Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    16/02/2015    5 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Perdonate per l'ennesima volta il ritardo, ma è un periodo un po' nero.
Spero che l'aggiornamento sia di vostro gradimento!
Un abbraccio alla mia beta fantastica e a tutti voi,
Besos

 

Capitolo 7


Era il tramonto e il principe Alexander era l’unica compagnia che Elsa aveva. Da quella mattina Leanne non si era fatta più vedere e, benché non volesse ammetterlo, la Regina era un po’ in ansia.
« Elsa, state bene? » Chiese il principe, notandola assente.
« Come? Uhm, sì… dicevate? » Tentò di riprendersi la platinata,
 « Vi parlavo di possibili posti da visitare per la nostra luna di miele, ma mi siete sembrata distratta. Volete che vi lasci per riposare? »
« Non vi preoccupate, sono solo pensieri passeggeri ». Mormorò in risposta la Regina, abbassando lo sguardo sulle mani che teneva intrecciate sul grembo. La sorpresa fu vedere poi il grande palmo ambrato stringersi delicatamente attorno i suoi bianchi polsi e sentire l’altra mano accarezzarle piano una guancia gelida.
« Vi prego, ditemi come posso aiutarvi » disse piano il principe, guardandola con dolcezza e sincerità. Elsa lo fissò per qualche istante nei grandi occhi marroni, così belli eppure così anonimi se paragonati a quelli dorati della sorella minore, sospirò leggermente e per un attimo si sentì pronta a parlare. Aprì la bocca, ma le parole le morirono in gola: non poteva farlo, non poteva rischiare di esporre lei e  Leanne per una sua sciocca paranoia.
« È solo che avevo promesso ad Anna una cavalcata e adesso che la mia caviglia è slogata dovranno passare almeno due settimane prima che possa tornare a montare Nàjera da sola ». Mentalmente si complimentò con sé stessa per l’abile menzogna che era stata in grado di inventare così prontamente e sperò che il principe se la fosse bevuta. Quest’ultimo non si scompose e si limitò ad annuire in risposta, azione che fece ben sperare la Regina.
« Per favore, continuate pure il vostro discorso e perdonate la mia precedente disattenzione ».
Le sue conversazioni con Alexander erano così diverse rispetto quelle che teneva con Leanne, nessuno dei due si era mai scomposto e aveva osato parlare in toni più confidenziali, l’unica eccezione era rappresentata da qualche bacio o dallo sfiorarsi le mani, azioni per lo più dettate dal buon senso, in un tentativo di abituarsi l’uno all’altra in previsione del matrimonio e di ciò che ne sarebbe susseguito.
Il ragazzo rimase a parlare dei suoi progetti ancora per molto tempo, tempo durante il quale la Regina fece grande fatica a concentrarsi, la mente che la rimandava continuamente alla splendida principessa e alle parole che le aveva pronunciato poco prima di abbandonare la stanza.
 
Quando Gerda venne a portarle la cena era finalmente sola. Alexander si era trattenuto per quasi un’altra ora e il momento in cui aveva varcato la porta le era parso semplicemente liberatorio. Non che la presenza del principe la infastidisse, semplicemente non riusciva a pensare ad altro che a Leanne e trovava estremamente difficile riprendere il filo della conversazione che il suo fidanzato stava tenendo, dopo interi minuti in cui era stata completamente assente.
« Vostra Maestà, Anna ha insistito affinché gli chef preparasse il vostro piatto preferito ». Annunciò la domestica con un sorriso, posando con accortezza il vassoio sulle gambe della Regina.
« Spero non sia stata troppo pressante » rispose la la ragazza, prendendo le posate.
« Al contrario, a tutti è parso un pensiero molto carino e i cuochi hanno accontentato con piacere la sua richiesta ». Il sorriso sul volto dell’anziana cameriera non si spense un solo istante durante la conversazione.
« Allora ringraziala di cuore da parte mia ».
« Sarà fatto, regina Elsa. Tornerò a prendere il vassoio più tardi, avete richieste? »
La platinata scosse la testa quasi di riflesso e la donna aveva già aperto la porta della sua stanza quando repentinamente Elsa cambiò idea e le pose la domanda che l’aveva tormentata tutto il giorno. « La principessa Leanne è tornata? »
La domestica si voltò, l’espressione lievemente sorpresa « Poco dopo pranzo » rispose prontamente « Non è venuta ad avvisarvi? » Chiese poi.
