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Autore: Warblers Mamas    16/02/2015    2 recensioni
Raccolta di Os Thadastian | Prompt: Marriage Proposals
Dal testo del primo capitolo:
"Sebastian non aveva mai pensato di sposarsi fino a quando, tornato nella sua amata Parigi per assistere all' inaugurazione della galleria d'arte della madre, non era passato davanti a questa piccola gioielleria che esponeva due anelli, uno in oro bianco e l'altro in argento."
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Catfish SOS Fake: The Proposal




Il freddo pungente gli colpiva il volto niveo ad intervalli regolari, mentre lui e Thad si avviavano verso l’appartamento che condividevano ormai da anni. Nonostante fossero entrambi imbacuccati fino alla testa, con le pesanti sciarpe di lana ed i berretti perfettamente in tinta, sembrava che il clima meteorologico avesse tutta l’intenzione di riversare la sua potenza sulla città di New York. Il Natale era quasi alle porte e Sebastian era certo che ben presto la prima vera nevicata della stagione avrebbe imbiancato ogni cosa, rendendo le cartoline per turisti ancora più suggestive del solito. Le sue iridi verdi corsero a scrutare di sottecchi l’andatura cadenzata di Thad e non si sorprese più di tanto di vedergli impressa in volto un’espressione rilassata e felice.

Ad essere del tutto sinceri, anche lui si sentiva parecchio su di giri considerato il successo clamoroso della prima di Grease e della sua performance nei panni di Danny Zuko. Tuttavia vi era qualcosa di leggermente stonato in quel quadro perfetto, qualcosa che aveva a che fare con una scatolina di velluto posata sul comodino di Thad ed una certa proposta che sarebbe seguita a quel piccolo dono. Si stava tormentando da giorni, indeciso su quali parole utilizzare e come esprimere al meglio quella marea di sensazioni che provava nei confronti del suo ragazzo. Non era un mistero per nessuno, infatti, la sua incapacità nell’esternare le proprie emozioni, soprattutto se doveva farlo attraverso la propria voce. Di gran lunga Sebastian preferiva utilizzare i gesti, sicuro che questi ultimi fossero molto più genuini e limpidi rispetto ad un mucchio di suoni indistinti.

Fu quando il piacevole tepore lo accolse, riscaldandogli le membra infreddolite, che si accorse di essere arrivato a casa. Con gesti lenti e curati si sfilò il cappotto, la sciarpa e il berretto, posandoli poi sull’attaccapanni all’ingresso, mentre Thad spariva al piano di sopra per fare una doccia. Le sue mani si strinsero leggermente in preda al nervoso man mano che avanzava verso la loro stanza matrimoniale. Non era sicuro del fatto che il suo corpo non l’avrebbe tradito, ma sapeva per certo che non si sarebbe mai tirato indietro. Non c’era niente che desiderasse di più al mondo, niente che potesse anche solo lontanamente essere paragonato ad una vita intera con Thad al suo fianco. Tuttavia la prima cosa che i suoi occhi scorsero fu la scatolina posta esattamente dove l’aveva lasciata e le sue orecchie captarono lo scrosciare dell’acqua nel bagno adiacente.

Le sue labbra trattennero una risata divertita nel constatare quanto il suo ragazzo fosse sbadato e poco attento ai dettagli particolari. Ma non si sentiva irritato o arrabbiato per questo, sostanzialmente era quell’aspetto un po’ ingenuo e innocente che era parte integrante dell’altro a farglielo amare ancora di più. Con attenzione strinse quindi quel piccolo contenitore nella mano sinistra, infilandolo nella tasca dei pantaloni scuri, mentre un’idea assurda gli balenava in mente. Il solito ghigno si stampò sul suo volto niveo, immaginando le eventuali reazioni di Thad, proprio mentre quest’ultimo tornava in stanza avvolto da una nube di vapore e con un accappatoio blu ad avvolgergli il corpo tonico.

«Hey sexy, se non sbaglio abbiamo una tradizione da rispettare.» Proruppe con tono divertito, sollevando un sopracciglio ed incrociando le braccia per godersi lo spettacolo eccitante del suo ragazzo mezzo nudo.

Thad lo osservò per alcuni istanti, continuando a frizionarsi i capelli scuri con la spugna dell’asciugamano, ed inclinò leggermente la testa di lato per soppesare a pieno le sue parole. Sebastian dovette lottare parecchio per non azzerare quell’esigua distanza e posare poi le labbra su quella pelle olivastra. Se lo avesse fatto, non sarebbero usciti di casa tanto presto ed avrebbero infranto la loro personale tradizione. Ogni volta che uno dei due raggiungeva un nuovo traguardo, sia esso personale o lavorativo, erano soliti fare una passeggiata nel parco lì dove si erano incontrati la prima volta tramite Catfish. In un certo senso la panchina su cui si erano seduti a parlare, e a chiarirsi anni prima, era diventata il loro posto speciale.

