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Autore: StormLight94    18/02/2015    4 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII.
Change Of Mind



"Un sorriso spesso nasconde una lacrima.
Una risata spesso nasconde un sospiro.
Un abbraccio spesso cela una disperata richiesta di aiuto."
Mirai Nikki



Amy aprì stancamente la porta del bar e si sedette ad un tavolino massaggiandosi una tempia con due dita. Alzarsi quella mattina era stato piuttosto traumatico. Si era riaddormentata due volte e alla terza volta Leslie le lanciò dietro il cuscino e le tolse le coperte urlando che non poteva perdersi le lezioni e che avrebbe fatto meglio a sbrigarsi o l'avrebbe buttata letteralmente giù dal letto. Ad Amy più che una tranquilla ragazza in quel momento  le apparve come il sergente di una caserma militare che urlava ai marines di scendere dalle brande.
Con una forza sovrumana riuscì ad alzarsi e a raggiungere il bar dove Sheldon lavorava per fare colazione.
« Ti senti bene Pidge? Hai una faccia sconvolta. » Sheldon si sedette di fronte a lei con i cappuccini e le brioche per entrambi.
« Forse perché non ho dormito un cavolo di niente stanotte. » sbottò irritata.
« Ma dai, non saremo mica tornati tardi eri sera! » rise mentre versava lo zucchero nel cappuccino e iniziava a mescolare.
Lei lo guardò come se si fosse bevuto il cervello. « Non siamo tornati tardi? Io a quell'ora dormo già da un pezzo. Non so come fai ad essere così fresco dopo tutto quello che è successo ieri. »
Assaggiò un sorso. « È solo questione di abitudine. Ci vuole un po', ma con il tempo non senti neanche più la stanchezza. Potresti riuscirci persino tu. »
Amy corrugò la fronte. « No, io non ho nessuna intenzione di tornarci ancora. Io e le gare clandestine abbiamo chiuso. »
Sheldon appoggiò la tazza e si pulì la bocca dalla schiuma. « Bene. Puoi convincere anche la tua amica a fare altrettanto? Perché mi sta letteralmente stressando. »
« Di già? Sono passate soltanto poche ore. » ridacchiò.
« Guarda. » prese il cellulare e le fece leggere i messaggi che Penny gli aveva inviato dopo che l'aveva accompagnata a casa e quelli inviati quella stessa mattina.

Ore 7:15
Ieri mi sono divertita tantissimo! Quand'è che ci andiamo ancora?

Ore 7:19
A proposito, non è che mi fai fare ancora un giro sulla tua macchina? :)

Ore 7:24
La prossima volta scommetto su di te così magari vinco qualcosa! ahahaha

Ore 7:33
Sheldon! Perché non rispondi!? Giuro che se osi darmi buca e non portarmi più con te, te la faccio pagare molto cara è.é

