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Autore: Jane The Angel    05/12/2008    4 recensioni
"Gabriella Bennett era la maggiore...Taylor Bennett era nata due anni dopo Gabriella...Kelsie Bennett era la terza...Infine, c’erano Martha e Amy" Tratta dal mio libro preferito^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chad Danforth, Gabriella Montez, Ryan Evans, Taylor McKessie, Troy Bolton
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattordici
   
   Il signor Danforth non tardò a mantenere la promessa. La famiglia di Rosings si recò infatti in visita all’abitazione dei Cross il giorno seguente e, nonostante Taylor non avesse prestato troppa fede alle parole di Danforth, egli era con loro.
   -Oh, cielo, Lady Darbus è qui!- esclamò il signor Cross, allarmato, quando vide la carrozza fermarsi al confine del cortile.
   -Caro, passa ogni giorno.- gli fece pigramente notare Kelsie, continuando senza scomporsi a rammendare una camicia.
   -Oh, no, stavolta viene in visita, sono scesi dalla carrozza tutti e tre!- Cross era in preda ad un panico che non tardò a contagiare la moglie. Kelsie balzò in piedi e si affrettò ad ordinare alla cameriera tè e biscotti, dopodichè si diede un gran daffare per ordinare tutto ciò che poteva risultare minimamente disordinato mentre il signor Cross uscì di casa per accogliere gli ospiti e, magari, trattenerli in giardino qualche istante in più.
   Taylor s’affrettò ad aiutare la sorella e, mentre nascondeva in una cesta i calzini da rammendare ed estraeva invece un lavoro di cucito, lo sguardo vagò per un istante fuori dalla finestra e si posò sul gruppo che si era formato quasi davanti alla porta.
   Erano in quattro: Lady Darbus, la signorina Miley, il colonnello Baylor e il signor Danforth.
   Si scostò immediatamente dalla finestra e, non appena ebbero terminato di mettere a posto la sala, lei e Kelsie si sedettero prendendo rispettivamente un libro e il lavoro di cucito.
   Ebbero pochi minuti per fingere di essersi dedicate tutto il mattino a quell’attività, poi Cross fece accomodare in casa gli ospiti e le due si alzarono, fingendosi sorprese.
   -Oh, Lady Darbus, non aspettavamo l’onore della vostra visita!- esclamò Kelsie poggiando il lavoro sul tavolino e inchinandosi –Sono lieta che abbiate avuto il tempo di onorarci della vostra presenza.-
   Taylor s’inchinò, domandandosi se dovesse temere di diventare anche lei tanto ampollosa, nel trascorrere il tempo con il signor Cross.
   -Mio nipote e mia figlia, vedete, si rammaricavano di non aver ancora avuto l’occasione di porvi i dovuti omaggi, da quando siete diventata padrona di questa casa.-
   -Un luogo davvero incantevole, rispetto all’ultima volta in cui ci sono stato. Dovete aver apportato molte migliorie.- commentò con un inchino il signor Danforth.
   -Oh, io e mio marito abbiamo fatto quanto ci era possibile, anche se rendere ancora migliore l’incantevole dimora favoritaci da vostra zia era pressoché impossibile.- affermò Kelsie mentre la sorella guardava Danforth stupefatta: era forse un complimento, quello che aveva fatto a Kelsie? E com’era possibile che un uomo abituato al lusso com’era lui ritenesse davvero quella modesta abitazione “incantevole”?
   -Avete già avuto l’opportunità di visitare il boschetto, signorina Taylor?- domandò Lady Darbus quando furono tutti seduti, sorseggiando thè e assaggiando i biscotti che la cuoca aveva ricavato in fretta e furia.
   -Oh, purtroppo non ancora. Ma amo camminare, e non dubito di riuscirvi, durante la mia permanenza, nonostante né mia sorella né il signor Cross siano dei grandi camminatori.-
   -Un vero peccato… tuttavia, senza dubbio non vorrete girovagare per il bosco da sola, spero!- esclamò Lady Darbus.
   -Potrei trovarmi costretta a farlo, non sopporterei di ripartire senza aver visitato l’incantevole paesaggio della vostra tenuta.-
   -Come vi ho già proposto ieri sera, signorina Taylor, se vi fa piacere potrei accompagnarvi io nella vostra visita. Conosco questi luoghi da molto tempo e non potrei certo permettermi di lasciarvi sola.- intervenne Danforth. Taylor lo guardò per un istante, per decidere se il suo era una semplice manifestazione di cortesia o se davvero sentiva il desiderio di accompagnarla –Non mi dispiace camminare da sola, ma la vostra compagnia sarà ben gradita, se sarà vostro desiderio venire con me.-
   Il signor Danforth, come la sera precedente, le rivolse un sorriso che la lasciò interdetta –Accompagnarvi sarà un onore e un piacere. Anche questo pomeriggio, se non avete diversi impegni.-
   -Non ne ho affatto, signore. Sarò lieta di poter visitare così presto il boschetto.- accettò Taylor.