«Ci sono i pinguini fuori, vuoi veramente rispettarla anche con questo freddo?» Rispose il moro, lanciandogli uno sguardo significativo ed osservando la patina di ghiaccio che ricopriva il bordo esterno della loro finestra.

Questa volta Sebastian non riuscì a trattenere la risata spontanea, lasciando che i suoi occhi verdi brillassero più del solito e che il suo solito ghigno scomparisse per lasciar posto ad un sorriso luminoso e caldo. Un'altra cosa che amava di Thad era la sua totale avversione per il freddo, tanto da costringerlo a prenotare vacanze quasi sempre in posti marittimi piuttosto che in aperta montagna. Smythe aveva più volte notato il broncio adorabile che solcava quelle labbra carnose quando qualcuno dei loro amici o familiari proponeva un weekend innevato o una battaglia a palle di neve. E nella maggior parte dei casi era suo personale compito cancellare quell’espressione per mezzo di un bacio o di un abbraccio, talvolta anche con la presenza di una coperta calda ed una cioccolata fumante stretta in mano.

«Credevo fossi tu il cucciolo di pinguino della situazione. E, per quanto non mi dispiaccia affatto vederti girare per casa mezzo nudo dopo la doccia, preferisco affrontare il freddo polare e rispettare la tradizione.» Sussurrò quando l’attacco di risa si placò e la sua attenzione venne dirottata ancora una volta sulla figura dell’altro.

«Okay.. Posso avere almeno un bacino d'incoraggiamento prima di affrontare il freddo?» Bisbigliò il moro con un filo di voce e la miglior espressione da cucciolo che potesse fare.

Harwood sapeva come giocare bene le sue carte e come farlo crollare facendo leva sui suoi punti più deboli. Utilizzare quel faccino incredibilmente tenero era sostanzialmente la via più facile per provocarlo, soprattutto considerata la strana luce maliziosa che poteva scorgere all’interno di quelle pozze nocciola. Sebastian si passò una mano tra il ciuffo castano, munendosi della sua aura da bello e dannato, mentre si avvicinava racchiudendo l’altro in una presa salda e possessiva. Thad sospirò appena al contatto di quelle dita sui suoi fianchi ricoperti da un leggero strato di spugna e strizzò in automatico gli occhi per godere al massimo di quelle attenzioni.

«Puoi avere tutti quelli che vuoi, pulce. Non mi tiro mai indietro dovresti saperlo.» Ammise candidamente il più alto, chinandosi per posare le labbra su quelle dell’altro e dare il via ad un bacio infuocato che lasciò entrambi senza fiato.

«Non mi chiamare pulce!» Protestò debolmente Thad, arricciando le labbra e il naso per via di quel soprannome con cui Sebastian continuava ad appellarlo.

Sostanzialmente non gli dava davvero fastidio, ma si divertiva parecchio a fare la parte del finto offeso perché sapeva che il suo ragazzo gli avrebbe poi riservato una doppia porzione di coccole e di attenzioni che riuscivano a scaldargli il cuore ogni volta. Erano fatti così, si punzecchiavano, si rincorrevano, per poi gravitare inevitabilmente l’uno tra le braccia dell’altro in un incastro pressoché perfetto.

«Perché non dovrei? In confronto a me sei una pulce ma non mi dispiace per niente soprattutto perché posso fare questo..» Mormorò il castano sollevandolo fino a fargli incrociare le gambe attorno al proprio bacino per poi baciarlo ancora una volta.

«Hahah.. mettimi giù mangusta! Devo vestirmi!» Biascicò a stento l’altro, lasciandosi andare ad una risatina a causa del lieve solletico che le mani di Sebastian gli procuravano.

Attraverso quella posizione scomoda, i loro bacini sfregavano inevitabilmente l’uno sull’altro provocando ad entrambi dei brividi di eccitazione ed aspettativa che sapevano di dover trattenere almeno finché non avessero rispettato la loro tradizione. Le labbra di Sebastian tracciarono una lieve scia di baci lungo la mascella ed il collo scoperto, fermandosi poco sotto l’orecchio e vezzeggiando la porzione di pelle in quel punto. A quanto sembrava, Smythe gli stava restituendo il favore provocandolo a sua volta per farlo del tutto capitolare.