« Cosa dovrei fare secondo te? È peggio di uno stalker. »
Amy prese la tazza tra le mani e assaporò il latte mischiato al caffè. « Effettivamente non hai molta scelta. Penny non è una che demorde facilmente. »
« Lo so per questo tu sei l'unica che possa convincerla. Non voglio coinvolgervi in cose come questa. È rischioso e non ne vale la pena. »
« D'accordo ci proverò, ma non ti assicuro nulla. »
« Grazie. » rimise il cellulare in tasca e prese un pezzo di brioche. « Tutta colpa di quell'idiota di Leonard. Se non vi avesse detto nulla a quest'ora non dovrei preoccuparmi di tenere lontano Penny. »
Amy si bloccò con la tazza sospesa a mezz'aria. « Aspetta, stai dicendo che se non fosse stato per Leonard tu non ci avresti detto nulla? »
« Probabilmente no. »
« Perché? »
« Perché ci sono alcune cose che preferisco non dire a troppa gente e in questo caso direi che sono più che giustificato. » rispose appoggiandosi allo schienale della sedia e cercando nella tasca del giubbino il pacchetto di sigarette. « Non mi è mai piaciuto coinvolgere le persone nelle mie cose sopratutto se sono persone che conosco da poco tempo. »
Amy rimase colpita. Voleva dire che non si fidava di lei?
« Davvero mi avresti tenuto all'oscuro da tutto questo? »
Sheldon incrociò le braccia e la guardò perplessa. « Non ti ho detto praticamente nulla di me e non ti ha infastidito. Perché questo sarebbe diverso? »
« Beh perché...» si bloccò non trovando nulla per cui ribattere. Il fatto che non la ritenesse importante la fece soffrire, ma d'altronde cosa si aspettava? Raj l'aveva detto che era uno molto riservato e che ci voleva tempo prima che iniziasse a fidarsi di qualcuno. Però pensava che ormai tra di loro si fosse creata una certa chimica e che coinvolgerla in una cosa importante come questa sarebbe stata scontata.
Infondo di lui non sapeva proprio un bel niente. Non le aveva raccontato quasi niente sulla sua vita prima di trasferirsi a Pasadena. Era completamente all'oscuro.     
« No, hai ragione...non sei tenuto a farmi sapere tutto. Infondo hai ragione. Ci conosciamo da troppo poco. » appoggiò i gomiti sul tavolo e abbassò lo sguardo sulla sua brioche che non era stata ancora toccata.
« È difficile da spiegare, Pidge. »
Amy alzò gli occhi su di lui e Sheldon si avvicinò un po'. « Ci sono cose che preferisco tenere per me ed è molto meglio così fidati. » abbassò la voce. « Meno sai di me e meglio è. »
Amy annuì e Sheldon si allontanò tornando ad appoggiarsi completamente allo schienale della sedia.
Meno sapeva di lui e meglio era.
Non le importava sapere cosa nascondeva. Lei voleva soltanto che lui riuscisse ad aprirsi con qualcuno, perché -ne era sicura- nemmeno con Leonard ci era riuscito, o almeno non del tutto. Voleva aiutarlo a sostenere quel peso che si portava dietro. Si era accorta che dietro il suo sguardo apparentemente allegro e spensierato si celava una certa sofferenza. Non sempre traspariva, ma certe volte si notava più del solito. Era come un'ombra che aleggiava nei suoi occhi e che con difficoltà riusciva a contenerla. Un'ombra che minacciava di diventare sempre più grande. Il suo apice lo raggiungeva quando suonava il pianoforte. Quando le sue dita percorrevano i tasti, sembrava diventasse quasi un'altra persona. L'espressione diventava più severa, le sopracciglia corrugate per la concentrazione e lo sguardo di chi stava affrontando le proprie paure, la propria rabbia, il proprio dolore. A volte smetteva di ascoltarlo per concentrarsi su di lui.
Se conoscesse la musica forse capirebbe quello che lui sta cercando di dire.
Forse sarebbe perfino riuscita a sentire la sua disperata richiesta di aiuto.
« Dovrai imparare a fidarti di qualcuno prima o poi. » disse dopo aver appoggiato la tazza vuota.
Sheldon abbozzò un mezzo sorriso e guardò il tavolo. « Hai ragione. Ma prima dovrò trovare quel qualcuno non ti pare? »


~°~



Nelle settimane successive Amy uscì diverse volte con Raj. La portava in posti diversi ogni volta e in poco tempo aveva praticamente visitato tutta la città. Raj era sempre estremamente gentile con lei, ma era anche molto timido anche se cercava in tutti i modi di sembrare uno dal carattere sicuro e forte. Nonostante i suoi sforzi ogni tanto capitava che arrossisse senza motivo o che balbettava qualcosa. Amy si inteneriva sempre quando perdeva per un attimo la sua sicurezza.

