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Autore: Florence Rhymes    17/02/2015    0 recensioni
[Sailor Moon GDR ]
[ Rewrite di For Love]
Dopo due anni di tregua,l'Armata di Atlantjia attacca Crystal Tokyo,con l'obbiettivo di trovare la primogenita della Luna,ritenuta collegata alla divinità che tutti chiamano "Cosmos". Inizia così una ricerca della Moon Princess,dove le Guardian Senshi della medesima sono ignare del loro compito e si confondono fra luce ed ombre,fra una fazione e l'altra. Alcune ingannano,altre vogliono davvero trovare e proteggere la Princess,altre sono sopite in attesa di vendetta.
Le storie di persone estranee niziano ad intrecciarsi fra loro,scoprendo di condividere un destino comune,più grande di loro.
"Qualcosa,una Luce,cambierà i vostri Destini. Quella Luce,me."
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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II. Guerra.


Le tenebre della notte tornarono a nascondersi,portando con sé sogni e incubi degli esseri umani.

Sorse l'Alba,che con i suoi colori baciò timidamente la capitale del mondo,Crystal Tokyo,portando con sé un vento nuovo,diverso,che sapeva di cambiamento imminente.

Da qualche parte,in un Hotel,una ragazza puntava il suo sguardo sullo spicchio di luna che,man mano,diventava sempre meno visibile,sino a sparire completamente alla vista,coperto dai deboli raggi di un sole neonato.

Un meraviglioso spettacolo della natura manifestatosi sotto un tripudio di colori e sfumature irripetibili neppure per il più abile degli artisti,figurarsi per lei ch'era solo una mera pittrice ancora in erba. Mosse il pennello sulla tela con gesti semplici ma carichi di emozione per una sensazione a cui non sapeva dare un nome,perché certa di dover attendere qualcosa di nuovo che -presto o tardi- avrebbe coinvolto anche lei.

Ma sicuramente non doveva essere un cambiamento malevolo,no?

«Sento qualcosa di nuovo nell'aria,sarà la luna nuova,questa notte era ancora più grande e luminosa del solito.»

Sussurrò quasi rivolta a sé stessa,mentre chiuse le tende ed arricciò le labbra in un vago accenno di sorriso. Poteva aspettarsi qualsiasi cosa.

Decise di concedersi ancora un oretta di sonno per continuare bearsi dei suoi innocenti sogni meravigliosi,cadendo fra le braccia di Morpheo.

In un altro luogo,seduta su un treno che l'avrebbe portata a Crystal Tokyo,una ragazza dai capelli rossicci poggiava la fronte contro il freddo vetro e cercava di recuperare notti insonni passate a rimuginare su questioni che le mettevano dentro un ansia paragonabile a null'altro,attanagliandole lo stomaco come un boa constrictor. Prese fra le mani la cesta dove Eclipse,la sua gatta nera,la osservava con i suoi grandi occhioni,quasi comprendesse lo stato d`animo della padrona. «Come và la fronte?» Chiese la gatta,proveniente dal pianeta Mau,accertandosi di essere abbastanza sole da non poter essere udita da altri. «Ti brucia ancora?» Continuo`,scorgendo la figura della giovane che stringeva fra le mani il ciondolo regalatole dallo strano ragazzo che le aveva rivelato il suo destino -o,almeno,una parte di esso. «No.» la rassicurò. «Va meglio da quando ci siamo allontanate da casa.» Spiegò,lasciando che la micia si acciambellasse sulle sue gambe,in cerca,come lei,di riposo. Come a contraddirsi,si strofinò con una mano il cerotto che portava sulla fronte a coprire qualcosa di cui,probabilmente,avrebbe dovuto vergognarsi,mentre gettava un occhio al foglio datogli da Ra -suo padre- contenenti le indicazioni sul luogo in cui avrebbe dovuto dirigersi,ovvero una pensione di una certa Eriko,che le avrebbe offerto vitto e alloggio. Sperava solo non fosse qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi anche se,ne era certa,anche lei avrebbe trovato qualche novità ad attenderla in quella città. Lo sentiva.

Con un accenno di speranza nel cuore,si appoggiò nuovamente alla finestra e si addormentò.