«Che mi dai in cambio?» Sussurrò, infatti, il castano con voce roca e strascicata continuando a vezzeggiarlo di baci. «Ad ogni modo potrei sempre darti una mano a vestirti e godere dello spettacolo del tuo culo sodo.» Terminò, poi, permettendo comunque a Thad di toccare di nuovo la moquette del pavimento.

«Più tardi potrei fartelo toccare.» Esclamò quest’ultimo con divertimento, inarcando un sopracciglio e mordendosi il labbro inferiore in un gesto automatico.

«Oppure potremmo semplicemente passare al secondo round se continui a provocarmi.» Considerò Sebastian facendo qualche passo in direzione del letto, per poi sedercisi sopra. «Coraggio, fila a vestirti prima che cambi idea e mandi al diavolo la tradizione.» Aggiunse poi con serietà, aspettando pazientemente che il suo ragazzo si vestisse.

«Godresti solamente nel mandare al diavolo la tradizione.» Rispose a tono Thad, avviandosi verso la cabina armadio sculettando appositamente prima di sparire in cerca di qualcosa di caldo e comodo da indossare, date le temperature artiche.

«Non mi pare la pensassi così quando mi hai letteralmente rinchiuso nel camerino per dedicarci ad attività interessanti.» Urlò il castano per farsi sentire, mentre alcuni maglioni venivano ripiegati con cura dopo che l’altro li scartava con decisione.

«Dettagli.» Fu la risposta immediata del moro, facendo un vago segno della mano che Smythe riuscì ad intravedere comunque nonostante le ante spalancate e la confusione di vestiti sparsi qua e là.

«Per questa volta farò finta di darti ragione, ma soltanto perché ho voglia di caldarroste e quelle del chiosco nel parco sono le migliori.» Ci tenne a precisare il più alto, sbuffando leggermente e notando le lancette dell’orologio che scorrevano inesorabili.

Sembravano passate ore da quando erano rincasati e l’immediata incombenza della proposta gravava più del solito sulla pazienza di Sebastian. Per pochi istanti la presenza rassicurante del suo ragazzo aveva messo a tacere i suoi dubbi, il suo nervoso e la paura che qualcosa andasse storto. Nella sua mente vi erano ogni sorta di scenari possibili uno peggiore dell’altro ed in tutti puntualmente Thad rifiutava, lasciandolo da solo a dover rimettere a posto i pezzi del proprio cuore. Con decisione scacciò l’ennesimo pensiero negativo, convincendosi che l’altro non lo avrebbe mai ferito, perché lo amava. Sperava soltanto che la risposta sarebbe stata affermativa, lo sperava con tutto se stesso.

«Mi hai convinto ad uscire nominando le caldarroste! E io ne voglio un sacchetto tutto mio!»

La voce di Thad lo riportò alla realtà, costringendolo a rimettersi in piedi mentre l’altro finalmente era vestito e pronto ad affrontare le temperature pericolosamente vicine al di sotto dello zero. Sapeva che lo stava facendo per accontentare lui, non era così stupido da credere che l’altro non si fosse accorto di qualcosa che sembrava turbarlo e renderlo simile ad una molla pronta a scattare. Tuttavia il suo ragazzo sapeva anche quando lasciargli i suoi spazi, perfettamente conscio che ci sarebbe stato per lui in qualsiasi momento se avesse avuto bisogno di sfogarsi.

«E se stasera lo dividessimo il sacchetto? Possiamo dare il via ad un'altra tradizione in pieno stile Harwood-Smythe.» Propose Sebastian, mentre si avventuravano lungo la strada illuminata dai negozi dopo aver reindossato i loro cappotti pesanti.

«Così finisce che le mangi tutte tu e a me non ne lasci nemmeno una.»

«Ha-ha davvero divertente, Harwood. Se ti può rassicurare ti do la mia parola che le dividiamo in modo equo.» Assicurò il più alto, prendendo la mano di Thad per stringerla insieme alla sua nella tasca del cappotto.

«Giuro che se non lo fai vai in bianco per un mese.» Minacciò il moro, puntandogli contro l’indice dell’altra mano ed assumendo un cipiglio combattivo.

«Thad non ho mai tradito le promesse e non ho intenzione di farlo nemmeno stavolta. Sarò anche permaloso e dal carattere non facile ma sono un uomo di parola.»

