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Autore: Erina91    15/02/2015    2 recensioni
La voce frizzante della bambina lo raggiunse:
-grazie di avermi salvato vecchio!- un sorrisino a furbetta guizzò sulle sue labbra.
-ehi! Mocciosa! A chi hai dato di “vecchio”?-
-perché, non lo sei?-
-ho fatto trent'anni solo pochi mesi fa.-
-beh, per me resti vecchio.- continuò con arroganza -e comunque, non mi chiamo “mocciosa”, il mio nome è Sarada.-
Sasuke decise di ignorare quella “bamboccia” impertinente e la fissò:
-allora, Sarada, come mai una mocciosa della tua età è in mezzo al bosco da sola?-
Più la fissava e più i contorni del suo volto, dei suoi occhi, l'accenno delle ciglia allungate e il taglio delle iridi attraente gli ricordavano Karin e questo non faceva altro che portare di nuovo alla luce quella notte di tempesta.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karin, Salad, Uchiha, Sasuke, Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ciao a tutti! eccomi qua con il nuovo capitolo di questa fanfic! ringrazio chi mi ha recensito lo scorso capitolo (solo Soly Dea, grazie tesoro! <3 dopo ti ringrazio meglio, singolarmente intendo... :D) Ringrazio anche chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate! :)
Spero tanto che apprezzerete questo capitolo.  Vi dico subito che è incentrato soprattutto su Sasuke, Karin e Sarada.
Mi auguro di non deludervi! e vi chiedo gentilmente di lasciarmi qualche recensione per farmi capire cosa ne pensate, a chi mi ha messo tra preferite e seguite.

 




Gocce di Memoria
 
 

-Karin.. finalmente mi hai raggiunto!- la salutò allegro Naruto, alzandosi dalla scrivania ripiena di documenti e messa a soqquadro dalla solita sporcizia.
-ciao Naruto. Sbrigati a prendere le ricerche che ho fatto, non ho molto tempo.-
-ti ho fatto venire qui perché ho un altro incarico da darti, come ti ho detto per messaggio.-
-perfetto! Allora sbrigati a darmelo!- lo rimbrottò.
Voleva andarsene prima di poter incontrare Sasuke e soprattutto voleva andare a trovare sua figlia.
-ancora non posso, l'altro diretto interessato stranamente è in ritardo.- notò tranquillo.
Karin sgranò gli occhi, realizzando chi sarebbe stato il suo collaboratore.
-Naruto.. vuoi per caso che ti spacchi la faccia?- iniziò furiosa -non mi dire che l'incarico che devo svolgere coinvolge anche Sasuke!- gridò alterata.
Prima che Naruto potesse risponderle, bussarono alla porta dell'ufficio e Karin ebbe la risposta prima di poter rifiutare il lavoro affidatole.
-Naruto.. mi hai contatt..- le parole morirono in gola a Sasuke quando incontrò gli occhi accesi della ragazza. -Karin.- riuscì solo a dire.
-che disgustoso piacere Sasuke.- incrociò le braccia seccata, rispondendo al saluto.
-mi vorresti spiegare cosa significa questa situazione, baka?- lo fulminò Sasuke, pur essendo soddisfatto di essere riuscito ad incontrare Karin per mano di Naruto visto che in fondo era quello che desiderava da parecchi giorni.
-bene! Ora che ci siete entrambi, posso iniziare a spiegare.- cominciò sorridendo.
I due lo fissarono infastiditi.
-non potete tirarvi indietro, siete gli unici che potete svolgere tale compito.
Io non mi posso muovere da Konoha essendo l'Hokage e Sakura deve occuparsi della figlia di Karin, di Boruto, ed oltretutto è incinta. Non può correre troppi rischi.- espose.
-baka... direi che è il caso che ti sbrighi a spiegarci la situazione!-
-esatto!- concordò Karin irritata.
-va bene, ma datevi una calmata ragazzi!- ridacchiò divertito.
