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Autore: Ormhaxan    17/02/2015    1 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Non posso credere che abbia designato quella ragazzina come sua futura sposa, come futura Regina. Lei, la figlia di un traditore, la vedova del Principe di Galles, erede al trono dei Lancaster!”
Anthony Rivers camminava avanti e indietro nella grande sala situata negli appartamenti di sua sorella, la Regina Vedova, a Westminster, sconvolto dall’annuncio fatto dal suo sovrano solo poche ore prima. “Anne Neville: tra tutte le principesse d’Europa, le ricche ereditiere, lui ha scelto lei.”
“Calmati, fratello, e ricorda di respirare. Stai diventando rosso. – lo sbeffeggiò Lisbeth, continuando a ricamare il suo lavoro di cucito – Devo ricordarti che anche noi, prima di ottenere tali posizioni, eravamo considerati traditori lancastriani, indegni di portare una corona? La giovane Neville ha almeno sangue nobile, è imparentata con la Duchessa di York e avrà il nord a sostenerla, lo stesso nord che, in queste settimane, è in rivolta e si prospetta come un nemico.”
“Non starai dicendo che accetti la decisione di Richard? Dopo tutti gli sforzi diplomatici fatti con la Spagna per assicurare un ottimo matrimonio tra il nostro paese e il loro, un matrimonio politico, d’interesse.”
“E quale altra scelta avrei, Anthony? Richard è il sovrano ora, ricordi? Inoltre, il giovane ha sempre avuto un debole per la ragazza; Edward lo ricordava spesso, si sentiva in colpa per aver impedito il loro matrimonio, ma adesso nulla potrà impedirlo. Richard la sposerà, che lei lo voglia o meno, e tu sosterrai questa unione! - esclamò con forza, non dando neanche il tempo al minore di ribattere, interrompendo le sue proteste sul nascere - Niente opposizioni, Anthony, niente di niente. Non ho intenzione di inimicarmi Richard: devo forse ricordare che da lui dipende la mia sorte, le sorti delle mie figlie? Solo con la sua volontà Bess e Cecely avranno, un giorno, dei matrimoni facoltosi, una posizione a corte e in Inghilterra ed io non ti permetterò di rovinare tutto con le tue mani, neanche per la figlia dell’uomo che ha ucciso nostro padre!”
“Hai dimenticato, dunque? Hai dimenticato e perdonato?”
“Mai dimenticato, fratello, mai. Ma dobbiamo essere realisti: la guerra è finita, Warwick annientato e con lui anche Clarence. Inoltre, la ragazza è innocente, giovane e avrà bisogno di aiuto, di una guida.”
“E chi meglio di voi, la Regina Vedova, potrebbe aiutarla e consigliarla saggiamente?” chiese retorico l’uomo, sorridendo sornione e scambiandosi uno sguardo complice con la sorella, uno sguardo che diceva molto più di mille parole.


 
**



“Sei sicuro di ciò che stai facendo, Dickon? - chiese Edmund, rimasto da solo nella sala del consiglio insieme a suo fratello minore - Questa scelta non verrà vista di buon occhio da molti, specialmente da quelli del sud.”
“Sono più che cosciente su ciò che faccio, fratello, e poi tu stesso mi hai ricordato quanto un tempo io e Anne siamo stati intimi, i sentimenti che ci univano. Anne è stata la mia migliore amica quando ero solo un ragazzino, ma con il tempo è diventata qualcosa di più: da quando ho memoria l’ho sempre considerata la mia futura sposa, la mia Duchessa, e ora che ho la possibilità di rimediare ai torti che Ned ci ha fatto lo farò – Richard posò lo sguardo sulla scacchiera, fece la sua mossa – Sposerò Anne Neville, fratello, riporterò pace al nord, i lord presteranno fedeltà a me, vedranno in Francis il loro signore, lo ameranno e ci ameranno come hanno amato nostro cugino, e allora l’Inghilterra sarà davvero in pace.”
“Quindi farai apparire questa unione come una faccenda di stato, una mossa politica prima di tutto?”
“Ma questa è una mossa politica, Ed, e allo stesso tempo è una scelta del mio cuore: l’Inghilterra avrà la pace ed io la giovane che ho sempre voluto. Anne è stata cresciuta per essere una Duchessa prima e una Principessa poi, ed è pur sempre una delle ereditiere più ambite del regno,…”
“Anche Margaret Beaufort lo è: perché non sposi lei?” lo provocò Edmund sornione, e per poco Richard non si strozzò con il vino che stava sorseggiando, provocando nel maggiore una risata profonda e divertita.
“Bella battuta, fratello, te lo concedo, ma preferirei non prendere affatto moglie che prendere in moglie quella donna, una donna molto più vecchia di me, fanatica, probabilmente sterile, e soprattutto la madre di un traditore scappato in Bretagna con la coda tra le gambe insieme a suo zio, quello figlio di un plebeo di Jasper Tudor.”
“In questo caso, – riprese Edmund, alzando a mezz’aria la sua coppa di vino – lasciami bere alla tua salute, Dickon, e a quella di Anne Neville, alla tua futura sposa e alla nostra futura Regina d’Inghilterra.”