Aprì la porta di un appartamento fin troppo familiare negli ultimi tempi. Effettivamente passava un sacco di tempo lì. Dopo le lezioni quasi tutti i pomeriggi si ritrovava in quell'appartamento e se non poteva per qualche motivo era da Penny e la sera era praticamente costretta a cenare da loro. Piuttosto che mangiare da sola o con  Leslie non le dispiaceva la loro compagnia.
Aveva una scatola in mano e quando l'appoggiò sul tavolino Sheldon guardò interrogativo prima lei, poi la scatola e poi di nuovo lei.
« Che cos'è? »
« Una scatola. » rispose con ovvietà.
Sheldon la guardò male e lei ridacchiò. « No, intendo, cosa c'è dentro? »
« Niente che ti interessa. » rispose facendogli un sorriso. Tirò fuori i libri e li appoggiò in parte all'oggetto che in quel momento era fonte di curiosità per Sheldon.
« Perché non mi dici cosa c'è dentro? »
« Perché non è per te. Mi hanno fatto un regalo. » disse vaga prendendo una penna e sistemandosi sul divano mezza rivolta verso di lui come faceva sempre quando studiavano insieme.
« Dai fammi vedere! » esclamò allungando la mano, ma lei fu più veloce e spostò la scatola più in là dove non potesse arrivarci.
Lui la fissò intensamente per qualche secondo. « D'accordo, hai vinto tu. » disse alzando le mani e prendendo il suo libro di matematica.
Sorrise soddisfatta. Per una volta aveva vinto lei.
« Ieri non mi è uscita nemmeno un'integrale. Perché io ci metto un'ora per arrivare alla soluzione, sbagliata tra l'altro, mentre tu in cinque minuti scarsi la risolvi? » pensò ad alta voce.
« Perché io sono un genio. » rispose con un mezzo sorriso e l'aria di superiorità.
Amy sospirò. Quando si atteggiava così gli avrebbe tirato dietro il libro. Non c'era bisogno che le sbatteva in faccia ogni volta questo fatto.
« Ci vuole un po' di tempo per capirle. Non sono così difficili come sembrano, anzi sono la parte più semplice del programma. »
Amy lo guardò terrorizzata. « Come la parte più semplice?! C'è qualcosa di peggiore di questa robaccia? »
Sheldon annuì. « Vedrai come ti divertirai con la statistica inferenziale. » aprì il libro svogliatamente sugli esercizi con le differenziali e lo appoggiò davanti ad entrambi in modo che potesse vedere anche lei.
Amy iniziò a trascrivere la prima equazione quando vide Sheldon, con uno scatto, allungarsi sul tavolino per prendere la scatola.
« Ehi! » gridò per lo spavento.
« Oh! » esclamò quando finalmente vide cosa c'era dentro. « Ma sono cupcake! »
« Sì, sei contento adesso? » sbuffò incrociando le braccia.
Lui ne afferrò uno e iniziò ad esaminarlo. « Li hai fatti tu? Che gentile, non c'era bisogno sai? Aspetta non saranno mica velenosi? » disse toccando la superficie morbida.
« No, non li ho fatti io. Mi hanno fatto un regalo, non mi hai sentito prima? »
« Sinceramente no. Stavo cercando di capire cosa diamine ci fosse dentro. » staccò un pezzettino per guardare all'interno. « Si vede che non li hai fatti tu sono troppo perfetti. » ghignò mentre Amy lo guardò torva.
« Cosa ti dice che non sappia farli anche io? »
« Il fatto che l'ultima volta hai voluto cuocere la pizza e si è carbonizzata. Ammettilo, Pidge, a cucinare fai pena quanto me. »
È vero cucinare non era mai stato il suo forte.
« Comunque li ha fatti Raj, prima che me lo chiedi. » disse prendendone uno.
Quel pomeriggio Raj, dopo le lezioni, si era presentato davanti al cancello dell'università poco prima che lei partisse per andare da Sheldon e le aveva dato quella scatola con dentro sei cupcake tutti diversi. Al cioccolato, alla cannella, alla vaniglia, con la crema, la panna e uno semplice senza nulla.
Rimase molto stupita quando lo vide. « Come fai a sapere che adoro i cupcake? » chiese e lui sorrise tranquillamente. « Sapessi...» rispose vago con una scrollata di spalle. "È stata sicuramente Penny" pensò. Quando Raj se ne andò non riuscì a trattenere un sorriso. Le aveva preparato un dolce e per essere sicuro di non sbagliare aveva chiesto a Penny quale fosse il suo preferito.
Sheldon ne addentò uno, quello con la cannella, e sgranò gli occhi. « È tipo la cosa più buona che abbia mai mangiato! » esclamò con la bocca piena. « E quello stronzo mai una volta che li abbia fatti per noi. Lo odio. »
Lei rise vedendo la sua espressione estasiata. Poi ne assaggiò uno anche lei e in effetti era davvero molto buono, il migliore che abbia mangiato finora. Raj aveva talento per la cucina e quella era la prova definitiva.
Improvvisamente Raj le apparve ancora più carino del solito. Avrebbe avuto una fornitura di cupcake a vita.
Sheldon la guardò e scoppiò a ridere. « Lo dico sempre che sei una mocciosetta. Non riesci nemmeno a mangiare un cupcake senza sporcarti. » disse allungando il pollice per toglierle la panna dalla punta del naso. Si pulì il dito sui pantaloni e Amy si portò istintivamente due dita sul naso. Fu un gesto semplice quello di toglierle la panna, ma lei ebbe un brivido lungo tutto il corpo. Al pari di quando le aveva dato il bacio sulla fronte. Rimase immobile con lo sguardo perso nel vuoto per qualche secondo tant'è che Sheldon agitò una mano davanti ai suoi occhi.
« Ehi, ci sei? »
« Sì...sì, stavo solo pensando a una cosa. »
« A cosa? » domandò incuriosito.
« A...» al fatto che ogni volta che ti sono vicino perdo la testa, al fatto che basta solo che mi sfiori per farmi venire i brividi lungo la schiena, al fatto che mi sta succedendo tutto questo e non riesco a capire perché. «...a quanto tempo mi ci vorrà per riuscire a risolvere queste stupide differenziali. » disse con un piccolo sorriso. Lui si avvicinò di più iniziando a scrivere qualcosa sul suo quaderno. Il respiro di Amy si fece più veloce.
« Intanto potresti iniziare a scrivere l'equazione nel modo corretto, che ne dici? » disse dopo aver appoggiato la penna.
Ma ad Amy della matematica non gliene fregava un tubo. Era confusa su ciò che provava, confusa su quello che c'era tra di loro.
E più restava con lui più aveva la sensazione di non riuscire a capire i suoi sentimenti.   



