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Autore: Clarrie Chase    04/12/2008    8 recensioni
Cosa sarebbe successo se Winry fosse stata adottata da Trisha Elric quando aveva solo quattro anni e fosse cresciuta come sorella di Edward e Alphonse Elric?
Trisha sarebbe morta comunque?
I fratelli avrebbero comunque tentato la Trasmutazione Umana per riportarla in vita?
Edward sarebbe diventato comunque Alchimista di Stato?
E Alphonse?
A quest'ora la sua anima sarebbe legata ad un armatura?
E che cosa sarebbe successo se... ?
Prima FF su Full Metal Alchemist: What if... ?
Dal 10° cap.:

Prima accetti che le cose non torneranno più come una volta, e prima ricominci a vivere. [...]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Confidenze Notturne

Confidenze Notturne

 

 

Le persone che meritano veramente fiducia, sono quelle che ti stanno accanto anche quando non le ami abbastanza.

 

Edward sbuffò sonoramente, annoiato. Il cielo era limpido e la luna si stagliava alta e orgogliosa nel grande manto blu tempestato di stelle. C’era una calma innaturale nell’aria, una calma che Edward iniziava a non sopportare più. Imprecò a bassa voce per l’ennesima volta: perché diamine aveva acconsentito a farsi mettere quello strano impacco al braccio e alla gamba, prima che tutti andassero a dormire?! Gli prudeva da morire… era da circa tre ore che cercava inutilmente di addormentarsi. Alla fine ci aveva rinunciato.

Avrebbe solo voluto che con lui ci fosse anche Alphonse, così da metterlo al corrente dei pensieri che l’avevano accompagnato per tutto il pomeriggio; e chissà, magari lui sarebbe anche stato capace di inventarsi una qualsiasi soluzione.

Drizzò le orecchie all’improvviso, sentendo un rumore sospetto - lo scricchiolio di una trave del pavimento, probabilmente – e voltandosi verso la porta automaticamente. Finalmente Alphonse era tornato

Ma la persona che comparve sulla soglia e che fece inevitabilmente perdere il respiro a Edward non era Alphonse. << Ed… ti ho svegliato? >> chiese Winry imbarazzata dallo sguardo tanto intenso e stupito di Edward. Edward non rispose subito, troppo impegnato a guardarla: indossava una camicia azzurra che le arrivava fino a poco prima del ginocchio, i capelli le ricadevano liberi fin sotto le spalle e la pelle risplendeva chiara sotto la luce della luna, che, neanche a volerlo, entrava dalla finestra illuminando il letto del ragazzo fino alla porta. << Non sei stata tu… Non ho ancora preso sonno… >> confessò Edward costringendosi a spostare lo sguardo prima che Winry si accorgesse dove era inevitabilmente stata attirata la sua attenzione.

Winry gli sorrise dolcemente: << Neanch’io riesco a prendere sonno. Posso… posso restare un po’ con te? >> gli chiese lei, guardandolo ancora un po’ imbarazzata: anche in quel momento – soprattutto in quel momento -, le sembrava di sentire la frase che le aveva detto Riza, con tanta chiarezza che non si sarebbe stupita se voltandosi se la fosse trovata accanto a sussurrarle nell’orecchio.

Edward arrossì: e che cosa avrebbe dovuto rispondere? Dio, quello che gli aveva chiesto….

<< Sì, se ne hai voglia. >> riuscì a dire a malapena Edward, arrossendo lievemente.

Winry gli sorrise dolcemente, avanzando e richiudendosi la porta alle spalle senza far rumore. Si avvicinò al letto e si stese accanto a Edward, rivolta verso di lui. Le parve di vederlo arretrare lentamente, ma non ne era molto sicura. Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza. Ma Winry aveva bisogno di saperlo. Doveva saperlo. << Allora… perché non riuscivi a dormire? >> gli chiese Winry guardandolo incuriosita.

Edward si voltò verso di lei, trovandola pericolosamente vicino al suo volto. Tuttavia non si allontanò, godendosi quel profumo di Gigli che gli pareva non sentire da mesi. << Gli impacchi che mi ha fatto la signora Pinako pizzicano. >> si lamentò il ragazzo iniziando a rilassarsi circondato da quell’odore a lui così familiare. Winry inarcò un sopracciglio: << Perché non hai chiesto a me di metterteli? >> gli chiese Winry senza preoccuparsi di nascondere il disappunto che provava. Edward si corrucciò: << Sei sparita per tutto il pomeriggio. >> le ricordò Edward con una nota di astio ben udibile nella voce. Winry corse l’occasione al volo: << A proposito di questo pomeriggio… che cosa voleva il Colonnello Mustang da te e Al? >> chiese incuriosita e nervosa. Edward sembrò accorgersene: << … E’ stato a casa nostra e… >> la voce di Edward scemò pian piano, fino a scomparire. Ma ormai Winry aveva ben chiara la situazione; d’altronde aveva trovato quei due Alchimisti di Stato che curiosavano in casa sua. Peccato che sul momento non aveva pensato a minacciarli di denunciarli per violazione di domicilio…

<< Ha visto. >> disse Winry senza preoccuparsi di aggiungere il soggetto alla frase; Edward avrebbe capito di sicuro. Ancora una volta era tutto sottointeso. << Già. >> la voce di Edward era carica di amarezza e disprezzo, e Winry non era sicura che il secondo fosse destinato agli Alchimisti.