 
**


Anne stava rileggendo per la terza volta la lettera appena giunta da Westminster tramite un messaggero e non riusciva a credere al suo contenuto. Da due settimane aveva lasciato la Torre in cui era stata momentaneamente rinchiusa insieme a sua sorella Isabel e alla oramai sconfitta Regina Margherita e si era trasferita al Castello di Baynard, presso sua zia, la Duchessa di York, che gentilmente le aveva offerto ospitalità e delle stanze tutte per sé. Non sapeva ancora cosa ne sarebbe stato della sua vita, non fino a quel momento, ma di una cosa era sicura: aveva bisogno di tempo per stare da sola, metabolizzare tutto ciò che era successo – la caduta in disgrazia della sua famiglia, la morte di suo padre, del suo sposo – e questo significava stare lontano da sua sorella Isabel, lontano da Tewkesbury e dal suo animo colmo di sofferenza per la morte del suo amato marito e odio per quello che era diventato il loro sovrano, lo stesso ragazzo che un tempo era stato loro amico, il loro fratello, il giovane Duca che Anne aveva amato e che per quasi tutta la sua vita aveva considerato il suo futuro sposo, lo stesso che le aveva scritto quella lettera che stava tenendo da svariati minuti tra le sottili e affusolate dita.

“Notizie da mio figlio il Re?” chiese con un filo di voce Cecily York, avvicinandosi a lei di qualche passo. Anche la donna aveva ricevuto una lettera da Richard, una lettera che le annunciava la sua decisione di prendere moglie, l’annuncio segreto che presto sarebbe stato fatto a tutta Londra, diffuso in tutta l'Inghilterra.
“Sua Maestà preannuncia la sua venuta questo pomeriggio, mi informa che è suo desiderio vedermi e parlare in privato con me dopo tanti mesi passati lontano, parlarmi di questioni importanti, questioni che gli stanno a cuore.” Anne sospirò, osservando nuovamente la pergamena, la scrittura decisa ma elegante di Richard, il suo nome scritto a fine pagina che tante volte aveva visto marchiato con l’inchiostro nelle lettere che si erano scambiati da ragazzini, quando entrambi speravano in un prossimo matrimonio, un futuro roseo insieme. Non più vi era la firma del Duca di Gloucester, poiché il suo posto era stato preso dalla parola “Rex” preceduta dal suo nome, lo stesso nome portato per la prima volta dal condottiero soprannominato “Cuor di Leone” e da un altro sovrano, più sfortunato del primo, che come il suo Richard un tempo aveva amato con passione e disperazione una Anne, la sfortunata regina morta di peste neanche cento anni prima.
“Se devo essere sincera – continuò, guadando per la prima volta la Duchessa – sono sorpresa da tale missiva e non riesco ad immaginare il motivo per cui il Re voglia incontrarmi. Dopo tutto, sono sempre la figlia di un traditore, la vedova di Edouard di Lancaster, a mia volte traditrice e nessun sovrano perderebbe il suo tempo con la vedova e la figlia di un traditore.”
“Mia cara, dimenticate che, prima di tutto, voi siete una Neville: siete la sua cara cugina, per tutta la sua vita Richard ha avuto un posto di riguardo per voi nel suo cuore, e non dimenticate che siete anche una delle ereditiere più facoltose del regno, e dubito che passerete inosservata ancora per molto.”
“Oh! – Anne strinse la mani al petto, in un istante prese forma nella sua mente un pensiero infelice – Dite che è per questo che verrà? Mi costringerà ad un matrimonio, magari con uno dei suoi consiglieri più fidati? Un matrimonio per rendermi innocua non appena il lutto sarà finito. Con Anthony Rivers, magari!” Anne si fece il segno della croce e scosse la testa: “Ma lui non può farlo, non è così? Richard non mi forzerebbe mai, non dopo quello che sa che ho passato. Non lo farebbe mai.”
“Certo che no, mia cara. – la Duchessa le prese le mani e le strinse nelle sue – Non allarmatevi, Anne: Richard non farà nulla di tutto questo, chiederà prima a voi il consenso per qualsiasi cosa. Abbiate fede, piccola, abbiate fede e fiducia in mio figlio, nel nostro sovrano.”
Anne annuì con poca convinzione: un tempo avrebbe creduto immediatamente alle parole della Duchessa, ma ora…
Ora era cambiato tutto, loro erano cambiati, e dopo la condanna a morte di George, dopo la sentenza passata dal suo stesso fratello, non era più certa di conoscere Richard, di potersi fidare di lui e della sua parola, di sapere quanto oltre si sarebbe spinto per assicurare la pace nel paese e il suo posto saldo sul trono che era stato di suo fratello Edward.
“Con il vostro permesso, Milady, io tornerei nelle mie stanze: non sono nelle condizioni di ricevere Sua Maestà e prima del suo arrivo vorrei cambiarmi con un vestito di migliore fattura.”
“Sì, capisco perfettamente. Andate pure, mia cara, io vi aspetterò nella sala grande per il pranzo.”

