Confidenze Notturne
Le persone che meritano veramente fiducia, sono quelle che ti
stanno accanto anche quando non le ami abbastanza.
Edward sbuffò sonoramente, annoiato. Il cielo era limpido e
la luna si stagliava alta e orgogliosa nel grande manto blu tempestato di
stelle. C’era una calma innaturale nell’aria, una calma che Edward iniziava a non sopportare più.
Imprecò a bassa voce per l’ennesima volta: perché diamine
aveva acconsentito a farsi mettere quello strano impacco al braccio e alla
gamba, prima che tutti andassero a dormire?! Gli
prudeva da morire… era da circa tre ore che cercava inutilmente di
addormentarsi. Alla fine ci aveva rinunciato.
Avrebbe solo voluto che con lui ci fosse anche Alphonse,
così da metterlo al corrente dei pensieri che
l’avevano accompagnato per tutto il pomeriggio; e chissà, magari
lui sarebbe anche stato capace di inventarsi una qualsiasi soluzione.
Drizzò le orecchie all’improvviso, sentendo un rumore
sospetto - lo scricchiolio di una trave del pavimento, probabilmente – e
voltandosi verso la porta automaticamente. Finalmente Alphonse
era tornato
Ma la persona che comparve sulla soglia e che fece
inevitabilmente perdere il respiro a Edward non era Alphonse.
<< Ed… ti ho svegliato? >> chiese Winry imbarazzata dallo sguardo tanto intenso e stupito di
Edward. Edward non rispose subito, troppo impegnato a guardarla: indossava una
camicia azzurra che le arrivava fino a poco prima del ginocchio, i capelli le
ricadevano liberi fin sotto le spalle e la pelle risplendeva chiara sotto la
luce della luna, che, neanche a volerlo, entrava dalla finestra illuminando il
letto del ragazzo fino alla porta. << Non sei stata tu… Non ho
ancora preso sonno… >> confessò Edward costringendosi a
spostare lo sguardo prima che Winry si accorgesse
dove era inevitabilmente stata attirata la sua attenzione.
Winry gli sorrise
dolcemente: << Neanch’io riesco a
prendere sonno. Posso… posso restare un
po’ con te? >> gli chiese lei, guardandolo ancora un po’
imbarazzata: anche in quel momento – soprattutto in quel momento -, le sembrava di sentire la frase che le aveva
detto Riza, con tanta chiarezza che non si sarebbe stupita se voltandosi se la
fosse trovata accanto a sussurrarle nell’orecchio.
Edward arrossì: e che cosa avrebbe dovuto rispondere? Dio,
quello che gli aveva chiesto….
<< Sì, se ne hai voglia. >> riuscì a
dire a malapena Edward, arrossendo lievemente.
Winry gli sorrise
dolcemente, avanzando e richiudendosi la porta alle spalle senza far rumore. Si
avvicinò al letto e si stese accanto a Edward,
rivolta verso di lui. Le parve di vederlo arretrare lentamente, ma non ne era
molto sicura. Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza. Ma
Winry aveva bisogno di saperlo. Doveva saperlo.
<< Allora… perché non riuscivi a dormire? >> gli
chiese Winry guardandolo incuriosita.
Edward si voltò verso di lei, trovandola pericolosamente
vicino al suo volto. Tuttavia non si allontanò, godendosi quel profumo
di Gigli che gli pareva non sentire da mesi. << Gli impacchi che mi ha
fatto la signora Pinako pizzicano. >> si
lamentò il ragazzo iniziando a rilassarsi circondato da
quell’odore a lui così familiare. Winry
inarcò un sopracciglio: << Perché non hai chiesto a me di
metterteli? >> gli chiese Winry senza
preoccuparsi di nascondere il disappunto che provava. Edward si
corrucciò: << Sei sparita per tutto il pomeriggio. >> le
ricordò Edward con una nota di astio ben udibile nella voce. Winry corse l’occasione al volo: << A proposito
di questo pomeriggio… che cosa voleva il Colonnello Mustang da te e Al?
>> chiese incuriosita e nervosa. Edward sembrò accorgersene:
<< … E’ stato a casa nostra e… >> la voce di
Edward scemò pian piano, fino a scomparire. Ma
ormai Winry aveva ben chiara la situazione;
d’altronde aveva trovato quei due Alchimisti di Stato che curiosavano in
casa sua. Peccato che sul momento non aveva pensato a
minacciarli di denunciarli per violazione di domicilio…
<< Ha visto. >> disse Winry
senza preoccuparsi di aggiungere il soggetto alla frase; Edward avrebbe capito
di sicuro. Ancora una volta era tutto sottointeso. << Già.
>> la voce di Edward era carica di amarezza e disprezzo, e Winry non era sicura che il secondo fosse destinato agli
Alchimisti.
Con lentezza, posò il capo sulla spalla di Edward, portando
la mano sul suo petto e accarezzandolo con la punta delle dita fino alla base
del collo. Udì Edward trattenere il respiro e all’improvviso anche
il suo cuore prese a battere forte, come se lei si
fosse resa conto in ritardo della situazione in cui si trovava.
Edward chinò leggermente il capo verso sinistra,
così da posare il mento tra i capelli di lei ed
inspirarne l’odore, sospirando soddisfatto; quel gesto innocente aveva il
potere di calmarlo, così come la sola presenza di Winry
lì, accanto a lui. << Non hanno detto nulla? >> chiese Winry, questa volta con preoccupazione: lei non se ne intendeva affatto di Alchimia, ma più volte
sui libri di testo che leggeva aveva ritrovato scritto che
Edward le circondò la vita con il braccio e la strinse un
po’ più forte a sé.
