Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Elisium    15/02/2015    4 recensioni
Bella e Edward, appartenenti a due famiglie rivali l'una dell'altra, si ritrovano ad essere vicini di casa e a comunicare dai loro balconi, posti l'uno di fronte all'altro, come dei moderni Priamo e Thisbe.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon giorno, anzi sera a tutti voi!  Voglio solo dire che, qui, Bella ha 23 anni e Eddi 24 (Ci si laurea a 22 in America, tanto per curiosità) ora vi lascio al capitolo, ci vediamo giù. :)

 


14 Febbraio 2013

Bella era rientrata, più spossata che mai, con in mano una busta raffigurante il logo della farmacia più vicina.

Era sempre stata brava con i bambini ma doveva ammettere che certe volte minavano davvero alla salvaguardia dei suoi poveri nervi.
Per non parlare di tutto quel fracasso e quelle urla che ultimamente le facevano venire forti giramenti di teste e si era già ritrovata una o due volte in bagno a rimettere la colazione.
Per questo aveva preso un giorno di malattia per sbrigare altre faccende.

Sapeva  però, che avrebbe dovuto ringraziare chissà quale divinità per quel lavoro.
Era riuscita a laurearsi per tempo in lettere.

Cosa già di per sé miracolosa, ma non avrebbe mai potuto farcela da sola, Reneè si era sempre offerta di aiutarla economicamente e di ricucire i rapporti ma lei si era sempre rifiutata, finchè, poi, sotto il peso dell’affitto e delle bollette, che per quanto lei e Edward lavorassero non riuscivano a conciliare con le rette, aveva dovuto cedere a sua madre.

Capì che sarebbe sempre stata un’alternativa migliore allo strisciare implorante verso suo padre.

E quella cattedra vuota che era riuscita a trovare, non senza difficoltà, a solo un anno dalla laurea sembrò come una rinvigorente pioggerellina dopo mesi e mesi di siccità.

A Edward era andata meglio, con i soldi messi da parte era riuscito a prendere un piccolo bilocale nella periferie di Rhode Island e, vendendo parte dell’argenteria che gli avrebbe lasciato sua madre riuscì a sanare la spesa per il primo semestre alla Brown.
Ovviamente con la sua media non ebbe problemi ad entrare.
Era sempre stato brillante e un ottimo studioso.
Anche lui però non poteva fare tutto sa solo.

Qualche mese dopo Carlisle lo rintracciò e gli propose un incontro.
Non disse mai niente a Bella, tra lo studio e il lavoro e tutto il resto non dormiva più di 5 ore filate a notte da non sapeva quanto, e per una ragazza di 18 anni  tutto ciò poteva essere davvero spossante.
Non voleva preoccuparla inutilmente, sapeva che si sarebbe fatta sopraffare dalle insicurezze.

Carlisle gli disse che aveva avuto modo di riflettere e avrebbe acconsentito a venir loro in contro, pur di farlo ritornare o quanto meno ad aiutarli.

Edward, era abbastanza realista, sapeva che neanche facendo i salti mortali avrebbe potuto permettersi un Università come la Brown, a cui sapeva, essere entrato anche per il ruolo che il nome di suo padre aveva giocato in suo favore.

Non si fidò mai dell’improvvisa redenzione di suo padre ma decise che, una volta trovato un lavoro che avrebbe potuto garantirgli una certa stabilità economica, gli avrebbe restituito fino all’ultimo penny, e ci stava ancora lavorando.

Ovviamente Carlisle non gliel’avrebbe mai permesso, ma lasciò il figlio nelle sue effimere convinzioni, almeno lo sapeva in un’Università prestigiosa almeno quanto  Yale, anche se non si avvicinava ad Harvard, cercò di accontentarsi.