Quei due erano davvero simili, erano fatti per stare insieme e Naruto era sicuro che avrebbero fatto un lavoro coi fiocchi per Konoha.
-fra un paio di giorni dovrete partire, voi due, per il villaggio della Nebbia. Sapete che è una piccola isola contornata dal mare e ci siete sicuramente stati.
Avrete il compito di compiere delle ricerche scientifiche e sperimentali sulle proprietà di quel territorio che saranno utili per cure mediche, creazioni di nuove medicine, e anche per cibi particolari, rinforzanti e utili per la salute. Ovviamente, Karin, questo è soprattutto il tuo campo e ti assicuro che la paga è ottima.- le fece l'occhialino.
-è io cosa c'entro in tutto questo, allora?-
-ho bisogno che tu, da Anbu, aiuti a proteggere il villaggio in incognito. Me l'ha chiesto Chojuro che, come sapete, adesso è diventato il sesto Mizukage; e, allo stesso tempo, studi le loro tecniche ninja che possono essere utili da poter insegnare anche all'accademia di Konoha.-
-mi dispiace Naruto, ma non posso stare via tutto questo tempo. Devo occuparmi di Sarada e non le farà piacere sapere che sua madre si allontanerà da lei per un po'.
Già è stata dura convincerla ad entrare all'accademia e a separarsi da me a così poca distanza, figurati se le dico che parto per il villaggio della Nebbia e chissà quanto ci metterò a svolgere i miei studi e le mie ricerche in modo preciso e accurato. Per cui, devo rifiutare.- fece per andarsene, però Naruto la farmò.
-Karin... Sarada è in buone mani e ti posso dire che con Sakura si trova bene. Sei l'unica che puoi svolgere questo compito.
Ho pensato a chi altri potevo chiedere, ma nessuno possiede le tue capacità.
Non posso fare a meno di mandarti, perdonami... È il mio ruolo di Hokage che me lo impedisce.-
Karin sbuffò scocciata e contrariata.
-ti dico che non posso, Naruto!- sbottò -è il mio dovere di madre che me lo impedisce! Chiedi a qualcun altro.- ripeté  -adesso devo andare.-
Naruto la fissò serio.
-è importante. Però una cosa posso assicurartela! Manderò per qualche giorno Sarada e Boruto in gita di divertimento, con Sakura.. anche lei ha bisogno di riposo, così avrai una settimana piena per stare con tua figlia, che dici?- propose -avevo già pensato a questa idea.-
-è troppo pericoloso per quei due.- intervenne Sasuke.
-vuoi scherzare, Sasuke? Ci siete tu, Karin e Sakura a proteggerli in quei giorni. Direi che basta e avanza!- sorrise.
-però più di una settimana non li posso mandare, devono anche studiare ed allenarsi.- aggiunse.
-lo sappiamo ed è bene che non perdano troppe lezioni.- disse duro Sasuke.
-a questa condizione potrei anche accettare, ma prima vorrei sapere quanto dovremo stare via.-
-dipende quanto ci mettete a concludere le ricerche, ma direi che vi do tempo due mesi. Che dite? Può andare?- domandò guardandoli.
-d'accordo.- accettò Sasuke.
-può andare, ma non di più.- confermò Karin.
-cambiando discorso!- riprese Naruto -Karin.. mi sono fatto dare le chiavi di un appartamento, qui a Konoha, per un paio di giorni.. prima che tu possa partire per il villaggio della Nebbia.-
-non posso trattenermi qui, stupido!! ti ricordo che sono stata nascosta per dieci anni!- ribatté.
-nessuno ti riconoscerebbe Karin, non in un paio di giorni almeno.- ridacchiò Naruto. -e poi, anche se fosse, che problema c'è? Mica sei una ricercata!-
Karin sospirò arresa e tornò ad osservare Naruto.
