Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    15/02/2015    1 recensioni
Questa è una storia che parla di tre fratelli: Alisea, Alan e Zaffiro e ci sarà anche tanto, tanto amore fraterno!!
Sentì Zaffiro prendergli la mano e si sentì inaspettatamente protetto dalla sua stretta. Si voltò, sentendosi un po’ avvampare quando lo guardò negli occhi.
“Che tipo di visione? Non farmi stare in pensiero, Alan..” disse Zaffiro, prendendogli il viso tra le mani, ma Alan, imbarazzato, si allontanò dalle mani calde e premurose di suo fratello, sfuggendo a quegli occhi azzurri e preoccupati, quegli occhi azzurri come l’oceano atlantico.
(....) “Quanto sei idiota..” disse Alan, nascondendo la testa sul suo braccio coperto dalla felpa.
Non alzò più la testa per un po’. Rimase così, inspirando l’odore della felpa del fratello. era confortante. Sapeva di..casa.
Zaffiro rimase fermo, sorridendo e guardandolo. Alan poteva sentire il calore venire dal corpo di Zaffiro. Calore umano.
Senza quasi rendersene conto – o forse se ne rendeva conto e questa era la parte peggiore – alzò la testa per appoggiarsi al collo di Zaffiro.
ATTENZIONE: questa storia la metto come conclusa, fino a che non capirò come mandarla avanti.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’indomani,  zia Judith  doveva accompagnare Alisea al centro commerciale, perchè le serviva ancora del materiale scolastico, che aveva dimenticato. 
Stranamente, Zaffiro e Alan non vollero andare;  Zaffiro disse che doveva andare in cartolibreria a vedere se gli erano arrivati i libri che stava aspettando e Alan non aveva voglia di uscire, cosi, la zia e Alisea andarono da sole.
 
Durante il tragitto in macchina, la zia si accorse che Alisea sembrava un pò strana, sulle nuvole… da quando si era svegliata, non aveva detto una parola e aveva le guance rosse. Forse era febbricitante. Quasi a leggerle nel pensiero, Alisea calò il finestrino.
Ecco, aveva la febbre.. non avrebbe dovuto farla uscire.
 
"Alisea, ma sei matta? Siamo in inverno, vuoi prenderti una polmonite?"  Cosi dicendo, chiuse il finestrino.
Alisea guardò inebetita il finestrino, come se l'avesse appena sigillata in una camera mortuaria.

"Cosa ti succede? hai la febbre?”

"No, zia, ho solo un pò caldo" 

La zia gli premette la mano sulla fronte. Sembrava molto calda.

"Se vuoi che torniamo indietro...." 

"NO!"  disse Alisea ad alta voce. 

La zia la guardò corrugando le sopracciglia. 

"No" ripetè più a bassa voce. 

"Scusa, è che mi sono svegliata male, dev’essere l'ansia per la scuola.. domani è il primo giorno con una scuola diversa, compagni diversi, e l'idea mi mette un pò d'ansia, tutto qui." 

La zia annui solennemente, anche se non era del tutto convinta che dicesse la verità e infatti non sbagliava. Era tutta la mattina, da quando si era svegliata, che Alisea aveva una strana ansia addosso. Neanche lei sapeva spiegare bene che cosa avesse. Sapeva solo che si era svegliata con l'eccitazione strana di chi doveva andare in un determinato posto e con l'intento preciso di trovarvi qualcosa, ma non riusciva bene a capire dove stesse andando o che cosa doveva cercare, o trovare.
 
 

 
 
 
*

Intanto in un'altra macchina, altre due figure silenziose percorrevano una strada avvolta nella nebbia, che ben presto sarebbe diventata coperta di neve.
Una era una donna matura, ben curata e truccata, con riccioli d'oro alla Marilyn Monroe, l'altra nel sedile posteriore, accanto a lei,  una ragazza minuta, più giovane, dai lineamenti delicati come una bambola, ma senza alcuna traccia della vanità delle donne che hanno la consapevolezza di piacere.
 Le sue sopracciglia fini e delicate non erano contornate da nessun ombretto e nessuna matita per risaltarne la bellezza degli occhi; cosi come le sue labbra a cuore non erano tracciate da nessuna linea di rossetto. Le sue mani, benchè venissero spesso nominate come bellissime mani da molta gente, non venivano mai colorate da uno smalto. I suoi capelli erano biondissimi e liscissimi, chiunque avrebbe approfittato di quella fortuna, facendo acconciature, legandoli in modo sexy, mettendoci la lacca, olii speciali per sottolinearne ancora di più la bellezza e per farli diventare ancora più luminosi… invece lei no. Marika non era come le altre ragazze. 