Con lentezza, posò il capo sulla spalla di Edward, portando la mano sul suo petto e accarezzandolo con la punta delle dita fino alla base del collo. Udì Edward trattenere il respiro e all’improvviso anche il suo cuore prese a battere forte, come se lei si fosse resa conto in ritardo della situazione in cui si trovava.

Edward chinò leggermente il capo verso sinistra, così da posare il mento tra i capelli di lei ed inspirarne l’odore, sospirando soddisfatto; quel gesto innocente aveva il potere di calmarlo, così come la sola presenza di Winry lì, accanto a lui. << Non hanno detto nulla? >> chiese Winry, questa volta con preoccupazione: lei non se ne intendeva affatto di Alchimia, ma più volte sui libri di testo che leggeva aveva ritrovato scritto che la Trasmutazione Umana era un reato punibile con la prigione a vita, nel più fortunato dei casi.

Edward le circondò la vita con il braccio e la strinse un po’ più forte a sé.  << … Non ha detto quasi niente. Credo che… la vista di Al l’abbia un po’ scombussolato. >> mormorò Edward con voce sconsolata, quasi delusa dalla reazione del Colonnello. << Non puoi fare niente per il corpo di Al? >> chiese Winry, anche lei tristemente, sapendo che per ottenere risposte concrete doveva fare domande dirette.

<< Sì. Ridarò ad Al il suo vero corpo. Gliel’ho promesso, e poi… è una cosa che voglio fare. >>

Winry rimase stupita dal tono sicuro e carico di determinazione che aveva usato Edward. << … Sei cambiato. >> sussurrò Winry a voce bassa, fermando la mano e alzando il volto per poter guardare Edward negli occhi. Edward le restituì lo sguardo, scuotendo lievemente il capo: << Non credo… io non mi sento diverso. >> obbiettò debolmente lui, incapace di saziarsi della sensazione che stava provando in quel momento, con il volto di Winry a pochissimi millimetri dal suo. Winry sorrise: << No, io intendevo dire che sei cresciuto…. Mi farai restare indietro, se continui così. >> esclamò con poca convinzione, cercando di alleggerire l’atmosfera. Lo sguardo venne però attirato dalla benda sporca di sangue che isolava con cura la ferita provocata dal braccio mancante. Edward colse il suo sguardo, scherzandoci sopra: << Fa un po’ impressione, vero? Se vuoi appena si rimargina la ferita te lo faccio toccare… Adesso mi fa ancora male. >>

Winry si voltò di lato indispettita, sfuggendo all’intenso e giocoso sguardo d’ambra di Edward.

<< Scemo. >> lo rimbeccò lei imbronciandosi. Edward la guardò divertito, per poi cambiare completamente espressione: << Ho intenzione di chiedere a Pinako di installarmi due Automail. >> confessò, dopo pochi secondi di riflessione. Lei lo guardò sorpresa, cercando di immaginarsi un braccio meccanico al posto del vuoto che aveva lasciato quello vero.  Poi capì. << Hai intenzione di diventare un Alchimista di Stato. >> Non era una domanda, e nella frase non c’era un briciolo di rancore o rabbia o altri sentimenti negativi; questa volta fu Edward a guardarla sorpreso. << Sì. >> confermò lui, confuso dal tono assolutamente neutro della sua voce. << Non hai niente da dire? >> le chiese Edward, quasi temendo una possibile risposta. Winry lo guardò negli occhi, sentendo il suo respiro sulle labbra. << Che cosa dovrei dire? Hai preso una decisione. Non posso farti cambiare idea. E poi… un po’ me l’aspettavo. >>

Adesso Edward era veramente sorpreso: si era aspettato urla, pianti e litigi, mentre invece… Si rese conto che Winry stava rendendo il tutto più facile. << Perché? >> le chiese lui, avvicinandosi di più al suo viso quasi inconsciamente. Per Winry fu ancora più difficile resistere, sotto quello sguardo così sincero e intenso. << Hai fatto una promessa ad Al. E in fondo… è lui la tua vera famiglia. >> quelle parole erano cariche di dubbi e amarezza, come se Winry se le stesse portando dentro da troppo tempo…. E forse fu proprio per questo che ferirono Edward più di una frustata, mentre la guardava con occhi increduli.

<< Che diamine stai dicendo?! Tu e Al! Siete tu e Al la mia vera famiglia! >> le disse lui trattenendosi dall’urlare per puro sforzo di volontà. Winry fece per sottrarsi a quell’abbraccio ormai diventato troppo asfissiante, scappando anche allo sguardo accusatore di Edward; non si era aspettata che il dolore che gli stava provocando in quel momento con quelle parole le facesse ancora più male della frase stessa. Inevitabilmente gli occhi le si inondarono di lacrime: voleva andarsene da quella stanza, fuggire dalla persona a cui in quel momento stava provocando tanto dolore.

Ma Edward non era per niente intenzionato a lasciarla andare: fece forza sulla gamba destra e si strinse Winry al petto per poterle ricadere - malamente - addosso e quindi immobilizzarla sotto di se.

Winry smise immediatamente di ribellarsi, riconoscendo sul viso di Edward una smorfia di dolore.

<< Smettila… immediatamente… di dire… che non fai parte della mia famiglia… chiaro…? >> scandì Edward lentamente, per la prima volta restando indifferente alle lacrime di Winry; era necessario che lei capisse quanto gli stesse costando quella decisione… quanto stesse soffrendo al solo pensiero di doverla lasciare sola, adesso che la sentiva finalmente così vicina…

<< Ed… ti prego, basta! Lasciami andare! >> gli chiese Winry cercando di nascondergli le lacrime. Lui scosse la testa, e sebbene le ferite al braccio e alla gamba avevano preso a bruciargli non si spostò da sopra di lei, ben consapevole che non si sarebbe mossa fin quando ci fosse stato il rischio che i punti si riaprissero.