-e sentiamo.. perché dovrei restare qui in questi due giorni?-
-è semplice: potrai passare più tempo con Sarada, visto che dopo non la vedrai per un po'.
E poi, ovviamente, perché sono due giorni di feste importanti: domani è la festa della liberazione dalla quarta guerra ninja, sono passati 12 anni da allora! e per l'occasione Konoha organizza un festival indetto da me e gestito da tutti gli abitanti del villaggio. Ognuno ha organizzato qualcosa e ha allestito delle bancarelle di ogni tipo, giochi compresi e fuochi d'artificio anche.-
-e allora? Lo sai che odio le feste. Ovviamente non parteciperò.-
-anch'io, idiota.- concordò Sasuke.
-a Sarada farebbe piacere se tu partecipassi, lo sai? Inoltre, anche se non ti chiamavo per l'incarico, ti avrei chiamato lo stesso per festeggiare con tutti noi.-
-bada bene, baka.. lo faccio solo per lei, non perché sei tu che me lo chiedi.-
-questo non lo metto indubbio Karin.- si grattò la nuca sorridendo -e tu Sasuke?-
Sasuke lo fissò con disprezzo, guardando lo sguardo ammiccante del suo migliore amico, che alludeva a solo una cosa:
“Sasuke.. ti perdi un'occasione così, con Karin a pochi metri di distanza. Lo so che sei curioso di scoprire qualcosa su di lei e non vedi l'ora di passare un po' di tempo in sua compagnia”.
Non servivano le parole, era così è basta: l'espressione di Naruto gli diceva questo ed era palese quali fossero le sue vere intenzioni, ovvero farli avvicinare nuovamente e lentamente.
Dirgli di non mettersi in mezzo a loro due non era servito a niente, perché Naruto si impicciava come al solito degli affari loro.
Per lui era quasi un passatempo, un divertimento per smaltire la noia, ma il bello era che ogni volta si trovava ad essere grato al suo immischiarsi.
Per lui era alquanto fastidioso riconoscere, involontariamente, di apprezzare il suo aiuto.
-va bene, ci sarò a questa maledetta festa di paese.- dichiarò piegandosi alla proposta, purtroppo allettante, di Naruto.
-bravi! Vi aspetto entrambi!- sorrise soddisfatto.
-e l'altro giorno di che si tratta?-
-la festa del bambino, ovviamente.
Tu e Sarada, Karin, non l'avete mai vissuta perché siete sempre state un po' lontane dal villaggio per sapere come si festeggia, ma è una festa molto importante.-
-di che si tratta?- domandò annoiata.
-niente di particolare.. si costruiscono delle bandiere a forma di carpe, che rappresentano i membri della famiglia in cui si festeggia, e poi si preparano dei particolari tipi di polpette con il riso mochi, avvolti in foglie di quercia che simboleggiano l'intelligenza. Inoltre, di solito si passa in famiglia. E, a questo proposito, tu e Sasuke siete invitati da noi per festeggiare.-
-mi rifiuto di venire.- asserì Sasuke -io non c'entro con le vostre famiglie.-
Naruto lo guardò tristemente: lui c'entrava eccome.
-se sei stato invitato, vieni Sasuke.- se ne uscì Karin, stupendo sia lui che Naruto.
Poi portò lo sguardo a terra, cercando di mostrare indifferenza.
Perché se n'era uscita con una frase del genere?
Meno vedeva lei e Sarada, meglio era.
Eppure, quando aveva visto quell'espressione sul volto di Sasuke; un'espressione che ricordava molto quelle passate, quando era avvolto dall'odio e dalla solitudine, non era riuscita a trattenere quelle parole e le aveva dette senza pensarci.
Sasuke non rispose alle parole di Karin e Naruto le prese con una risposta positiva.
-perfetto! Allora siete invitati tutti e due. Sakura sarà felicissima! E credo anche Boruto e Sarada lo saranno, specialmente quest'ultima.- precisò, scrutando la reazione di Sasuke.
