Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: needacurlyboy    16/02/2015    1 recensioni
Trama:
Mi avvicino a lei sorridendo facendo comparire due fossette ai lati delle mie labbra, mi metto seduto sulla sedia accanto al suo letto, le prendo le mani e me le porto alle labbra lasciandoci un bacio.
«Finalmente sei qui, non hai mollato» una lacrima riga la mia guancia destra.
La sento irrigidirsi sotto il mio tocco e sottrae le sue mani alla mia presa, facendomi dischiudere le labbra per la sorpresa. Perché mi ha allontanato da lei?
«Ehm,» si muove a disagio sul letto mordendosi il labbro inferiore e circondandosi il busto con le braccia. «chi… Chi è questo ragazzo, papà?» chiede con un filo di voce guardando il padre.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Sette – Sydney.
La suoneria della sveglia del mio cellulare mi arrivare alle orecchie, strizzo gli occhi e mi stiracchio allungando braccia e gambe. Apro gli occhi mettendo a fuoco le immagini che mi circondano, allungo una mano verso il comodino, afferro il cellulare e spengo la sveglia.
 
Mi tiro su a sedere, rimetto il cellulare al suo posto e sbadiglio, coprendo la bocca con una mano. ieri, le ultime due ore a scuola sono andate molto bene; ho avuto alcune lezioni in comune con le ragazze e in questo modo ci siamo conosciute meglio. Sono simpatiche e mi ha invitato a sedermi di nuovo con loro oggi, per pranzo. Ne sono molto felice, mi chiedo se più avanti potrà formarsi un’amicizia solida.
 
Sorrido pensando ai miei nuovi amici, mi tolgo le coperte di dosso e mi alzo in piedi per raggiungere il bagno, davanti alla mia stanza.  Mi lavo i denti, il viso e poi mi pettino i capelli, cercando di dominare la mia chioma bionda. Una volta sistemati, riporto la spazzola al suo posto e ritorno nella mia stanza per scegliere che cosa indossare.
 
Apro le ante dell’armadio, osservo i vestiti e faccio una smorfia. A scuola la maggior parte delle ragazze indossano dei vestiti, o gonne, ma non sono proprio il mio genere perciò opto per dei pantacollant neri, una canottiera nera con il collo alto e una giacca college rossa. Indosso tutto velocemente, mi avvicino alla scarpiera accanto all’armadio e prendo le Vans rosse.
 
Infilo i lacci all’interno delle scarpe, prendo il rimmel nero da sopra la scrivania e ne metto un po’ sulle ciglia, per far risaltare il colore dei miei occhi. Non mi piace truccarmi eccessivamente, sembrando che voglia apparire, preferisco essere al naturale.
 
Prendo lo zaino da terra, mettendomelo sulle spalle e scendo al piano di sotto mentre sistemo i capelli in una coda di cavallo. Entro in cucina, dove trovo mio padre e mia madre dietro al bancone impegnati a preparare la colazione, e mi accomodo su una sedia intorno al tavolo.
 
Estraggo il cellulare dalla tasca della giacca, lo sblocco e noto che ho due messaggi. Li apro subito e vedo che uno è di Noel e l’altro è da parte di Liam, il mio migliore amico.
 
Da: Noel.
“Buongiorno piccola <3 xx”
 
A: Noel.
“Buongiorno piccolo. Come stai? <3”
 
Rispondo. M’imbarazza chiamarlo “piccolo”, ma a lui piace perciò ce lo chiamo.
 
Chiudo la conversazione, senza aspettare una risposta, e apro quella con Liam.
 
Da: Liam.
“Deliaaa! Mi manchii! :’(
 
Ridacchio per ciò che ha scritto e rispondo. Noel, Liam ed io siamo amici dal primo anno di scuola elementare, non ci siamo mai separati fino a quest’anno. Al liceo ci chiamavano I tre della tavola rotonda, era un nome buffo, per questo quando lo sentivo dire ai miei compagni scoppiavo a ridere. Ancora se ci penso, lo faccio.
 
