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Autore: oOLeylaOo    05/12/2008    1 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Come ve la passate^^? Era da un pò che non aggiornavo (silvy49 me lo ha fatto presente) e così ecco il capitolo 33, alla fine anche questo è arrivato :P
E con il capitolo 33 ci avviciniamo ufficialmente alla fine, ormai manca poco!!!!!!!(Evviva!Evviva!Evviva!)
Detto ciò non so che altro dirvi se non buona lettura^^! Ci rivediamo al capitolo 34! XD

Capitolo 33

- Together -

 

Molte tempo prima di diventare una sirena, quando ancora ero un essere umano, quando mia madre era viva, ricordo che piangevo spesso: sapevo che lei mi avrebbe consolato, che avrebbe ascoltato i miei lamenti. Dopo non c’era nessuno che avrebbe asciugato le mie lacrime, per questo piangevo solo la notte, nascosta dalle tenebre agli occhi di tutti. Il ricordo di mia madre bruciava nella mia mente come se fosse impresso a fuoco, desideravo la sua forza e il suo coraggio. Sebbene non fosse fisicamente forte, mia madre era una persona forte e decisa, aveva quel tipo di forza che ti permette di affrontare ogni situazione senza tirarsi indietro, riuscendo sempre a comportarsi nel modo migliore, quasi per lei quel comportamento fosse naturale. Desideravo anch’io quel tipo di forza, desideravo essere il tipo di persona che non scoppia a piangere quando c’è qualcosa che non va, che scappa dalle situazioni difficili.
Erano passati cento anni eppure ancora non riuscivo assolutamente ad affrontare le situazioni che mi facevano soffrire, scappavo semplicemente. Come una stupida, dimostrano la mia totale mancanza di forza interiore continuavo a fuggire, non ero riuscita minimamente a raggiungere il tipo di forza e di maturità che volevo. Potevo avercela solo con me stessa per questo.
Mentre mi facevo scivolare un vestito bianco addosso, osservai la mia immagine riflessa nello specchio e provai un incredibile sconforto. Hanry era ancora nel bagno, probabilmente nella vasca visto che lì non c’era una doccia. Abbattuta mi lasciai cadere sul letto, i capelli ormai umidi e quasi asciutti. Avevo combinato un bel guaio, tentando di scappare da quella situazione, come se fossi un adolescente e non una sirena centenaria. Così non andata. No, così proprio non andava.
Hanry fece il suo ingresso nella stanza dopo almeno un ora, quando ormai mi ero calmata del tutto e ero sprofondata nell’autocommiserazione. A torso nudo, con un asciugamano appoggiato sulle spalle e i jeans ancora aperti, mi rivolse uno sguardo neutro, i sentimenti accuratamente celati dietro un espressione illeggibile. Rimase davanti a me, senza avvicinarsi, semplicemente fissandomi, con le braccia abbandonate lungo i fianchi. Non disse niente, rimase semplicemente immobile a guardarmi.
-Mi dispiace.- bisbigliai abbassando lo sguardo affranta. Lo sentii sospirare.
-Parla.- disse semplicemente, la voce sempre accuratamente inespressiva.
Mi feci indietro sul letto e mi rannicchiai appoggiando il mento alle ginocchia, continuai a guardare Hanry, i miei occhi scorrevano sul suo petto levigato e muscoloso. Scossi appena la testa e tornai ad incrociare il suo sguardo. Era attento e distaccato.
-Io…-  mi interruppi subito. Io cosa? Sono andata nel tuo passato? Ti ho visto con una identica a me?
Hanry sospirò e si avvicinò sedendosi sul letto. -Cosa è successo da quando sei scomparsa dalla casa in cui ci eravamo rifugiati?- domandò con voce calma.
-Mi sono ritrovata qui.- iniziai a raccontare. -Beh, in realtà non proprio qui. Ero nella sala principale. E per di più completamente nuda.-
-Ti ha visto qualcuno?- domandò seccato, gli lanciai un occhiata per vedere cosa c’era che non andava, la sua espressione arrabbiata mi sorprese.
-Solo Laslie.- risposi confusa, restandomene nel mio angolo.
-E chi è Leslie?- domandò sempre irritato.
-Una sacerdotessa maggiore.-
-Una ragazza allora.-
-Già. Perché?-
Mi lanciò un occhiata rovente in risposta, non riuscii a decifrarla, ma non mi inoltrai oltre.