-hai finito? Possiamo andare?- Karin interruppe quell'atmosfera di tensione.
-una domanda..- proruppe Sasuke -al villaggio della Nebbia saremo solo noi due di Konoha?-
-per i primi giorni sì, poi vedrò di mandarvi qualcuno in vostro sostegno.-
I due annuirono e in seguito calò il silenzio.
-dove posso trovare Sarada adesso? Oggi non è all'accademia, giusto?- chiese Karin, poco dopo.
-è al parco con gli altri ragazzini dell'accademia. C'è anche Boruto.-
-d'accordo. Allora, se hai finito con le indicazioni, la raggiungo.-
-Sasuke... accompagnala per favore!- sorrise sotto i baffi.
Lui sussultò sorpreso, non aspettandosi una richiesta del genere, e poi lo incenerì.
-non c'è bisogno, baka!- intervenne Karin, indugiando rabbiosa sul cugino -so la strada.-
-appunto, la sa. Io ho da fare adesso, non posso andare a quel raduno di “marmocchi”.-
-non hai niente da fare, Sasuke.- insisté l'altro.
-tsz.. idiota!- imprecò -andiamo Karin.- e, infastidito, uscì alla svelta dallo studio di Naruto.
Karin lanciò un ultimo sguardo fulminante a Naruto e seguì Sasuke fuori dallo studio.


 
******


Sarada era al parco con i bambini dell'accademia, ma non giocava con loro.
Era seduta su un'altalena di legno che dava l'impressione di essere molto fragile, dato che era retta da due corde bianche un po' sfilacciate e consumate.
Si stava dondolando lentamente ed era immersa tra i pensieri, osservando i suoi compagni divertirsi.
Era ormai quasi un mesetto che viveva con la famiglia Uzumaki e sua madre, pur avendo detto che sarebbe venuta a trovarla spesso, non era ancora passata a farle visita.
Un po' se lo aspettava perché sapeva che era sempre impegnata e probabilmente aveva ricevuto un altro incarico che la teneva troppo occupata, ma si sentiva sola e avrebbe tanto voluto vederla. Certo.. Sakura era gentile e carina con lei, anche piuttosto materna rispetto a sua madre, però non era sua madre e, sebbene la riempiva d'affetto e di attenzioni, le mancava tanto Karin. Per non parlare di Sasuke che, da quando viveva dentro il villaggio, era costretta a vedere quasi ogni giorno, per un motivo o per un altro.
Con i suoi compagni di accademia non aveva legato particolarmente e questo perché non era abituata ad interagire con altri che non fossero sua madre.
L'unico con il quale aveva stretto una “specie” di rapporto era suo cugino Boruto, forse perché vivevano insieme e forse perché lui era molto aperto e socievole, anche fin troppo chiacchierone e confusionario per i suoi gusti. Ma era il solo con cui si era aperta leggermente di più e, per quanto non lo ammetteva, lo trovava simpatico e di piacevole compagnia.
Purtroppo, però, Boruto era parecchio popolare tra i suoi compagni.
Era apprezzato da tutti e sembravano adorarlo e ammirarlo come se fosse il galletto della situazione, specialmente tra le ragazzine.
Boruto aveva una prestanza, un carisma tipico di suo padre, era esuberante e sapeva sempre trovare le parole giuste al momento giusto, anche se a volte potevano finire per risultare ridicole. Però, con la sua solarità e calorosità, ricche di solidarietà e coinvolgimento, stemperava le situazioni più noiose e pesanti; come adesso, che era accerchiato da ragazzine che lo lodavano e lo riempivano di moine, e da ragazzini invidiosi, che comunque lo adoravano, lo rincorrevano, interpretando una finta lotta o giocando a nascondino.
Lei invece? Beh... lei non sapeva come inserirsi in quel gruppo vivace e armonioso, non sapeva cosa dire e come comportarsi e sentiva che, se si fosse unita a loro, avrebbe finito per risultare antipatica e scostante, perché così era: di poche parole, introversa e distaccata.