«Voi ragazzini state sempre al cellulare» dice mio padre attirando la mia attenzione e alzo lo sguardo dall’oggetto tra le mie mani. «Il mondo sta andando in rovina a causa di quegli aggeggi» borbotta roteando gli occhi e appoggiando un piatto di uova e bacon davanti a me. Lui è un uomo all’antica; usa il computer solo per scrivere dei documenti per le lezioni, non sa andare su internet -e quando deve andarci chiede il mio aiuto- ed ha un cellulare vecchio stile, uno di quello con i numeri enormi.
 
Scuoto la testa ridendo e riporto il cellulare al suo posto, mentre vedo mia madre comparire nella mia visuale. Ha i capelli raccolti in uno chignon e indossa la sua divisa da infermiera azzurrina. Da quando siamo arrivati qui –all’incirca un mese fa- si è messa subito a cercare un lavoro e, dopo aver mandato il suo curriculum all’ospedale, l’hanno assunta come infermiera.
 
«Buongiorno tesoro» mi rivolge un sorriso prima di lasciare un bacio sulla mia fronte. «Sei agitata oggi?» chiede dolcemente infilandosi il giacchetto, lasciato precedentemente sullo schienale di una sedia. Sono felice che sia di buon umore, non sempre i farmaci che prende fanno effetto; prende dei farmaci per la depressione da qualche mese, dopo aver perso un bambino al quinto mese di gravidanza. È stato un colpo duro per tutti noi, ma lei teneva molto di più a lui e non vedeva l’ora di tenerlo tra le braccia. Avevamo già dipinto le pareti della stanza degli ospiti, avevo fatto alcuni disegni e l’avevamo arredata.
 
Sospiro a quel ricordo e abbasso gli occhi sul piatto davanti a me. «No, oggi sto benissimo» ritorno a guardarla sorridendo.
 
«Perfetto» sorride e mi lascia un bacio sulla fronte, prima di prendere la sua borsa.
 
«Non resti a fare colazione con noi?» le chiedo, un espressione triste mi si dipinge sul viso e abbasso lo sguardo su papà, che sta leggendo un giornale sportivo senza prestare attenzione.
 
«No, tesoro, mi dispiace. Devo andare al lavoro, ci vediamo stasera» si avvicina a mio padre, che abbassa il giornale, e gli lascia un bacio a stampo sulle labbra per poi sorridere.
 
«Ciao mamma» la saluto dolcemente prima di infilarmi in bocca la forchetta con l’uovo e il bacon.
 
«Ciao amore» dice mio padre, dopo aver sorseggiato del caffè.
 
Lei ricambia il saluto ed esce di casa lasciandoci soli. Continuiamo a fare colazione in silenzio, l’unico suono intorno a noi è il rumore delle tazze che vengono posate sul tavolo e la voce del conduttore del telegiornale.
 
Una volta finito, metto le tazze e i piatti dentro la lavastoviglie, papà spegne la televisione e ci prepariamo per uscire. Mi accomodo sul sedile dell’auto per poi essere raggiunta da papà che prende posto e mette la sua valigetta nei posti posteriori.
 
«Tua madre sembra essersi ripresa» è mio padre a rompere il silenzio, mentre guida verso scuola.
 
«Si, ne sono felice» un dolce sorriso comare sulle mie labbra e m’infilo le cuffie nelle orecchie. La musica riesce a non farmi pensare alle cose che succedono intorno a me e mi fanno viaggiare in dei mondi immaginari.
 
Dopo una decina di minuti ci ritroviamo nel parcheggio della scuola, scendo dall’auto e salutando mio padre m’incammino verso l’entrata. Non parliamo in auto tutte le mattine, ma oggi c’era qualcosa di strano in lui.
 
Mi giro a guardarlo e lo vedo salutare dei suoi nuovi studenti con un sorriso sul viso. Molto probabilmente è solo una mia impressione.
 
Alzo le spalle, torno a guardare davanti a me e vedo dei ragazzi che mi guardano. Oggi questo non mi fa né caldo né freddo, perciò cammino a testa alta sorridendo.
 
Dove sono le ragazze?
 