Elsa scosse lievemente la testa in risposta e l’altra donna tentò immediatamente di tranquillizzarla.
« Beh, probabilmente avrà avuto un contrattempo. L’ho vista dirigersi in biblioteca con una certa urgenza! »
« Capisco… ».
« Non dovete preoccuparvi, Vostra Maestà. Sono certa che la principessa ha avuto i suoi validi motivi per non avervi avvertita del suo ritorno: stravede così tanto per voi ».
Elsa alzò gli occhi quasi istantaneamente e fu abbastanza rapida da non perdere il sorriso complice che la domestica le aveva rivolto poco prima di abbandonare la stanza. Gerda lavorava nel castello da quasi quarant’anni ed aveva sempre saputo ogni segreto che si era cercato di mantenere all’interno delle spesse mura di pietra: da sempre sapeva dei poteri magici di Elsa, era stata messa al corrente dell’intera storia dell’incidente di Anna e la Regina, in quel momento, fu sicura che la domestica fosse a conoscenza anche di ciò che lei e Leanne stavano tentando in ogni modo di nascondere.
Aspettò appena dieci minuti prima di scendere dal letto per dirigersi senza indugio verso la biblioteca, decisa più che mai a trovare la principessa del sud. Indossò una lunga vestaglia azzurra, adornata da una morbida pelliccia bianca, pettinò rapidamente i capelli, consapevole del fatto che il tempo trascorso al letto li avesse impicciati e infine usò la sua magia per creare due stampelle, al fine di non danneggiare ulteriormente la caviglia slogata. Aprì la porta della sua camera da letto e si guardò attorno con circospezione – l’ultima cosa che voleva era che qualcuno la costringesse a tornare nella sua stanza prima di aver trovato Leanne – e finalmente uscì nel corridoio, dirigendosi quanto più rapidamente possibile in direzione della biblioteca reale appena ad un piano e tre corridoi di distanza. Scendere le scale si poté definire la vera impresa, ma una volta raggiunta la porta aperta della biblioteca e scorta la bella principessa del Sud tra i grandi scaffali, Elsa seppe che ne era valsa la pena. Rimase ad ammirarla per qualche minuto, notando con quale attenzione si spostava da una sezione all’altra, prendendo o riponendo vari libri accuratamente selezionati, poi quando la vide sedersi al tavolo con diversi volumi tra le mani, capì che era giunto il momento di uscire allo scoperto. Attraversò l’uscio a testa alta e richiamò l’attenzione di Leanne semplicemente schiarendosi la gola. La mora scattò in piedi, temendo che qualcuno fosse venuto a rimproverarla per la sua assenza a cena, ma il suo sguardo mutò dal guardingo al preoccupato in una frazione di secondo, il tempo necessario a riconoscere la figura della Regina.
« Elsa ma cosa ci fai qui? Dovresti essere al letto! » Senza indugiare corse in direzione della platinata, sperando di poterle essere di ulteriore sostegno e aiuto durante la traversata della stanza.
« Cercavo te ». Le rispose la Regina, mentre si accomodava su una delle morbide poltrone poste attorno il caminetto. Leanne rimase a guardarla mentre riprendeva fiato e si sorprese nel vedere i suoi occhi di ghiaccio non arrabbiati, ma feriti.
« Ti ho aspettata l’intero pomeriggio, preoccupandomi sempre di più ogni ora che passava, per poi scoprire da Gerda che eri tornata poco dopo essere uscita ». Gli occhi lucidi della platinata ferirono Leanne con la stessa intensità di una coltellata. « Mi sono sentita così stupida in quel momento! Ti sei già pentita di quello che mi hai detto questa mattina? » Chiese la Regina.
La mora sgranò gli occhi e le impedì di andare oltre stringendola in un caldo e forte abbraccio, cullandola dolcemente al fine di tranquillizzarla, lasciandole dei leggeri baci su una tempia.
« Non pensarla nemmeno una cosa del genere, non potrei mai pentirmi di quello che ti ho detto. Mai » sussurrò in un orecchio della platinata, prima di prenderle il viso tra le mani e baciarla con tutta la dolcezza di cui era in grado, riuscendo persino ad ignorare completamente i pericoli che correvano vista e considerata la porta spalancata.