I suoi malinconici pensieri furono interrotti da Boruto che, sempre inseguito dai suoi compagni, si era nascosto dietro di lei ridacchiando e le aveva sussurrato all'orecchio:
-coprimi insalatina!- e lei era arrossita miseramente, sentendo il suo caldo fiato vicino all'orecchio.
-che diavolo combini? Non nasconderti dietro di me!- provò ad allontanarlo.
-dai su, per una volta coprimi. È divertente, no? giocare!- sorrise felice.
-io non sto giocando, se hai notato.-
-sì che stai giocando, mi stai facendo da complice in questo gioco.-
-sei tu che mi stai usando come complice, idiota, è diverso!-
-shhhh! Zitta!- ignorò la sua frase e le portò una mano davanti alla bocca coprendola -stanno arrivando! Pronta a scappare con me, insalatina?- si strinse in un occhiolino.
Prima che lei potesse rifiutare, Boruto la prese per il polso e la trascinò via senza curarsi delle sue proteste.
Scoppiò a ridere. -che imbranati che sono! Non ci prenderanno mai!-
Mentre correvano, Boruto non si accorse di finire addosso a Sasuke.
-ahi!- gridò, portandosi una mano sul naso dolorante.
-sta attento moccioso!- ghignò Sasuke.
-mamma!!- esultò Sarada, appena la vide, e le corse incontro per abbracciarla.
-wow.. che entusiasmo! Non eri tanto arrabbiata con me?- fece un dolce sorriso Karin, che fu notato da Sasuke: Karin sorrideva così solo a sua figlia.
Dopo quelle parole, Sarada si staccò bruscamente dalla donna e incrociò le braccia offesa.
-hai ragione. Ma sono arrabbiata che non sei mai venuta da me in questo mese e mi hai lasciato in balia di questo “vecchio”. - disse riferendosi a Sasuke.
-chiudi quella bocca, ragazzina.- poi si voltò verso Karin –cerca di educarla meglio al rispetto.-
Boruto intanto se la rideva come se fosse una scenetta comica.
-non prendo ordini da te, Sasuke.- ribatté dura -Anzi.. per la cronaca, una volta avermi accompagnata, dovevi andartene! Dunque, cosa ci fai ancora qui?-
-non ho intenzione di trattenermi di più in questo parco pieno di ragazzini, quindi non preoccuparti che me ne vado.
Inoltre.. è stato tuo cugino ad obbligarmi ad accompagnarti, prenditela con lui se vuoi. Se fosse stato per me non l'avrei fatto assolutamente.- mentì gelido.
-secondo me invece non vedevi l'ora.- lo stuzzicò Sarada, mostrando un sorrisino alla Karin.
-Sarada! È una discussione tra me e Sasuke, non intrometterti!- la riprese, celando l'imbarazzo.
Sarada e Sasuke si lanciarono un'occhiata di sfida, nel frattempo che Boruto stava cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-in ogni caso, ragazzina, non sei tu a doverlo stabilire.- replicò secco lui.
-che significa questo?- domandò Karin scettica, guardandolo incuriosita.
Sasuke le lanciò un'occhiata vaga, che però diceva più di mille parole. Parole e pensieri che purtroppo, Karin, non poteva sapere ma solo immaginare.
-lasciamo stare.- borbottò sbrigativo -comunque.. sei intelligente Karin, puoi arrivarci da sola alla risposta che tanto desideri. Non sarò io, dunque, a risponderti se è questo che speri.-
-io non spero proprio nulla su di te, Sasuke, fattene una ragione. Se vuoi sapere qualcosa, sappi che da me non saprai niente.- affermò Karin aspra, guardandolo allontanarsi mentre lui le dava le spalle. L'uomo non rispose, le fece solo un cenno con la mano lasciandola alquanto stizzita e con la curiosità addosso.