<< … Non ha detto quasi niente. Credo che… la vista di
Al l’abbia un po’ scombussolato. >> mormorò Edward con
voce sconsolata, quasi delusa dalla reazione del Colonnello. << Non puoi
fare niente per il corpo di Al? >> chiese Winry,
anche lei tristemente, sapendo che per ottenere risposte concrete doveva fare
domande dirette.
<< Sì. Ridarò ad Al il suo vero corpo.
Gliel’ho promesso, e poi… è una cosa che voglio fare.
>>
Winry rimase stupita dal tono sicuro e carico di
determinazione che aveva usato Edward. << … Sei cambiato. >>
sussurrò Winry a voce bassa, fermando la mano
e alzando il volto per poter guardare Edward negli
occhi. Edward le restituì lo sguardo, scuotendo lievemente il capo:
<< Non credo… io non mi sento diverso. >> obbiettò
debolmente lui, incapace di saziarsi della sensazione che stava provando in
quel momento, con il volto di Winry a pochissimi
millimetri dal suo. Winry sorrise: << No, io
intendevo dire che sei cresciuto…. Mi farai restare indietro, se continui
così. >> esclamò con poca convinzione, cercando di
alleggerire l’atmosfera. Lo sguardo venne però attirato dalla
benda sporca di sangue che isolava con cura la ferita provocata dal braccio
mancante. Edward colse il suo sguardo, scherzandoci sopra: << Fa un
po’ impressione, vero? Se vuoi
appena si rimargina la ferita te lo faccio toccare… Adesso mi fa ancora
male. >>
Winry si voltò di lato indispettita, sfuggendo
all’intenso e giocoso sguardo d’ambra di Edward.
<< Scemo. >> lo rimbeccò lei imbronciandosi.
Edward la guardò divertito, per poi cambiare completamente espressione:
<< Ho intenzione di chiedere a Pinako di
installarmi due Automail. >> confessò,
dopo pochi secondi di riflessione. Lei lo guardò sorpresa, cercando di
immaginarsi un braccio meccanico al posto del vuoto che aveva lasciato quello
vero. Poi capì. << Hai
intenzione di diventare un Alchimista di Stato. >> Non era una domanda, e
nella frase non c’era un briciolo di rancore o rabbia o altri sentimenti
negativi; questa volta fu Edward a guardarla sorpreso. << Sì.
>> confermò lui, confuso dal tono assolutamente neutro della sua
voce. << Non hai niente da dire? >> le chiese
Edward, quasi temendo una possibile risposta. Winry
lo guardò negli occhi, sentendo il suo respiro sulle labbra. <<
Che cosa dovrei dire? Hai preso una decisione. Non posso farti cambiare idea. E
poi… un po’ me l’aspettavo. >>
Adesso Edward era veramente sorpreso: si era aspettato urla,
pianti e litigi, mentre invece… Si rese conto
che Winry stava rendendo il tutto più facile.
<< Perché? >> le chiese lui, avvicinandosi
di più al suo viso quasi inconsciamente. Per Winry
fu ancora più difficile resistere, sotto quello sguardo così
sincero e intenso. << Hai fatto una promessa ad Al. E in fondo…
è lui la tua vera famiglia. >> quelle parole erano cariche di
dubbi e amarezza, come se Winry se le
stesse portando dentro da troppo tempo…. E forse fu proprio per
questo che ferirono Edward più di una frustata, mentre la guardava con
occhi increduli.
<< Che diamine stai dicendo?! Tu e
Al! Siete tu e Al la mia vera famiglia! >> le disse lui trattenendosi
dall’urlare per puro sforzo di volontà. Winry
fece per sottrarsi a quell’abbraccio ormai diventato troppo asfissiante,
scappando anche allo sguardo accusatore di Edward; non si era aspettata che il
dolore che gli stava provocando in quel momento con quelle parole le facesse
ancora più male della frase stessa. Inevitabilmente gli occhi le si inondarono di lacrime: voleva andarsene da quella
stanza, fuggire dalla persona a cui in quel momento stava provocando tanto
dolore.
Ma Edward non era per niente intenzionato a
lasciarla andare: fece forza sulla gamba destra e si strinse Winry al petto per poterle ricadere - malamente - addosso e
quindi immobilizzarla sotto di se.
Winry smise immediatamente di ribellarsi,
riconoscendo sul viso di Edward una smorfia di dolore.
<< Smettila… immediatamente… di dire… che
non fai parte della mia famiglia… chiaro…? >> scandì
Edward lentamente, per la prima volta restando indifferente alle lacrime di Winry; era necessario che lei capisse quanto gli stesse costando quella decisione… quanto stesse
soffrendo al solo pensiero di doverla lasciare sola, adesso che la sentiva
finalmente così vicina…
<< Ed… ti prego, basta!
Lasciami andare! >> gli chiese Winry cercando
di nascondergli le lacrime. Lui scosse la testa, e sebbene le ferite al braccio
e alla gamba avevano preso a bruciargli non si
spostò da sopra di lei, ben consapevole che non si sarebbe mossa fin
quando ci fosse stato il rischio che i punti si riaprissero.
<< Dimmi che non lo pensi davvero. >> le ordinò
Edward strattonandola leggermente con il braccio e costringendola a guardarlo
negli occhi. << Dimmi che non lo pensi davvero. >> ripeté
lui, la voce ormai ridotta un sussurro. Winry non
riusciva a sfuggire a quello sguardo tanto disperato e tormentato che la stava
tenendo incatenata a sé. Cedette. << Non lo penso davvero.