Come il resto della popolazione,attese ancora un pò prima di ridestarsi,ognuno di loro perso nella certezza che,al loro risveglio,avrebbero continuato a svolgere la loro consueta vita,nella serenità e nella pace.

Sbagliavano.

Non sapevano ancora che,da lì a poche ore,l'armata di Atlantjia,comandata dal Principe e futuro Re Nexus,avrebbe sferrato l'ennesimo attacco ai danni dei regnanti della capitale del mondo,dopo due interi e consecutivi anni di tregua che sarebbero divenuti nulli da lì a poco.

Il primo generale del suo esercito,Sailor Nibiru,era già fra loro,ed osservava la città da sopra il cornicione di una qualche emittente radiofonica,attendendo per poter dare l'ordine che l'avrebbe segnata a vita di colpe e rimorsi nei confronti di quella città di cristallo. Sentì la presa attorno alla sua spada divenire febbrile,incerta,nel vedere la città immergersi nella nuova Alba nascente che,placida e timida,la irradiava. Sembravano timidi raggi di sole che non volevano bruciare e che forse,come lei,nemmeno ferire. Ma scelse ella stessa di divenire una delle guerriere più fidate del Principe,non avrebbe mai avuto modo di sottrarsi al suo dovere e sperare di poter condurre una vita tranquilla,e libera. Indipendentemente da quanto lo ritenesse ingiusto,avrebbe pagato sino in fondo il peso della sua scelta.

Chi e` causa del suo mal,pianga se` stesso - penso`.

E quando il cerchio del sole si erse completamente nei cieli del Giappone,seppe ch'era giunto il momento di svolgere il suo ingrato compito,mentre una parte di lei,non vista,sperava solo di non dover intingere la sua spada nel sangue d'innocenti.

I mostri dietro di lei,animali dalle forme umanoidi,gridarono al cielo. La ragazza alzò il braccio e con esso la spada,portandola verso il cielo e poi puntandola davanti a sé.

«Soldati di Atlantjia!» Dietro di lei,sentì artigli che si aprivano e alcuni che si preparavano a caricare i possibili nemici. «All'attacco! Per Nexus e per il nostro popolo!» Urlò,e loro ripeterono.

Scese dal cornicione,e con essa anche i suoi soldati. Una pioggia di strani incroci fra uomini ed animali scese dopo di lei,iniziando a seminare il terrore,

«Gomennasai,Himesama.»

La sua preghiera si perse nel caos.

___________________________________________________

L'Alba sorse e colpì le finestre del Crystal Palace,svegliandone gli inquilini con i tenui raggi del sole neonato.

Helios si svegliò,accecato dal sole che filtrava dalla finestra grande della camera da letto,e si sentì sollevato appena scorse,addormentate al suo fianco,sua figlia abbracciata a Lady Serenity,sua moglie. Baciò la fronte di entrambe,avvolgendole per un momento in un caldo abbraccio da cui non voleva staccarsi. Temette,in quell'istante,di vederle sparire sotto ai suoi occhi,come nel sogno,che lo tormentava anche da sveglio,poiché ne riusciva a ricordare ancora ogni minimo dettaglio,dalla figura incappucciata,ai fiori.

La mia preferita . . . - Pensò l'uomo,ripensando alle parole della figura incappucciata dagl'occhi scarlatti. Sbuffò e sciolse l'abbraccio,alzandos. Si vestì dei suoi abiti regali,scoccando un ultimo bacio alla famiglia per poi uscire dalla stanza e rivolgere saluti distratti agli inservienti che incontrava lungo il cammino. Particolarmente profondo fu l'inchino che gli rivolse il Sailor Quartett,le amiche e Guardiane di sua moglie,al suo passaggio. Immaginò che le Guardian Senshi di NeoQueen Serenity facessero lo stesso con King Endymion.