Tornò a guardare i due bambini: il bambino di Naruto era cresciuto moltissimo, mentre Sarada la stava ancora guardando innervosita.
-Sarada.. mi dispiace, ok? Hai ragione! Dovevo venire prima a trovarti.-
-ormai è troppo tardi per le scuse, non si può tornare indietro.- disse tristemente.
-ho avuto parecchio da fare, lo sai che ho un sacco di impegni.- si giustificò ancora.
-mamma... non mi interessano i tuoi impegni, sai? Fai come vuoi.-
-Karin-san.. io torno a giocare.- disse Boruto, probabilmente intuendo dallo sguardo irritato di Sarada, che non gradiva che lui ascoltasse la discussione con sua madre.
Lei annuì. -non sporcarti troppo o sennò la senti tua madre.- lo avvisò dura.
-tranquilla!- alzò il pollice Boruto.
Karin tornò su Sarada, ancora ferita e imbronciata.
-non posso farci nulla, Sarada. Questo è il mio lavoro! e lavoro soprattutto per te e per farti vivere una vita migliore della mia.
Purtroppo, come ti ho detto tante volte, le ricerche prendono tanto tempo e concentrazione, ed è difficile gestire tutto. Cerca di capire!- le accarezzò la testa.
Sarada sbuffò e rimase in silenzio per un po', fu nuovamente Karin a parlare:
-comunque, ho da darti una notizia che ti farà piacere!- esclamò cercando di alzarle il morale.
A quelle parole, attirò l'attenzione della bambina.
-per questi due giorni resterò a Konoha, per due feste importanti che passeremo insieme.-
-davvero?- fece emozionata.
-sì. Il festival della liberazione e la festa dei bambini.- spiegò brevemente.
-la festa dei bambini?- domandò stupita.
-già, è una festa carina che credo ti possa piacere.-
-ma a te non piacciono le feste, mamma.- notò perplessa dall'entusiasmo della madre.
-beh sì.. ma piacciono a te, no?- ridacchiò.
-non necessariamente, in realtà. Però sono curiosa di sapere di cosa si tratta!- sorrise.
-perfetto. Allora lo vedrai presto!-
-dove stai a Konoha questi due giorni?- cambiò discorso.
-in un appartamento che mi ha affittato Naruto.-
-posso dormire con te almeno questi due giorni?- chiese speranzosa.
-credo che non ci siano problemi. Però poi dovrai tornare da Naruto e Sakura, lo sai?-
-sì, lo so.- rispose corrucciata.
-brava ragazzina.- sorrise -che ne dici? Facciamo un giro? Mi fai vedere Konoha per bene?-
-certo! Andiamo!- le afferrò la mano.
-non saluti i tuoi compagni?-
Sarada abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
-no, non importa.- sussurrò un attimo dopo.
Karin sospirò, ma non insisté.
Durante il tragitto verso il parco, con Sasuke non avevano parlato molto. Avevano parlato solo di Sarada.
Karin aveva chiesto a Sasuke se sapeva come la ragazzina si trovava all'accademia e Sasuke le aveva risposto che non aveva legato tanto con i compagni e se ne stava spesso da sola.
L'unico con cui aveva legato un po' era Boruto, ma questo perché il ragazzino era pieno di energie e andava d'accordo con tutti, riuscendo a coinvolgerla un pochino e nei momenti che poteva. A lei era dispiaciuto molto sentire quelle parole e il fatto che Sarada non considerava importante salutare i compagni, ne era solo l'amara conferma.
Sperava che il tempo avrebbe aiutato e contava su Boruto e sul suo carattere aperto e amichevole.
A lui sua figlia sembrava stare simpatica e questo era positivo, ma specialmente la tranquillizzava.


 
******


Sasuke se ne stava tornando a casa e pensava all'incontro con Karin e alla missione che lo aspettava con lei.
