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Autore: _Even    05/12/2008    1 recensioni
Non ho più voluto vedere la tua casa. Non ho più voluto vedere i tuoi amici. Non ho più voluto vedere i tuoi parenti. Non ho più voluto saperne niente di te. Eppure io te l'avevo sempre detto...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sola...
Sola...

E' notte, adesso, amore mio. Vorrei che tu fossi qui, che facessi come hai sempre fatto. Mi chiamavi, nel bel mezzo della notte, solo per il piacere di sentirmi. Io mi incavolavo sempre, perché volevo dormire e tu non me lo permettevi. Pronunciavi qualche frase romantica, come "Una notte senza di te è come un giorno senza sole". Frasi fatte, che si trovano normalmente nei cioccolatini. Ma io ci cascavo, perché ero pazza di te. Quindi iniziavamo a parlare senza un motivo: parlavamo, parlavamo, finché non si faceva l'alba ed eravamo stanchi morti.
A scuola, nelle lezioni, volevo solo leggere i bigliettini che mi mandavi, sentire le frasi che mi sussurravi all'orecchio. La prof ci sgridava perché stavamo sempre a chiacchierare, i nostri compagni facevano strane battute su di noi, ma non mi importava. Non CI importava. Più volte hanno tentato di separarci in banco, di metterci in due ale dell'aula completamente diverse, ma noi rimanevamo per ore a fissarci, da un capo all'altro della classe.
Mia madre mi puniva perché non stavo mai attenta alle lezioni e prendevo brutti voti, e mi chiudeva in camera. Ma noi non eravamo così sprovveduti. Ti bastava solo una corda, una corda così che tu ti potessi arrampicare: allora, stavamo insieme e ci divertivamo un mondo, alla faccia di mia madre.
Eravamo disposti a tutto, l'uno per l'altra: tu venivi con me a concerti troppo femmminili per te, ma ci venivi, e io stavo ogni domenica con te, allo stadio, a morire di noia davanti ad una partita di pallone. Ma almeno c'eravamo.
Quando ero ammalata mi venivi sempre a trovare: mi portavi i dolciumi che i miei genitori mi proibivano, mi portavi le più divertenti commedie, per tirarmi su. Ma più di tutti, tu c'eri: non lo scorderò mai.
La nostra non era solo una semplice cotta adolescenziale. Io amavo te, tu amavi me: c'era amore vero. Non era un desiderio sessuale, non era la voglia di avere un ragazzo, tanto per fare "quella impegnata". AMORE.

E' bastato un istante, quell'istante in cui tutto è cambiato. Tu mi hai abbandonato. Eppure io te l'avevo sempre detto... "Ti amo e non volgio che tu mi lasci", dicevo. E allora perché lo hai fatto? Ti sei stancato di me? Ti sei innamorato di un'altra? No, io lo so: è perché sei uno stupido. Eppure io te l'avevo sempre detto...
Non l'ho saputo direttamente: sono entrata in classe, e tutti erano tristi. Tu non c'eri, ma non avevo dato eccessiva importanza alla cosa. "Arriverà" mi sono detta. Ma poi le mie amiche mi hanno detto tutto: hai voluto cambiare aria, perché sei uno stupido, mi hai lasciata! No ci volevo credere, mi sono messa a piangere -cosa molto difficile per me- mentre tutti quanti mi dicevano di calmarmi, anche la professoressa. Stavo male e ho chiesto di andare a casa.
Sono subito salita in camera mia, mentre mia madre voleva entrare e dirmi che le dispiaceva, nient'altro. Perché mi hai lasciato? Eppure io te l'avevo sempre detto...
Non ho più voluto vederti, mai più. Nemmeno un'ultima volta, no. L'avevi deciso tu. Se solo tu mi avessi ascoltata, se non avessi detto scocciato che "sapevi benissimo che le mie parole avevano senso", adesso staremmo insieme. E invece sono sola, a guardare la luna pensando a te. Sono stata tante notti sveglia, a guardare il telefono. Volevo illudermi che squillasse e che fossi tu, ma non è stato mai così. Una sola volta è accaduto, ma era un tipo che aveva sbagliato numero. Forse voleva telefonare alla sua ragazza per il solo piacere di sentirla. Cosa che tu non potrai mai più fare. Eppure io te l'avevo sempre detto...
Cosa ci posso fare, io? Sto soffrendo, ci sto male. Da una settimana non vado a scuola, ma finora mia madre non mi ha detto niente. Riesce solo a dire che mi capisce, che sta male per me e che, forse, non avrebbe dovuto punirmi quando stavo con te. Già, forse. Non ho più voluto vedere la tua casa. Non ho più voluto vedere i tuoi amici. Non ho più voluto vedere i tuoi parenti. Non ho più voluto saperne niente di te. Eppure io te l'avevo sempre detto...
Ora sono qui, sul balcone della mia camera, quello dal quale tu non potrai mai più salire.
Ho preso la mia decisione: ti raggiungerò. Non temere, la distanza che ci separa e poca, ormai.
Guardo quanto è alto dal balcone della mia stanza, e quasi mi vengono le vertigini.
Sto per staccare i contatti con tutto, con tutti, con il mondo. E sto per ritrovare la felicità, ti sto per ritrovare.
Ma sono arrabbiata con te, perché è per colpa tua che dovrò staccare i contatti con il mondo.
Eppure io te l'avevo sempre detto... Ti ho sempre detto di non fare sciocchezze.
Ma io ti ho sempre detto di non fare sciocchezze quando...
almeno quando correvi in motorino.

THE END.

  
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