~°~



« Andiamo? » disse una Penny alquanto impaziente mentre tamburellava le dita sul braccio. Era in piedi che dava le spalle alla porta dopo essere entrata nella sua stanza con una certa veemenza. Leslie le scoccò un'occhiataccia, ma non disse nulla.
Amy alzò lo sguardo dal libro piuttosto confusa. « Prego? »
Penny sbuffò. « Dobbiamo andare a prendere questo benedetto vestito per la festa. »
La mora inarcò le sopracciglia ricordando qualche frammento della conversazione fatta con lei a pranzo. Stava pensando a tutt'altro e sinceramente si era completamente dimenticata del vestito.
« vuoi andare adesso? » rispose scocciata lanciandole un'occhiata veloce mentre lanciava il libro sul letto e metteva il tappo all'evidenziatore.
« Certo! La festa è tra cinque giorni, Amy. Ho solo cinque giorni per trovare il vestito, le scarpe e la borsa da abbinarci. Se non ci diamo una mossa potremmo non trovare nulla. » si imbronciò pensando all'eventualità di non avere tutto nuovo di zecca.
« Forse sei tu quella che non troverà niente. Io sono già più che a posto. »
Penny alzò un sopracciglio scettica. « Ma davvero? E sentiamo, di grazia, cosa indosserai? »
« Io...» si bloccò quando tutto ciò che le vennero in mente furono maglie e jeans. Non era certo l'abbigliamento più bello che potesse sfoggiare, sopratutto ad una festa in cui ci sarebbero state tutte le matricole pronte a sfoggiare il loro aspetto migliore per conquistare il rispetto di gente più grande di loro.
« Magari posso venire così. » si indicò mostrando un sorriso innocente.
Penny le puntò contro un dito in modo minaccioso. « Se pensi di venire vestita da barbona giuro che ti prendo a calci da qui fino a Portland. » Portland era la loro città di origine. Improvvisamente sentì una certa malinconia nel ricordarsi la sua città.
« Dai stavo scherzando, è ovvio che non mi vestirò così. » roteò gli occhi. Anche se non stava proprio scherzando del tutto. « Ma non ti pensare che indosserò qualche abitino striminzito, chiaro? »
« Certo che no. » disse mostrandole un sorriso di chi stava pensando tutto il contrario invece.
Amy si alzò e prese la sua borsa già pentendosi di aver deciso di darle retta.
« D'accordo andiamo. » sospirò non proprio entusiasta. Penny la prese per un braccio e la accompagnò fuori.
« Vedrai che bel vestitino che ti troverò! » squittì trascinandola giù per le scale.
Forse sarebbe stato meglio così. Doveva andare vestita bene a quella festa non poteva fare come la prima volta che entrò in quel locale appena trasferite. Lo stesso giorno in cui incontrò Sheldon per la prima volta e che, molto gentilmente, le aveva detto che sembrava una mocciosa. E aveva perfino riso. Avrebbe dovuto davvero tirargli dietro qualcosa, accidenti.