Un'altra volta era stato Naruto a farli avvicinare e, come si immaginava, doveva ringraziarlo silenziosamente di nuovo per avergli dato un'altra possibilità.
Tuttavia, a quel pensiero, era abbastanza umiliante per lui.
Ogni volta che aveva l'opportunità di avvicinarsi a Karin di sua iniziativa, il suo orgoglio glielo impediva.
Come prima: avrebbe potuto essere sincero e risponderle che non gli dispiaceva portarla da Sarada, ma alla fine non glielo aveva detto e mai l'avrebbe fatto.
Non era così espansivo e ancora faceva tanta fatica a spiegare quello che provava e a dire cosa desiderava davvero.
Comunque, nei prossimi giorni avrebbe avuto molte occasioni per parlarle.. sia in questi due giorni nel quale il villaggio era in festa, sia durante la missione che Naruto li aveva affidato.
Ancora non era riuscito a chiedere spiegazioni a Karin o a scoprire qualcosa in più su di lei e su cosa aveva passato in questi dieci anni che non si erano visti.
Prima o poi ce l'avrebbe fatta a sapere dettagli in più.


 
******


Karin stava guardando fuori dalla finestra mentre la pioggia intensa cadeva sui vetri e produceva un ticchettio echeggiante, ma anche riparatorio e lenitivo.
A Karin piaceva la pioggia, piaceva soprattutto nei momenti dove aveva un posto caldo e accogliente per ripararsi dal pungente gelo e dalla densa nebbia tipica dei temporali.
Le sue iridi scarlatte e luminose osservavano la luna, nascosta dalla condensa della nebbia, nella penombra di quella piccola stanza che li aveva ospitati per quella notte.
Solo un lungo telo bianco avvolgeva le candide curve della ragazza; da sotto il lenzuolo si intravedeva il corpo tumefatto di morsi di gente sconosciuta, ma anche dell'uomo che amava.
Stava dando le spalle a Sasuke che, di conseguenza, studiava i delicati lineamenti della donna illuminati dal chiaro di luna.
Una cascata di ciocche rosso rubino, lievemente arruffate, scendevano dolcemente lungo la sua schiena nivea.
La camera era sporca, malridotta, sarebbe andata presto a pezzi.
Il pavimento di legno era rovinato, scheggiato, e pieno di macchie di ogni tipo e forma.
Solo il camino illuminava e riscaldava lievemente la camera.
Era una bettola, vuota e malfamata, ma era l'unico posto dove dormire che avevano trovato, in quel povero villaggio.
Però ciò non contava molto per Karin, aveva sempre pensato che quello che contava di più era seguire Sasuke dovunque andasse.
Tuttavia, ora, dopo quella notte ispiegabile, quella convizione stava lentamente svanendo.
Il silenzio regnava nella stanza. Non era un silenzio insopportabile, era un silenzio complice, sommesso, rilassante.. un silenzio dove entrambi sapevano gli avvenimenti vissuti quella notte insieme e una decisa consapevolezza li stava raggiungendo, ma prima dovevano smaltirla e poi accettarla. Per tutti e due non era facile.
Soprattutto nessuno dei due riusciva a spiegarsi perché era successo, e come era successo: questo perché ambedue non sapevano cosa l'uno provava per l'altro, perché non l'avevano mai chiarito.  Quel silenzio fu interrotto da lei:
-perché? Cosa ci ha portato a questo? Anzi... cosa ti ha portato a questo?-
La domanda era flebile, parecchio incerta e confusa per una diretta come lei, eppure lo voleva sapere.
Lo voleva sapere per farsene per sempre una ragione.
-non lo so, Karin. È successo e basta. Non so cosa sia stato e non mi interessa.- rispose Sasuke freddamente.
Quelle parole l'avevano ferita profondamente.
Dopo tutti quegli anni passati insieme, che si erano conosciuti, che lui aveva mostrato di tenere al loro rapporto di qualsiasi genere fosse stato, era riuscito a dire solo questo.