-Sono stata convocata da Nettuno che… diciamo che ho capito molte cose. Hanry, Lucy odia i vampiri perché le hanno massacrato la famiglia. È stato … atroce.- repressi un brivido. -Veramente orribile.- Sentii le dita di Hanry giocare con una ciocca dei miei capelli, prima di accarezzarmi leggermente la schiena, come per consolarmi. -Io, non sapevo cosa fare, come comportarmi … ero confusa, spaventata … - mi interruppi ripensandoci, feci un respiro profondo prima di riprendermi e parlare. -Io conoscevo soltanto una parte di lei. Hai miei occhi Lucy è sempre stata dolce, eterea, quasi non fosse un persona con le proprie debolezze, con il proprio passato colmo di dolore. Non mi ero mai soffermata a pensare al suo passato, al fatto che poteva aver sofferto. Continuavo a chiedere “perché”, come una bambina piccola, senza pensare al “cosa”. Sono stata stupida ed egoista. In effetti lo sono ancora. -
Se ero lì con Hanry nonostante fosse a conoscenza del dolore di Lucy e della sua sofferenza era perché quel dolore e quella sofferenza non mi aveva provocato qualcosa di così profondo e grande come quello che avevo provato quando avevo visto Hanry con Annabelle. Non avevo mai provato un odio così grande e feroce, ne un dolore tanto lancinante. Cosa c’era di sbagliato in me? Come facevo a essere tanto egoista?
-Quindi Nettuno ti ha parlato di tua sorella?- domandò Hanry, trasalii tornando alla realtà.
-No.- bisbigliai. -Me l’ha mostrata.-
-Come?- domandò confuso
-Come in un sogno credo. Era come essere dentro una storia, la osservavo ma non potevo interferire. Potevo vedere le immagini, sentire le parole, il vento, il profumo dei fiori, ma non potevo toccare niente, ne gli oggetti ne le persone. E adesso non chiamarmi Casper!-
Lo sentii ridacchiare e mi voltai per osservarlo, il sorriso che si era dipinto sul viso di Hanry, che mi guardava con aria divertita, era bellissimo.
Mi voltai nuovamente a fissare la parte davanti a me, stava per arrivare la parte difficile, avrei voluto tacere e continuare a godermi il sorriso di Hanry.
-Vai avanti fantsmino.- disse quando smise di ridere, tirandomi una ciocca di capelli.
-Antipatico.- feci per scherzo.
Lui sorrise senza dire niente, negli occhi aveva di nuovo quello sguardo. Mi voltai per non guardarlo sentendo una fitta al petto.
-Comunque era un accordo con Nettuno.- dissi con voce rotta, me la schiarii tentando di riprendere il controllo sul mio tono di voce. -Ecco lui voleva che facessi una cosa .- rimasi in silenzio mentre  -Io ho accettato, a patto però che mi mostrasse cosa era successo a Lucy.-
-Che cosa ti ha chiesto?- il tono preoccupato nella sua voce non mi stupì minimamente.
Feci un respiro profondo. -Mi ha chiesto di … vedere … una cosa.- mi fermai lì e il silenzio scese, pesante come gelatina.
-Che genere di cosa?- domandò alla fine Hanry, non sopportando più il mio mutismo.
-Il passato. Io ho visto il passato.- risposi forzatamente.
-Il passato di chi?-
Gli lanciai un’occhiata eloquente.
-Il mio …- bisbigliò. Il silenzio scese di nuovo, più pesante di prima, pensavo che niente sarebbe stato peggio di quel silenzio. Lo pensavo finché non sentii la voce di Hanry bisbigliare il nome -Annabelle.-
In quel momento avrei voluto perdere l’udito per sempre.
Hanry pronunciò il nome di quella ragazza con un infinita dolcezza, tanto che la odiai ancor più di prima, mi chiesi come potevo essere arrivata a provare un rancore tanto profondo verso qualcuno che nemmeno conoscevo.
-Mi hai visto con lei, vero? Cosa hai visto Grace?- domandò afferrandomi le spalle e scuotendomi. Distolsi lo sguardo e Hanry mi strattonò verso di se stringendomi forte. -Dimmi cosa hai visto.- sembrava disperato, sconvolto.
-Io ho visto una festa … te, prima di essere un vampiro. E poi tua sorella … la tua sorellastra. Ho visto che la baciavi .- bisigliai, immobile contro il suo petto.
-Solo questo?- domandò ancora teso.
-Si, solo questo.-
Si rilassò e le braccia che prima mi stringevano con forza si allentarono, fino a tenermi dolcemente, senza più soffocarmi.
-Bene.- mormorò più tranquillo.
-Cosa avrei dovuto vedere?- chiesi inquieta.
Lui si irrigidì nuovamente, ma non rispose.
-Non vuoi dirmelo?- domandai dopo un attimo.
Con delicatezza mi strinse forte per un istante, prima di iniziare a parlare. -E’ solo che non ne vado molto fiero.-
-Di che cosa …?-
La sua mano iniziò ad accarezzarmi la schiena lentamente, in modo distratto -Ci sono cose che preferirei non sapessi di me … - iniziò, ma si interruppe, rimase in silenzio un istante prima di chiedere -Non sono molto corretto vero?-
Cercai di soffocare un brivido, senza riuscissi.