Superò il corridoio a grandi falcate e,svoltando,si infilò dentro al suo studio dove,ad attenderlo sulla scrivania,vi era una versione più grande dello Stallion Reve. Vi si sedette davanti,picchiettando il globo azzurrognolo. «Morpheus.» Chiamò,ma non ottenne alcuna risposta. Esattamente come nel suo sogno. Battè con forza le mani sul tavolo,e lo Stallion rischiò di cadere a terra. Il globo azzurro si colorò di luce rosea,mostrandogli la figura di un giovane ragazzo dalla pelle scura ed i capelli castani. Morpheus,il ragazzo che aveva preso il suo posto come Reggente di Elysion. Nel globo lo vide inchinarsi e poi alzare il capo.«Helios,quale pia-» Si bloccò di colpo,notando forse come il suo Re avesse il volto contratto in un espressione di terrore e preoccupazione. Il volto del reggente dagli occhi azzurri si fece più serio,decidendo che fosse meglio rialzarsi. «Hai manipolato i miei sogni?» Chiese l'albino con un ringhio. Il ragazzo sgranò gl'occhi incredulo,colpito da quell'accusa con la violenza di uno schiaffo. Il suo Re lo credeva davvero capace di compiere un simile atto verso di lui,paragonabile a un tradimento od una violazione della sua persona? «Non mi permetterei mai.»

Ma Helios non si convinse del tutto delle parole del giovane,che vide voltarsi appena per rivolgersi,probabilmente,all'Amazon Trio,unici abitanti del luogo,insieme a Morpheus. «Ho sognato dei fiori di Sakura.» Presagio di morte,ma di chi,dannazione?! Chi,della sua famiglia,avrebbe dovuto aspettarsi di perdere? Il ragazzo aggrottò la fronte,osservando l'espressione corrucciata di Helios. Era insolito vedere qualcosa turbare la tranquillità,apparentemente imperturbabile,del sovrano. Sin da quando era solo un reggente,aveva sempre dimostrato una serenità ed una calma che lo facevano apparire serafico e quasi appartenente ad un altro mondo.

Ora,sembrava avere davanti una persona totalmente differente,quel sogno doveva averlo scosso sin nel profondo,pensò. Paure,concetti estranei a un essere fatto di puro spirito come era lui,reggente di un mondo onirico. «Non ho potuto entrare nei tuoi sogni,stanotte.» Spiegò il reggente. Non ha potuto? -Si ripeté mentalmente l'albino,strabuzzando gl'occhi. «Erano schermati? Dalla Luna Spenta,forse?» Ma Nehellenia era morta da molto prima della nascita di Natsumi. «No.» scosse la testa il giovane. «Erano schermati da-»

Un boato proveniente dall'esterno ne coprì le parole,scuotendo il castello sin nelle fondamenta. L'albino sussultò,aggrappandosi alla scrivania,ma non riuscendo ad afferrare in tempo lo Stallion Reve che ruzzolò al suolo,decretando conclusa la loro conversazione. Si affacciò alla finestra,e vide il caos imperversare nella piazza della parte alta di Crystal Tokyo. Belve umanoidi colpivano brutalmente gli abitanti,senza lasciare loro possibili vie di scampo. Uno scenario degno di un film dell'orrore,dove la gente correva,impazzita ed inseguita da esseri sconosciuti.

La tregua di due anni era appena caduta.

«Helios!»

La porta del suo studio sbattè di colpo,costringendolo a voltarsi verso Lady Serenity che stringeva a sé una Natsumi terrorizzata,seguita dal Sailor Quartett. Ognuna di loro aveva le gote arrossate,probabilmente per la corsa,e gli occhi sgranati pregni di genuino terrore. Sua moglie indossava ancora la vestaglia da notte,segno che entrambe si erano alzate di corsa appena sentito quel frastruono. Nessuno di loro si aspettava un attacco talmente improvviso. Egli stesso,tuttavia,non capiva cosa stesse davvero succedendo,persino il suo sogno perse improvvisamente d'importanza,davanti all'impellente bisogno di proteggere ciò a cui teneva di più. «Ho paura,Papa.» Lei,la sua principessa.

La piccola Natsumi allungando le mani verso il padre,in cerca di affetto e protezione da una situazione che non comprendeva,il suo piccolo corpo che veniva scosso da tremiti ogni qualvolta le urla si facevano più vicine al castello. L'uomo le sorrise bonario,rivolgendole una lieve carezza sul capo nel tentativo di confortarla e tranquillizzarla. «Andrà bene,vedrai.»