Finalmente ritornarono a casa e una volta entrate appoggiarono per terra numerose borse. Amy era esausta. Aveva provato qualcosa come un migliaio di vestito e un altrettanto numero di scarpe. Andare a fare shopping con Penny metteva a dura prova la pazienza di chiunque, anche della più appassionata al mondo di negozi. Però almeno era riuscita a trovare tutto al contrario di Penny che ancora non aveva trovato la borsa e, stando a come nemmeno in un immenso negozio solo di borse non ne avesse trovata una di suo gusto, probabilmente avrebbe finito con l'usare una che già possedeva.
« Vedrai come piacerai a Sheldon con quel vestito azzurro. » la bionda le portò un bicchiere di vino e le fece l'occhiolino con aria complice.
« Per l'ultima volta...io non piaccio a lui e lui non piace a me, va bene? » sbottò infastidita assaggiandone un sorso. Perché continuava a insistere con questa cosa?
« Stavo solo scherzando, scusa...» mormorò l'amica. « Era solo per dire, dato che sarete insieme. So benissimo che non vi piacete. »
Amy appoggiò il bicchiere sul tavolino davanti a sé. « Il fatto è che non ci vado più con lui. »
A Penny andò il vino di traverso. Tossì un paio di volte e poi tornò a guardare l'amica. « Come non vai con lui? E con chi andresti scusa? Non ti azzardare a darmi buca, sai? »
« Vado con Raj. »
Penny batté gli occhi un paio di volte. « Con...Raj? »
Amy annuì. « Sì, mi ha chiesto se potevamo andare insieme tempo fa e gli ho risposto che andava bene. »
« E Sheldon non ha detto nulla? » domandò perplessa.
Amy spostò lo sguardo e iniziò a muoversi nervosamente.
« Oh cielo, tu non glielo hai ancora detto...» disse con rassegnazione.
« No, non ancora. Ma non ci sono problemi, va bene? A Raj serviva un'accompagnatrice e a Sheldon serviva qualcuno che non gli stesse in mezzo ai piedi. Problema risolto. » tagliò corto.
Penny inclinò la testa da un lato e la lanciò un'occhiata scettica. « Ah sì? Allora se è tutto risolto perché non gli hai detto che non ci vuoi più andare con lui? »
Amy si bloccò non sapendo cosa dire. Non aveva mai trovato il momento giusto per dirglielo.
« Beh, perché...» si morse il labbro in cerca di qualcosa di convincente da dire. La guardò decisa.
« Perché glielo dico adesso. » affermò sicura di sé.
« Adesso? »
« Sì. Adesso. » si alzò di scatto e raggiunse la porta. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo. Ma Penny la stava osservando seduta sul divano e ora non poteva più tirarsi indietro.
Titubante bussò alla porta. Un paio di colpetti leggerissimi. Nessuno avrebbe sentito e lei sarebbe potuta tornare indietro tirando un bel sospiro di solliev—
« Hai bisogno di qualcosa per caso? » Amy se lo ritrovò ad un palmo dal naso in meno di dieci secondi. Ma come accidenti aveva fatto a sentirla? Si era appostato dietro alla porta?
« Ah, ehm...io...» cercò di formulare una frase di senso compiuto, ma tutto ciò che il suo cervello fu in grado di elaborare erano solo versi e sillabe prive di logica.
Sheldon si appoggiò allo stipite fissandola con un ghigno divertito. « Ora ti metti a balbettare quando mi vedi? Non pensavo di farti questo effetto. »
Amy prese un respiro cercando di calmarsi. Con la coda dell'occhio vide Penny che rideva e che la guardava curiosa.
Ignorò quello che aveva detto sull'effetto che gli faceva.
« A dire il vero ti devo dire una cosa. »
Lui si staccò dallo stipite e, leggermente sorpreso, si spostò facendole segno di entrare.