-Grace, che c’è?-
Mi allontanai da lui per guardarlo negli occhi, avevo il terrore di quello che ci avrei letto, delle parole che avrebbe detto, ma decisi di farmi forza.
-Hanry, tu … stai con me perché somiglio a tua sorella?- domandai stringendogli i bracci, mi accorsi di tremare leggermente.
Hanry mi fissò scioccato.
-Questa idiozia chi accidenti te l’ha messa in testa?- sbottò fissandomi stralunato, tanto che mi venne da ridere.
La mia risata però si trasformò subito in un pianto tranquillo, mi lasciai andare contro di lui, che mi strinse dolcemente, cullandomi finché non mi calmai. Poi iniziò a parlare lentamente, con voce dolce.
-Grace, è vero che assomigli in modo sconcertante a Annabelle, e mentirei se dicessi che non l’ho notato o che non mi hai incuriosito per questo. È vero che mi sono avvicinato a te perché le somigliavi. - sentii un tuffo al cuore a queste parole -La vostra similarità fisica mi ha sorpreso e sconcertato. Ho quasi perso la testa e ti ho rubato un bacio appena ci siamo incontrati. Ma quello in cui tu mi ricordi Annabelle inizia e termina con l’aspetto fisico. Non c’è nient’altro di uguale a tra voi.- disse allontanandomi da se per guardarmi negli occhi. -Non mi sono innamorato di te perché le assomigli, mi sono innamorato di te perché sei diversa da lei.- spiegò tranquillo.
Lo guardai, non sapendo se credergli o no. -Ma … l’amavi.-
Hanry mi attirò nuovamente a se stringendomi dolcemente. -Oh, si. L’amavo tantissimo. L’amavo immensamente, senza curarmi di altro, come uno sciocco. Ero solo un bambino. Finivo per ferirla in tanti modi diversi e non avrei mai voluto.-
Mi veniva da piangere. Accidenti a me, ma proprio quello gli dovevo chiedere? Non era la domanda giusta, ma non ero sicura di quale fosse la domanda da porre.
-La amo ancora e c’è una parte di me che l’amerà sempre.- bisbigliò contro i miei capelli. -Ma questo non c’entra con quello che provo per te. Indipendentemente da quanto l’ho amata, o forse proprio per questo, non ho mai, nemmeno una volta, soprapposto la sua immagine alla tua. Mai! Ho sovrapposto immagine di angeli, di guerriere, di dee anche, oltre alla classica idea di sirena, a come mi apparivi, ma mai la sua.-
Immagini di dee? -E come le hai trovate?-
Rimase un attimo in silenzio meditando. -Piuttosto dissonanti.- ammise in fine. -Tu sei tu e basta. Cambi volto tutte le volte che ti vedo. A volte mi sembra che in te ci siano cento persone diverse. Eppure sei unica in un modo che a volte non capisco.-
Rimasi in silenzio, a riflettere. Non sapevo se credergli o no, ma una parte di me era più che sicura che ciò che mi aveva detto era vero, l’altra desiderava disperatamente credergli quindi direi che non avevo molta scelta.
-Non mi credi ancora vero?- domandò preoccupato.
Mi leggeva nel pensiero? -Non lo so.- bisbigliai.
-E’ per questo che prima non sei voluta andare avanti?-
-Si.- sussurrai arrossendo.
-Ed è sempre per questo che prima ancora ti sei voluta spingere tanto in là?- ora la sua voce suonava arrabbiata.
-Forse.- farfugliai.
Sospirò sconsolato. -Non hai proprio nessuna fiducia in me, eh?>>
-Questo non è vero.- protestai
-Non è nemmeno falso.- bisbigliò con tristezza.
-Non puoi capire quello che ho provato quanto ti ho visto comportarti in quel modo con un'altra ragazza, per di più una con il mio stesso viso! Mi è crollato il mondo addosso.- ribattei arrabbiata.
-Non ti facevo così gelosa.- disse divertito.
Mi allontani per guardarlo veramente male, ma avevo gli occhi lucidi e sentivo che stavo per piangere.
Hanry mi prese il viso tra le mani e mi dette un bacio leggere. -Non piangere amore mio, ti prego.- bisbigliò sulle mie labbra
-Non sto piangendo.- dissi, allontanandolo.