Non era vero,lui stesso non ci credeva.«Atlantjia!» Esclamò Sailor Juno,sporgendosi di slancio dalla finestra e guadagnando l'attenzione dell'albino. Battè con stizza le mani sul davanzale e poi si girò,gli occhi come fiamme vive. «Ancora?!» Protestò Lady Serenity alla guerriera in verde. Lei annuì distrattamente,lanciandosi a raggruppare i Saint migliori del Crystal Palace,uomini e donne che,come loro,attingevano al potere degli astri.

«Pallas,Ceres!» Le Guerriere in Blu e Rosa raddrizzarono la schiena,annuendo appena col capo. In realtà,sapevano già cosa dovessero fare in quelle circostanze. «Proteggete ChibiUsa e Natsumi,sin quando potete. Vesta,con me!»

La rossa annuì,seguendo la verde che la condusse dove già c'era Koga,il loro secondo in comando,che aveva raggruppato davanti al balcone del palazzo una piccola legione di Saint in scintillanti armature,pronti a lottare per servire la città ed il popolo che amavano. Avrebbero scacciato il nemico finché il loro corpo non sarebbe crollato.

Sino alla morte.

«Saint.»

Li chiamò. Ognuno di loro si inchinò davanti alla guerriera in verde,ma lei li invitò a rialzarsi. Non era il momento adatto per perdersi in dimostrazioni di rispetto verso la loro comandante. «Atlantjia è alle porte,ma penso che il vostro vice vi abbia già informato.» Si riferì a Koga. «Difendete questa città.» Si limitò a dire,per poi saltare giù dal balcone e porsi davanti ai Saint. Vesta alzò un braccio,indicando la città.

«Soldati di Crystal Tokyo!» Gridarono le due Sailor Senshi all'unisono. «Verso la difesa del nostro popolo! Per Serenity!»

E si lanciarono ad attuare il contrattacco.


Correre e nascondersi in quelle circostanze era,per la ormai non più piccola ChibiUsa,l'unico modo con cui poteva sperare d'aver salva la vita. Non poteva trasformarsi in Sailor Senshi,da quando ricopriva il ruolo di Regina,e Natsumi non ne era ancora capace. Madre e figlia,scortate dal loro uomo e dalle guerriere di Ceres e Pallas,si nascosero dentro una stanza del Palazzo priva di finestre,se non una piccola ed alta,che la faceva assomigliare più ad una prigione che non ad una stanza qualunque.«Helios,non andare anche tu!» Lo implorò la donna dai capelli rosa,strattonandolo per la manica mentre indossava l'armatura che fu di Endymion prima di lui. Mio Re. Pensò,come fosse rivolto allo spirito dell'uomo. Ti chiedo di essere tu,ora,a proteggere me. Ti supplico. Era solo in quello che sperava,allontanare Atlanjia e poter tornare dalla sua famiglia. «Devo.» Le rispose,a malincuore,ma lei sembrava non contenta di quella risposta,a cui forse avrebbe preferito un semplice "resto con voi". Come se non lo avesse più rivisto,Lady Serenity si lanciò fra le braccia del marito,incastrando le loro labbra in un lungo bacio da cui nessuno dei due sembrava intenzionato a staccarsi. Non si curarono dell'imbarazzo delle due guerriere che erano con loro.

«Torna a casa.» Non rispose,l'uomo si limitò a scoccare un bacio sulla fronte della sua bambina e,poi,se ne andò anche lui,seguendo i cavalieri che già lottavano contro strani mostri umanoidi. Lady Serenity impotente,sentiva di non poter fare altro che non fosse pregare per la sua incolumità,e proteggere la loro bambina,ma il terrore di non poter rivedere il proprio amato le attanagliava il cuore in una morsa.

Poi,un boato colpì la parte del castello in cui erano nascoste loro,sgretolando il muro come fosse carta velina. Davanti a loro,una guerriera vestita di lilla era seguita da un altra in giallo e da qualche mostro. «Voi.» La guerriera in lilla puntò il suo scettro contro la donna. «Date ad Atlantjia la Principessa.»


   
 
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