>> ripeté lei sperando che la lasciasse andare via. Ma Edward non voleva, non adesso. Le passò il braccio
sotto la vita e
la strinse a se, seppellendo il volto nell'incavo del suo collo per dare e
ricevere calore... Quel calore che da troppo tempo gli era stato precluso. I
sussulti di Winry si calmarono fino a scomparire e
finalmente lei si abbandonò tra le braccia di Edward. Sentiva che c'era
qualcosa di sbagliato in quell'abbraccio, ma non poteva fare altro che
ricambiarlo, spinta da un desiderio che non aveva mai provato prima. <<
Perché oggi non hai mangiato con noi, a cena?
>> le chiese poi Edward, alzandosi per poterla guardare negli occhi. Winry si morse le labbra: che cosa doveva fare? Doveva
dirglielo...? << Te lo dico a patto che ti
sposti. Mi stai schiacciando, Ed. >> gli rivelò lei arrossendo
lievemente. Edward la guardò << Solo se tu mi assicuri che
risponderai. >> le fece promettere lui incuriosito. Winry
annuì e lentamente - e stando ben attento a non farsi scappare gemiti di dolore - Edward si ridistese al
suo fianco. Winry si voltò verso di lui,
preferendo non stargli molto vicina: si sentiva strana, il respiro le era
lievemente accelerato e il suo cuore stava ancora cercando di ritornare a un
battito quanto meno normale. Winry
si rispecchiò negli occhi ambrati di lui: era ovvio che stava aspettando la confessione. << ... Non ti ho mai parlato dei miei veri genitori, vero? - era
una domanda retorica ovviamente, Winry era certa di
non avergliene mai parlato - Beh... Se devo essere sincera
non ho ricordi precisi di loro... Sono più che altro sogni e ricordi
confusi... Ero molto piccola quando la mamma mi adottò - e qui le fece
uno strano effetto mettere i propri veri genitori e la madre che aveva in
comune con Edward e Alphonse nella stessa frase...
Era come se ci fosse qualcosa di stonato, in mezzo. - Ma... >> <<
Che cosa c'entra questo con il fatto che non sei scesa
a cena? >> le chiese Edward contrariato. Era evidente che quel discorso
lo stava confondendo. D'altronde Winry non gli aveva
mai parlato della propria famiglia, mai. E lui ovviamente non aveva mai fatto
domande. Prima che si innamorasse di lei, Winry era sempre stata sua sorella. Non aveva mai neanche pensato
che Winry potesse avere un altra
famiglia all'infuori della loro. E adesso quel discorso lo stava inquietando.
Perché se Winry aveva iniziato a parlargli
della sua famiglia a 14 anni poteva esserci un solo
motivo, e lui non era più certo di volerlo scoprire. << ... Hai notato che la signora Pinako...
non mi è molto simpatica, vero? >> gli chiese retoricamente Winry, questa volta senza provare rancore nei confronti
della signora per la prima volta quando si parlava di lei. Edward si
ritrovò ad annuire, sebbene una parte di lui
volesse ancora non ascoltare quello che lei gli stava per dire. <<
Qualche giorno fa ho scoperto una cosa. Lei è... la madre di mio padre.
Mia... nonna, insomma. >> il tono di Winry,
sebbene non fosse vittima di sentimenti ostili, era stato neutro, come se la
faccenda non la riguardasse affatto. Edward
sgranò gli occhi, sebbene in cuor suo si fosse aspettato
una cosa del genere già da quando avevano iniziato quella sconveniente
conversazione. Però... << Ne sei sicura?
>> gli chiese lui mentre nella sua mente qualcosa iniziava a mettersi in
moto. Winry annuì a malincuore, cercando di
capire dove volesse arrivare. << Sì, è venuta a Resembool
apposta per cercare me. Da quel che ho capito non
sapeva della mia esistenza perché aveva litigato con mio padre prima
della mia nascita. Deve esserle capitato tra le mani qualche documento che
attesta che la mamma mi ha adottata. >>
All'improvviso anche Winry sgranò gli occhi,
arrivando alla stessa conclusione di Edward. Lui la guardò sorridendo
lievemente: << Hai capito? >> le chiese, volendo sentire da lei
quello che lui stesso era arrivato a comprendere solo pochi secondi prima. Winry scosse la testa, incredula: << Non può
essere... lei sa chi sono! Se è arrivata a Resembool deve aver scoperto il
nome della mamma, e quindi deve aver anche fatto il collegamento... >>
Edward annuì, sorridendo sghembo: << Ecco perché è
stata così gentile con noi. Me lo stavo chiedendo fin da stamattina.
Infondo non è da tutti accogliere in casa propria tre ragazzi che non conosce, di cui uno gravemente ferito, un altro senza corpo
e una mentalmente stressata. >> Winry gli
mollò un leggero pugnetto sulla spalla buona,
prestando però poca attenzione ad Edward.
Se Pinako aveva sempre saputo che lei
era sua nipote... allora perché non aveva detto niente? Pinako quindi.... non voleva
separarla da Edward e Alphonse... ?!