Quando si staccarono la paura aveva abbandonato il volto della Regina, che tuttavia mostrava ancora un po’ di scetticismo « Perché mi hai evitata tutto il giorno? » domandò con un filo di voce, senza sapere ormai cosa aspettarsi. Leanne sospirò con rassegnazione, lanciando un’occhiata ai libri sul tavolo e per qualche secondo fu veramente indecisa se risponderle o meno.
« Per favore, dimmelo ». Insisté la bionda, prendendole con incertezza una mano.
« Stavo organizzando un picnic per domani » confessò infine la principessa, con un sospiro.
La preoccupazione abbandonò quasi istantaneamente il volto di Elsa, sul quale si dipinse un’espressione confusa.
« Ho chiesto al medico di corte il permesso di farti uscire, domani a pranzo, e me l’ha dato a patto che tu non sforzi la caviglia. Sono uscita per andare a comprare un libro di poesie molto bello che tengo sempre sul mio comodino, purtroppo il libraio non ne possedeva alcuna copia, visto che a quanto pare da queste parti non è molto richiesto, quindi ho finito per passare l’intera giornata in biblioteca sperando di trovarlo » spiegò, guardandola con leggero disappunto « Doveva essere una sorpresa » borbottò. Questa volta fu Elsa a prendere il volto di Leanne tra le mani e ad iniziare il bacio, sapendo che con le parole non sarebbe stata in grado di esprimere ciò che stava provando in quell’esatto momento. Spinse la principessa sempre più vicina, fino a costringerla a sedersi a cavalcioni sulle sue gambe, lasciate semi-scoperte dalla camicia da notte.
« Aspetta, aspetta ». L’interruppe la mora, separando le sue labbra da quelle della Regina, che la guardò contrariata. « E se qualcuno dovesse vederci? » Chiese preoccupata, facendo per alzarsi. La bionda le sorrise dolcemente e la prese per i fianchi, impedendole di spostarsi dal suo grembo. « Sono tutti a cena, abbiamo ancora circa un quarto d’ora di tempo ». La rassicurò, baciandole piano una mascella contratta, sperando di aiutarla a rilassarsi. « Comunque, se può aiutarti a stare più tranquilla… ». Con un fluido movimento della mano creò un vento abbastanza forte da chiudere la porta, alla quale poi congelò la serratura.
« Meglio? »
« Decisamente ».
Le due ragazze si guardarono negli occhi appena un istante, prima di annullare nuovamente la distanza tra di loro, lasciando che le loro labbra si incontrassero di nuovo a metà strada, riprendendo a baciarsi con voracità e scambiandosi piccoli morsi, entrambe intenzionate a non lasciarsi sfuggire neppure un istante del poco tempo ancora a loro disposizione.
« Sei mia ». Ringhiò Elsa, prima di avventarsi sul collo della mora che, pur non riuscendo a trattenere un gridolino dovuto alla sorpresa di sentire la lingua e le labbra roventi della Regina sulla sua clavicola, le rispose:
« Sempre ».

***

La mattina successiva sia Anna, che Gerda aiutarono Elsa a raggiungere le porte del castello, dove Leanne era in attesa da quasi mezz’ora. La Regina era stata rallentata dalla caviglia danneggiata e, nonostante le sue insistenze nel fare da sola, alla fine la sorella e la domestica erano venute in suo soccorso, fortunatamente.
« Perdonami! Sono in ritardo ». Si affrettò a dire la platinata, una volta che fu abbastanza vicina alla principessa del Sud.
« Non preoccuparti ». Con un movimento fluido ed aggraziato, la mora scese dalla groppa di Nàjera e per un istante, Elsa la notò indecisa su come comportarsi: per una frazione di secondo le era parso quasi le si stesse scagliando addosso, pronta a far scontrare le proprie labbra con le sue; poi però, dopo aver lanciato una rapida occhiata alle altre due presenti, si era bloccata sul posto, riflessiva. Alla fine decise di ignorare temporaneamente la Regina e di occuparsi della sacca con il cibo che Gerda teneva in mano.