<< Dimmi che non lo pensi davvero. >> le ordinò Edward strattonandola leggermente con il braccio e costringendola a guardarlo negli occhi. << Dimmi che non lo pensi davvero. >> ripeté lui, la voce ormai ridotta un sussurro. Winry non riusciva a sfuggire a quello sguardo tanto disperato e tormentato che la stava tenendo incatenata a sé. Cedette. << Non lo penso davvero. >> ripeté lei sperando che la lasciasse andare via. Ma Edward non voleva, non adesso. Le passò il braccio sotto la vita  e la strinse a se, seppellendo il volto nell'incavo del suo collo per dare e ricevere calore... Quel calore che da troppo tempo gli era stato precluso. I sussulti di Winry si calmarono fino a scomparire e finalmente lei si abbandonò tra le braccia di Edward. Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in quell'abbraccio, ma non poteva fare altro che ricambiarlo, spinta da un desiderio che non aveva mai provato prima. << Perché oggi non hai mangiato con noi, a cena? >> le chiese poi Edward, alzandosi per poterla guardare negli occhi. Winry si morse le labbra: che cosa doveva fare? Doveva dirglielo...? << Te lo dico a patto che ti sposti. Mi stai schiacciando, Ed. >> gli rivelò lei arrossendo lievemente. Edward la guardò << Solo se tu mi assicuri che risponderai. >> le fece promettere lui incuriosito. Winry annuì e lentamente - e stando ben attento a non farsi scappare gemiti di dolore - Edward si ridistese al suo fianco. Winry si voltò verso di lui, preferendo non stargli molto vicina: si sentiva strana, il respiro le era lievemente accelerato e il suo cuore stava ancora cercando di ritornare a un battito quanto meno normale. Winry si rispecchiò negli occhi ambrati di lui: era ovvio che stava aspettando la confessione. << ... Non ti ho mai parlato dei miei veri genitori, vero? - era una domanda retorica ovviamente, Winry era certa di non avergliene mai parlato - Beh... Se devo essere sincera non ho ricordi precisi di loro... Sono più che altro sogni e ricordi confusi... Ero molto piccola quando la mamma mi adottò - e qui le fece uno strano effetto mettere i propri veri genitori e la madre che aveva in comune con Edward e Alphonse nella stessa frase... Era come se ci fosse qualcosa di stonato, in mezzo. - Ma... >> << Che cosa c'entra questo con il fatto che non sei scesa a cena? >> le chiese Edward contrariato. Era evidente che quel discorso lo stava confondendo. D'altronde Winry non gli aveva mai parlato della propria famiglia, mai. E lui ovviamente non aveva mai fatto domande. Prima che si innamorasse di lei, Winry era sempre stata sua sorella. Non aveva mai neanche pensato che Winry potesse avere un altra famiglia all'infuori della loro. E adesso quel discorso lo stava inquietando. Perché se Winry aveva iniziato a parlargli della sua famiglia a 14 anni poteva esserci un solo motivo, e lui non era più certo di volerlo scoprire. << ... Hai notato che la signora Pinako... non mi è molto simpatica, vero? >> gli chiese retoricamente Winry, questa volta senza provare rancore nei confronti della signora per la prima volta quando si parlava di lei. Edward si ritrovò ad annuire, sebbene una parte di lui volesse ancora non ascoltare quello che lei gli stava per dire. << Qualche giorno fa ho scoperto una cosa. Lei è... la madre di mio padre. Mia... nonna, insomma. >> il tono di Winry, sebbene non fosse vittima di sentimenti ostili, era stato neutro, come se la faccenda non la riguardasse affatto. Edward sgranò gli occhi, sebbene in cuor suo si fosse aspettato una cosa del genere già da quando avevano iniziato quella sconveniente conversazione. Però... << Ne sei sicura? >> gli chiese lui mentre nella sua mente qualcosa iniziava a mettersi in moto. Winry annuì a malincuore, cercando di capire dove volesse arrivare. << Sì, è venuta a Resembool apposta per cercare me. Da quel che ho capito non sapeva della mia esistenza perché aveva litigato con mio padre prima della mia nascita. Deve esserle capitato tra le mani qualche documento che attesta che la mamma mi ha adottata. >> All'improvviso anche Winry sgranò gli occhi, arrivando alla stessa conclusione di Edward. Lui la guardò sorridendo lievemente: << Hai capito? >> le chiese, volendo sentire da lei quello che lui stesso era arrivato a comprendere solo pochi secondi prima. Winry scosse la testa, incredula: << Non può essere... lei sa chi sono! Se è arrivata  a Resembool deve aver scoperto il nome della mamma, e quindi deve aver anche fatto il collegamento... >> Edward annuì, sorridendo sghembo: << Ecco perché è stata così gentile con noi. Me lo stavo chiedendo fin da stamattina. Infondo non è da tutti accogliere in casa propria tre ragazzi che non conosce, di cui uno gravemente ferito, un altro senza corpo e una mentalmente stressata. >> Winry gli mollò un leggero pugnetto sulla spalla buona, prestando però poca attenzione ad Edward.