In cortile non le ho viste, molto probabilmente sono nell’atrio per ripararsi dal freddo. Siamo solo ad ottobre, ma sembra di essere in dicembre per le condizioni del tempo; io vengo da Toronto e sono abituata a temperature di questo genere.
 
Entro nell’atrio della scuola tenendo lo sguardo basso e, per sbaglio, vado a sbattere contro qualcuno, o qualcosa vista la sua durezza. Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano due occhi smeraldi -quelli che mi hanno tormentato per tutta la notte-. Harry davanti a me inarca un sopracciglio e le sue labbra carnose si arricciano in un sorriso. È molto più alto di me, arrivo a malapena alla sua spalla.
 
«Ehm,» circondo il mio busto con le braccia e abbasso lo sguardo, sentendo il calore espandersi sulle mie guance. «mi dispiace, n-non ti avevo vi-visto» deglutisco mordendomi il labbro inferiore.
 
«Tranquilla. Ti stavo cercando, comunque» dice con tranquillità, facendomi alzare lo sguardo e inarcare un sopracciglio. Perché mi stava cercando?
 
Sto per chiederglielo, ma lui mi precede come se mi avesse letto nel pensiero. «I ragazzi hanno una riunione per il ballo d’autunno e Lisa mi ha chiesto di aiutarti» alza le spalle sorridendo infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
 
«Oh» annuisco passandomi la lingua sul labbro inferiore. Non dovrei stare accanto a lui, i pensieri che si formano nella mia mente non vanno bene per una ragazza già impegnata… Ma, non posso rifiutare il suo aiuto, sarebbe scortese da parte mia e, a dir la verità, nutro una certa curiosità nei suoi confronti. «Va bene» alzo gli occhi su di lui e gli rivolgo un sorriso.
 
«Il tuo orario di questa mattina?» mi chiede gentilmente ricambiando il sorriso.
 
«Ehm, credo di avere matematica le prime due ore» mi mordo la lingua e prendo il foglietto degli orari, per controllare la mia supposizione. «Si, ho ragione»
 
«Perfetto!» esclama senza smettere di sorridere. «Anche io ho matematico, così potrò tenerti d’occhio. Seguimi» mi fa l’occhiolino e comincia a camminare verso la parte opposta, facendomi cenno di seguirlo. Un rossore compare sulle mie guance e, per qualche secondo m’impietrisco, prima di camminare verso di lui mentre delle ragazze puntano lo sguardo su di noi per poi parlottare tra di loro. Che cosa staranno dicendo?
 
«Mi dispiace non essermi presentato ieri, ma Syd aveva bisogno di me» la voce di Harry mi riporta alla realtà facendomi distogliere lo sguardo dal gruppetto di ragazze e ritorno a guardarlo. Syd? Si riferisce alla sua ragazza? È un nome strano. «Sono Harry, Harry Styles» si presenta sorridendo e porgendomi una mano.
 
Abbasso lo sguardo su di essa e noto quanto sia grande rispetto alla mia. Dopo questa stretta di mano quale sarà il nostro rapporto?
 
Le mie labbra si arricciano in un sorriso, rialzo gli occhi immergendomi nei suoi e gli stringo la mano.
 
«È un piacere. Io sono Delia Young»
 
 
Le prime cinque ore sono andate benissimo. Harry mi è stato molto d’aiuto ed ho potuto scoprire qualcosa sul suo conto; vive con la madre e la sorella -ora al terzo anno dell’Università per Stranieri di Perugia, in Italia-, non frequenta nessuna attività extrascolastica, non gioca nella squadra di football –cosa che mi ha sorpreso; qualsiasi studente vorrebbe farne parte ed ha il fisico per praticarlo- ed ha una passione per i motori, mentre io gli ho raccontato delle mie origini canadesi e gli ho parlato delle mie due passioni: l’arte e la giurisprudenza. Ho sempre ammirato gli avvocati e il loro modo di tenere in piedi una conversazione. Per quanto riguarda l’arte sin da bambina amo disegnare e vorrei aprire un mio studio personale per insegnare a bambini, ragazzi e anche adulti quello che ho imperato in questi anni.
 