Winry gemette di frustrazione sotto lo sguardo
incuriosito di Edward: << L'ho sempre trattata
male e lei non ha mai avuto intenzione di portarmi via! >>. Edward
tornò serio: << Che cosa? Pensavi che voleva
portarti via? Intendi... separarti da me e Al? >> le chiese il
ragazzo guardandola incredulo. Winry arrossì
sotto quello sguardo così stupito: <<... Sì. >>
confessò a malincuore sentendosi una sciocca. Edward la guardò
corrugando le sopracciglia: << E, anche ammesso che lei fosse venuta qui per questo... Credi che gliel'avrei lasciato fare?! Sei Winry Elric, e lei non ha nessun
diritto su di te! Sei mia e di Al, assolutamente! >> solo dopo -
arrossendo - Edward si rese conto di quello che aveva detto. Winry però lo guardava dolcemente, come se lo stesse vedendo per la prima volta. Poi, con lentezza a
dir poco esasperante, si avvicinò di più a lui e posò un
bacio leggero sulla sua guancia: << Ti voglio bene anch'io, Ed. >>
soffiò lei sulle sue labbra, sorridendogli dolcemente. Edward si
ritrovò ad arrossire lievemente quando lei, incurante delle
sensazione che gli stava suscitando, lo abbracciò di slancio,
seppellendo il viso nella sua spalla come solo pochi minuti prima aveva fatto
anche lui. Edward sorrise tra i suoi capelli e senza neanche accorgersene si
ritrovò a stringerla goffamente a sé col braccio.
Già, ma io non ti voglio solo bene. Io ti amo, avrebbe voluto dirle
lui, per togliersi finalmente quel peso dal cuore. Sentiva solamente il bisogno
di dirle che la amava e che per lei ci sarebbe sempre stato, qualunque sarebbe
stata la sua decisione. E poco importava se lei non lo ricambiava, lui la amava
abbastanza per tutti e due e avrebbe saputo continuare
ad amarla in silenzio, così come aveva sempre fatto suo fratello Alphonse. E all'improvviso... << Diglielo.>> disse Edward, in un lampo di ispirazione. Winry non capì: << Dire cosa a chi? >>
chiese infatti, separandosi da lui ma accorgendosi di
potersi allontanare solo quanto bastava per poterlo guardare negli occhi a
causa del braccio che la teneva stretta a sé. << Dì a Pinako che sei sua nipote. >> le ripeté Edward
con una strana scintilla negli occhi. Winry lo
guardò confusa, stringendo inconsciamente la mano sulla canottiera del
ragazzo: << Perché? >> gli chiese lei con una nota di panico
mal controllata nella voce. Solo allora Edward capì che Winry non aveva capito quello che
le aveva detto all'inizio. << Winry, per
recuperare il corpo di Al dovremo viaggiare molto. >> iniziò lui
sperando che solo quella frase bastasse per far capire a Winry
la verità. La ragazza lasciò andare la sua canottiera, mentre i
suoi occhi si riempivano nuovamente di lacrime: << Intendi dire... che Al
verrà con te? E io? Che fine farò io?
>> gli chiese lei disperata, portando le mani sulle sue spalle e
scuotendolo, per la prima volta infischiandosene del dolore che il ragazzo
poteva provare alla spalla. << Resterai qui. Finché io e Al non
torneremo con i nostri veri corpi. >>. Winry lo
fissò intensamente come per capire se la stesse prendendo in giro: nulla
da fare, gli occhi di Edward erano quanto di più sincero
lei avesse mai visto in vita sua. << Hai appena finito di dire che non
avresti permesso a Pinako di portarmi via... e ora
dici che vuoi lasciarmi qui? Che tu e Al volete
lasciarmi qui con... questa estranea? Lei non è mia nonna, Edward! Io
non ho nessuno, capisci? Ho solo te e Al! E se ve ne andate non avrò neanche voi! >>. Edward
restò impassibile, convinto della sua idea: << Non è vero, Winry. Anche io e Al non abbiamo
nessun altro oltre a te. Neanche noi... neanch'io
voglio separarmi da te. Ma è pericoloso, Winry. Non so che cosa affronteremo io e Al durante il
nostro viaggio. Non voglio costringerti a questa vita. >>. << Non voglio
che tu te ne vada. >> lo implorò Winry
abbracciandolo nuovamente e stringendosi a lui come se temesse di vederlo
sparire da un momento all'altro. Edward ricambiò l'abbraccio: <<
Non me ne andrò. Mi allontanerò per un
po' di tempo E appena recupererò il corpo di Alphonse tornerò da te e potremo vivere
insieme. Io, te
e Al. >> Si affrettò poi ad aggiungere, accorgendosi del
doppio senso che la frase poteva avere - e che Winry
aveva colto per la prima volta, mentre il cuore aveva preso a batterle forte nel
petto. Winry si separò lentamente da lui,
guardandolo negli occhi: la luce della luna la rendeva ancora più bella
agli occhi di Edward, che, senza neanche accorgersene, si stava avvicinando a
lei sempre di più. Winry protese leggermente
il volto verso di lui: sapeva che cosa sarebbe successo e stranamente non ne
era spaventata. Anzi, se avrebbe dovuto definire quello che stava provando in
poche parole... avrebbe scelto 'impazienza'. Si, voleva
che Edward la baciasse.
La porta si aprì all'improvviso, facendo sobbalzare Winry e Edward, che con occhi sgranati si voltarono in direzione della porta pronti a giurare anche sotto
tortura ' che non avevano fatto assolutamente niente!'. Sulla porta vi era Alphonse: l'armatura era ferma sulla soglia e se avesse atteso
un solo secondo di più per aprire la porta probabilmente li avrebbe
colti sul fatto. << ... Winry,
che cosa ci fai qui? >> le chiese Alphonse
apparentemente confuso. Winry arrossì
immaginandosi lo sguardo accigliato di Alphonse e si
sbrigò a scivolare via dall'abbraccio di Edward, scendendo dal letto con
una velocità impressionante. << Me ne stavo giusto andando. Ero
scesa perché non riuscivo a prendere sonno... Ma
adesso ho davvero molto, molto sonno, quindi me ne torno in camera mia.