Se Pinako aveva sempre saputo che lei era sua nipote... allora perché non aveva detto niente? Pinako quindi.... non voleva separarla da Edward e Alphonse... ?!

Winry gemette di frustrazione sotto lo sguardo incuriosito di Edward: << L'ho sempre trattata male e lei non ha mai avuto intenzione di portarmi via! >>. Edward tornò serio: << Che cosa? Pensavi che voleva portarti via? Intendi... separarti da me e Al? >> le chiese il ragazzo guardandola incredulo. Winry arrossì sotto quello sguardo così stupito: <<... Sì. >> confessò a malincuore sentendosi una sciocca. Edward la guardò corrugando le sopracciglia: << E, anche ammesso che lei fosse venuta qui per questo... Credi che gliel'avrei lasciato fare?! Sei Winry Elric, e lei non ha nessun diritto su di te! Sei mia e di Al, assolutamente! >> solo dopo - arrossendo - Edward si rese conto di quello che aveva detto. Winry però lo guardava dolcemente, come se lo stesse vedendo per la prima volta. Poi, con lentezza a dir poco esasperante, si avvicinò di più a lui e posò un bacio leggero sulla sua guancia: << Ti voglio bene anch'io, Ed. >> soffiò lei sulle sue labbra, sorridendogli dolcemente. Edward si ritrovò ad arrossire lievemente quando lei, incurante delle sensazione che gli stava suscitando, lo abbracciò di slancio, seppellendo il viso nella sua spalla come solo pochi minuti prima aveva fatto anche lui. Edward sorrise tra i suoi capelli e senza neanche accorgersene si ritrovò a stringerla goffamente a sé col braccio.  

Già, ma io non ti voglio solo bene. Io ti amo, avrebbe voluto dirle lui, per togliersi finalmente quel peso dal cuore. Sentiva solamente il bisogno di dirle che la amava e che per lei ci sarebbe sempre stato, qualunque sarebbe stata la sua decisione. E poco importava se lei non lo ricambiava, lui la amava abbastanza per tutti e due e avrebbe saputo continuare ad amarla in silenzio, così come aveva sempre fatto suo fratello Alphonse. E all'improvviso... << Diglielo.>> disse Edward, in un lampo di ispirazione. Winry non capì: << Dire cosa a chi? >> chiese infatti, separandosi da lui ma accorgendosi di potersi allontanare solo quanto bastava per poterlo guardare negli occhi a causa del braccio che la teneva stretta a sé. << Dì a Pinako che sei sua nipote. >> le ripeté Edward con una strana scintilla negli occhi. Winry lo guardò confusa, stringendo inconsciamente la mano sulla canottiera del ragazzo: << Perché? >> gli chiese lei con una nota di panico mal controllata nella voce. Solo allora Edward capì che Winry non aveva capito quello che le aveva detto all'inizio. << Winry, per recuperare il corpo di Al dovremo viaggiare molto. >> iniziò lui sperando che solo quella frase bastasse per far capire a Winry la verità. La ragazza lasciò andare la sua canottiera, mentre i suoi occhi si riempivano nuovamente di lacrime: << Intendi dire... che Al verrà con te? E io? Che fine farò io? >> gli chiese lei disperata, portando le mani sulle sue spalle e scuotendolo, per la prima volta infischiandosene del dolore che il ragazzo poteva provare alla spalla. << Resterai qui. Finché io e Al non torneremo con i nostri veri corpi. >>. Winry lo fissò intensamente come per capire se la stesse prendendo in giro: nulla da fare, gli occhi di Edward erano quanto di più sincero lei avesse mai visto in vita sua. << Hai appena finito di dire che non avresti permesso a Pinako di portarmi via... e ora dici che vuoi lasciarmi qui? Che tu e Al volete lasciarmi qui con... questa estranea? Lei non è mia nonna, Edward! Io non ho nessuno, capisci? Ho solo te e Al! E se ve ne andate non avrò neanche voi! >>. Edward restò impassibile, convinto della sua idea: << Non è  vero, Winry. Anche io e Al non abbiamo nessun altro oltre a te. Neanche noi... neanch'io voglio separarmi da te. Ma è pericoloso, Winry. Non so che cosa affronteremo io e Al durante il nostro viaggio. Non voglio costringerti a questa vita. >>. << Non voglio che tu te ne vada. >> lo implorò Winry abbracciandolo nuovamente e stringendosi a lui come se temesse di vederlo sparire da un momento all'altro. Edward ricambiò l'abbraccio: << Non me ne andrò. Mi allontanerò per un po' di tempo E appena recupererò il corpo di Alphonse tornerò da te e potremo vivere insieme. Io, te  e Al. >> Si affrettò poi ad aggiungere, accorgendosi del doppio senso che la frase poteva avere - e che Winry aveva colto per la prima volta, mentre il cuore aveva preso a batterle forte nel petto. Winry si separò lentamente da lui, guardandolo negli occhi: la luce della luna la rendeva ancora più bella agli occhi di Edward, che, senza neanche accorgersene, si stava avvicinando a lei sempre di più. Winry protese leggermente il volto verso di lui: sapeva che cosa sarebbe successo e stranamente non ne era spaventata. Anzi, se avrebbe dovuto definire quello che stava provando in poche parole... avrebbe scelto 'impazienza'. Si, voleva che Edward la baciasse.