   Lady Darbus guardò prima l’uno e poi l’altra, stranita che il nipote si mostrasse così solerte ad una passeggiata con una ragazza che quasi non conosceva –Se volete accompagnarli, colonnello, io e Miley possiamo fare a meno di voi, questo pomeriggio.-
   -Lo farei volentieri, non fosse che questo pomeriggio ho promesso una visita a una famiglia di amici che vive nelle vicinanze… spero che la signorina Taylor vorrà perdonarmi questa mancanza.-
   -Mi sforzerò di farlo.- scherzò la ragazza.
   La visita durò poco. Lady Darbus commentò ogni singolo cambiamento apportato alla casa dall’ultima sua venuta e fece qualche domanda a Taylor sulla sua famiglia. Il colonnello Baylor confermò il carattere gradevole mostrato la sera precedente, accettando di buon grado ogni idea e ogni iniziativa proposta. Danforth fu un poco meno silenzioso di quello a cui Taylor era abituata e spesso i suoi occhi incontrarono quelli di Taylor. Miley, dopo aver rifiutato la seconda tazza di thè, non disse alcunché. Taylor provò ad immaginarsi la vita che avrebbero avuto lei e Danforth, una volta sposati: l’una più silenziosa dell’altro, con caratteri tanto diversi, senza contare l’impossibilità, data la debole costituzione di lei tanto sottolineata dalla madre, di partecipare alla vita sociale. Per quanto tempo avrebbero sopportato una forzata felicità coniugale?
   Il pomeriggio, Danforth raggiunse casa Cross da solo e fu fatto accomodare. Tuttavia, lui e Taylor uscirono quasi subito, entrambi lieti di allontanarsi dal signor Cross.
   Senza scambiarsi una parola dopo i dovuti saluti si insinuarono nel boschetto, e dopo un poco si ritrovarono a percorrere un sentiero poco agevole.
   Taylor fece per incamminarsi, ma Danforth, sempre senza una parola, le offrì il braccio. Lei accettò, pur arrossendo un poco, e portò risolutamente lo sguardo alla vegetazione straordinariamente pacifica del luogo.
   -Preferite forse un sentiero meno accidentato?- le domandò l’uomo, facendola sobbalzare per l’improvvisa rottura del silenzio.
   -Oh, no, se non vi dispiace…c’è una tale pace qui…-
   -Non vi credevo un’amante della pace. Pensavo amaste le feste e la musica.-
   -Se era una critica, fingerò di non averla colta, signor Danforth.- replicò Taylor allegramente –Avete ragione nel dire che mi divertono i balli. Tuttavia, apprezzo molto le gite nella natura, in mezzo a questa quiete.-
   -Non voleva essere una critica.- rise Danforth –Avete il potere di cambiare ogni mia frase, rendendola ciò che desiderate.-
   -Con voi è fin troppo facile farlo, signore. Le vostre frasi sono spesso ambigue, a metà tra una critica e una semplice constatazione.- disse Taylor –Tuttavia, per oggi non criticherò oltre il vostro carattere, poiché vi sono grata per avermi accompagnata.-
   -Ne sono… soprattutto perché temo di non essere in grado di difendervi dalle vostre critiche.-
   Camminarono per un lungo tratto, alternando silenzio a leggeri scambi di battute. All’improvviso, nella mente di Taylor si fece presente uno scrupolo.
   -Giudicate che mi comporti troppo liberamente con voi, parlandovi sinceramente? La nostra conoscenza non è abbastanza approfondita, forse.-
   -Vi comportate troppo liberamente, è vero. Ma non sono certo che la cosa mi dispiaccia.-
   Taylor sorrise –Bene. Quando l’avrete capito, rendetemene partecipe, così adatterò il mio comportamento. Per il momento, tempo, continuerò ad agire come ho fatto fin’ora, se siete d’accordo.-
   -Mi trovate d’accordissimo.- annuì Danforth, di buon umore, mentre la accompagnava alla porta di casa Cross.
   Si salutarono, augurandosi di rivedersi presto, e Taylor rientrò in casa. Per un attimo pensò che, dopotutto, il signor Danforth poteva rivelarsi una persona piacevole. Purtuttavia, non poteva scordare ciò che aveva fatto al signor Bolton.


____________Nota di Herm90
L'avevo detto che ero tornata xD tremaaaaaaaaaate xD
Questa è una delle ficcy che continuerò... alcune delle altre vecchie tipo "Cioccolato" mi sa che le cancellerò, almeno per il momento...
Grazie (in ritardissimo) a Sinfony (non ricordo perchè sei un'assassina perfetta, ma la cosa mi turba xD), scricciolo91 (passano taaaaaaanto tempo insieme^^ ma non so se la cosa ti piacerà^^), Zerby (spero che la adori ancora anche se vi ho fatto aspettare un sacchissimo mi disp tanto!) e armony_93 (tesorrrrrrrro! Chap dedicato a te, visto che sei tu che mi hai fatto tornare la voglia di scrivere questa fic!) che mi hanno recensito nello scorso capitolo!
Vi adoro tutti!!!!!!!!!!!
  
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