« C’è tutto quello che avete chiesto » biascicò l’anziana, facendo un rapido occhiolino che, tuttavia, Leanne non riuscì a decifrare. La principessa annuì e legò la sacca con una corda su un fianco della giovane puledra, ben attenta a fare in modo che non la infastidisse una volta in cammino.
Finalmente tornò a dedicarsi completamente alla bionda e, in seguito ad una lunga e profonda occhiata, le rivolse un dolce sorriso, quasi dimenticandosi del mondo esterno.
« Vogliamo andare? » Domandò morbidamente, avvicinandosi alla Regina.
« Certo ».
Con nonchalance fece passare un braccio attorno la vita della platinata che, prontamente, portò un braccio attorno al collo dell’altra.
« Volete una mano? » Chiese Anna facendosi avanti con incertezza una volta intuite le intenzioni della principessa.
« Non preoccupatevi, non ce n’è bisogno » rispose Leanne, sollevando Elsa da terra e tenendola tra le braccia stile sposa « Vostra sorella è molto più leggera di quanto non sembri ».
« Cosa vorresti insinuare? » Ringhiò immediatamente la Regina, guardandola con gli occhi ridotti a fessure.
« Assolutamente niente! » Esclamò con decisione la mora, fingendo un’aria innocua che fece sorridere l’altra.
« Principessa Anna, perdonatemi, ora che ci penso credo di aver bisogno di un piccolo aiuto » chiamò poi la principessa del Sud, resasi improvvisamente conto dell’altezza al garrese della cavalla. « Potreste cercare di far inginocchiare Nàjera? Se era un cavallo militare dovrebbe essere addestrata ».
« Certamente ».
La destrezza di Anna con i cavalli fu di estremo aiuto: con un paio di movimenti e comandi Nàjera si inchinò sulle zampe davanti, permettendo così a Leanne di porre Elsa sulla sua groppa.
« Reggiti alla criniera » ordinò la rossa alla sorella maggiore, mentre ordinava alla puledra di rimettersi composta, in piedi.
« Molto bene ». Sorrise Leanne, ammirando la Regina, seduta lateralmente sulla schiena della sua cavalla.
« Non mi sento molto stabile in questa posizione » commentò la platinata.
« E dire che normalmente dovresti montare così a cavallo ». La prese in giro Leanne, mentre saliva alle sue spalle e la circondava con le braccia, per prendere le redini che Anna le stava porgendo.
« Saremo di ritorno prima di cena ». Avvisò la mora, prima di spronare la puledra a partire, uscendo definitivamente dalle porte del castello.
Si allontanarono lentamente, preferendo la strada secondaria al fine di evitare i cittadini. Era la prima uscita di Elsa dopo il suo incidente e, sebbene l’affetto dei suoi sudditi le scaldasse profondamente il cuore, in quel momento le avrebbero solamente rallentate.
Giunsero alla radura in poco tempo e questa volta furono più attente a nascondere Nàjera tra gli alberi: non godevano del favore dell’oscurità, questa volta.
« Ci stava osservando, sai? » Disse Elsa, mentre scendeva la lunga scalinata di ghiaccio all’interno della valle, sostenuta dalle braccia forti di Leanne.
« Chi? »
« Tuo fratello. L’ho visto dietro il vetro delle finestre ».
La principessa del Sud si irrigidì a quelle parole e non riuscì a trattenere uno sbuffo infastidito.
« Cos’è successo tra di voi? » Mormorò la Regina, cercando con lo sguardo gli occhi dell’altra, bassi.
« Mi ha detto di starti lontana ». Confessò la mora, finalmente guardandola.
L’espressione sul volto della platinata mutò improvvisamente e i suoi occhi furono attraversati da un puro stato di panico. Leanne colse immediatamente la sua paura e subito fermò la loro discesa al fine di tranquillizzarla: aveva imparato a conoscere Elsa e sapeva già verso quale baratro si era inevitabilmente incamminata. Le prese il volto a coppa tra le mani, accarezzandole dolcemente le guance con i pollici, parlandole con la voce più dolce che era in grado di fare.
« È tutto apposto, seriamente. Non sospetta di nulla, sta’ tranquilla. Torna da me tesoro, ti prego, torna da me ».
Finalmente, Elsa ritrovò il coraggio di rialzare gli occhi e di guardare Leanne, prendendo delle lunghe boccate d’aria.