La porta si aprì all'improvviso, facendo sobbalzare Winry e Edward, che con occhi sgranati si voltarono in direzione della porta pronti a giurare anche sotto tortura ' che non avevano fatto assolutamente niente!'. Sulla porta vi era Alphonse: l'armatura era ferma sulla soglia e se avesse atteso un solo secondo di più per aprire la porta probabilmente li avrebbe colti sul fatto. << ... Winry, che cosa ci fai qui? >> le chiese Alphonse apparentemente confuso. Winry arrossì immaginandosi lo sguardo accigliato di Alphonse e si sbrigò a scivolare via dall'abbraccio di Edward, scendendo dal letto con una velocità impressionante. << Me ne stavo giusto andando. Ero scesa perché non riuscivo a prendere sonno... Ma adesso ho davvero molto, molto sonno, quindi me ne torno in camera mia. Buonanotte in tutti e due! >> L'ultima cosa che Winry vide prima di chiudersi la porta alle spalle fu il rossore sulle guance di Edward e i suoi occhi d'ambra fissarla come sconcertati.

Alphonse attese di sentire i passi di Winry sparire su per le scale prima di parlare: << Che cosa diamine stavi combinando? >> lo rimproverò subito Alphonse, senza perdere tempo. Edward spostò lo sguardo su Alphonse, sperando di poter tenere in piedi la facciata di 'ragazzo innocente'. << Che cosa dovevo combinare? Stavo solo parlando con Winry! >> esclamò Edward sulla difensiva, pensando però a quanto poco gli era mancato per baciare Winry - e a come anche lei sembrasse desiderosa di sentire le sue labbra sulla proprie, anche -. Se Alphonse avesse avuto ancora il suo corpo sul suo volto sarebbe comparsa un espressione accigliata che tendeva alla totale perdita di pazienza, e questo Edward lo sapeva bene. << Non fare il finto tonto con me, Fratellone! Sono rimasto fuori dalla porta per tutto questo tempo, vi ho sentiti! >>. Edward sgranò gli occhi, pensando a quanto le cose che lui e Winry si erano detti potevano aver ferito Alphonse. << Non si origlia alle porte! >> lo rimproverò Edward sentendosi ormai con le spalle al muro. Alphonse non si fece comprare: << E non si bacia la propria sorella, non ti pare? Proprio tu che mi rimproveravi tanto... Fratellone, ti rendi conto di quello che hai fatto? Credi che per Winry sarà più facile vederti andare via se tu l'avessi baciata?! Se proprio devi fare una cavolata, falla per bene, almeno! >>. Ecco, adesso Edward era decisamente confuso. << Eh? Cioè, tu... non sei arrabbiato con me per aver tentato di... baciare Winry? >> gli chiese Edward al metà tra l'incredulo e lo stupito. Alphonse annuì << Certo che sono arrabbiato! Prima devi dirle che la ami! >>

...

...

...

<< Non capisco. >> confessò Edward dopo pochi secondi. Alphonse restò in silenzio: anche lui si era reso conto dell'assurdità di ciò che aveva detto. Però... << Quindi tu sai che... ? >> Avrebbe voluto dire 'che mi sono innamorato di Winry' ma non se la sentiva di ferire il fratello più di quanto non avesse già fatto inconsciamente. Alphonse annuì: << Sì, lo so. >>. << Ah. >> si limitò a dire Edward, non trovando nient'altro da aggiungere.

 

Il giorno dopo Edward si stava facendo aiutare da Alphonse a salire sulla sedia a rotelle. << Ecco fatto. >> esclamò Alphonse soffisfatto, spingendo la sedia fino alla porta. Edward aspettò che Alphonse aprisse la porta, ma il fratellino non sembrava averne nessuna intenzione. Così Edward si girò a guardarlo con aria interrogativa. << Fratellone... tu credi che Winry dirà a Pinako... ? >>. Edward lo guardò seriamente: << Spero proprio di sì, Al. E' l'unica persona che può prendersi cura di lei come faremmo noi. >> Alphonse non sembrò molto convinto, però aprì comunque la porta uscendo con il fratello. Edward sbuffò sonoramente, una volta entrato in cucina. << Ehm... è tutto ok, Fratellone? >> gli chiese Alphonse con poca convinzione. Edward sbuffò seccato: << Stando seduto sembro ancora più in basso di quanto sono in realtà. >>. Alphonse dovette trattenersi dal non ridere: suo fratello era proprio incredibile! Tra pochi minuti avrebbe subito un operazione dolorosissima - collegare i nervi agli Automail uno per uno, Pinako gliene aveva parlato ieri e aveva detto che anche gli uomini adulti si mettevano a urlare come bambini durante l'operazione - e lui pensava al fatto che stando seduto doveva guardare tutto e tutti dal basso verso l'alto!

La verità era che Edward era nervoso: in generale aveva sempre avuto una buona sopportazione del dolore, però... Non aveva mai saputo quale sarebbe stato il momento in cui avrebbe provato dolore, si era solo limitato ad accettarlo così quando veniva. Adesso invece sapeva esattamente quando avrebbe iniziato a provare dolore e, cosa ancora più devastante, sapeva che era stato lui a decidere di provarlo. Si sentiva male come un bambino che va per la prima volta dal dentista.

Ma quello sarebbe stato il suo primo passo verso la sua meta: diventare un Alchimista di Stato. Tutto iniziava da lì - anche se ancora Edward non riusciva a vedere la fine di quel tunnel in cui si stava via via addentrando, secondo dopo secondo -. Winry rientrò in casa in quel momento, e Edward - come al solito - quasi dimenticò di respirare, vedendola: indossava un vestito bianco, leggero, e aveva i capelli sciolti, come la sera prima. Gli parve di cogliere un leggero rossore sulle sua guance, quando lo scorse. << Buongiorno, Al. Buongiorno, Ed. >> li salutò Winry, ancora un po' imbarazzata per via di Alphonse, e molto indecisa per via di Edward.