Stava guardando un film a giudicare dal sacchetto di pop-corn appoggiato sul divano e alla bottiglia di birra appoggiata sul tavolino. Sullo schermo c'era il fermo immagine su uno zombie che stava azzannando la sua vittima. Fece una smorfia di disgusto. Ottimo tempismo per mettere il film in pausa, davvero.
« Vuoi? » disse offrendole il sacchetto con i pop-corn. Lei scosse la testa.
« No, grazie. Senti volevo solo dirti che...» si fermò. Una stana sensazione iniziò a farsi strada dentro di sé. Non era sicura, ma aveva come il presentimento di star facendo la cosa sbagliata.
« Allora? » la incalzò a proseguire. Si portò una manciata di pop-corn in bocca aspettando che si decidesse ad andare avanti.
« Io non vengo più alla festa con te. »
Sheldon tolse la mano dal sacchetto e se la pulì sui pantaloni. La osservò per qualche secondo con espressione seria.
« Perché non dovresti più venire con me? » domandò alzando leggermente un sopracciglio.
« Vado con un altro. » disse senza tanti giri di parole. Non voleva dirgli con chi andava dato che si trattava pur sempre si uno dei suoi migliori amici. Anche se non c'era alcun motivo per farlo. Loro due non stavano insieme, perciò perché nasconderlo?
« Capisco. Immagino si tratti di Raj. »
Lo sguardo di Amy gli fece capire che aveva indovinato.
« Lo sapevo. Non fa altro che dire quanto gli piaci e che ti trova carina. È una vera rottura di palle ultimamente. » disse con tono freddo.
« Ah. » disse solo. Certo sapeva di piacergli, ma non pensava così tanto. Era davvero preso da lei se ne parlava così spesso con gli amici.
« Quindi...a te va bene? » domandò cauta.
Lui scrollò le spalle. « Che vuoi che me ne importi? Vuoi andare con lui? Meglio così, almeno mi risparmio quella festa inutile. » prese il telecomando e spense il televisore poi lo cacciò sulla poltrona con un gesto stizzito.
Amy ci rimase male. Non gliene importava niente di lei e questo avrebbe dovuto capirlo da tempo. Non la considerava più della semplice amica della sua vicina di casa. Strinse le labbra e si sentì pervadere da rabbia e delusione.
« Se non volevi venire con me potevi anche dirlo subito, sai? » sbottò fissandolo negli occhi azzurri.
« Pensi che il motivo sia che non voglia venire con te? »
« Sì, esatto. La verità è che non ti piace stare con me. Pensi che sono semplicemente un peso e una noia. E ora scusa, ma devo andare. » si girò, ma una stretta salda le afferrò il polso costringendola a voltarsi nuovamente.
« Sei davvero una stupida a pensare questo. »
Amy sgranò gli occhi. La sua mano ancora attorno al polso.
« A me piace stare con te. » mormorò.
Amy non sapeva cosa dire. Aveva ragione a darle della stupida.
« Davvero? »
« Sì. Se vuoi andare con lui non sono certo io a impedirtelo. È giusto così, infondo è lui la persona più adatta a te. »
Lentamente lasciò andare la presa e con un sospiro leggero raggiunse il pianoforte dove con la mano destra iniziò a fare qualche accordo con aria svogliata.
« Ora se non ti dispiace, dato che non c'è Leonard, vorrei esercitarmi un po'. » disse celando in quella frase un invito a lasciarlo da solo.
« Non suoni mai quando c'è Leonard? » chiese ignorando il messaggio nascosto nella frase. Al contrario di quanto si aspettava non aveva alcuna voglia di andarsene.
« Preferisco farlo quando sono da solo. Mi concentra. » continuò tenendo gli occhi fissi sulle dita che si muovevano.
« A me piace vederti suonare. » mormorò e subito si coprì la bocca con la mano quasi avesse detto un segreto inconfessabile. Non voleva dirlo davvero, voleva solo pensarlo, ma il suo cervello non aveva attivato il filtro che lo collega alla bocca.