A quella frase percepì il braccio di Thad avvolgerlo all’altezza della schiena e della vita, mentre entrambi continuavano a percorrere i pochi metri che li avrebbero condotti al parco. Era come se l’altro avesse percepito che lui si stava addentrando nel viale dei ricordi dolorosi, quelli risalenti agli albori della loro relazione, quando entrambi erano troppo spaventati e arrabbiati un po’ a causa della falsa identità di Thad, un po’ per le sue insicurezze. La presa attorno al suo fianco si fece più decisa, frattanto, facendogli comprendere che non era da solo e che adesso loro erano felici.

«Non ti ho ancora ringraziato per stasera e in realtà è questo il motivo per cui ci tengo a questa uscita. E' bello avere qualcosa di nostro.» Riprese a parlare Sebastian, ricambiando quella presa salda e lasciando un bacio dolce sulla guancia del più basso.

«Non mi devi ringraziare di nulla, è stato un piacere.» Sussurrò Thad sorridendogli con amore per poi lasciargli un bacio a stampo sulle labbra leggermente screpolate dal freddo.

«Invece devo. Tra i due sei sempre tu quello che prepara discorsi romantici o eventi speciali, io mi limito a stare in silenzio e non dire mai ciò che sento.» Confessò sentendosi colpevole e perché sostanzialmente sentiva di deludere l’altro ogni volta.

«Non lo esprimerai a parole, ma .. io lo sento, sempre. Da quando mi sfiori allungandoti per prendere il sale a quando facciamo l'amore.. me lo dici con i baci rubati e i piccoli gesti. Solo perché non usi le parole non vuol dire che io non capisca.» Ammise a sua volta il moro con sincerità, continuando a trasmettergli tutto l’amore di cui era capace.

«Sai a volte ho sempre timore di osservare i tuoi enormi occhi scuri perché sei sempre in grado di leggermi e ho paura che un giorno il mio meglio non sarà più abbastanza o che andrai semplicemente via. » Abbassò lo sguardo pronunciando quelle parole, timoroso di scorgere in quegli occhi nocciola un minimo cenno di conferma.

«Amore.. io non saprei dove andare senza di te. Non so più fare niente senza di te. Non me ne vado nemmeno se mi mandi via.»

«In questo caso le manette che ho comprato per Natale serviranno a qualcosa. Ouch! Smettila di colpirmi e… Thad? Ti amo.» Mormorò visibilmente sollevato di sentire quella risposta.

«Perché devi sempre buttarla sul sessuale?!»

Il broncio sul volto di Thad lo costrinse a fermarsi per qualche istante, evitando di farsi travolgere dal flusso di persone che si affrettavano a trovare riparo nel vento caldo proveniente dai riscaldamenti accesi all’interno dei negozi. Con un sorriso, si sporse quindi per saggiare ancora una volta e dolcemente quelle labbra, cancellando quell’espressione contrariata in meno di cinque secondi.

«Ti basta come richiesta di perdono?»

Thad annuì, lasciando che l’altro lo conducesse in direzione del chiosco all’entrata ed ordinasse un sacchetto di caldarroste da poter condividere. Rischiò di ridacchiare di nuovo quando Sebastian si trovò di fronte al dilemma di dover pagare e reggere il sacchetto in contemporanea, perciò gli diede una mano prendendo il denaro per pagare l’anziano signore. In quel frangente fu, quindi, del tutto naturale per il castano approfittarne, ponendo la scatolina all’interno dello stesso sacchetto di carta.

«Sbaglio o volevi queste?» Esclamò, poi, rivolgendosi a Thad e sventolando il proprio bottino davanti agli occhi dell’altro.

«Si!!» Urlò con vivacità il diretto interessato, strappandogli di mano la busta per iniziare a gustarne il contenuto.

«Ho la sensazione che la nostra tradizione sarà più speciale del solito.» Rispose Sebastian a quel punto con una certa nota di apprensione nella voce.

«Cosa vuoi dire?» Considerò il più basso con sguardo incerto e dubbioso, continuando ad ingerire castagne mentre si avviavano verso la loro panchina.

«E' soltanto una sensazione e tu dovresti assolutamente aprire quel sacchetto.»

«Tu sei strano. Più strano del solito.. ed è tutto dire.» Mormorò l’altro inclinando la testa nella sua direzione. «Caaastagnee…» Aggiunse poi con un tono di voce felice molto simile a quello utilizzato dai bambini.

«A volte sembri un bambino di fronte ai regali di Natale.» Confessò Smythe ridacchiando a causa dell’espressione estasiata e deliziata di Thad.

«Pff.. come se fosse una novità. Adesso sei felice che ho aperto il sacchetto di castagne?»