-Grace io amo te perché sei tu. Sei totalmente diversa da Annabelle. Sei più forte, più decisa. Molto più scatenata. A volte sei totalmente folle.-
-Ehy!-
-Mi hai stravolto la vita, mi hai fatto vedere il modo in modo nuovo. Tu lo guardi come un insieme di luci e di ombre infinite e dai così tanta importanza agli altri … mi aiuti a ricordare quello che avevo dimenticato, come l’importanza che dai al legame con le tue sorelle, come la fiducia che hai nelle persone a cui tieni. Agisci sempre di testa tua, ma ascolti sempre quello che gli altri hanno da dire anche se a volte fai i capricci. Non ti dai delle arie. Non ti accorgi della tua incredibile bellezza. E non mi riferisco solo alla bellezza fisica, Grace, tu sei bella dentro. Perché ti è così difficile credere in me come negli altri? Come credi a Crystal e Lucy?- la sua voce era dolcissima.
Rimasi in silenzio, il mio cuore batteva a singhiozzo, tentavo di calmare il mio respiro e di riacquistare un colorito normale, cosa difficile dopo quelle parole.
-Perché tu sei diverso.- riuscii  a dire infine.
-Non ami forse anche me, sebbene in modo diverso?-
-Molto  più di quanto ami loro, molto più di quanto non abbia mai amato nessuno in vita mia. Hanry, io sono una sirena e ti amo. Non c’è niente di più puro e disinteressato dell’amore di una sirena. Io vivo per te.- dissi guardandolo negli occhi -Esisto solo per te. Se questo sentimento non venisse corrisposto, io semplicemente smetterei di esistere. Non è così per dire. È un dato di fatto. Senza il tuo amore io morirei, perché è così che sono le sirene ed è così che sono io. Se una sirena non viene ricambiata muore e la morte è quasi un sollievo perché il nostro dolore interiore si manifesta anche in modo fisico. Spero di non averti spaventato.-
-Non mi spaventi, sono un vampiro.- mi assicurò, ma il tono di voce era preoccupato.
-È proprio perché questo amore è così totale, non riesco a fidarmi a pieno di te e vengo presa dall’ansia.- proseguii.
-Non ne hai ragione.- mi assicurò
-Non basta dirlo.- risposi con un mezzo sorriso. -Ci sono tante cose che non sai di me.-
-Allora dimmele.-
-Anche tu dovresti dirmi diverse cose.-
Si irrigidì. -Che tipo di cose?-
-Quelle che ti fanno irrigidire quando le accenno.- risposi semplicemente.
Sorrise, contrito. -Hai ragione.- ammise. -Prima o poi te ne parlerò. Ma ora parliamo di te, di te e basta.-
-Lo fai solo per evitare l’argomento.- lo accusai.
-In parte.- ammise. -In parte perché sono preoccupato per te. Non voglio che tu stia male, meno che mai voglio che tu muoia.-
-Sto abbastanza bene ora.- assicurai.
-Il che è una buna cosa.-
-È perché sono tra le tue braccia.-
-Allora ti ci terrò spesso.- scherzò, ma il suo sguardo era dolce.
-Io non mi lamento di certo.-assicurai.
Sentii le sue labbra sfiorarmi i capelli -C’è qualcos’altro che ti angoscia che riguarda il mio passato?- domandò.
Scossi la testa. -C’è qualcos’altro che non mi hai detto che potrebbe sconvolgermi?-
Lo sentii ridere contro i miei capelli. -Un mucchio di cose. Una in particolare, ma temo tu la sappia già.-
-E sarebbe?- domandai confusa.
Lui mi allontanò per guardarmi in faccia e sorrise, un sorriso che era tutto un programma.
Scossi la testa. -Scusa, ma nonostante il sorriso da stregatto non l’ho capita.-
-Ti do un indizio.- disse chinandosi a baciarmi, allora si che riuscii a capire cosa intendeva.
-Per te è importante vero?- domandai quando smise di baciarmi, mi sentivo un po’ inebetita.
-Come per ogni ragazzo.-asserì con un sorriso.
Risi nervosamente.
-Non volevo metterti ansia. Non ti forzerei mai, lo sai.(e immagino la vampira che qui sta dicendo “forzala! Forzala!”)-
-Anche solo il fatto che tu sia qui mi mette ansia … Venire nel tempio di nettuno …- bisbigliai preoccupata. -Come hai potuto essere così stupido?-
-Ero preoccupato per te!- ribatté irritato. -Non sei gentile a darmi dello stupido.-
Scossi la testa -Nettuno non farebbe mai del male alle sue sirene- “Credo” , ma non lo aggiunsi -Non c’era bisogno. Ti sei messo in pericolo! Non posso credere che Crystal ti abbia volontariamente portato qui.-
Lui sorrise, un sorriso da canaglia. -Non proprio volontariamente.-
-Che cosa hai fatto?- domandai preoccupata.
Lui si limitò a sorridere e si chinò a baciarmi per zittirmi.

  
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