« Bravissima » si complimentò la principessa, lasciandole un bacio a fior di labbra e scendendo finalmente gli ultimi gradini che le separavano da terra.
Leanne si era ripromessa che avrebbe aiutato Elsa a non essere più vittima delle sue paure e, nonostante in sua presenza il ghiaccio non potesse comparire in maniera involontaria, era comunque ben più che decisa a farle riacquisire la spensieratezza che doveva aver avuto da bambina e, più di ogni altra cosa, voleva impedirle di perdersi ancora nei meandri della sua mente e di cadere in preda a profondi attacchi d’ansia e di panico.
La mora abbandonò la sacca con il cibo accanto il lago e si allungò a terra affianco a dove era seduta Elsa – con la schiena contro un albero –, posando la testa sulle gambe della Regina, che non perse tempo ad accarezzarle ermeticamente i morbidi boccoli scuri con una mano.
« Cosa sa di preciso tuo fratello? » Domandò Elsa, dopo diversi minuti di silenzio, dove si erano limitate a sfiorarsi o a sorridersi. Gli occhi di Leanne scattarono aperti a quelle parole e subito si posarono sul volto della Regina che, tuttavia, era tranquillo.
« Niente di che ». Sospirò « Ha notato il modo in cui ti guardavo e ha deciso di avvisarmi. Per non farmi soffrire, a detta sua ».
« A me non sembra tu stia soffrendo ». Sdrammatizzò la platinata, sogghignando leggermente all’idea che Leanne avesse bruciato molte più tappe del suo fratello maggiore.
« Lasciagli almeno questa illusione ». La principessa sorrise a sua volta, alzandosi leggermente per rubare l’ennesimo bacio alla Regina, che non si fece trovare impreparata.
« Com’è che indossi un vestito con il collo alto? » Sorrise leggermente la Regina, sfiorando con due dita il bordo dell’abito. Gli occhi di Leanne divennero immediatamente due fessure e la fissò tenendo un sopracciglio alzato, saccente.
« Hai davvero il coraggio di chiedermelo? » ringhiò.
La platinata la ignorò completamente ed abbassò leggermente la stoffa, sgranando gli occhi ed arrossendo repentinamente.
« Accidenti è gigantesco! » Esclamò, lasciando andare il colletto dell’abito di Leanne, per coprire di nuovo il grande ematoma che lampeggiava sulla pelle ambrata della principessa.
« Te ne sei accorta presto ». Sbuffò la mora, fingendosi infastidita, sistemando con accortezza il vestito. « Potevi stare più attenta ». Aggiunse, mettendo su un broncio adorabile che evidenziava ancor di più le sue labbra carnose.
La Regina sorrise dolcemente e le rubò un bacio leggero, posando appena la sua bocca su quella dell’altra.
« Perdonami » sussurrò con un sorriso appena accennato sul volto pallido, per nulla dispiaciuta di ciò che aveva fatto. Senza attendere neppure una risposta, iniziò a posare una serie di rapidi casti baci su ogni porzione di pelle sul volto di Leanne, facendola ridere inevitabilmente.
« Te la farò pagare prima o poi, lo sai vero? »
« Lo sospettavo » Mormorò la platinata con voce roca, mentre le mordeva il lobo dell’orecchio sinistro. « Ma fino ad allora… ». Le riabbassò con due dita il colletto dell’abito e, senza darle nemmeno il tempo di realizzare, si riabbatté con le labbra sul suo collo.
« Un altro? Cosa ti ho appena detto? » Chiese la mora, senza tuttavia far nulla per allontanarla.
« Sei mia ». Ringhiò Elsa, la voce roca e attutita dalla porzione di carne che stava baciando, leccando e mordendo insistentemente.
« Lo so » rispose con un filo di voce la principessa, rinunciando ormai a dissuadere la Regina dai suoi intenti, limitandosi ad accarezzarle i lunghi boccoli platinati, sistemati in un’acconciatura semplice, che li lasciava per lo più sciolti e liberi di ricaderle lungo tutta la lunghezza della schiena.
« Solo che così lo sapranno anche tutti gli altri ». aggiunse poco dopo, una constatazione che tuttavia non servì ad interrompere la bionda, che si staccò solo diversi minuti dopo, quando una chiazza umida rossa e pulsante era ben evidente sulla pelle ambrata di Leanne.
