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Autore: Bad Bionda Bana    18/02/2015    1 recensioni
Io e la mia migliore amica abbiamo intrapreso un percorso che molti non avrebbero mai pensato di scegliere. Ci siamo iscritte insieme all'università di lingue per studiare il coreano. Già essere li insieme per noi era un sogno, ma la nostra mente volava sempre a quel momento che sembrava così lontano, al nostro stage del terzo anno in Corea del Sud, a Seoul. Avremmo potuto sognare qualsiasi cosa, ma di certo non ciò che ci accadde.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E per la seconda volta nel giro di pochi giorni mi ritrovai li, immobilizzata, lo sguardo fisso ma allo stesso tempo come perso nel vuoto, la bocca aperta ma incapace di far fuoriuscire nessuna parola o frase di senso compiuto, le gambe tremavano, la mani sudavano. L'unica cosa che riuscivo a percepire era il battito del mio cuore che si faceva sempre più forte e veloce.
-Che succede? Non ti senti bene?- disse Joon tentando di prendermi un braccio per scrollarmi appena, ma prima che potesse farlo io lo ritrassi scuotendo la testa.
-S... Scusami.- mi grattai la testa più imbarazzata che mai -Diciamo che vari fattori mi hanno mandato un attimo in crisi. Mir che mi vede e mi saluta ricordandosi di me. Il fatto che ci sia anche tu e che effettivamente ti ricordi della chiavetta USB.- il mio sorriso era solare come pochi, aveva visto i miei video, si era ricordato di me.
-Quale chiavetta?- chiese Mir a Joon un po' disorientato.
-Una chiavetta che ci era arrivata con le varie lettere dall'Italia. Non ti ricordi?- gli diede un piccolo colpo in fronte come se stesse premendo un bottone per fargli tornare i ricordi, ridendo mi girai verso Jessica e la vidi in quello che era il mio stato precedente, immobile a fissare quel ragazzo che tanto aveva immaginato e sognato. Le diedi una piccola spinta per farla tornare alla realtà mentre a Mir tornò in mente tutto -Purtroppo è passato molto tempo da quando ho visto i tuoi video, ma ricordo che eri brava a ballare, spero che tu stia ancora studiando danza.- disse sorridendo.
-Certo, anche se da quando ho iniziato l'università mi sono dovuta limitare a Video Dance lasciando altri stili. Però penso di avere ancora un po' di tecnica.- ridacchiai atteggiandomi da ballerina professionista, quale di sicuro non ero, non era il mio stile la classica, anche se l'avevo studiata per alcuni anni.
-Da quanto danzi?-
-Questo è il mio quindicesimo anno di danza.- dissi fiera di me stessa, avevo dedicato alla danza gran parte della mia vita, anche se avevo scoperto il mio vero stile molto più avanti. Alla mia risposta Joon rimase leggermente di stucco, lo stesso anche Mir, e la cosa mi fece ancora più piacere -Comunque vorrei presentarvi la mia migliore amica e vostra grandissima fan, Jessica.- dissi prendendola per un braccio e spingendola verso di loro. La vidi diventare completamente rossa, peggio di un peperone, mentre i due ragazzi la squadrarono dalla testa ai piedi.
-Jessica, è un piacere conoscerti.- disse Joon sorridendole dolcemente, sapevo quanto stesse morendo in quel momento.
-P...Piacere.- rispose un po' a fatica lei, i suoi occhi seguivano qualsiasi movimento facesse il ragazzo, come se fosse stata ipnotizzata.
-Però tu non me lo avevi mica detto che ce l'avevi mandata anche te la lettera, o addirittura una chiavetta USB!- mi disse Mir -Sarei corso subito a rivedermi il contenuto.- continuò sorridendo.
-Diciamo che vita la situazione mi era un po' passato di mente.- mi grattai la testa imbarazzata -Poi non ti sei perso nulla di così grande, sono solo io che ballo e che canto, niente di particolare.-
-Ma ora sono curioso, perché se lo hyung dice che sei brava allora devi esserlo veramente.- io abbassai lo sguardo ancora più imbarazzata ma fiera di me stessa.
-Ci farebbe piacere trattenerci ancora un po' con voi ragazze, ma purtroppo abbiamo del lavoro da fare.- disse Joon continuando a sorridere verso Jessica, una volta andati avrei dovuto portarla di peso a casa perché le sue gambe non avrebbero retto -Spero di rivedervi presto in giro.- Joon fece un piccolo inchino per poi dirigersi verso il suv nero.
-Ma non ci facciamo nemmeno una foto? E poi Seoul è grande, sicuro che riusciremo a trovarle facilmente? Forse dovremmo scambiarci i numeri di telefono.- Mir iniziò ad agitarsi lievemente, io ridacchiai portandomi una mano davanti alla bocca.
-La foto, autografo o qualsiasi altra cosa prendiamole come impegno per la prossima volta, così abbiamo anche la scusa.- Joon rise, il suo sorriso era ancora più bello visto dal vivo -Per il numero di telefono, essendo straniere pagherebbero molto loro ad usarlo. Stai tranquillo Mir, le ritroveremo.- e scomparve nell'automobile.
-Allora alla prossima volta ragazze!- disse Mir entrando anche lui in auto per poi chiudere lo sportello. Jessica ed io rimanemmo a guardare l'auto scomparire nel traffico, per un momento il tempo sembrava essersi fermato. Sul serio avevamo appena avuto quella discussione con quei due ragazzi? Mi sentivo come se da un momento all'altro mi sarei svegliata da un sogno, finché non sentii come un urlo spaventarmi tutto d'un tratto. Mi girai e vidi la mia migliore amica che fissava ancora le macchine in strada con occhi sognanti.