Buonanotte in tutti e due! >> L'ultima cosa che Winry vide prima di chiudersi la porta alle spalle fu il
rossore sulle guance di Edward e i suoi occhi d'ambra fissarla come
sconcertati.
Alphonse attese di sentire i passi di Winry sparire su per le scale prima di parlare: <<
Che cosa diamine stavi combinando? >> lo
rimproverò subito Alphonse, senza perdere
tempo. Edward spostò lo sguardo su Alphonse,
sperando di poter tenere in piedi la facciata di 'ragazzo innocente'. << Che cosa dovevo combinare? Stavo solo parlando
con Winry! >> esclamò Edward sulla
difensiva, pensando però a quanto poco gli era mancato per baciare Winry - e a come anche lei sembrasse desiderosa di sentire
le sue labbra sulla proprie, anche -. Se Alphonse
avesse avuto ancora il suo corpo sul suo volto sarebbe
comparsa un espressione accigliata che tendeva alla totale perdita di pazienza,
e questo Edward lo sapeva bene. << Non fare il finto tonto con me,
Fratellone! Sono rimasto fuori dalla porta per tutto questo tempo, vi ho sentiti! >>. Edward sgranò gli occhi, pensando
a quanto le cose che lui e Winry si erano detti potevano aver ferito Alphonse.
<< Non si origlia alle porte! >> lo rimproverò Edward
sentendosi ormai con le spalle al muro. Alphonse non
si fece comprare: << E non si bacia la propria sorella, non ti pare?
Proprio tu che mi rimproveravi tanto... Fratellone, ti
rendi conto di quello che hai fatto? Credi che per Winry
sarà più facile vederti andare via se tu l'avessi baciata?! Se proprio devi fare una cavolata, falla per bene,
almeno! >>. Ecco, adesso Edward era decisamente
confuso. << Eh? Cioè, tu... non sei arrabbiato con me per aver
tentato di... baciare Winry? >> gli chiese
Edward al metà tra l'incredulo e lo stupito. Alphonse annuì << Certo che sono arrabbiato!
Prima devi dirle che la ami! >>
...
...
...
<< Non capisco. >> confessò Edward dopo pochi
secondi. Alphonse restò in silenzio: anche lui
si era reso conto dell'assurdità di ciò che aveva detto.
Però... << Quindi tu sai che... ?
>> Avrebbe voluto dire 'che mi sono innamorato di Winry'
ma non se la sentiva di ferire il fratello più di quanto non avesse
già fatto inconsciamente. Alphonse
annuì: << Sì, lo so. >>. << Ah. >> si
limitò a dire Edward, non trovando nient'altro da aggiungere.
Il giorno dopo Edward si stava facendo aiutare da Alphonse a salire sulla sedia a rotelle. << Ecco
fatto. >> esclamò Alphonse soffisfatto, spingendo la sedia fino alla porta. Edward
aspettò che Alphonse aprisse la porta, ma il
fratellino non sembrava averne nessuna intenzione. Così Edward si
girò a guardarlo con aria interrogativa. << Fratellone... tu credi
che Winry dirà a Pinako... ? >>. Edward lo guardò seriamente: <<
Spero proprio di sì, Al. E' l'unica persona che può prendersi
cura di lei come faremmo noi. >> Alphonse non
sembrò molto convinto, però aprì comunque la porta uscendo
con il fratello. Edward sbuffò sonoramente, una volta entrato in cucina.
<< Ehm... è tutto ok, Fratellone? >> gli chiese Alphonse con poca convinzione. Edward sbuffò
seccato: << Stando seduto sembro ancora
più in basso di quanto sono in realtà. >>. Alphonse dovette trattenersi dal non ridere: suo fratello
era proprio incredibile! Tra pochi minuti avrebbe subito un operazione
dolorosissima - collegare i nervi agli Automail uno
per uno, Pinako gliene aveva parlato ieri e aveva detto
che anche gli uomini adulti si mettevano a urlare come bambini durante
l'operazione - e lui pensava al fatto che stando seduto doveva guardare tutto e
tutti dal basso verso l'alto!
La verità era che Edward era nervoso: in generale aveva
sempre avuto una buona sopportazione del dolore, però... Non aveva mai saputo quale sarebbe stato il momento
in cui avrebbe provato dolore, si era solo limitato ad accettarlo così
quando veniva. Adesso invece sapeva esattamente quando avrebbe iniziato
a provare dolore e, cosa ancora più devastante, sapeva che era stato lui
a decidere di provarlo. Si sentiva male come un bambino che va per la prima
volta dal dentista.
Ma quello sarebbe stato il suo primo passo verso
la sua meta: diventare un Alchimista di Stato. Tutto iniziava da lì -
anche se ancora Edward non riusciva a vedere la fine di quel tunnel in cui si
stava via via addentrando, secondo dopo secondo -. Winry rientrò in
casa in quel momento, e Edward - come al solito -
quasi dimenticò di respirare, vedendola: indossava un vestito bianco,
leggero, e aveva i capelli sciolti, come la sera prima. Gli parve di cogliere
un leggero rossore sulle sua guance, quando lo scorse.
<< Buongiorno, Al. Buongiorno, Ed. >> li salutò Winry, ancora un po' imbarazzata per via di Alphonse, e molto indecisa per via di Edward.
