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Autore: cuore di carta    17/02/2015    6 recensioni
Il Dolce Amoris è un liceo rinomato in tutto il mondo. Il professor Faraize ha in mente qualcosa per i suoi allievi: scrivere delle lettere ad un destinatario a scelta, nel corso dei loro diciassette anni.
Un susseguirsi di emozioni diverse faranno da sfondo alla storia di questi ragazzi così diversi tra loro, ma così pieni di problemi.
Dietro un sorriso spesso si cela qualcosa di nascosto e ignoto.
Nulla è veramente come sembra, l'adolescenza può essere il periodo più bello della vita o il più brutto, tante altre volte il più devastante.
I nostri personaggi riusciranno a riprendere le redini del loro disastroso presente?
*ATTENZIONE*
Tratterò le lettere di quasi tutti i personaggi di Dolce Flirt, per cui non ci sarà un protagonista, e non sarà presente la Dolcetta.
Tratto dalla storia
[...] Loro avevano diciassette anni ed io quaranta, ed ancora oggi li penso, a vent'anni di distanza, penso a quanto soffrissero.
STORIA MOMENTANEAMENTE FERMA.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Castiel


Come si inizia una lettera? Non ne ho mai scritta una. 
Credo scrivendo a chi si vuole mandare la posta. Farò così. 
Non so se mi farà sentire meglio, ma ho davvero bisogno di tenermi impegnato. In caso butterò queste quattro righe da qualche parte.

Caro Demon,
Scrivo a te perché sei l'unico che mi accetta così come sono, duro all'esterno, estremamente fragile all'interno.

Amico, che devo fare? Ho fatto una cazzata, una grandissima cazzata.
Ho messo incinta una ragazza, Ambra. Me l'ha detto ieri sera, e da allora ho spaccato due chitarre, ventitré piatti, otto bicchieri e cinque posaceneri. Ed ho anche consumato la bellezza di quattro pacchi grandi di fazzoletti, ne contenevano all'incirca cento ciascuno.
Sto male, malissimo, mi faccio così pena, così schifo, sono una persona orribile.
Per moltissime ragioni non posso avere un bambino adesso: ho diciassette anni, non ho ambizioni nella vita, mi mantengono i miei genitori che a casa non ci sono mai, e sono sicuro che appena sapranno, anzi se sapranno penso che non glielo dirò mai, cosa ho fatto mi cacceranno di casa. Non amo Ambra. Non mi piace nemmeno, ho sempre passato solo del tempo con lei, insieme ad altre ragazze. E se non è mio il figlio? Ambra mi ha assicurato che non ha visto altri ragazzi all'infuori di me in questo periodo, perché si è innamorata, ed io sono il primo ad non aver utilizzato il contraccettivo alcune volte. Ma cosa avevo in mente?! COSA HO FATTO?!
HO ROVINATO LA MIA VITA E QUELLA DI UNA RAGAZZA DI CUI MI SONO APPROFITTATO.

"Castiel sono incinta" 
Queste parole continuano a rimbombarmi in testa. Un bambino o una bambina sono qualcosa di così bello eppure così importante. Io non sono pronto per essere padre. Che futuro posso dare ad un figlio se sto ancora cercando il mio? Sono troppo giovane troppo immaturo. Un mare di pensieri iniziano ad invadere il mio sistema nervoso, non riesco più a sentire i rumori esterni.
"Come incinta... non è possibile!" mi sono infuritato con Ambra, dando tutta la colpa a lei. Come se lei potesse controllare i suoi ovuli e i miei spermatozoi, in realtà dovevo essere io ad impedire tutto, la colpa è solo mia.
"Ne sei sicura?" Avevo chiesto nella speranza di sentire un no uscire dalle sue labbra, le labbra di cui mi sono impossessato senza permesso.
"Sì, ho fatto due test, entrambi positivi" Il mondo inizia a sgretolarsi. La mia mente si svuota, tutti quelle parole senza un senso cessano. Capisco cosa sta realmente accadendo. Cosa ho realmente fatto.
"Abortirai, no?"  Ho dato per scontato che lei avrebbe abortito, ne ero sicuro. Ho pensato "Ho messo incinta una ragazza, okay, va bene, ora abortisce e finisce tutto, come se non fosse successo assolutamente nulla continueremo la nostra vita separati"
"Assolutamente no" Non so per quale motivo, ma ho iniziato a riempirmi di rabbia fino a scoppiare. Rabbia verso di lei, verso la vittima della situazione. Ho urlato più forte che potevo parole orribili nei suoi confronti "PUTTANA SEI UNA PUTTANA!" ho preso la prima cosa che mi è capitata a tiro e gliel'ho scagliata contro, per fortuna non prendendola. "IL FIGLIO NON E' MIO! TE LA SEI FATTA CON ALTRI CENTO RAGAZZI PUTTANA!" Non ero in me, non sono mai stato così. Mi vergogno di me stesso.
"CASTIEL E' TUO! NON HO MAI FATTO SESSO CON UN ALTRO RAGAZZO DA QUANDO TI CONOSCO!"
"COME POSSO CREDERTI?!"
"IO TI AMO CASTIEL, E NON PERMETTERO' MAI A NESSUNO DI PORTARMI VIA MIO FIGLIO!"

