c’ era molto posto per perdersi. Trovai l’ aula giusta, c’ era gia la professoressa e nessun alunno.

-Salve, sono Aubrey Coleman.- dissi porgendo il foglio.

-Bene, sono la professoressa Hopkins, spero abbia già studiato francese.- disse freddamente.

-Si, dal primo anno.-

-Si sieda, sta per suonare la campanella.- e in quell’ istante suonò.

Mi sedetti infondo all’ aula mentre i compagni mi lanciavano occhiate curiose, la professoressa iniziò subito la lezione senza presentarmi e le fui grata. Notai subito che erano tutti chiari di pelle, mentre la mia abbronzatura strideva.

La lezione trascorse velocemente, anche perché il francese non era mai stato un problema per me, quando la campanella suonò mi ritrovai davanti a un ragazzo.

-Ciao Aubrey!- disse allegramente, troppo allegramente.

-Ciao Mike.- dissi sorridendo. Le persone rimaste ci fissavano incuriositi.

-Ti accompagno alla prossima lezione?- chiese.

-Si, grazie. Ho inglese nell’ edificio 5.-

Ci avviammo, e mi tempestò di domande. Dove abitavo a Phoenix, come era la scuola, come stavo a Forks, dove abitavo e sentendo la mia risposta –vicino alla casa di Bella- rimase stupito; poi arrivò una domanda...

-Tu... a Phoenix avevi un ragazzo?- e mi guardò con una strana espressione.

“Fantastico, ho fatto colpo...” pensai infastidita. Mi venne un idea.

-Si, ma io e Luke stiamo ancora insieme.- dico allegramente.

-Ah... ma come fate?-domandò confuso.

-Durante le vacanze andrò a trovarlo. Sai stiamo insieme da due anni.- mentii. Eravamo stati insieme due mesi, anche se a me erano sembrati comunque due anni...

Eravamo davanti all’ aula. -Grazie Mike! ci vediamo dopo-

-Ok.- e in faccia ritornò il suo sorriso.

Nell’ aula c’ erano gia dei ragazzi che parlottavano. Diedi il mio foglio al professore e mi sedetti ancora in fondo, intanto continuavano a entrare alunni.

Mi venne un colpo.

Stava entrando Edward.

Non poteva essere che lui, capelli rossicci, pallido, si muoveva con una grazia surreale ed era bello, bellissimo.

“Edward Anthony Masen Cullen !” pensai agitata.

Si voltò verso di me.

“Oh, no lui riesce a...” non completai la frase pensai solo una cosa.

“Non voglio che lui legga dentro la mia mente!!” urlai nella mia testa con tutta la forza che avevo. Sarebbe stata la mia rovina.

Per un attimo barcollai sul banco rischiando di cadere dalla sedia. Ero sfinita.

“Che succede?” mi chiesi scombussolata.

Non potevo certo tenere il mio segreto se lui scavava nella mia testa.

Non la smetteva di guardarmi, con occhi penetranti.

“Oh, no! Mi ha sentito!” pensai frustrata.

 

 

 

 
Un grazie speciale per chi ha commentato!

_Hysteria, cassandra 287, Gin_ookami97

E chi mi ha messo tra i preferiti:

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