« Chiederò a Gerda di comprarti degli altri vestiti a collo alto, così da evitare domande o commenti ».
« Devo dedurre quindi dalle tue parole che continuerai a farmi succhiotti per tutto il tempo rimanente della mia permanenza ad Arendelle? » Sospirò la principessa, arrendendosi.
Elsa ghignò, annuendo soddisfatta prima di posare per l’ennesima volta le proprie labbra su quelle di Leanne, succhiandole dolcemente il labbro inferiore, in un dolce invito ad approfondire il bacio. Invito che la principessa non perse tempo ad accettare.
Si baciarono profondamente, accarezzandosi a vicenda i fianchi con le mani, mentre le loro lingue continuavano a scontrarsi, a cercare il sapore dell’altra, sapori dai quali ormai erano totalmente dipendenti.
A rompere il bacio fu il brontolare dello stomaco di Leanne, che si ritrasse con le gote rosse dall’imbarazzo.
« Direi che è l’ora di pranzo ». Rise Elsa, stendendosi leggermente per afferrare la sacca col cibo accanto al lago, praticamente ai suoi piedi. La mora l’aiutò silenziosamente ad afferrarla ed insieme l’aprirono, pronte a scoprire cosa le avessero preparato da mangiare. Estrassero tutto il contenuto dalla borsa, commentando ogni pietanza, facendo battute e, solamente quando tutto il cibo fu a terra sulla tovaglia che Leanne aveva appena steso, si resero conto che ancora c’era ancora una cosa nella borsa.
« Un libro » mormorò la Regina, un sopracciglio inarcato per la curiosità mentre prendeva in mano il misterioso volume « “Of Dances and Dreams”  » disse, leggendo ad alta voce il titolo del libro, che bastò a catturare totalmente l’attenzione di Leanne, facendola scattare in piedi con gli occhi sgranati.
« Che cosa hai detto? » Chiese, l’espressione sul suo volto ancora totalmente sorpresa « Rileggi il titolo del libro, per favore ».
Elsa la guardò un lungo istante, curiosa e incerta per via della sua brusca reazione, ma alla fine ubbidì « “Of Dances and Dreams”, sembra un libro di poesie inglesi ».
Non ebbe neppure modo di finire la frase che la principessa del Sud le strappò il volume tra le mani, prendendo a fissarlo insistentemente, sfiorandolo come se temesse non fosse reale.
« Cos’ha che non va? » Domandò la Regina, mettendosi in piedi con un dondolio affatto rassicurante, creando immediatamente un bastone di ghiaccio a cui potersi appoggiare.
« Non ha nulla che non va! » Esclamò finalmente la mora in risposta, gli occhi luccicanti e pieni di gioia « Questo è il libro che ieri ho cercato tutto il giorno! »
« Mi pareva di aver capito che non fosse reperibile ad Arendelle » Constatò la Regina, pensierosa.
« Infatti non lo è ». La principessa si rigirò per l’ennesima volta il libro tra le mani, aprendolo e sfogliandolo, per avere ulteriori accertamenti che la copia fosse autentica. « Il libraio mi ha detto che l’ultima copia passata nel suo negozio era stata venduta oltre vent’anni fa ad una donna del paese con un dolce sorriso e il volto saggio ed intelligente ».
« Gerda ». Quello di Elsa fu appena un sussurro, ma Leanne lo sentì distintamente e, finalmente, comprese l’ambigua frase che la domestica le aveva rivolto quella stessa mattina.
« Come faceva a sapere che lo stessi cercando? » Domandò la mora, curiosa.
La Regina scosse le spalle « Non ne ho la più pallida idea » rispose « In ventidue anni ancora non sono riuscita a capire come faccia quella donna a sapere sempre ogni cosa ».
« Sa anche di noi? » Chiese ancora Leanne, in maniera diretta.
Elsa rimase a guardarla qualche secondo prima di arrendersi ed annuirle in risposta « Sì » mormorò.
Paradossalmente, sul volto ambrato della principessa del sud si dipinse un sorriso, un sorriso che dimostrava tutta la sua ammirazione nei confronti di quella misteriosa anziana piccola donna.
« Leanne, posso farti una domanda? » La platinata si avvicinò lentamente alla sua compagna, che non perse tempo a stringerle una mano, sperando di esserle di ulteriore aiuto.