Le due donne si scambiarono un ultimo sguardo, e Cecily guardò quella giovane donna uscire dalla stanza con andamento nervoso e frettoloso. Si chiese se i suoi sospetti si sarebbero dimostrati veri, se Anne si sarebbe sposata presto come lei temeva, sposata non con un lord qualsiasi ma con suo figlio, con il Re d’Inghilterra. Si domandò, guardando fuori dalla finestra con guardo assorto, se quella scelta con il tempo si sarebbe dimostrata saggia o uno sbaglio colossale: Anne era forte, caparbia, come ogni Neville, ma era anche inesperta, fragile e per una ragazza di sedici anni ne aveva passate tante, troppe. Cecily sapeva bene quanto quella corona potesse essere pesante, aveva visto quello che aveva fatto ai Re del passato, a suo marito Richard, che per anni aveva cercato di sedere su quel trono, a suo figlio maggiore Edward, che con il prezzo del sangue e della sua stessa vita l’aveva prima conquistata e poi persa per sempre, a suo figlio minore George, che a causa dell’invidia e del potere era stato messo a morte dal suo stesso fratello, e con timore crescente temette per le sorti della giovane, sulle conseguenze che quello stesso peso avrebbero potuto avere sul suo spirito e sul suo corpo.
 


**



“Non sapete quanto sia lieto di rivedervi, Anne.” Confessò Richard, iniziando a passeggiare sottobraccio insieme alla ragazza per i giardini del Castello: “Sono passati tanti mesi dall’ultima volta che abbiamo passeggiato insieme, siamo stati da soli e…”
Diciannove! – precisò lei con una punta di rabbia, realizzando suo malgrado quanto lui le fosse mancato – Diciannove mesi dall’ultima volta che ci siamo trovati da soli: a quel tempo eravamo ancora due ragazzini, la figlia del “Creatore di Re” e il fratello minore del Re d’Inghilterra, il Duca di Gloucester. La ricordate, Vostra Grazia?”
Richard. – la corresse, sorridendo successivamente – Certo che ricordo, come dimenticare?” abbassò lo sguardo e strinse forte la sua mano.
Erano passati diciannove mesi da quando si erano detti addio nel cortile di Middleham, dall’ultima volta che lui aveva incontrato i suoi occhi color del mare, accarezzato per l’ultima volta il suo viso sotto lo sguardo severo della Contessa di Warwick e lei lo aveva osservato impotente sparire dalla sua vista, lasciare alle sue spalle solo della polvere marrone creata dagli zoccoli del suo stallone nero come la notte. Si erano detti addio nella quiete quasi spettrale della piccola chiesetta adiacente il castello, nella speranza vana di fermare il tempo con baci rubati e abbracci che avevano lasciato sul farsetto di lui aloni umidi creati dalle lacrime che rigavano il viso arrossato della sua amata.