<< Buongiorno. >> la salutarono i due fratelli all'unisono. << Allora... Ed, come ti senti? >> gli chiese la ragazza riuscendo a notare il suo nervosismo persino da quella distanza. Edward sorrise leggermente: << Come se stesse per avviarsi al patibolo. >> rispose per lui Alphonse, una sorta di nota canzonatoria nella voce. Anche Winry rise e l'imbarazzo di pochi attimi prima sparì così come era venuto. << Che fifone! >> lo prese in giro Winry mostrandogli la lingua. Edward sbuffò: << Sisi, ridete, ridete, ma quando potrò di nuovo alzarmi in piedi la prima a pagarne le conseguenze sarai proprio tu, santarellina! >> la avvisò Edward con voce tutt'altro che offensiva. << Ma dai, Fratellone, Winry sta solo scherzando! >> la difese subito Alphonse. << Ma smettila, Al! Se sempre pronto a difenderla, tu! >>

Winry guardò con affetto i suoi fratelli battibeccare tanto animatamente: le sembrava che non fosse cambiato proprio niente da quando la loro madre era ancora viva... Quanto avrebbe voluto che non fosse cambiato proprio  niente...

Dalla porta dell'officina fece capolino Pinako, addosso il grembiule da meccanica leggermente macchiato d'olio e in mano una chiave inglese - che Winry guardò con fin troppo interesse, a parere di Edward -. Il ragazzo deglutì, sapendo che cosa la vecchia stava per dire: << Beh, andiamo Edward, il lettino è pronto e ho appena finito di ultimare il braccio meccanico. >> annunciò la donna, orgogliosa del proprio lavoro. << Uhm. >> si ritrovò a mugugnare Edward. Il suono di una risata si liberò dall'armatura di Alphonse e Winry lo seguì a ruota, unendosi a quello scoppio di ilarità. Alphonse spinse la sedia a rotelle fino in una stanza che somgliava tanto a una sala operatoria tipica degli ospedali: attaccato sulla porta c'era un poster che mostrava un corpo umano visto dall'interno, nella stanza vi erano vari attestati di riconoscimento e sparsi su un mobiletto, vicino a un lettino, vi erano vari accessori che probabilmente servivano per favorire l'attaccamente dei nervi all'Automail. Improvvisamente l'operazione che suo fratello avrebbe subito perse tutta la parte divertente. Anche Winry era ammutolita ritrovandosi in quella stanzetta, e Alphonse aveva posato la mano sulla spalla di Edward, come a volergli fare forza. La mano di Edward andò automaticamente a posarsi su quella di acciaio dell'armatura del fratello, voltandosi a guardarlo con aria da cane bastonato che sembrava voler dire 'ti prego, tutto ma non questo!'.  << Alphonse, caro, potresti sistemare Ed sul lettino, per favore? >> gli chiese gentilmente Pinako mentre sorrideva tutt'altro che benevola - o almeno era questa l'impressione dei tre - a Edward. << Sai, credo che con questo voglia vendicarsi. >>> gli sussurrò velocemente Winry mentre Alphonse lo sollevava lentamente e lo poneva sul letto. Edward la guardò con espressione tutt'altro che calma: << Ma per che cosa?! >> chiese esasperato. Pinako lanciò un ultimo sguardo a Edward, dopodiché tirò fuori dalla tasca una fazzoletto e iniziò a bagnarlo in una bacinella d'acqua. << Questo è disinfettante. Naturalmente ho sterelizzatto tutti gli strumenti presenti nella stanza, ma... le precauzioni non sono mai troppo. >> spiegò Pinako mentre il panno si bagnava sempre di più e lei iniziava a togliere le bende alla gamba di Edward. Prima di togliere definitivamente la benda lo sguardo di Pinako cadde su Alphonse: << Forse, Al, sarebbe meglio se tu aspettassi fuori fino a che non finirà l'operazione. Sai, è uno spettacolo un po' crudo... per chi non c'è abituato. >>

Alphonse annuì appena e subito fece retrofron, uscendo dalla stanza. Quando Pinako concentrò la sua attenzione su Winry, Edward si voltò verso di lei con gli occhi sgranati : << Ti prego, non lasciarmi solo con questa pazza! >> le bisbigliò in modo che solo lei riuscisse a sentirlo. Winry annuì e si affrettò a parlare: << Io resto con Edward, sono molto... curiosa di vedere come si svolge un operazione del genere. >>. Pinako stranamente non contestò la decisione di Winry e si limitò ad annuire, iniziando a tamponare con il disinfettante la ferita alla gamba. Edward attese che finisse l'operazione senza dire una parola: per adesso non aveva sentito dolore.

Quando poi la donna prese in mano un coltellino e iniziò a recidergli la ferita, Edward si morse il labbro per non lasciarsi sfuggire neppure un lamento. Winry, al suo fianco, allungò timidamente la mano verso quella del ragazzo, stringendogliela. Edward le strinse la mano e la guardò per pochi secondi, muovendo le labbra fino a formare un 'grazie' silenzioso.