Qualche mese dopo la sua laurea, Edward scoprì che il realtà la gentilezza del padre scaturiva dall’aver ottenuto il ruolo di primario, e quindi dall’aver vinto quella stupida rivalità tra lui e il signor Swan, di cui si erano totalmente perse le tracce dopo l’ennesimo abbandono di un’altra donna della sua vita oltre alla moglie.

Bella non fu più la stessa dopo averlo saputo.

Aveva cercato di consolarla, ma si stavano allontanando sempre di più, tra il lavoro, lo studio, le gelosie per i rispettivi compagni di corso.

Era una lite continua.

Poi nell’ultimo periodo le più grandi paure della ragazza si stavano realizzando.

Lui stava diventando sempre più freddo.
Usciva all’alba e tornava a mezzanotte inoltrata.
A volte le sembrava di fare del semplice sesso, sempre grandioso certo, ma nulla in confronto a fare l’amore con lui.

Cercava di capirlo.
Insomma stava aprendo uno studio di analisi dei mercati finanziari con un suo amico della Brown che ora era anche il suo socio.
Gli serviva tempo e lei non avrebbe voluto piagnucolare in cerca di attenzioni.

Insomma, viveva in un ampio appartamento vicino Manhattan.
Avevano un auto, non una Maserati certo, ma una rispettabilissima Volvo.
Si stavano economicamente risollevando e sembrava non mancare nulla alla loro felicità.

Ma dal punto di vista emotivo era un vero casino e ora doveva anche fare i conti con quella stupida striscia di plastica e quel test non richiesto.

Quando ebbe il coraggio di aprire gli occhi, due piccole strisce blu sembrarono deriderla dall’alto di quella scatolina.

Era troppo giovane.

Lo sapeva.

Ma non potè comunque evitare di posare una mano sul suo ventre e sorridere come una cretina.

Le sembrò per un attimo che quel piccolo qualunque cosa fosse, che cresceva in lei le stesse donando la pace che da tanto aveva agognato.


Lo schiocco del portone le fece cadere la scatolina dalle mani. La nascose in fretta maledicendo la sua goffaggine.

In cucina Edward si muoveva frenetico, si sorprese non appena la vide.
Lei non sarebbe dovuta essere lì!
Accidenti, era uscito solo un secondo a comprare il vino giusto e se l’era ritrovata a casa!

Sperò solo che non fosse andata in terrazzo, o non avrebbe saputo spiegare la presenza di una biondina senza dover ricorrere alle liti.

«Ehi, come mai a casa così presto?» riuscì miracolosamente a mascherare l’apprensione nel suo tono di calma apparente

«Stavo poco bene e ho preso un giorno dal lavoro, d-dove sei stato?» ultimamente aveva sempre più paura della risposta

«Al lavoro» non aveva neanche bisogno di rifletterci.
La sua voce risuonò assente.

«Lavori spesso ultimamente»

«Che vorresti dire?»

«Niente, lascia stare ok? Sono solo un po’ stanca, vado a letto» la vide come per la prima volta, spossata e con le occhiaie, represse l’istinto di stringerla a sé fino a inglobarla.

«Ascolta» cerco di essere il più affabile possibile, ma il nervosismo lo tradiva troppo

«Perché non vai a farti un bel bagno, ti metti un abito a tua scelta, qualunque, perché saresti bellissima con qualsiasi cosa indosso, anche se ti preferisco senza niente, e poi vieni qui?» sorrise incantatore

Lo fissò interdetta.

«No Edward io-»

«Ti prego» le lunghe dita le accarezzavano il viso, si muoveva come un incantatore di serpenti

«Puoi farlo?» le sussurrò sulle labbra per poi deviare la rotta al suo orecchio destro «Per me»

Annuì dirigendosi verso la loro camera, la prese appena in tempo.