Il suo viso era un viso da bambina, non gli interessava truccarsi, perchè non aveva la malizia di piacere alle persone e ai ragazzi. Di tanto in tanto, si legava nastri d'oro facendosi una mezza coda. Non lo faceva per apparire più bella e regale agli occhi degli altri, lo faceva perchè rimaneva ammaliata dalla bellezza del nastro. No, lei non era come le altre ragazze. Per questo era sempre cosi sola.

"Buon Dio, potresti anche metterci un pò di entusiasmo, figlia mia, domani è il tuo primo giorno di scuola e non dovresti andarci cosi imbronciata". 

"Io non volevo venire, non capisco il perchè di questa uscita, ho già un sacco di vestiti luccicanti da scegliere per la giornata di domani; questa uscita è completamente inutile!!!".  sbottò Marika.

"Santo cielo, Dio mi ha dato al contempo una benedizione e una croce eterna! una benedizione perchè  mi ha fatto generare una figlia con cosi tanta bellezza e grazia, e una croce perchè allo stesso tempo ho generato una figlia senza AMBIZIONI. Lo sai quante persone, quante ragazze vorrebbero essere nei tuoi panni, Marika? Avere la bellezza che hai tu, avere la tua grazia, la tua eleganza, ne hai solo la più pallida idea?"
 Le chiese la madre puntandole un dito. Marika vide la lunga unghia artificiale di sua madre, colorata di rosa, davanti al viso.

"Questo me l'hai già detto, mamma". 
La madre abbassò il dito e la scrutò con incomprensione frustrata. 

"Non riesco a sopportare che Madre Natura ti abbia dato un dono cosi e tu non abbia neanche l'ambizione di sfruttarlo. Potresti sfilare, diventare fotomodella, recitare. Potresti diventare FAMOSA,  Marika. Tutte le persone sarebbero ai tuoi piedi, ma tu non vuoi. Rifiuti qualsiasi proposta che ti viene fatta… la tua bellezza ti potrebbe aprire molte porte e tu gliele sbatti tutte in faccia, non ti interessa la moda, non ti piace truccarti. ...potresti avere tutti i ragazzi ai tuoi piedi, ma non dai corda a nessuno. Sei un bellissimo fiore senza profumo. Si può sapere che cos'hai?" 

Marika si girò verso il finestrino con aria triste, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
Sapeva che sua madre non voleva davvero una risposta e lei non intendeva dargliela. Forse non la sapeva neanche lei.
 
 Alle sue spalle c'era un boccetto di smalto capovolto, nel posto dove di solito è usato come portamonete. Non voleva guardarlo.. lo ripugnava. 

Non sapeva perchè scatenava in lei sentimenti tanto nauseanti, eppure era cosi. 

Guardò fuori dal finestrino e vide un cerbiatto. Guardava proprio nella sua direzione.La fissava. 

Stava forse indovinando i suoi pensieri? Gli animali, anche quelli selvatici, che non sono mai stati a contatto con l'uomo, anche loro, riuscivano ad avere una sensibilità tale che gli permetteva di leggere nell'animo umano? E se era cosi,  questa sensibilità , da dove la prendevano, se nessuno gliel'aveva mai insegnato? 

Ed ecco che il cerbiatto svani, cosi come era apparso. Non svani perchè con la macchina l'avevano sorpassato, ma semplicemente per il motivo più banale e scontato del mondo: perchè non esisteva.

 Senti un dolore acuto per il fatto che non fosse reale; avrebbe voluto davvero essere guardata cosi da un cerbiatto. Non sapeva neanche lei perchè il fatto che non fosse successo realmente,  gli provocava tanto dolore. L'aveva disegnato lei con la sua immaginazione e ora era svanito. Come i suoi stupidi pensieri, come tutto quello che non riusciva a trattenere mai troppo a lungo. 

Un fiore senza profumo, aveva detto sua madre. Era quello che era?
 
 
 








 "I fiori non sono consapevoli del loro valore"  disse d'un tratto Alisea.

"Come  dici?"  chiese la zia con tono vagamente allarmato, che gli veniva sempre quando, Alisea e gli altri due fratelli, dicevano qualcosa di strano. 

"Stavo riflettendo su una frase che lessi nel libro *la principessa che credeva nelle favole*. non so perchè mi è venuta in mente." disse Alisea con aria malinconica.

"Ah" disse la zia. e continuò a guidare. 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

https://scontent-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-frc3/v/t1.0-9/1002850_550799831622754_530886057_n.jpg?oh=e23d991fc8ccf9722848e3497f0cd6bd&oe=5591950E

Signori e signore...vi presento Marika! :D il capitolo doveva concludersi in un altro modo, ma davvero, per me 3000 parole sono davvero troppe da correggere...abbiate pazienza xd

Spero che la storia vi stia piacendo e anche i personaggi...che tra pochissimo cominceranno anche ad interagire tra di loro :D   Spero anche che la storia non vi intristisca troppo ahhah
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza