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Autore: Fairy_Ire    30/11/2008    4 recensioni
Aubrey ha comprato un libro. Twilight. Se ne è subito innamorata... Ma non immagina quanto questo libro possa cambiarle la vita, e farla dubitare della sua salute mentale. Infatti il giorno dopo scopre di doversi trasferire. A Forks. E lì incontrerà tutti. -Tutti chi?- Scopritelo...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fine o inizio

Intanto grazie per aver aperto la pagina xD. Lavoro a questa ff da qualche mese e ormai penso sia ora di pubblicarla^^

è la mia prima ff siate buone xD

 

 

 
parte 1. Il libro

 

-Mamma, vado in centro!- dissi o meglio urlai davanti alla porta d’ ingresso.

-Perché?!-mi chiese dalla cucina.

-Vado in libreria!- risposi.

Dopo una pausa disse –Torna tra poco che sono gia le cinque!-

-Ok!- gridai e corsi a prendere la bici, visto che il centro non era distante, non avevo bisogno della macchina.

“Chissà che libro mi compro? Uno che parla d’ amore? Uno di fantasia? O forse un libro con la trama triste, che mi farà pensare che la mia vita è perfetta? Meglio uno di Stephen King?”

Mentre stavo pensando tutto questo, il vicino mi interruppe.

-Aubrey! Tutto bene so che...?- disse il signor Reynolds mentre annaffiava il giardino (e ci mancava poco che annaffiasse pure me).

-Salve! Mi scusi, ma vado si fretta! A presto sgr. Reynolds!- dissi alla svelta; perché una volta cominciato quell’ uomo non la finisce più.

Dopo 15 minuti sono gia vicino al centro di Phoenix, diretta verso una delle librerie.

Ci sono ancora i saldi di Natale. Anche se oggi è il 3 Gennaio. E c’è il sole.

“Ahh... la bellezza dell’ Arizona...” penso mentre lego la bici davanti al negozio ed entro attraverso le porte automatiche.

Scaffali di libri davanti a me, ma so come orientarmi.

Dopo 10 minuti trovo un libro.

“Ohh... che bella copertina!” penso. Prendo in mano il libro.

Twilight. Di Stephenie Meyer.

Due mani che tengono una mela.

Leggo la trama.

“Vampiri! Forte! Devo averlo!” e mi dirigo felice verso la cassa.

-Bry!- dice una voce familiare.

-Lucy! esclamo, - Hey, lavori qui!- Con Lucy ho due lezioni in comune, disegno e storia americana. Ed è una delle mie amiche più care.

-Si, mi piace e pagano bene.-

Mi accorgo dei suoi capelli. Biondo platino!

-I tuoi capelli...-

-Ti piacciono? Mi annoiavo con il solito castano scuro.-

-Si! Stai benissimo!- dico convinta.

I miei capelli erano un po’ anonimi, biondo scuro con alcune ciocche più chiare. Mi arrivano alle spalle scalati.

Come me era abbronzata, reduci dalle giornate passate in spiaggia.

Lei notò il mio libro.

-Twilight! L’ ho preso a Natale! È fantastico, non puoi non leggerlo!- esclama mentre mi fa lo scontrino.

-Allora appena a casa lo comincio.- dico sorridendole. –Ciao!-

-Ci vediamo!- esclama mentre esco con il mio sacchetto “Buon natale 2005”

Metto la busta con il libro nel cestino della bici e mi avvio verso casa.

Arrivata ormai erano le 18.30.

 

 

 

parte 2. Da una fine a un inizio

 

-Wow!- esclamo con le lacrime agli occhi – Questo libro è stupendo!-

“Come vorrei essere Forks anche io! ” desidero.

Rileggo l’ultima frase.

 

**Gli sfiorai il viso.- Stammi a sentire. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?-.

-Si mi basta-, rispose, sorridendo. –Mi basta, per sempre.-

E mi sfiorò di nuovo il collo con le labbra fredde.**

 

Gira pagina. I ringraziamenti e l’ immagine dell’ autrice con alcune note.

 

**Stephenie Meyer è nata nel 1973. Vive in Arizona con il marito e i tre figli.

Twilight è il suo primo romanzo, in pubblicazione anche New Moon il secondo episodio della serie.**

 

Due parole attirarono la mia attenzione.

New Moon,

Serie.

“Ci sarà il continuo! Fantastico!