«Ha-ha l'hai ammesso e questo giorno va segnato sul calendario! Thad Harwood che mi da ragione su qualcosa.»

«Io stavo solo osservando l'ovvio non ti stavo dando ragione Smythe.» Esclamò Harwood, scuotendo la testa prima di tendere il braccio verso l’altro per permettergli di afferrare qualche castagna.

«L'importante è esserne convinti, Harwood.» Rispose con la solita espressione impertinente, allungando la propria mano per poi inserirla nel sacchetto quasi vuoto. «Thad? Credo che le ultime castagne siano per te.» Terminò, poi, aspettando il momento in cui finalmente il suo ragazzo avrebbe tastato i bordi della scatolina.

«Potresti reggere tu il sacchetto? Aspetta, cosa diavolo c'è qui dentro?»

Sebastian sapeva che era quello il momento, quello in cui sostanzialmente si sarebbe giocato il tutto e per tutto. Il loro futuro dipendeva unicamente da quella piccola scatola in velluto che ora Thad stringeva saldamente con mani tremanti, man mano che una nuova consapevolezza si faceva spazio nella sua mente e lui comprendeva. Fu in quel preciso istante che con tutto il coraggio di cui disponeva, strinse le mani di Thad tra le sue dopo aver preso un respiro profondo.

«Ti avevo detto che questa tradizione sarebbe stata speciale e c'è una ragione precisa. Sono passati anni da quando ci siamo incontrati su questa stessa panchina e nonostante i problemi, gli errori, i momenti difficili e quelli in cui avremmo solo voluto lasciar perdere so per certo una cosa. So che l'unica cosa che non vorrei mai cambiare sei tu, Thad. Non ho bisogno di una lista natalizia o di aspettare altri dieci anni per sapere che l'unica persona che voglio è qui con me in questo momento. Perciò, Thad Harwood...» Fece una pausa inginocchiandosi di fronte all’altro. «...Vuoi sposarmi?»

«Si. Si, Si, Si!!!» Rispose il moro annuendo vigorosamente con la testa, tremante e commosso con le lacrime che minacciavano già di solcargli le guance infreddolite.

A quella risposta affermativa il suo cuore riprese a battere velocemente, lasciando che tutta la tensione e il timore scivolassero via per lasciar spazio alla felicità ed alla commozione. Per la prima volta Sebastian fu certo che anche sulle sue guance fossero presenti alcune stille salate, mentre con gesti accorti infilava l’anello d’argento all’anulare di Thad per poi baciarlo con amore e devozione. Nel suo discorso romantico aveva detto di non aver bisogno di una lista natalizia per sapere cosa voleva per il resto della sua vita e la verità era che non avrebbe mai avuto bisogno di liste se al loro posto poteva avere i baci caldi di Thad, i suoi abbracci colmi di comprensione, le sue risate contagiose e la prospettiva di una intera vita piena finalmente di felicità.







A/N

Non ci posso credere che siamo alla fine di questa raccolta. Ricordo ancora quando questa raccolta era un'idea vaga. Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno letto e ci hanno seguito in queste settimane. Non so veramente cosa dire, grazie di cuore. Ci sentiamo presto. Un bacio.
Giulia

Okay ci siamo… Sembra strano ed assurdo anche a me mettere un punto fermo a questa raccolta iniziata così all’improvviso e poi trascritta su carta. In questo momento sono davvero combattuta tra la nostalgia e la stretta allo stomaco che appaiono ogni qualvolta io debba mettere la parola fine ad una storia. Io e Giulia abbiamo visto crescere i nostri Thadastian ad ogni capitolo, li abbiamo tenuti per mano passo dopo passo e, così come un genitore fa con il proprio figlio, è giunto il momento di lasciarli liberi di affrontare la loro strada insieme come adulti. Non so se entrambe siamo riuscite a trasmettervi una parte di quell’amore incondizionato che proviamo per Thad e Bas o se siamo riuscite a donarvi una parte di noi stesse attraverso la raccolta, ma ci auguriamo di si. Sicuramente non finisce qui e sicuramente torneremo a scrivere insieme in futuro perché non riusciamo a stare lontano dai Thadastian per molto tempo. Ringrazio infinitamente ogni singola persona che abbia letto, commentato, seguito, preferito ed apprezzato questa raccolta.
Grazie. Grazie davvero di cuore per tutto il supporto datoci. Ed un grazie sento di dirlo a Lutea Eos e ad Erinfowell che hanno commentato esponendoci le loro idee e le loro sensazioni in merito ai capitoli. Vi amiamo tutti senza distinzione così come amiamo i Warblers.

Xoxo
Sara
  
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