<< Buongiorno. >> la salutarono i due fratelli
all'unisono. << Allora... Ed, come ti senti?
>> gli chiese la ragazza riuscendo a notare il suo nervosismo persino da
quella distanza. Edward sorrise leggermente: << Come se stesse per
avviarsi al patibolo. >> rispose per lui Alphonse,
una sorta di nota canzonatoria nella voce. Anche Winry
rise e l'imbarazzo di pochi attimi prima sparì così come era venuto. << Che fifone! >> lo prese in
giro Winry mostrandogli la lingua. Edward
sbuffò: << Sisi, ridete, ridete, ma quando potrò di nuovo alzarmi in piedi la
prima a pagarne le conseguenze sarai proprio tu, santarellina! >> la
avvisò Edward con voce tutt'altro che offensiva. << Ma dai, Fratellone, Winry sta solo
scherzando! >> la difese subito Alphonse.
<< Ma smettila, Al! Se sempre pronto a difenderla, tu! >>
Winry guardò con affetto i suoi fratelli
battibeccare tanto animatamente: le sembrava che non fosse cambiato proprio
niente da quando la loro madre era ancora viva... Quanto avrebbe voluto che non
fosse cambiato proprio
niente...
Dalla porta dell'officina fece capolino Pinako,
addosso il grembiule da meccanica leggermente
macchiato d'olio e in mano una chiave inglese - che Winry
guardò con fin troppo interesse, a parere di Edward -. Il ragazzo
deglutì, sapendo che cosa la vecchia stava per dire: << Beh, andiamo Edward, il lettino è pronto e ho appena
finito di ultimare il braccio meccanico. >> annunciò la donna,
orgogliosa del proprio lavoro. << Uhm. >>
si ritrovò a mugugnare Edward. Il suono di una risata si liberò
dall'armatura di Alphonse e Winry
lo seguì a ruota, unendosi a quello scoppio di ilarità.
Alphonse spinse la sedia a rotelle fino in una stanza
che somgliava tanto a una sala operatoria tipica
degli ospedali: attaccato sulla porta c'era un poster
che mostrava un corpo umano visto dall'interno, nella stanza vi erano vari
attestati di riconoscimento e sparsi su un mobiletto, vicino a un lettino, vi
erano vari accessori che probabilmente servivano per favorire l'attaccamente dei nervi all'Automail.
Improvvisamente l'operazione che suo fratello avrebbe subito perse
tutta la parte divertente. Anche Winry era ammutolita
ritrovandosi in quella stanzetta, e Alphonse aveva
posato la mano sulla spalla di Edward, come a volergli fare forza. La mano di
Edward andò automaticamente a posarsi su quella di acciaio dell'armatura
del fratello, voltandosi a guardarlo con aria da cane bastonato che sembrava
voler dire 'ti prego, tutto ma non questo!'. << Alphonse,
caro, potresti sistemare Ed sul lettino, per favore? >> gli chiese
gentilmente Pinako mentre sorrideva tutt'altro che
benevola - o almeno era questa l'impressione dei tre - a Edward. << Sai,
credo che con questo voglia vendicarsi. >>> gli sussurrò velocemente Winry
mentre Alphonse lo sollevava lentamente e lo poneva
sul letto. Edward la guardò con espressione tutt'altro che calma:
<< Ma per che cosa?! >> chiese esasperato.
Pinako lanciò un ultimo sguardo a Edward,
dopodiché tirò fuori dalla tasca una
fazzoletto e iniziò a bagnarlo in una bacinella d'acqua. << Questo
è disinfettante. Naturalmente ho sterelizzatto
tutti gli strumenti presenti nella stanza, ma... le precauzioni non sono mai troppo. >> spiegò Pinako
mentre il panno si bagnava sempre di più e lei iniziava a togliere le
bende alla gamba di Edward. Prima di togliere definitivamente la benda lo
sguardo di Pinako cadde su Alphonse:
<< Forse, Al, sarebbe meglio se tu aspettassi fuori fino a che non
finirà l'operazione. Sai, è uno spettacolo un po' crudo... per
chi non c'è abituato. >>
Alphonse annuì appena e subito fece retrofron, uscendo dalla stanza. Quando Pinako
concentrò la sua attenzione su Winry, Edward
si voltò verso di lei con gli occhi sgranati :
<< Ti prego, non lasciarmi solo con questa pazza! >> le bisbigliò
in modo che solo lei riuscisse a sentirlo. Winry
annuì e si affrettò a parlare: << Io resto con Edward, sono
molto... curiosa di vedere come si svolge un operazione
del genere. >>. Pinako stranamente non
contestò la decisione di Winry e si
limitò ad annuire, iniziando a tamponare con il disinfettante la ferita
alla gamba. Edward attese che finisse l'operazione senza dire una parola: per
adesso non aveva sentito dolore.
Quando poi la donna prese in mano un coltellino e iniziò a
recidergli la ferita, Edward si morse il labbro per non lasciarsi sfuggire
neppure un lamento. Winry, al suo fianco,
allungò timidamente la mano verso quella del ragazzo, stringendogliela.
Edward le strinse la mano e la guardò per pochi secondi, muovendo le
labbra fino a formare un 'grazie' silenzioso.
************************************
Era ormai sera tardi quando Winry
raggiunse Pinako in terrazzo. La vecchia stava seduta
con gli occhi rivolti al cielo, a contemplare le stelle. << Ciao, Winry. >> la salutò la donna senza però
staccare gli occhi dal manto stellato. Winry si
ritrovò a sorridere involontariamente: a quella donna non sfuggiva mai
niente.