Però qui non menziona la data d’ uscita del secondo libro. Accidenti!”

Butto l’ occhio sull’ orologio. Le 5.05!!

“Ho letto per ore!” penso stupita.

Solo adesso sentivo la stanchezza, spensi la luce e crollai sul letto.

 

Bip. Bip. Bip.

Bip. Bip. Bip.

-Umh...-

Bip. Bip. Bip.

“Stupidissima sveglia!”.

E la spengo con un gesto rapido.

Provai a riaddormentarmi, visto che erano le 9, ma senza successo.

“Che sonno, ho dormito solo...mmm... 3? no,4 ore...” penso mentre scendo le scale, ancora addormentata.

-Ciao tesoro- esordì mia madre.

-Come mai sei a casa? è mercoledì- e intanto facevo colazione con i biscotti.

-Bè devo dirti una cosa...-

-Cosa?-

-Tuo padre ha avuto una promozione dove si trova ora.-

Mio padre ha un lavoro che lo fa’ girare molto e sta via per giorni, alcune volte settimane (infatti non è tornato nemmeno per Natale).

-Quindi starà via ancora per molto.- deduco.

-Beh, oh... non so come dirtelo.- dice mentre è girata a fare il caffè.- Dobbiamo trasferirci.-

-Cosa?- dissi alzando il tono della voce e strozzandomi con metà biscotto contemporaneamente.

-Vedi è un lavoro vantaggioso per lui e non può lasciarselo fuggire...-

-E da quanto lo sapevi!?- dico seccata.

-Da una settimana.- ammette,- Tuo padre ha gia trovato una bella casa e nei prossimi giorni lo raggiungeremo.- Si gira e mi guardò dura negli occhi.- Non ammetto obbiezioni.-

-D-Dove si trova ora papà?- dico con le lacrime agli occhi.

-Nel Washington.- dopo una pausa- A Forks.-

“Forks.

Forks.

Forks.

“Se questo è uno scherzo del destino non è affatto divertente.” penso con le lacrime che scorrono sulle guance.

 

 

 

parte 3. La partenza...

 

-Non posso rimanere qui con la zia?- dissi mentre preparavo gli ultimi scatoloni con la mia roba.

-Basta Aubrey! insomma, sono tre giorni che me lo chiedi e la risposta è no! Tra qualche anno ti diplomerai e potrai frequentare qui l’ università, ma per ora verrai con noi.-

Io, ero testarda proprio come lei, e questo non ci faceva sempre andare d’ accordo.

Avevo i suoi stessi occhi, azzurri. Ma i miei certe volte erano talmente chiari da sembrare grigi o verdi.

Tornai in camera mia, o meglio la mia ex-camera e mi buttai su materasso stanca.

Avevo bisogno di pensare.

“Per quel che so quel posto è un buco verde in cui piove sempre” e sbuffai.

Saremmo partite la mattina stessa.

Avevo gia salutato tutti; e perfino lo strano vicino strabico mi sarebbe mancato.

Avevo rotto con Luke, ma tanto sapevamo che non sarebbe durata molto quindi non ero triste per quello.

Lucy aveva promesso che saremmo state sempre amiche e che mi avrebbe mandato e-mail ogni volta che poteva. “Ma non è la stessa cosa.”

“Non era quello che hai desiderato l’ altra notte Aubrey? Essere a Forks?” mi chiesi.

“Si, ma sarebbe meglio che ci fossero anche i Cullen...” rispondendomi da sola.

“Stai delirando. Loro non esistono davvero, sono frutto del pensiero della scrittrice.” disse la mia parte realista.

Ma la mia parte sognatrice non mollava. “No, loro esistono.”

“Chi?”

“Tutti. Io sono la scrittrice della storia.”

A quel punto ero nel bel mezzo del sonno.

 

-Piccola svegliati, dobbiamo andare!-

-Ok.- dissi assonnata.- Quanto ho dormito?-

-Solo 20 minuti, ma puoi dormire in aereo.-

“Aereo? Dormire in aereo?” penso stranita “Ah gia, dobbiamo trasferirci”.

Mi alzai e guardai la mia camera per un ultima volta, non era rimasto molto, solo il mobilio.

-Va bene, andiamo.- dissi.

Anche se avevo dormito poco avevo una visione più positiva.

 

 

 

 

parte 4. ...e l’ arrivo.