« Tutto ciò che vuoi » rispose, baciandole delicatamente uno zigomo alto.
« Cos’ha di così speciale questo libro? »
La principessa sorrise, un sorriso largo e caldo, e gli occhi ambrati si posarono nuovamente sulla bellissima copertina di cuoio rosso, ricca di decorazioni dorate. Con un pollice accarezzò delicatamente le lettere che componevano il titolo, finalmente rispose, la voce morbida.
« Praticamente niente… ma è l’unico contente anche versi d’amore scritti da donne, per donne, che sia riuscita a trovare ».


Dire che era stata una delle giornate più belle della sua vita sarebbe stato comunque riduttivo. Il libro di poesie che Leanne aveva così disperatamente cercato era probabilmente lo scritto più emozionante che la Regina avesse mai avuto il piacere di leggere.
O forse il fatto che lo avesse letto la principessa del Sud aveva reso ogni riga di ogni pagina semplicemente perfetta. Avevano passato quasi l’intero pomeriggio nella radura, recitando poesie dello splendido tomo inglese –che, Elsa era certa, sarebbe diventato un pezzo più unico che raro nella sua libreria-, scambiandosi dolci e profondi baci e sfiorandosi come se i loro corpi fossero fatti di cristallo, provocandosi l’un l’altra migliaia di brividi. La segretezza di quel luogo aveva reso, se possibile, quei momenti magici ancora più emozionanti.
Leanne avrebbe presto fatto ritorno al Regno del Sole ed entrambe erano ormai certe che quel pomeriggio sarebbe stato il momento più bello ed intenso che avrebbero mai avuto il piacere di vivere. Il matrimonio di Elsa era stato programmato per essere celebrato un anno e mezzo dopo a Luglio, il giorno dell’anniversario della sua incoronazione; a nulla erano valse le proteste della ragazza, ancora profondamente turbata dai ricordi che quel giorno le portava: i funzionari avevano deciso che un bell’evento di festeggiare avrebbe impedito a quel giorno di passare alla storia per ben altro. Sino a quel momento, le due ragazze non si sarebbero più riviste.
Essendo l’Isola del Sole più piccola, ma ben più organizzata di Arendelle, era stato deciso che il regno di amministrazione centrale sarebbe stato quello della Regina, che con estreme difficoltà altrimenti avrebbe abbandonato il fiordo e la sua unica sorella. Alexander si sarebbe recato una volta ogni due mesi nel suo regno che, nel frattempo, sarebbe stato amministrato dai genitori e dalla sorella minore – sempre, tuttavia, seguendo la legislatura di Arendelle, che proprio in quei giorni stava subendo delle variazioni per via dell’imminente alleanza –.
La gioia e la spensieratezza delle due ragazze era spiata col calar del sole, quando furono costrette ad abbandonare il loro piccolo Eden per tornare a confrontarsi con la realtà. La principessa aveva nuovamente aiutato Elsa su per le scale e a salire in groppa a Nàjera. Si era creato uno scomodo silenzio a partire dal momento in cui Leanne aveva annunciato fosse giunta l’ora del ritorno. Un silenzio che quest’ultima decise di spezzare.
« Sai, mi lamentai non poco quando Alexander mi disse che saremmo dovuti venire al ballo per il tuo ventiduesimo compleanno ». Sorrise, volgendo un’occhiata veloce alla Regina mentre sistemava le vettovaglie « Ero curiosa per via dei poteri, ma non amavo l’idea di dovermi spostare a causa dell’ennesima presuntuosa egocentrica. Sono rimasta non poco sorpresa quando ti ho conosciuta! »
« Chissà quale grande delusione! » Scherzò la platinata, mentre la principessa saliva alle sue spalle.
« Oh, non ne hai la più pallida idea ». Ridacchiò quest’ultima in risposta, scostando con una mano i morbidi capelli della Regina, così da poter avere campo libero sul suo collo esposto, dove non perse tempo a posare le labbra, donando baci e morsi di fuoco a quella porzione di alabastro.
« Ho una riunione, domani! » Protestò Elsa, senza però allontanarla.
« Allora vedi di trovare in fretta una soluzione. Te l’avevo detto che l’avresti pagata ».

   
 
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