Sarebbe un sogno che si avvera.
 
Oltrepasso la porta della mensa e subito vengo travolta dal fracasso che provocano gli studenti. È strano per me tutto questo, ma dovrò farci l’abitudine visto che mangerò qui dentro per i prossimi sette mesi.
 
Con gli occhi cerco il tavolo di Lisa e gli altri e, quando lo trovo, comincio a camminare verso di esso con il sorriso sulle labbra. Sono felice di aver fatto subito amicizia.
 
Rallento il passo quando vedo una nuova ragazza seduta tra Lisa e Harry, mentre quest’ultimo sorride e le tiene un braccio intorno alle spalle. Che sia la famosa Syd? Alza lo sguardo su di me, il suo sorriso si allarga facendo comparire due adorabili fossette ai lati delle sue labbra -in modo che il battito del mio cuore acceleri- e alza una mano facendomi cenno di avvicinarmi.
 
«Ciao nuova!» esclamano tutti quando mi fermo davanti a loro.
 
«Ciao ragazzi» sorrido spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
«Prendi il mio posto, io vado a prendere un’altra sedia» dice Harry alzandosi dalla sedia per lasciarmi il posto.
 
«Grazie» sussurro avvicinandomi alla sedia e mi accomodo accanto alla ragazza, che mi guarda curiosa con un sorriso sulle labbra. Ha i capelli castani lunghi fino alle spalle, gli occhi color blu oceano, le labbra rosee ricoperte da un lucidalabbra e ha un fisico snello.
 
«Mi dispiace non essermi presentata ieri, ma avevo degli impegni con la squadra delle cheerleader. Sono Sydney, ma puoi chiamarmi Syd» sorride, scrolla le spalle e mi porge una mano. Oh, ricordo perfettamente i suoi impegni… Con Harry e le sue labbra.
 
«Piacere, Delia» ricambio il sorriso, mentre sento qualcuno sedersi accanto a me.
 
«Lo so» annuisce passandosi una mano tra i capelli. «Ieri sera mi hanno parlato molto di te, soprattutto Lisa» lancia un’occhiata ai ragazzi seduti al tavolo con noi e indica Lisa al suo fianco, la quale grugnisce.
 
«Stai bene?» le chiedo sporgendomi in avanti per guardarla in faccia. Ha gli occhi chiusi, il labbro inferiore incastrato tra i denti e due dita appoggiate sulle tempie, come se stesse pensando. Inarco un sopracciglio e punto lo sguardo sui ragazzi intorno a me. «Che le è successo?»
 
«Ha avuto una discussione con il vice preside» Katy ridacchia coprendosi le labbra con una mano, ricevendo un’occhiataccia dalla bionda.
 
«Io odio quell’uomo!» sbotta Lisa alzandosi in piedi e sbattendo le mani sul tavolo, facendoci sobbalzare. «Non vuole lasciarmi pubblicare l’articolo su di te, perché pensa che non importi a nessuno del tuo arrivo» agita le mani in aria facendo una smorfia.
 
«Non devi preoccuparti, Lisa. Sarà per un’altra volta» le rivolgo un sorriso e lei sembra rilassarsi.
 
«Ma ci ho messo tutta me stessa nello scriverlo» incrocia le braccia sotto il seno, si mette seduta a peso morto sulla sedia e le sue labbra formano un broncio, facendo ridere i presenti.
 
«Invece per il ballo ha detto che è una buona idea, il tema “Halloween” e potremmo proclamare “la ragazza e il ragazzo con il vestito più spaventoso”» dice Maira svelandomi il programma per il ballo.
 
«I miei fratelli ed io potremmo esibirci per intrattenere la serata» propone Sydney al mio fianco sorridendo. Ha una band con i suoi fratelli?
 
«Si, Zayn potrebbe essere il DJ» dice Niall indicando il moro accanto a se. «Sei bravo con le console , no?»  gli chiede, ricevendo una risposta positiva da parte sua.
 