«Ehm, t-ti dispiace andare nel bagno degli ospiti? Stamattina ho fatto iniziare le ristrutturazioni nel nostro, ci sono calcinacci ovunque, non vorrei ti facessi male» prima che potesse ribattere aggiunse «I tuoi vestiti sono già li» sorrise

Non le sembrava di aver visto muratori in giro ma si sforzò di non farsi troppo domande, tutto sarebbe andato meglio, si ripeteva in loop. Sperava solo che accadesse davvero.

Edward si precipitò in terrazzo non prima di aver chiuso la loro camera a chiave.
Conosceva la curiosità di Bella e non voleva che aprendola avesse tovato qualcosa di sconveniente.

«Tanya!»

«Oh menomale, pensavo ti fossi perso. Dà qua, lo sistemo io» fece per avvicinarsi alla bottiglia di vino.

«No! Bella è qui, devi andartene, adesso!»

«Ma Edward, noi non abbiamo ancora finito!» fece infastidita

«Abbassa la voce. Lo so Tanya, ma ormai è qui, cerchiamo di non rovinare tutto ok?»

«Oh al diavolo, la prossima volta non sognare più di chiamarmi per dei lavoretti fatti così su due piedi. Le cose o si fanno bene o non si fanno» il rosso alzò gli occhi al cielo sorridendo.

«Si si vabbene, ora vai per favore, e prendi dalle scala anti-incendio!»

«Mi chiami solo quando hai bisogno, sai, penserei quasi che tu mi stia usando!» lui sorrise

«Mi devi un’innumerevole quantità di favori, io direi che è il minimo, e poi ti piace essere usata» ghignò

Lei gli mandò un'occhiataccia. 

«Edward!» gridò nervosa Bella dall’altra stanza, i passi sempre più vicini.

«Ora va' via prima che ti prenda a calci, sbrigati!» sussurrò apprensivo

La ragazza si mise in testa il suo cappellino rosa con il logo della fioreria il più lentamente possibile, tanto per
farlo sudare freddo e vendicarsi della sua precedente uscita infelice.

Poi scoppiò in una flebile risata cristallina alla sua occhiataccia.

«Va bene, va bene. Buona fortuna, Romeo» e sparì nella scala antincendio

«Mi spieghi perché diavolo la porta di camera nostra è…» si fermò non appena vide il terrazzo.

Migliaia di piccole luci gialle affollavano il balcone e risplendevano nella sera, il pavimento era cosparso da candidi petali di rose, esattamente al centro un piccolo tavolo imbandito con un’altra composizione floreale  e delle candele.

Un radiolina in sottofondo trasmetteva “Yellow” dei Coldplay.

Edward la guardava stralunato con una bottiglia di vino in mano.

Si rianimò non appena i suoi occhi incontrarono quelli di lei

«Sorpresa , amore! Beh avrei voluto avere un po’ più di tempo, ma spero di essermela cavata anche così» fece imbarazzato

Lei avrebbe voluto prendersi a schiaffi. 14 Febbraio. Era San Valentino! E lei se lo era scordato.

Scoppiò in lacrime senza un motivo preciso, probabilmente per scaricare l’ansia di quei giorni

«Ehi, no amore non piangere» l’aveva presa tra le braccia e le asciugava le lacrime con le dita, come se fosse una bambina.

«Non ti è piaciuto? Volevi qualcos’altro?» il pianto si triplicò

«I-io non ti merito, t-tu hai or-organizzato tutto questo, e io mi sono scordata che- che oggi era oggi.  Non ti ho ne-neanche fatto un regalo. Sono proprio pessima!»si tuffò singhiozzando nel suo collo

Lui sorrise sui suoi capelli, temeva qualcosa di peggio.

In questi ultimi tempi era molto spenta per il fatto di Charlie e viveva nel terrore che lei lo lasciasse quindi sperò che quella sera potesse essere speciale, per una serie di motivi.

«Oh amore,non importa. Volevo solo che per una seria dimenticassi le preoccupazioni, quindi sorridi e balla con me» le fece fare una giravolta, poi il suo volto divenne estremamente serio.