“Lo avete ancora?” chiese lui con una punta di imbarazzo, pregando in una risposta affermativa, sapendo perfettamente che lei sapeva di cosa stesse parlando. Tempo prima, quando ancora erano ragazzini spensierati, lui le aveva fatto un dono, regalato un pegno del suo amore eterno.
Aye, lo conservo ancora gelosamente, anche se spesso sono stata tentata di gettarlo via, nel Tamigi prima e nella Manica dopo.” Anne alzò lo sguardo e per la prima volta lo guardò con occhi accusatori, occhi pieni di rancore: “Spesso vi ho odiato per non aver combattuto per me, per noi; alle volte, spesso, ho messo in dubbio il vostro amore per me. – sospirò, chiuse gli occhi – Questi mesi sono stati difficili, spesso ho pensato di impazzire…”
Richard allungò una mano e sfiorò per un istante la sua guancia: “Mi dispiace, credetemi. Mi dispiace per tutto ciò che avete subito, per tutto quello che è successo e che sono stato costretto a fare.”
“Tutto, anche mettere a morte vostro fratello e avere un figlio bastardo dalla vostra amante?” Anne assottigliò lo sguardo, sibilò velenosa quelle domande che colpirono Richard con la forza di uno schiaffo inaspettato.
“V-voi? Come lo sapete? Poche persone sanno di Kate, di nostra figlia…”
“Una bambina, dunque. - Richard annuì e Anne lasciò la sua stretta e si allontanò di qualche passo - E lei è bella, la vostra amate?”
“Come fate a saperlo, chi vi ha detto queste cose?”
“Chi o cosa non è importante! – esclamò con furore e gelosia – Rispondetemi, Vostra Maestà, rispondetemi e ditemi se l’amate o meno.”
Richard strinse le labbra, non si aspettava una tale rabbia, un tale fuoco in quegli occhi adesso freddi come il ghiaccio. Cosa avrebbe dovuto dirle, cosa poteva fare per placare quella furia che sembrava possederla?
“Per un periodo ho pensato di sì, di poterla amare, - rispose, scegliendo la verità – ma poi ho capito che il mio era solo profondo affetto, un abbandonarmi alla passione quando tutto attorno a me stava crollando.” Fece un passo nella sua direzione, e in risposta Anne indietreggiò: “Non chiederò perdono per avere avuto una figlia, poiché enorme è il mio affetto per lei, ma posso dirvi che non provo nulla per Kathryn, non l’ho mai amata come ho amato voi, e su questo vi prego di credermi.”
“E perché mai dovrei? Perché dovrei fidarmi ancora di qualcuno, di voi? Cosa avete fatto per me in questi mesi, cosa avete fatto per la mia famiglia? Niente, niente.
“Anne, vi prego…” Richard chiuse una mano a pugno, non l’aveva mai vista in quello stato e sapere che il suo dolore era stato creato da lui gli spezzava il cuore.
“Perché siete qui, Vostra Maestà, cosa volete da me? E vi prego, vi prego di non mentirmi. Sono stanca delle bugie, stanca di essere manipolata dagli uomini, essere una pedina nelle loro mani, un pedone da muovere a loro piacimento nella vasta scacchiera.”
Richard annuì lievemente, protrasse una mano verso di lei e, anche se titubante, Anne la strinse in attesa della verità che lui aveva accettato di dirle: “Sono qui per chiedervi di sposarmi, Anne, di sposarmi e diventare mia moglie come da sempre è stato stabilito. Sono qui per offrirvi una vita migliore, una seconda chance, un posto al mio fianco sul trono d’Inghilterra com’era desiderio di vostro padre.”
Richard la spinse leggermente verso di lui, facendo quasi scontrare i loro corpi e posò una mano sul suo viso: “Volete diventare mia moglie, Anne, la mia indiscussa Regina?”
Anne boccheggiò, i suoi grandi occhi azzurri si spalancarono: diventare sua moglie, la sua regina. Per tutta la vita aveva sognato di sposarlo, di diventare la Duchessa di Gloucester, ma ora… tutto quello era surreale, incredibile e la terrorizzava. Già una volta era quasi diventata regina, era stata incoronata Principessa del Galles, ma ora… ora era Richard a chiederle di diventare regina, la regina d’Inghilterra, della casa degli York, e lei non sapeva cosa dire.
“Anne?” la chiamò nuovamente, destandola dai suoi pensieri: “Anne, volete sposarmi?”