«Perfetto» dice Lisa con il sorriso sulle labbra. «Basta che non metti quelle cagate che ascolti di solito»
 
«Simpatica, come sempre» borbotta Zayn roteando gli occhi, facendoci ridere.
 
«Come scusa?» chiede alzando il tono della voce mettendo una mano dietro all’orecchio.
 
«Se sei sorda, dovresti metterti qualche apparecchio acustico» ribatte il moro riducendo gli occhi a due fessure.
 
I due cominciano a scambiarsi delle occhiatacce -è possibile vedere dei fulmini- mentre noi continuiamo a ridere, quasi con le lacrime agli occhi. Si comportano sempre così?
 
«Calmo Malik» lo riprende Sean circondando la vita di Lisa per farla rilassare, una volta che ha smesso di ridere.
 
«Tornando al ballo!» esclama Maira sciogliendo la tensione tra i due. «Anche Harry e Niall potrebbero suonare. Siete bravi con la chitarra, giusto?» chiede ai due passando lo sguardo da uno all’altro.
 
Il biondo annuisce mettendo in mostra un sorriso, mentre Harry si limita ad alzare le spalle -come se non stesse prestando attenzione- tenendo lo sguardo basso sul suo I-phone. Si distrae facilmente. Sbuffo piano, in modo che non possa sentirmi, allungo una mano verso di lui e picchietto con le dita sulla sua spalla, alza lo sguardo e ci rivolge un’occhiata confusa.
 
«Cosa?» chiede fissandoci uno a uno con un sopracciglio inarcato.
 
«Suoneresti la chitarra al ballo, idiota?» gli chiede Lisa sbuffando e appoggiando il mento sulla mano chiusa in un pugno, facendo diventare le nocche bianche. Oggi è molto nervosa.
 
«Mmh,» fa una smorfia e riporta il cellulare nella tasca dei pantaloni. «non suono da un po’, forse sono arrugginito» sorride, finge di suonare la chitarra e muove le dita.
 
«Ancora hai qualche giorno, puoi allenarti con Niall» dice Lisa indicando il biondo. Ha sempre la macchina fotografica con sé.
 
«D’accordo» accenta il riccio passandosi una mano tra i capelli, scostandoseli dal viso.
 
«Perfetto! Abbiamo il tema, la musica, eleggeremo la reginetta e il re del ballo e la ragazza e il ragazzo con il vestito più spaventoso» Esulta Lisa sorridendo alzando le braccia in aria.
 
«Da domani cominceremo a mettere gli addobbi nei corridoi, in mensa e in palestra ci penseremo qualche giorno prima. Per il cibo potremmo andare da Sweet Pastry, adoro i suoi dolci» dice Maira con gli occhi sognanti.
 
«Si!» esclama la bionda. «E tu ci aiuterai Delia, più siamo e meglio è» punta lo sguardo su di me, m’indica con un dito e sorride. Sono felice che il suo umore sia cambiato.
 
«Va bene» sorrido dolcemente e annuisco.
 



N/A

Buon pomeriggio a tutte lettrici!
Come state? Qualche giorno fa mi hanno consegnato la pagella, non ho nemmeno un’insufficienza e per festeggiare (anche se in ritardo) ho deciso di postare un capitolo, per non lasciarvi sulle spine! Finalmente si scopre l’identità segreta della ragazza di Harry; Sydney, io l’ho immaginata come Sydney Sierota degli Echosmith. Da quando ho ascoltato “Cool Kids” sono fissata con quella ragazza, è bellissima ascdgs (piccolo sclero pomeridiano). Il rapporto tra Harry e Delia sembra migliorare in questo capitolo e si conoscono meglio anche i genitori di quest’ultima. Vi sareste aspettate che alla sua famiglia fosse successa una cosa del genere? Lisa e Zayn, non so voi, ma io li amo sempre di più.
Che ne pensate della storia fino a questo punto? Io spero con tutto il cuore che vi piaccia, perché ha un valore particolare per me! (:
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, o datemi anche dei consigli per migliorare il mio modo di scrivere.
Ora devo andare, vi lascio con una foto di Sydney!
Alla prossima,
Reds xx
 
p.s. ho fame!
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: needacurlyboy