Ciao!!! Stavolta ho deciso di iniziare io, prima di farvi leggere il capitolo!!!! E' un po' corto, è vero, ma è... diciamo... particolare. Partendo dal presupposto che non sarò viva ancora a lungo a causa di ciò, io comincio a fuggire. Per chiunque mi cercasse, io sono sparita dalla circolazione :D
Orbene, dopo questa introduzione, passo ai ringraziamenti. Dunque:
Heather91: sono contenta che ti piaccia!!! Spero che continuerà a piacerti e continuerai a leggere!!!
Lollapop: non è tanto l'essere veloce, è quanto il fatto di trovare il tempo per sedersi 5 minuti al pc e poi... beh, non faccio esattamente risuscitare Norrington, faccio qualcosa di meglio... o peggio, che dir si voglia XD Continua a recensire, regina dei commenti!!!
LadyElizabeth: massì massì, non ti preoccupare... prima o poi il sereno arriva. In questo caso, più poi che prima però :P
QueenLilly: io sono buonissima, che vai dicendo. Infame io?? Giammai... forse però non è la risposta giusta in questo momento. Diciamo, per ora no. Ecco, già mi piace di più. E poi non ti indepressire, forza e coraggio che la vita è un passaggio (mannò, nooooo!!) Ehi! Tralaltro, io aggiorno, sì, ma vedi di aggiornare anche tu!!!!
Giulia: ti iscrivi o noooooo???? iscriviti o vengo sotto casa tua e ti stritolo con queste mie dolci manine!!!
Ebbene, che dire di più? Al prossimo capitolo!!!! Ciao!!!!
I proiettili
sparati dai cannoni di entrambe le navi si incrociavano, colpivano, chi l’acqua
del vortice chi l’imbarcazione stessa portando distruzione e sbalzamenti fuori
bordo di numerosi pirati sulla traiettoria delle palle di cannone. Le navi
seguivano il corso delle acque del vortice e il capitan Barbossa, al timone,
manteneva la rotta dritta per evitare che la nave si ribaltasse sul fianco. Jo
era vicino all'amica e a Will e li aiutava ad ordinare il fuoco, andando da una
parte all'altra della nave; era emozionata: non aveva mai assistito ad una
battaglia navale né tanto meno partecipato in prima persona, ma la cosa non la
spaventava. Tutt'altro:la sua sete di vendetta la rendeva euforica e non vedeva
l'ora di poter affrontare un nemico faccia a faccia anche se l'idea di dover
uccidere non la allettava molto. L'occasione per il corpo a corpo non tardò a
venire: non appena le due navi furono abbastanza vicine tra loro per permettere
un arrembaggio, i pirati dell’uno e dell’altra nave cominciarono a gettarsi
appesi a corde gridando e minacciando, facendosi strada nel volo a colpi di
spada e a spari per poi cadere sulla nave avversaria. Uno degli uomini dell'Olandese
raggiunse Josephine e sorrise malignamente: era un soldato inglese e per
questo motivo sarebbe stato più difficile per lei da uccidere, ma respirò
profondamente e il duello cominciò. All'inizio sembrava che il soldato inglese
dovesse avere la meglio poi, appena Jo cominciò a prendere la mano e a capire
le mosse del suo avversario, con due colpi netti lo trapassò da parte a parte,
uccidendolo sul colpo. Non si era ancora ripresa dal suo primo assassinio, che
ne arrivò un altro e così via, e riusciva a batterli tutti: la determinazione e
la sete di vendetta avevano trasformato la sua appena accennata esperienza in
un’arma invincibile. Aveva avuto parecchie difficoltà nell'affrontare uno degli
uomini pesce ma grazie all'intervento di Will si era salvata. Elizabeth le si
avvicinò e la prese per un braccio.
“Jo!” le urlò
nella mischia. “Vuoi farmi da testimone?” Jo non credeva alle sue orecchie.
“Ti sembra il
momento adatto per farmi questa domanda?” chiese stupita sgozzando un nemico.
“No, però ho
bisogno che tu mi stia vicino, ora!” Jo annuì e fece appena in tempo a veder
sparire Elizabeth dal suo fianco che un altro pirata le si fece incontro. Non
appena la ragazza si liberò del suo ennesimo avversario, si voltò a guardare
Barbossa: in piedi al suo posto al timone, mentre si liberava di alcuni inglesi
che lo avevano raggiunto, lo sentì sposare i due giovani amanti. Poco dopo,
Will si appese ad una corda e si gettò in direzione dell'Olandese
seguito subito da Elizabeth per aiutare Will nel duello che aveva intrapreso
con uno dei tanti uomini-pesce: era il capitano di quella nave di dannati, Davy
Jones. Appena ebbe campo libero, Jo si arrampicò sulla balaustra, si aggrappò
ad una fune e si lasciò dondolare dandosi una leggera spinta con un grido di
spavento e di eccitazione. Rotolò sul ponte e si rialzò subito, in tempo per
potersi riparare dall’attacco di uno di quegli esseri orrendi che, appena fu
ucciso, venne immediatamente sostituito da un altro.
“Voi??”
domandò quell'avversario: l'aveva riconosciuta.
“Sì, io.” E
con un affondo lo trapassò da parte a parte. A poca distanza da lei Will era
intento nella lotta contro Davy Jones ed Elizabeth era poco più in là,
accasciata sui gradini che portavano al ponte di comando, apparentemente senza
conoscenza.