Continuava a piangere e gridare parole che non sono mai arrivate al mio udito, è come se fossi circondato da una bolla. Lanciavo sedie, vassoi, giornali, telecomandi, tutto ciò che trovavo. 
"VAI VIA! NON TI VOGLIO PIU' VEDERE!" Le ho urlato "VATTENE!" E lei ha obbedito, come ha sempre fatto ad ogni mia richiesta.
Ho sempre pensato a lei come ad un cagnolino: ho voglia di fare qualcosa, la chiamo, lei viene subito fa quello che dico e poi se ne va. Ora questa è la mia punizione. Ho sentito di una cosa chiamata Karma, dovrei avere dei dizionari a casa mia, ma non ho voglia di alzarmi dalla sedia ed andarli a cercare, non ho più voglia di fare niente... comunque credo voglia dire che ciò che fai di cattivo un giorno ti si ritorcerà contro. A me sta accadendo.
Ho iniziato a rompere tutto. Senza fermarmi.
Poi mi accasciai al suolo, e piansi. Iniziai a piangere e non smisi più. La realtà che prima era offuscata da un senso di ira e rabbia mi piombò addosso, stronza e cattiva com'era.
Più tardi ricevetti un messaggio.
"Castiel capisco la tua reazione, è una sorpresa anche per me, tutto è così difficile, non trovi anche tu? Sono una bambina a cui è stato affidato il ruolo più difficile del mondo, il genitore, ed è stato dato anche a te. Io lo sto accettando. Se tu non lo vuoi, okay. Non dirò mai al nostro bambino chi è il suo vero padre, lo crescerò da sola, amandolo il doppio, compensando l'amore che non riceverà da te. La colpa non è né mia né tua, è nostra. Non abbiamo pensato alle conseguenze delle nostre azioni, ma ormai non si può più tornare indietro. Se solo mi avessi fatta parlare sapresti che anche io ho pensato all'aborto, un bambino adesso non è proprio il massimo, anzi se dobbiamo dirla tutta è un disastro. Ho una famiglia di merda dove per me non è possibile vivere, figurati far crescere un piccolo. Presto andrò via di casa, appena finirà l'anno scolastico. So che non provi nulla per me, va bene, accetto le tue scelte. Ho bisogno di parlare con te normalmente, abbiamo da dirci così tante cose. Spero di ricevere una tua risposta, in quel momento decideremo insieme che fare."
Non ho risposto. Dal quel momento non sono più uscito di casa e non ho neanche mangiato. Sono rimasto qui, in camera mia, a non fare assolutamente nulla, se non fumare, rompere qualcosa e piangere. Sono un codardo, dovrei affrontare ciò che sta accadendo, come Ambra. In questo momento lei è più forte di me, più matura.
Non ho voluto più sapere nulla dell'amore da quando la mia, prima ed unica, ragazza Debrah mi ha lasciato. L'amore mi ha ferito, ed avevo ripromesso a me stesso che nulla mi avrebbe reso di nuovo così vulnerabile, ho messo una corazza all'infuori del mio aspetto fisico e del mio cuore. Ho sempre fatto tutto ciò che volevo con le altre ragazze, senza essere minimamente toccato. Così è stato anche con Ambra. Solo che adesso l'ho messa incinta, approfittandomene. Marchiandola con "Mio" quando neanche la volevo.
Questo è un dolore che non avevo mai provato prima, neanche quando il mio fragile e piccolo amore è stato tradito. 
Ma adesso c'è qualcosa di più importante sotto. UN BAMBINO/BAMBINA, UNA VITA. Io sono cresciuto praticamente senza genitori, a causa del loro lavoro che li ha tenuti lontani da me. La mia è stata un'infanzia triste e vuota, non voglio che qualcun'altro la provi, soprattutto mio figlio. Sangue del mio sangue.
Chi sono io per porre fine alla vita di un nascituro? Non me lo perdonerei mai.
Non mi perdonerò mai tantissime cose.
PERCHE' PROPRIO A ME?!
NON SONO PRONTO!
NON VOGLIO UN BAMBINO!

CHE DEVO FARE?! MI SENTO COSI' VUOTO, COSI' STANCO, TRISTE E SOLO.
Ho sempre voluto diventare una rock star, ma adesso non so più cosa fare della mia vita.
La chiamerò, devo farlo prima o poi, ma non ora, non adesso. SONO UNA PERSONA DEBOLE.
Non voglio più scrivere. FACCIO COSI' SCHIFO.
Se muoio adesso non rimarrà niente, se non la rabbia che ho seminato fino ad oggi.
Se chiudo gli occhi tutto questo finirà? Magari è solo un sogno.
Non è così... NON E' COSI'.
Il foglio si sta inzuppando delle mie lacrime. Ne ho ancora.
SONO COSI' PATETICO.

.....

 
**ANGOLO AUTRICE**
Salve a tutte care lettrici della mia storia, come state?
Scusate per la lunghissima attesa, ma mi sono concentrata su altre Fan fiction, perdonatemi.
Il capitolo non è il massimo, lo so. Ma spero vi piaccia comunque. 
Ho fatto finire il capitolo così apposta, come se Castiel in quel momento si fosse alzato e avesse smesso di scrivere, spero lo apprezziate.
Vi piace la piega che sta prendendo la Fic? Sto cercando di raccontare una storia che continua attraverso lettere differenti. Credo ce ne saranno all'incirca due o tre per personaggio, e non sarà presente la Dolcetta. 
Fatemi sapere via recensione o per messaggio privato se quest'idea vi piace, ne sarei molto grata!
GRAZIE ANCORA. cuore di carta.
  
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