 

 

************************************

Era ormai sera tardi quando Winry raggiunse Pinako in terrazzo. La vecchia stava seduta con gli occhi rivolti al cielo, a contemplare le stelle. << Ciao, Winry. >> la salutò la donna senza però staccare gli occhi dal manto stellato. Winry si ritrovò a sorridere involontariamente:  a quella donna non sfuggiva mai niente.

<< Buona sera, Pinako. >>. La donna la guardò negli occhi, incuriosita: << Come mai qui a quest'ora? >>. Winry fece spallucce: << Ultimamente ho problemi ad addormentarmi... >> le confessò lei, ripensando alla gaffe della sera prima. << E come mai tu sei qui? >> chiese poi Winry alla vecchia, gli occhi azzurri accesi della stessa curiosità che aveva mosso lei solo pochi secondi prima. << Oh... vengo sempre qui a parlare con mio figlio, la sera. >> rivelò la vecchia tornando ad osservare le stelle. << E cosa gli dice? >> Sentiva che era una domanda che poteva fare, quella. << Più che altro gli racconto la mia giornata. >> disse la vecchia sorridendo per una battuta tornatale in mente in quel momento. Winry osservò il suo volto distendesi completamente e apparire più giovane degli anni che aveva: solo allora si accorse di averla vista sorridere solo poche volte, da quando l'aveva incontrata. << Oh, io... volevo ringraziarla per aver installato a Ed gli Automail, oggi. >> disse Winry, dandosi della sciocca per essersi dimenticata tutto il discorso che aveva duramente imparato a memoria per l'occasione.

La donna rise: << Non hai niente di cui ringraziarmi, bambina. Edward è un ragazzo forte come pochi, non ha urlato neanche una volta mentre collegavo i nervi. Non me lo sarei mai aspettata, visto il nostro... beh, il nostro secondo incontro. >> Winry assentì: certo, il secondo incontro. Pinako si riferiva a quando lei e Alphonse le avevano portato Edward in un mare di sangue, apparentemente privo di vita. Ricordò con un brivido la paura che aveva provato in quei giorni, come se in quel momento fosse lontana anni luce. << Ed è un ragazzo forte. Molto più forte di quanto non sembri, a volte. Una volta si prese la colpa di una cosa che avevo fatto io, e la mamma lo mise in punizione per tre giorni. Mi ricordo che piansi tanto per lui. Già, ero proprio una piagnucolona, allora. >>. Pinako la ascoltava senza interromperla, troppo impegnata a osservare la luce ardente che brillava  nei suoi occhi ogni qual volta il discorso cadeva sul suo fratello maggiore. << Sono felice che tu abbia questo rapporto con i tuoi fratelli. Devi voler loro molto bene. >> le disse Pinako con una strana nota malinconica nella voce. Winry annuì, sorridendo: << Sì, voglio molto bene a tutti e due. Sono la mia famiglia. >> eppure il suo cuore batteva più forte e in modo diverso se pensava ad uno in particolare...

<< Ma? >> le chiese Pinako, che era riuscita a cogliere quella minuscola e appena udibile nota di incertezza nella voce della nipote. Winry sembrò sorpresa dal fatto che se ne fosse accorta: << Non è niente. E' solo che... ultimamente... >> Winry si interruppe e la vecchia scoppiò a ridere, tanto forte da offendere lievemente la quattordicenne. << Che cosa c'è da ridere? >> chiese Winry gonfiando le guancie con aria offesa. La donna la guardò ancora sorridendo: << Oh, non è nulla, è solo che tu mi ricordo molto una persona che non vedo da tanti anni... >>. Le risate della donna cessarono e i suoi occhi si fecero improvvisamente più lucidi. Winry colse al volo quell'occasione. << Stai parlando... di mio padre? >> le chiese leggermente intimidita. Pinako sussultò e la guardò sgranando gli occhi: << Come? >> chiese, credendo di aver capito male. Winry si fece coraggio: << Sì, intendo dire... stai parlando di mio padre, vero? ... Tuo figlio, insomma... >> Adesso neanche Winry era certa di aver introdotto bene l'argomento, ma ormai il danno era fatto. << ... Così, hai capito. >> iniziò Pinako con voce rotta dall'emozione. << Certo - aggiunse tra se e se - deve essere per questo se ultimamente ho avuto la sensazione che mi stessi evitando... >>

Winry annuì: << Beh.. non sono stata io a capire. Ho solo visto la foto di mamma e papà - le faceva uno strano effetto chiamare i suoi veri genitori 'mamma e papà' - e quelo che mi ha detto ha fatto il resto. >> Winry aveva ricominciato a parlare in modo formale con Pinako, ma la vecchia non se ne rammaricò. Sospirò, e le chiese : << Ce l'hai con me, adesso? >>. Winry la guardò, sincera: << Ora no... ma all'inizio sì. Credevo che lei fosse venuta per portarmi via da Ed e Al... >>. Pinako parve inorridire all'idea: << Per l'amor del cielo, no! Quei due ragazzi ti amano alla follia, io non ti avrei mai allontanata da persone che ti amano tanto! >> esclamò come offesa dal fatto che Winry potesse aver fatto certi pensieri su di lei. Winry annuì, sorridendo serenamente: << Sì, adesso lo so. >> confermò la ragazza.