<< Buona sera, Pinako. >>.
La donna la guardò negli occhi, incuriosita: << Come mai qui a
quest'ora? >>. Winry fece spallucce: <<
Ultimamente ho problemi ad addormentarmi... >>
le confessò lei, ripensando alla gaffe della sera prima. << E come
mai tu sei qui? >> chiese poi Winry alla
vecchia, gli occhi azzurri accesi della stessa curiosità che aveva mosso
lei solo pochi secondi prima. << Oh... vengo sempre qui a parlare con mio
figlio, la sera. >> rivelò la vecchia tornando ad
osservare le stelle. << E cosa gli dice? >> Sentiva che era una
domanda che poteva fare, quella. << Più che altro gli racconto la
mia giornata. >> disse la vecchia sorridendo per una battuta tornatale in
mente in quel momento. Winry osservò il suo
volto distendesi completamente e apparire più giovane degli anni che
aveva: solo allora si accorse di averla vista sorridere solo poche volte, da
quando l'aveva incontrata. << Oh, io... volevo ringraziarla per aver
installato a Ed gli Automail, oggi. >> disse Winry, dandosi della sciocca per essersi dimenticata tutto
il discorso che aveva duramente imparato a memoria per l'occasione.
La donna rise: << Non hai niente di
cui ringraziarmi, bambina. Edward è un ragazzo forte come pochi, non ha
urlato neanche una volta mentre collegavo i nervi. Non me lo sarei mai
aspettata, visto il nostro... beh, il nostro secondo incontro. >> Winry assentì: certo, il secondo incontro. Pinako si riferiva a quando lei e Alphonse
le avevano portato Edward in un mare di sangue, apparentemente privo di vita.
Ricordò con un brivido la paura che aveva provato in quei giorni, come
se in quel momento fosse lontana anni luce. << Ed è un ragazzo
forte. Molto più forte di quanto non sembri, a volte. Una volta si prese
la colpa di una cosa che avevo fatto io, e la mamma lo mise in punizione per
tre giorni. Mi ricordo che piansi tanto per lui. Già, ero proprio una
piagnucolona, allora. >>. Pinako la ascoltava
senza interromperla, troppo impegnata a osservare la luce ardente che brillava nei suoi occhi
ogni qual volta il discorso cadeva sul suo fratello maggiore. << Sono
felice che tu abbia questo rapporto con i tuoi fratelli. Devi voler loro molto
bene. >> le disse Pinako con una strana nota
malinconica nella voce. Winry annuì,
sorridendo: << Sì, voglio molto bene a tutti e
due. Sono la mia famiglia. >> eppure il suo cuore batteva
più forte e in modo diverso se pensava ad uno
in particolare...
<< Ma? >> le chiese Pinako, che era riuscita a
cogliere quella minuscola e appena udibile nota di incertezza nella voce della
nipote. Winry sembrò sorpresa dal fatto che se
ne fosse accorta: << Non è niente. E' solo che... ultimamente...
>> Winry si interruppe
e la vecchia scoppiò a ridere, tanto forte da offendere lievemente la
quattordicenne. << Che cosa c'è da ridere? >>
chiese Winry gonfiando le guancie con aria offesa.
La donna la guardò ancora sorridendo: << Oh, non è nulla,
è solo che tu mi ricordo molto una persona che non vedo da tanti anni...
>>. Le risate della donna cessarono e i suoi occhi si fecero
improvvisamente più lucidi. Winry colse al
volo quell'occasione. << Stai parlando... di mio padre? >> le chiese leggermente intimidita. Pinako
sussultò e la guardò sgranando gli occhi: << Come? >> chiese, credendo di aver capito male. Winry si fece coraggio: << Sì, intendo dire...
stai parlando di mio padre, vero? ... Tuo figlio,
insomma... >> Adesso neanche Winry era certa di
aver introdotto bene l'argomento, ma ormai il danno era fatto. << ... Così, hai capito. >> iniziò Pinako con voce rotta dall'emozione. << Certo -
aggiunse tra se e se - deve essere per questo se ultimamente ho avuto la
sensazione che mi stessi evitando... >>
Winry annuì: << Beh..
non sono stata io a capire. Ho solo visto la foto di mamma e papà - le
faceva uno strano effetto chiamare i suoi veri genitori 'mamma e papà' -
e quelo che mi ha detto ha fatto il resto. >> Winry aveva ricominciato a parlare in modo formale con Pinako, ma la vecchia non se ne rammaricò.
Sospirò, e le chiese : << Ce l'hai con
me, adesso? >>. Winry la guardò,
sincera: << Ora no... ma all'inizio sì. Credevo che lei fosse
venuta per portarmi via da Ed e Al... >>. Pinako
parve inorridire all'idea: << Per l'amor del cielo, no! Quei due ragazzi
ti amano alla follia, io non ti avrei mai allontanata
da persone che ti amano tanto! >> esclamò come offesa dal fatto
che Winry potesse aver fatto certi pensieri su di
lei. Winry annuì, sorridendo serenamente:
<< Sì, adesso lo so. >> confermò la ragazza.
<< Ma c'è ancora una cosa
che non ho capito... >> iniziò Pinako a
un certo punto. << Sì? >> la incoraggiò Winry, curiosa. << ... Come
hai fatto a capire che sapevo chi eri? >> le chiese giustamente Pinako, in attesa di una risposta. Sul volto di Winry comparve un sorriso carico d'affetto: << E'
stato Edward. Ha detto che se aveva raggiunto Resembool voleva dire che aveva
letto il nome di nostra madre in qualche documento e che quindi, quando ci ha visti già la prima volta, ci ha subito riconosciuto.