«Io… Bella c’è una cosa che voglio chiederti… da sempre. Aspettavo che potessimo sistemarci e ce la stiamo facendo, il mio studio inizia a funzionare e.. ecco… io voglio passare la vita con te, voglio poter urlare al mondo, che tu mi appartieni, che io ti appartengo. E so che consideri il matrimonio solo un pezzo di carta ma non riesco a fare a meno di sorridere al solo pensiero di te con un abito bianco, mia moglie. » e in effetti anche adesso, ne era sicuro, i suoi occhi brillavano e un sorriso ebete campeggiava sul suo volto.

Si inginocchiò mentre lei tremava ancora.

«Perciò… Isabella Marie Swan, vorresti concedermi l’immenso onore di sposarti? »

La sua vita si era cristallizzata in quell’attimo.

Era vero. Dopo i suoi aveva nettamente rivalutato il matrimonio, ma un matrimonio con Edward?

Il piccolo bambino sempre troppo attento ai voti che aveva visto su quel balcone a otto anni?

L’adolescente che l’aveva accolta tra le braccia, protetta e consolata a dodici?

Il ragazzo che l’aveva baciata sotto le stelle e le aveva proposto di fuggire via, insieme?


La sua faccia si andava via via scurendo minata dall’incertezza, ma lei non indugiò un minuto di più e si lanciò addosso a lui ricoprendolo di baci.

«Si…si…si…si…si…si» ogni assenso era un bacio rubato

La prese tra le braccia portandola in camera da letto, fu lì che trovo il letto ricoperto da petali rossi e altre rose sparse qua e là

“ecco perché non voleva farmi entrare"

Erano di nuovo in piedi, uno di fronte all’altra.
La spinse verso il letto ma lei si allontanò un attimo.

«Che c’è?» disse confuso

«Tu hai sempre calcolato tutto: lavoro, casa, matrimonio, famiglia» fece incerta.

Annuì per veder dove voleva andare a parare.

«Beh, ci sarebbe qualche problema se invertissimo gli ultimi due passaggi?» si sfiorò sorridente il ventre.

Edward strabuzzò gli occhi, segui la sua mano in quel movimento prima di scoppiare in una risata contagiosa e farla volteggiare per la stanza, sembrava un bambino alle giostre, ne era consapevole.

La ricoprì di nuovo di baci.

«Questo… questo è il miglior regalo che tu possa farmi amore»

Si ritrovarono sul letto, uno contro l’altro ad amarsi ancora e ancora, senza mai averne abbastanza.

«Vi amo» aveva detto accogliendola sul suo petto ancora scosso e con il fiato spezzato.

«Anche io, amore» aveva risposto sul suo collo.

Ora sapeva, quella era la vera pace.






________________________________________________________________

All right Ladies and gentlemen siamo alla fine!
Ho cercato di essere la più realista possibile, spero di esserci riuscita.
Questo finale vi ha deluso, emozionato, fatto sorridere?
Ma soprattutto... anche voi per un momento avreste voluto strangolare Ed? (Beh io si ^_^)
Mi scuso, ma non sono riuscita a pubblicare prima e almeno una promessa volevo mantenerla quindi ci tenevo a concludere oggi :)
A dire la verità ero insicura se aggiungere un altro capitoletto con il vero e proprio epilogo, uno spezzone sulla loro futura vita. Non so. Voi che ne pensate?
Oppure lascerò questo finale libero e ognuno sarà in grado di immaginare il finale alternativo che più gli aggrada.
Spero vi sia piaciuta questa storia
Un bacione a tutti voi cari lettori, un grazie particolare a chi ha recensito (e alla sempre presente andry15 che non si è persa un capitolo :*) 
Grazie anche a chi mi ha seguito, o anche solo ai cosiddetti lettori silenziosi, sperando che abbiano aspettato la fine per lasciare un parere.

Detto questo scappo.
Baci
Elisium

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Elisium