 

Scese dall’ aereo ci ritrovammo a Port Angeles.

-Siamo arrivate!- disse mia madre con un entusiasmo che di certo io non avevo.

-Oh, si che bello; cantiamo e balliamo!- dico sarcastica.

Uscendo dall’ aeroporto trovammo mio padre ad aspettarci.

-Ecco papà!- mi informò.- Hey Jack! Siamo qui!- gridò mentre alcune persone si voltarono.

-Suse! BryBry! Mi siete mancate moltissimo!- disse mio padre mentre si avvicinava.

-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così! E soprattutto in pubblico!- dico scocciata.

-Vedo che non sei cambiata piccola mia.- dice abbracciandomi.

-Allora sei contenta? Ti piace qui?- mi chiede mentre andavamo verso la macchina.

-Si papà! Sono felice di essere venuta qui in questo buco e di aver abbandonato tutti i miei amici! Sono proprio felice!- dico sprezzante.

-Bene- risponde ignorandomi. –Allora Suse, come è andato il viaggio?- domandò rivolgendosi a mia madre.

Continuarono così per un’ ora, finchè non arrivammo a Forks.

Quel giorno non pioveva ma le nuvole erano minacciose

-Ecco la nostra casa.- esordì mio padre facendomi sobbalzare, visto che mi ero addormentata.

Non era certo come la nostra vecchia casa, era molto più piccola e dall’ aspetto un po’ triste.

Parcheggiò nel piccolo vialetto vicino al garage.

“...oddio...” penso mentre ci avvicinammo alla porta.

Il giardino non era molto spazioso e necessitava di attenzioni.

Entrando c’ era uno strano odore, l’ ingresso era l’ inizio del corridoio dove davanti c’ erano le scale.

-Lì, c’è la cucina- indicando la parte sinistra, poi quella destra -e lì la sala da pranzo e il salotto in comune.-, indicò la porta vicino alle scale- Lì c’è il primo bagno.- poi mi guardò,- La prima stanza a sinistra è tua e la stanza dopo è il secondo bagno, ma è piccolo, a destra c’è la nostra camera; vai pure a vedere.-

Dopo aver salito le scale aprì la porta della ‘mia’ camera.

Era ad occhio quattro metri per cinque.

Le pareti erano di color mandarancio pallido. Probabilmente scolorito nel tempo.

“Orribile! Devo ripitturarle assolutamente!”

C’era il letto gia completo di lenzuola, ma nulla di più. Nessun mobile.

Uscii e andai a vedere il mio bagno.

“Emh... oddio, tre metri per due... quello a Phoenix era molto più grande!”

Tornai nella ‘mia’ camera.

“Ok, è solo diverso, mi ci devo abituare... non è il caso di avere una crisi di pianto.”

Troppo tardi. Stavo gia piangendo.

Dormii qualche ora mentre i miei sistemavano la casa.

Mi svegliai, erano le cinque e stava piovendo.

La pioggia mi era sempre piaciuta, mi faceva venire il buon umore, ma in questo caso non faceva altro che peggiorare la situazione.

Scesi di sotto per prendere le mie valige.

C’ era qualcun altro con loro in ‘salotto’, per ora c’ erano solo due divani e un tavolino.

Un uomo a giudicare dalla voce.

Appena entrai trovai un poliziotto.

-Aubrey, lui è il capo della polizia, ci stava giusto dicendo che ha una figlia della tua stessa età e che tra qualche giorno si trasferirà qui anche lei.- mi informò mio padre.

“Come se cambiasse qualcosa.” pensai.

-Salve Aubrey!- disse il poliziotto,-penso che tu e mia figlia andrete molto d’accordo.- e mi porse la mano.

-Certo, signore. Sono felice di non essere l’ unica nuova.- risposi stingendo la sua mano.

-Si chiama Isabella.- mi informò.- Io sono Charlie Swan.- poi rivolgendosi ai miei,- e per qualsiasi problema potrete contare su di me. Arrivederci.- disse uscendo.

I miei genitori risposero, ma io no.

“Non ha detto Charlie Swan.

No.

NO.

NO. DECISAMENTE NO!

Devo essermelo immaginato.

Sicuramente. Immaginato.” mi convinsi.

-Carino l’ ispettore Swan, vero?- chiese mia madre.

“Ok, forse no.”

 

 

 

Spero vi sia piaciuto!!

 

kiss, Fairy_ire

  
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