CAPITOLO 19

Quando Jane rientrò a casa era notte fonda. La detective sperava di non incontrare nessuno e invece non appena mise piede nell'appartamento sua madre fece capolino dal divano.

«Oh, perfetto!»

«Jane Clementine Rizzoli! Si può sapere dove sei stata?»

«Ero in giro, mà! Sto bene non preoccuparti!»

«Sono preoccupata eccome! Maura é tornata in lacrime, tu sembravi sparita nel nulla... si può sapere cosa sta succedendo?»

«Niente di grave, mà! Abbiamo litigato... Domani parleremo e si sistemerà tutto! Ora posso andare a dormire? Ho avuto una serata davvero schifosa!»

«Dammi solo cinque minuti, ok?»

Angela prese la figlia per il polso e la condusse fino al divano facendole prendere posto accanto a lei. Poi la osservò per qualche istante cercando le parole giuste.

«Ascolta, Jane, io non so cosa vi siate dette questa sera e non mi interessa neppure... ciò che mi importa é la vostra felicità perché voglio bene a entrambe! E ho capito che per essere felici tu e Maura dovete stare insieme... e non intendo come semplici amiche, perché si nota che tra voi c'é qualcosa che va ben oltre... sarebbe un peccato gettare al vento un amore come il vostro che capita una volta sola nella vita, se si é fortunati! Quindi non lasciare che le tue paure ti frenino!»

«Tu sai che... che la amo?»

«Certo piccola mia!»

«E come? Da quando?»

«Da sempre, Jane! È così evidente! Ma non é questo ciò che importa ora!»

«E per te non é un problema che sia una donna?»

«Oh andiamo! Avrò anche una certa età, ma non sono così arretrata! Maura ti ama davvero ed é una persona fantastica che sa starti accanto... e quando c'é lei vicino a te sei serena... questo é quello che mi importa! Perché pensi sia un problema il fatto che sia una donna?»

«Non lo so... sono confusa! Ho sempre creduto di essere etero e poi a trent'anni mi innamoro di una donna... e gli altri come la prenderanno?»

«Non é un problema tuo di come la prenderanno gli altri, Jane! Ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicarti, ma non per questo devi privarti di vivere la tua vita... e in ogni caso chi ti vuole bene ti starà accanto a prescindere! Non devi vedere ciò che provi come una cosa sbagliata, anzi!»

«Si, hai ragione! Ma ho così tanta paura! Non vorrei perderla...»

«Sei coraggiosa, Jane! Se non fai qualcosa la perderai comunque...»

«Già, sono proprio una perfetta idiota, eh? Grazie, mà!»

«Figurati, bambina mia!» - Angela diede un bacio sulla testa della figlia che stranamente la lasciò fare senza protestare - «Dai, andiamo a letto ora!»

«Si, tu inizia ad andare... io devo prima risolvere una questione!»

Angela si limitò a sorridere e si diresse verso la propria camera da letto, con la speranza che le due donne sarebbero riuscite a chiarirsi.

Jane invece si diresse verso la camera da letto di Maura. Quando arrivò vicino alla porta udì dei singhiozzi sommessi. Il cuore le si frantumò in mille pezzi: avrebbe voluto prendersi a schiaffi per quanto era stata stupida! Ma se era stata la causa di tanto dolore poteva esserne anche la cura! Così bussò delicatamente.

«Maura, sono io! Ti prego fammi entrare! Devo parlarti!»

«Va via, Jane!»

«No, Maura, non me ne vado! Resterò qui fino a quando non mi dirai che posso entrare o fino a quando non uscirai di lì! Anzi no, entro anche se non vuoi!»

Jane aprì la porta con decisione e si precipitò all'interno della stanza. Maura scattò in piedi e si avventò contro la detective per cacciarla fuori. La bruna però la bloccò per i polsi prima che potesse riuscirci.

«Lasciami andare, Jane!»

«Non ci penso neanche! Non prima che tu mi abbia ascoltata... Guardami, ti prego!» - Maura si calmò un pochino e puntò i suoi occhi lucidi in quelli di Jane - «Ti amo anche io, Maura! Avevo paura ad ammetterlo perché... perché é così forte quello che provo... Ma non voglio perderti! Voglio stare con te!»

Jane prese il volto di Maura tra le mani e con i pollici iniziò ad asciugare le lacrime.

«Dillo ancora!»

«Ti amo, Maura!»