<< Ma c'è ancora una cosa che non ho capito... >> iniziò Pinako a un certo punto. << Sì? >> la incoraggiò Winry, curiosa. << ... Come hai fatto a capire che sapevo chi eri? >> le chiese giustamente Pinako, in attesa di una risposta. Sul volto di Winry comparve un sorriso carico d'affetto: << E' stato Edward. Ha detto che se aveva raggiunto Resembool voleva dire che aveva letto il nome di nostra madre in qualche documento e che quindi, quando ci ha visti già la prima volta, ci ha subito riconosciuto. >>. Pinako rise ancora: << Quel ragazzo è molto più sveglio di quanto non sembri, devo proprio ammetterlo. >> concesse lei, con gli occhi stranamente lucidi.

<< Io... non ti sto ordinando niente, sia ben chiaro... Vorrei solo far presente che quando ce ne sarà bisogno potrai sempre venire a chiedere aiuto a me. Sei mia nipote, la mia unica parente... beh, più che altro credo che sia più giusto dire che sono io la tua unica parente ancora in vita. >> Qui anche Winry rise. << Grazie, Pinako. >> la ringraziò Winry, sorridendo. << E non farti sfuggire quel ragazzo, nipote. Si vede che ti ama alla follia! >> esclamò Pinako avviandosi alla porta per rientrare in casa.

Winry la guardò incuriosita << Quale ragazzo? >> le chiese, arrossendo lievemente. Pinako rise: << Tale padre, tale figlia... Winry, sai di quale ragazzo sto parlando! >> e rientrò in casa lasciando la ragazza a riflettere ancora una volta su quelle parole.

Si, ho capito di chi stai parlando, nonna.

 

 

************************************My Space

La frase di inizio capitolo appartiene al telefilm Veronica Mars.

Beh, siamo giunti alla fine ormai… manca solo un capitolo! Si nota il fatto che questo capitolo sia stato scritto un po’ con i piedi? XD No, va beh. Sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo, è il prossimo che fa letteralmente schifo ( e se dico che una cosa che ho scritto io fa schifo, deve essere davvero così).Il problema è che questa è la prima ff a più capitoli che sono stata capace di portare avanti e di finire, con tanto di epilogo. Ma io non ho mai scritto nessun epilogo, per questo il prossimo capitolo sarà un fiasco totale! Ho persino chiesto a mia cugina di ritoccarlo un pochino per renderlo più leggibile… e di solito sono abbastanza orgogliosa delle cose che scrivo. Ah, avete notato tutti il notevole cambiamento del comportamento di Al nei confronti del rapporto di Ed e Win (che come sicuramente avrete capito è prossimo allo stadio terminale [in senso buono XD])? E’ stato descritto un po’ troppo frettolosamente, vero? E l’ultima parte, quella in cui Winry dice a Pinako (che poi lei lo sapesse già è totalmente un altro paio di maniche) di essere sua nipote? Tecnicamente è lì, che Winry capisce qualcosa…. Anche se ormai è inutile fare la misteriosa, credo che anche i muri della mia stanza sappiano come andrà a finire questa ff!

Beh, spazio ai commenti, adesso:

 

MellyVegeta: Anche quest’aggiornamento è stato abbastanza veloce, vero? XD Capito perché a Winry non piace Pinako? Perché crede che la vecchietta sia venuta per portarla via da Ed e Al. Anch’io adoro Riza, anche se mi mette un po’ in soggezione… non so, il suo carattere è pieno di sfaccettature, ma temo di non conoscerla abbastanza per scriverci qualcosa sopra (perché pochi lo sanno, ma il capitolo scorso comprendeva uno spin-off RoyRiza che purtroppo non sono ancora riuscita a finire per il timore di rovinare quella meraviglia di personaggio che è il nostro SottoTenente!) La parte in cui Ed si installa gli automail non è stata molto dolorosa, vero? Mi spiace di non aver montato la scena sadica che ti aspettavi… XD Più che altro non riesco a capire come ho fatto a infiltrare dell’EdWin anche in una scena del genere… *si sorprende di se stessa*

Non preoccuparti per la pubblicità occulta^^ Più che altro grazie a te per postare del sano EdWin in questo sito popolato dal RoyEd^^

 

Kekkuccia:In questa ff, come dice Roy nello scorso capitolo riguardo agli Elric, niente è dato per scontato… Ed potrebbe lasciarla, come potrebbe anche non farlo… chi lo sa (apparte me)??? XD E’ vero, Riza e Winry sembrano veramente sorelle…. Io ce le vedo proprio! Riza piace molto anche a me, quasi quanto Winry… Beh, manca solo un altro capitolo… spero che continuerai a seguirmi nonostante l’avviso riportato sopra riguardo l’epilogo^^ Alla prossima^^

 

Talpina Pensierosa: Grazie per i complimenti^^ Temevo di non renderlo abbastanza realistico, anche se alla fine mi sono ritrovata a ricopiare intere battute del manga…^^ Allora il prossimo appuntamento è con l’ultimo capitolo… spero che ti piacerà^^

 

Aki13: Purtroppo (o per fortuna? XD) la vera parte movimentata ce la siamo lasciata alle spalle... non oso neanche immaginare che cosa ne sarebbe uscito fuori se avessi continuato a scrivere altri capitoli O.O. Ma questa ff mi resterà comunque nel cuore… ho amato veramente questi personaggi,anche più del normale! Ma d’altronde com’è possibile non affezionarsi? Spero di leggere un tuo nuovo commento^^ Ciao^^

 

Nuovo metodo di aggiornamento: devo aggiornare tra dieci giorni, ma per ogni recensione ricevuta scalerò di un giorno anticipando l’aggiornamento… che ve ne pare? Vi attendo tutti per il Gran Finale^^

 

 

 

 

 

 

   
 
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