-Ti prego, se è un sogno non svegliarmi.- mi disse mentre il suo sorriso diventava sempre più grande -Ho veramente incontrato Lee Joon, ho sul serio parlato con Lee Changsun.- in quel momento stavo per fare una battuta, ma pur di non rovinare quel suo momento così dionisiaco decisi di trattenermi.
-A quanto pare la fortuna è davvero dalla nostra parte.- dissi sorridendo, per una volta nella vita mi sentivo ottimista -Ora dobbiamo solo aspettare di incontrarli di nuovo, e se non li vediamo entro una settimana direi di tornare domenica prossima qui all'agenzia.-
-Assolutamente! Non possiamo trasferirci qua? Ci prendiamo una tenda da campeggio e tutto il resto, oppure facciamo prima e ci compriamo un camper.-
-Jessica, non esageriamo ora, cerchiamo di non abbassarci ai livelli delle fan psicopatiche che cercano addirittura di avvelenarli.- la guardai un po' seria sospirando -Cerchiamo di dare una buona impressione, giusto per non farli scappare via dando una brutta immagine alle fan italiane.- forse anche io stavo esagerando con tutti quei discorsi, ma se ci fosse stata anche la più piccola probabilità di poter stringere una semplice amicizia con quei ragazzi avrei voluto coglierla al volo.
Per tutto il viaggio di ritorno all'appartamento Jessica aveva un'espressione sognante, gli occhi persi nel vuoto, un sorriso dolcissimo dipinto sul volto, mentre io mi sentivo stranamente normale e la cosa mi sembrava strana. In un primo momento mi ero sentita mancare il respiro, ma poi era passato tutto, eppure davanti a me avevo due dei cantanti che tanto amavo, di cui uno era la seconda volta che lo incontravo e mi aveva riconosciuta, mentre l'altro mi aveva riconosciuto dai video che avevo mandato tempo fa complimentandosi per come ballavo, il materiale per essere emozionata c'era, ma nulla, mi sentivo come se avessi incontrato dei vecchi amici.
-Jessica, secondo te sono strana?- le chiesi all'improvviso una volta sulla porta del nostro appartamento.
-Si, ma lo dici sempre anche tu che ad essere strani ci si diverte di più.- disse lei facendo spallucce e poi sorridendomi.
-Non intendevo quello. Tu per tutto il viaggio avrai sognato su quello che potrebbe essere il secondo incontro con i ragazzi tutta felice ed eccitata. Io invece mi sento come sempre, non mi sento di aver appena parlato con degli idol.- mi sdraio sul divano guardando il soffitto cercando di riordinare i pensieri, purtroppo ero una ragazza che si lasciava prendere troppo dai propri pensieri.
-Stai tranquilla Ali, devi anche valutare che io ho incontrato il mio ultimate, ho incontrato Joon.- per un attimo ritornò sul suo viso quel sorriso sognante -Vedrai che nel momento in cui incontrerai e potrai parlare con Thunder sentirai l'emozione scioglierti le gambe, le farfalle nello stomaco e tutto il resto.- ridacchiò andando in cucina -Quindi ora basta pensare a certe cose e pensiamo a cosa mangiare.- era tardo pomeriggio, tardi per pranzare e presto per la cena, ma eravamo affamate entrambe, inoltre decidemmo di andare a letto presto per svegliarci belle fresche per il lavoro il giorno dopo.

-Buongiorno signor Kim.- dissi sorridendo quasi spaventandolo.
-Buongiorno Alice, riusciremo un giorno a non spaventarci a vicenda?- ridacchiò -Oggi per te ho una piccola, e spero gradita, sorpresa.- continuò mostrando il suo solito sorriso.
-Una sorpresa? Non mi dica che ci sono le registrazioni da fare e come l'ultima volta non me lo ha detto.- tentai di sorridere ma nel mio sguardo c'era un po' di timore, non sapevo mai cosa aspettarmi da quell'uomo.
-No no, le registrazioni inizieranno domani, noi registriamo dal martedì al giovedì.- si grattò la testa un po' in imbarazzo, probabilmente si sentiva un po' in colpa per lo scherzetto della settimana prima.
-Quindi cosa sarebbe questa sorpresa?- chiesi sorridendo, amavo le sorprese, in più la curiosità stava crescendo in modo esponenziale, ero sempre stata una ragazza molto curiosa, infatti qualche volta avevo paura di essere troppo assillante a causa di questa mia particolarità.
-Non cosa, ma chi semmai.- ridacchiò di nuovo -Da oggi avrai un piccolo aiuto nel caso non capissi qualche parola di quello che dicono i cantanti, ogni tanto capita anche a me. Oggi è il suo primo giorno, sarà una prova, poi vedremo se dargli questa piccola mansione o se rimandarlo a casa.-
-Un altro stagista straniero?- chiesi, magari avere qualcun altro di straniero, anche non per forza italiano, sarebbe stato divertente e mi sarei fatto un nuovo amico. Il signor Kim scosse la testa sorridendo -Quindi è coreano? In effetti avrebbe più senso.- sorrisi.
-Se dovesse dare problemi o fare qualcosa di sbagliato puoi riferire a me, ci penserò io a conciarlo per le feste.- lo vidi trattenere una piccola risata mentre ci avviammo verso la sala computer.
-In che senso? Lo metterebbe in punizione?- dissi scherzando.
-Certo, lui è mio nipote.-
-Suo nipote?- sgranai gli occhi -Lavorerò con suo nipote?- ero sorpresa, ma mai tanto quanto quando aprì la porta della sala computer.
-Alice, ti presento mio nipote Kim Mingyu.- e lo vidi li in piedi accanto alla mia scrivania.

  
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