Ancora non sapeva quello che provava per lei, e lei non ne poteva più.
Era una costante sofferenza, un'inutile sofferenza, e Karin aveva una sua dignità.
Una lacrima iniziò a calarle dagli occhi e lei la scacciò con rabbia, sperando che Sasuke non se ne fosse accorto.
Comunque, doveva prendere una decisione.
-neanche a me interessa. È stato solo sesso per entrambi. Tutto qui, Sasuke.- convenne con lui, mentendo.
Dire quelle parole faceva male, sentiva un doloroso groppo alla bocca dello stomaco, ma non poteva mostrarsi fragile davanti a lui. Non più.
Cadde nuovamente il silenzio.
-cancelliamo questa notte, allora.- propose glaciale, Sasuke, senza mostrarle nessun rimorso o nessun rimpianto. Nessuna tristezza.
Freddo come il ghiaccio, impassibile come una maschera senza espressione ed emozione.
-sì, la cancelleremo.- sussurrò lei, anche se dentro sentiva il bisogno di spaccargli la faccia per quanto dolore le aveva creato sentire tali parole pronunciate con tanta indifferenza.
La mattina stessa, presto, se ne sarebbe andata per sempre e non l'avrebbe più visto.
Karin si era stancata di stare alle sue dipendenze, aveva bisogno di vivere la sua vita da sola e lontana da un uomo che l'aveva portata a letto solo come sfizio personale.
Si era preso tutto di lei, perfino il cuore, e ora anche il suo corpo. Adesso basta.



Karin si svegliò di soprassalto: un'altra volta aveva sognato la stessa notte.
Ogni tanto capitava quel sogno e riviveva quel dolore immenso che alla fine non se n'era mai andato, nonostante avesse fatto di tutto per cancellarlo.
Non aveva mai avuto risposte precise su quella notte e spesso si chiedeva se aveva sbagliato ad andarsene.
Quel dubbio la tormentava e aveva il desiderio irrefrenabile di chiedere di nuovo a Sasuke cosa aveva reppresentato per lui quella notte, ora che si erano rivisti.
Però non voleva tornare indietro e magari, poi, rimanere ancora più delusa e ferita.
Non voleva che lui sapesse la verità, ciò che nascondeva da ormai dieci lunghi anni.
Uscì dalle coperte, uscendo dalla camera di quell'appartamento in affitto: il sonno le era passato.
Camminò lentamente verso la provvisoria camera di Sarada, che aveva la porta accostata e una leggera luce lunare traspariva da sotto lo spiffero.
Appoggiò la mano sulla maniglia e l'aprì lievemente, osservando sua figlia dormire beata nel suo letto. Solo il suo respiro regolare riempiva la stanza.
Si accostò al letto e portò una mano sulla fronte di Sarada, accarezzandola teneramente e cercando di non svegliarla visto che dormiva così tranquilla e felice.
Solo per quello non avrebbe mai voluto cancellare quella notte. Solamente per lei.







***************************
Fine capitolo!
cosa ne pensate? mi farebbe tanto piacere saperlo!
Per ora vi ho solo mostrato un pezzo dal punto di vista di Karin, di quella notte.
Poi vi racconterò anche gli avvenimenti prima, chiaramente, non preoccupatevi! ;D
Ormai penso che avrete capito qualcosa in più di Sarada, solo che i diretti interessati non lo sanno ancora! XD
ah! per quanto riguarda "la festa dei bambini": è una festa tradizionale Giapponese che si tiene ogni anno e in Giappone la ritengono molto importante. Ci tenevo a dirvi che fanno davvero le polpette di riso Mochi (un tipo di riso Giapponese) e creano delle bandiere a forma di carpe in famiglia e le appendono. La festa è organizzata così. 
Spero tanto che vi sia piaciuto! un bacione a tutti! e grazie ancora! <3

 
  
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