“E’ per la mia fortuna, vero, per la mia eredità? Sposandomi otterrete altre terre, sposerete una figlia del nord e avrete in pugno i lord. Volete sposarmi perché sono la vedova del Principe di Galles, perché se restassi nubile, se decidessi di non risposarmi sarei un pericolo per voi e i vostri lord. Non lo fate per me, lo fate per il regno, per il potere. - Anne indietreggiò ancora, chiuse le mani e se le portò al petto - Mi userete, mi userete come ha fatto mio padre.”
“Usarvi? Mai, Anne, mai. I miei sentimenti sono sinceri, dovete credermi – Richard non aveva pensato ad una simile reazione, non aveva messo in conto tutto quello – E’ vero, questo matrimonio farà del bene anche al paese, farà terminare le ribellioni a nord, poiché il ricordo di vostro padre è ancora forte lì, e con voi come mia regina vi ameranno, ci ameranno, ma… Anne, Dio, voi dovete credermi! I miei sentimenti sono sinceri, ciò che provo per voi non è mai cambiato…”
“Ma io sì, Richard! Io sono cambiata, e non so se… non so quello che provo per voi, quello che voglio. Ho appena seppellito mio marito, la mia vita è stata nuovamente stravolta e ora voi venite qui, da me, e mi proponete un nuovo matrimonio, mi offrite una corona. – sorrise amareggiata – Sapete, non siete poi tanto diversi voi e mio padre. Entrambi così scaltri e sicuri di voi, entrambi desiderosi di mettermi al più presto su di un trono…”
“Ed è così terribile? – chiese Richard – Essere la sposa di un futuro sovrano, intendo. Dopo tutto, devo ancora essere incoronato…”
“Sì se questo implica la morte delle persone che ami, la perdita delle tue certezze: ditemi, Richard, avete mai pensato all’ipotesi che io possa essere incinta, aspettare il figlio di mio marito?”
Richard trattenne il fiato ma non abbassò lo sguardo, continuò a sorreggere quello di lei. La ragazzina era davvero diventata una donna, una donna spavalda, senza paura e quella domanda a lui posta era tanto imprevedibile quanto temuta…
“Lo siete, aspettate il figlio del vostro defunto marito?”
Anne abbassò il capo, alzò nuovamente lo sguardo azzurro e sospirando scosse la testa: “No, non sono incinta. Non cresce alcuna vita dentro di me.”
Richard non riuscì a contenere un sospiro di sollievo nell’udire tale notizia, sorridere mestamente in modo compiaciuto: “Non nascondo il sollievo che questa notizia mi da. Un bambino avrebbe senza dubbio complicato le cose.”
“Sarebbe stato un altro erede scomodo di cui sbarazzarsi! – precisò Anne, piccata – Come mio marito, come vostro fratello George.”
“Vostro marito è morto in battaglia, sulla sua morte non ho avuto alcuna parte; riguardo George…. – un tremito d’incertezza tradì la sua voce, la sua mano si chiuse forte a pugno – Era mio fratello, gli volevo bene ma era anche un traditore, e da traditore è stato punito. Detto questo, non sono venuto qui per giustificare le mie azioni ma per farvi una proposta: l’accettate o no, Milady?”
“Desolata, Vostra Grazia, ma non ho la risposta. Sono ancora troppo scossa e confusa per prendere una decisione così delicata con tanta fretta e leggerezza, e vi chiedo di darmi del tempo, di essere paziente ed aspettare.”
“Allora aspetterò! – esclamò, e con uno scatto improvviso fu nuovamente accanto a lei, posò le mani sulle sue esili spalle – Vi darò il tempo di cui avete bisogno, ma vi prego di non prenderne troppo. Non troppo tempo, Anne, vi supplico…”
Richard le baciò il capo e Anne chiuse gli occhi e sospirò: quando le erano mancate le sue labbra, i suoi baci, il calore del suo corpo, le sue braccia tra le quali si era sempre sentita protetta.
“Una settimana. – disse infine, guardandolo sottecchi – Tornate tra una settimana e avrete la vostra risposta.”
“Una settimana. – le sue parole furono un’eco di quelle di lei e Anne annuì nuovamente – Molto bene allora: ritornerò tra una settimana esatta e avrò la mia risposta.”
“L’avrete, Maestà, l’avrete. - Anne allungò una mano, permettendogli di stringerla e baciarla con devozione e si sforzò un’ultima volta di tenere a bada i suoi sentimenti contrastanti, il suo affetto e il suo altrettanto forte sospetto, il suo cuore. - Addio, Vostra Maestà.”
“Addio, Lady Anne. Possa Dio vegliare sempre su di voi, darvi le risposte che cercate nelle vostre preghiere e indicarvi la strada giusta da percorrere.”

  
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