>>. Pinako rise ancora: << Quel ragazzo
è molto più sveglio di quanto non sembri, devo proprio
ammetterlo. >> concesse lei, con gli occhi stranamente lucidi.
<< Io... non ti sto ordinando niente, sia ben chiaro... Vorrei solo far presente che quando ce ne sarà
bisogno potrai sempre venire a chiedere aiuto a me. Sei mia nipote, la mia
unica parente... beh, più che altro credo che sia più giusto dire che sono io la tua unica parente ancora
in vita. >> Qui anche Winry rise. <<
Grazie, Pinako. >> la ringraziò Winry, sorridendo. << E non farti
sfuggire quel ragazzo, nipote. Si vede che ti ama alla
follia! >> esclamò Pinako
avviandosi alla porta per rientrare in casa.
Winry la guardò incuriosita << Quale
ragazzo? >> le chiese, arrossendo lievemente. Pinako
rise: << Tale padre, tale figlia... Winry, sai
di quale ragazzo sto parlando! >> e
rientrò in casa lasciando la ragazza a riflettere ancora una volta su
quelle parole.
Si, ho capito di chi stai parlando, nonna.
************************************My Space
La frase di inizio capitolo appartiene al
telefilm Veronica Mars.
Beh, siamo giunti alla fine ormai…
manca solo un capitolo! Si nota il fatto che questo
capitolo sia stato scritto un po’ con i piedi? XD No,
va beh. Sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo, è il prossimo
che fa letteralmente schifo ( e se dico che una cosa
che ho scritto io fa schifo, deve
essere davvero così).Il problema è che questa è la prima ff a più capitoli che sono stata capace di portare
avanti e di finire, con tanto di epilogo. Ma io non ho
mai scritto nessun epilogo, per questo il prossimo capitolo sarà un
fiasco totale! Ho persino chiesto a mia cugina di ritoccarlo un pochino per
renderlo più leggibile… e di solito sono
abbastanza orgogliosa delle cose che scrivo. Ah, avete notato tutti il notevole
cambiamento del comportamento di Al nei confronti del
rapporto di Ed e Win (che come sicuramente avrete
capito è prossimo allo stadio terminale [in senso buono XD])? E’
stato descritto un po’ troppo frettolosamente, vero? E l’ultima
parte, quella in cui Winry dice a Pinako
(che poi lei lo sapesse già è totalmente un altro paio di
maniche) di essere sua nipote? Tecnicamente è lì, che Winry capisce qualcosa….
Anche se ormai è inutile fare la misteriosa, credo che anche i muri
della mia stanza sappiano come andrà a finire questa ff!
Beh, spazio ai commenti, adesso:
MellyVegeta: Anche quest’aggiornamento
è stato abbastanza veloce, vero? XD Capito perché a Winry non piace Pinako? Perché
crede che la vecchietta sia venuta per portarla via da Ed e Al. Anch’io
adoro Riza, anche se mi mette un po’ in soggezione… non so, il suo
carattere è pieno di sfaccettature, ma temo di non conoscerla abbastanza
per scriverci qualcosa sopra (perché pochi lo
sanno, ma il capitolo scorso comprendeva uno spin-off RoyRiza
che purtroppo non sono ancora riuscita a finire per il timore di rovinare
quella meraviglia di personaggio che è il nostro SottoTenente!)
La parte in cui Ed si installa gli automail non
è stata molto dolorosa, vero? Mi spiace di non aver montato la scena
sadica che ti aspettavi… XD Più che altro non riesco a capire come
ho fatto a infiltrare dell’EdWin
anche in una scena del genere… *si sorprende di se stessa*
Non preoccuparti per la pubblicità occulta^^ Più che
altro grazie a te per postare del sano EdWin in
questo sito popolato dal RoyEd^^
Kekkuccia:In questa ff, come dice Roy nello scorso capitolo riguardo agli Elric, niente
è dato per scontato… Ed potrebbe lasciarla, come potrebbe
anche non farlo… chi lo sa (apparte me)??? XD E’
vero, Riza e Winry sembrano veramente sorelle….
Io ce le vedo proprio! Riza piace molto anche a me,
quasi quanto Winry… Beh, manca solo un altro
capitolo… spero che continuerai a seguirmi nonostante l’avviso
riportato sopra riguardo l’epilogo^^ Alla
prossima^^
Talpina Pensierosa: Grazie per i complimenti^^
Temevo di non renderlo abbastanza realistico, anche se alla fine mi sono
ritrovata a ricopiare intere battute del manga…^^ Allora il prossimo
appuntamento è con l’ultimo capitolo… spero che ti piacerà^^
Aki13: Purtroppo (o per fortuna? XD) la vera parte movimentata ce la siamo lasciata alle spalle... non oso neanche immaginare che
cosa ne sarebbe uscito fuori se avessi continuato a scrivere altri capitoli O.O. Ma questa ff mi
resterà comunque nel cuore… ho amato veramente questi
personaggi,anche più del normale! Ma d’altronde
com’è possibile non affezionarsi? Spero di leggere un tuo nuovo
commento^^ Ciao^^
Nuovo metodo di aggiornamento: devo aggiornare tra dieci
giorni, ma per ogni recensione ricevuta scalerò di un giorno anticipando
l’aggiornamento… che ve ne pare? Vi attendo tutti per il Gran
Finale^^