“Liz!” gridò
la ragazza. Le si avvicinò per verificare se stesse bene e tirò un sospiro di
sollievo quando la vide aprire gli occhi. Improvvisamente, Davy Jones venne
trapassato dalla spada di Will: quello rise e con la sua chela ne piegò la lama
in modo che non potesse più essere estratta dal suo petto. Mentre Will tentava
di sfilargliela, Jones lo colpì con la chela e lo fece cadere e sbattere contro
la balaustra poi rimase in piedi davanti a Will, la spada puntata verso il suo
cuore, che guardava preoccupato da lui ad Elizabeth. Vedendo gli sguardi
significativi e carichi di amore che si scambiavano i due novelli sposi, rise.
“Ah,
l'amore!” esclamò. “Un'orrenda colpa!” Mentre assisteva a questa scena, lo
sguardo di Josephine cadde sulla spada che Jones puntava contro il ragazzo e la
riconobbe.
- Un attimo…
- pensò Josephine – quella non è sua! Quella è di… - spostò lo sguardo sul
capitano con odio. “Non ti permettere di toccare quella spada!” sibilò
velenosa. Scivolò via da Elizabeth senza che lei se ne accorgesse e cominciò ad
avvicinarsi lentamente a lui con occhi carichi di odio e disprezzo, ma accadde
un fatto inaspettato: Jack Sparrow comparve dietro di lui con un cuore
palpitante in una mano e un pugnale pronto a trafiggerlo nell’altra. Josephine,
Will e Elizabeth lo guardarono sollevati per il suo intervento e al tempo
stesso spaventati da ciò che avrebbe potuto fare.
“Da alla
testa tenere la vita e la morte nel palmo della mano.” Commentò con un ghigno
beffardo il capitano. Davy Jones guardò dal forziere che giaceva poco più in là
aperto a Sparrow, con occhi pieni di odio e di preoccupazione.
“Sei la
crudeltà in persona, Jack Sparrow.” Sibilò acido Jones.
“La crudeltà
è un fatto di punti di vista.” Ribatté Jack. Nel frattempo Josephine si era
avvicinata di più a Will e al capitano dell'Olandese e teneva d'occhio
ogni sua mossa, pronta ad intervenire accanto al ragazzo.
“Tu dici?”
domandò urlando Jones: i suoi occhi prima accesi d'odio ora erano folli. Fu un
attimo: Davy Jones si voltò verso Will con la spada levata e affondò con un
ghigno. Ma qualcosa non quadrava. Davy Jones guardò il suo operato sbalordito e
indignato: quello non avrebbe dovuto succedere. Infatti Josephine, che lo aveva
visto muoversi per attaccare, non avrebbe potuto sopportare che Elizabeth
soffrisse come aveva sofferto lei per la morte di Norrington e si era gettata
sopra Will per difenderlo col proprio corpo. La lama l’aveva trafitta. Con un
singulto e usando le ultime forze che aveva, Jo si spostò tremando da lui per ricadere
al suo fianco, respirando affannosamente. Elizabeth accorse con un urlo
disperato mentre Will, tra il sorpreso e la tristezza, la sorreggeva con le
braccia.
“Josephine!”
la chiamò tra le lacrime Elizabeth. “Josephine,
perché l’hai fatto? Perché?” cominciò
a chiedere accarezzandole il volto. Josephine la guardò e
sorrise flebilmente:
sentiva la camicia bagnata di un liquido caldo che fuoriusciva dalla
ferita, il
suo sangue. Il dolore era insopportabile e la sensazione che il suo
sangue la
stesse macchiando era orrenda.
“Stai
tranquilla…Elizabeth…” disse con voce rotta dai
singulti. Deglutì il sangue che
le era salito in bocca con una smorfia: ogni parola e ogni movimento
erano una
sofferenza. “Io…n-non
servo…più…” abbassò lo sguardo ma
Elizabeth le alzò il
viso.
“Non devi
dire così, Jo, resta con noi. Guardami! Non mollare! Guardami!” urlò
disperatamente la ragazza ma l’amica respirava affannosamente e il dolore la
investiva completamente: man mano perdette le forze, gli occhi le si chiusero e
il suo respiro diventò sempre più affannoso. Sentiva il suo corpo bruciare, la
parte dove la lama l’aveva trapassata ardere. Elizabeth la scrollò. “Jo! Non
lasciarmi! Non mollare!” urlava.
Jones aveva
assistito alla scena con rabbia: rabbia perché non era andata come nei piani,
rabbia perché non era la giovane a dover morire ma Turner, rabbia perché non
riusciva a capire il perché di quel gesto folle quando la ragazza sapeva fin
dall'inizio che l'avrebbe portata alla morte. Era ancora immerso nei suoi
pensieri, quando un uomo lo attaccò dalle spalle: era uno dei suoi marinai, ma
Josephine non riuscì a distinguerlo: era come se le fosse caduto un velo gli
occhi che le impediva di vedere le cose distintamente.
Non sentì più nulla. Chiuse definitivamente gli occhi, il suo cuore smise di battere e si lasciò andare tra le braccia fredde ma accoglienti della morte.
Sono perfidissima e sadicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! Uhm... io comincio a correre, ok?? :D