Sheldon accennò un sorriso. Si fermò e si girò appena verso di lei.
« Perché pensi che non mi piaccia stare con te? » domandò con un'espressione curiosa.
Amy sperò che l'argomento non tornasse più fuori e invece lui aveva voglia di approfondire, accidenti. Si morse il labbro cercando di ponderare le parole giuste da dire. Non sapeva molto bene neanche lei perché pensasse questo di Sheldon. Forse era per la loro diversità, i gusti ed interessi opposti, per le vite e le esperienze così distanti.
Sheldon aspettò pazientemente che Amy trovasse il pensiero giusto da esprimere. Avrebbe voluto dirle che se continuava a tormentare in quel modo il labbro l'avrebbe rovinato, ma non disse nulla.
« Il fatto è che siamo molto diversi, Sheldon. Per questo penso che in realtà tu preferisca stare con altri tipi di persone. E poi in genere non piaccio molto ai miei coetanei perché dicono che sono troppo diversa e troppo introversa. » Chissà come aveva trovato il coraggio di dirgli quello che pensava. « Alla maggior parte piace uscire e divertirsi, bere e andare a ballare, esattamente come te, mentre io preferisco stare da sola a leggere e a...scrivere. » concluse allontanando lo sguardo dal suo.
Sheldon la guardò comprensivo. Anche se non sembrava la capiva molto bene.
« Vieni ti facci vedere una cosa. » disse alzandosi e facendole cenno di seguirlo. Raggiunsero la sua camera dove Amy si bloccò qualche secondo prima di entrare. Sheldon roteò gli occhi quando la vide ferma sulla porta. « Non ti faccio niente se metti piede in camera mia, Pidge. »
« Sono semplicemente colpita dal fatto che è così ordinata da sembrare quella di una donna. » lo prese in giro mostrandogli un largo sorriso finto.
« Ah ah ah davvero divertente. Mi sto piegando dal ridere. » rispose mostrandole anche lui un sorriso finto. Poco alla volta la sua espressione si fece seria.
« Tu dici che sei noiosa perché preferisci stare a casa a leggere uno dei tuoi libri super impegnativi o a scrivere. » incrociò le braccia. « E io cosa dovrei dire? Suono il pianoforte e ho diversi CD di musica classica che ogni tanto mi piace ascoltare. Dovrei forse considerarmi un emarginato o uno strambo? »
Amy iniziò a tormentarsi una ciocca di capelli. « No...»
« Visto? Te ne devi fregare di quello che pensa la gente. Vogliono giudicarti in base a quello che ti piace senza conoscerti? Bene, lascia farglielo. Quella è tutta gente che non ti merita e che faresti meglio a lasciar perdere. » disse.
Amy rimase sorpresa da quelle parole. Il modo in cui lo aveva detto le face capire quanto ci tenesse a lei. Sentì l'autostima crescere e fu convinta che doveva assolutamente adottare la sua stessa filosofia di vita.   
« Credo...credo che tu abbia ragione. » mormorò.
Sheldon sorrise appena. Si accovacciò e prese ad armeggiare sotto il letto finché non tirò fuori una scatola con uno sottile strato di polvere sopra.
Amy lo guardò confusa. « Cosa c'è lì dentro? »
« Qui ci sono tutte le mie cose che mi sono portato da casa. Beh, alcune cose. Quelle che ritenevo più importanti. » disse cominciando a spostare i vari oggetti finché non trovò quello che gli interessava. In quel caso due libri dall'aria piuttosto vecchia e su cui c'erano disegnate delle note.
La curiosità di Amy fu più forte dell'educazione così non riuscì a non dare un'occhiata dentro.
« Hai addirittura dei vinili di musica classica? » domandò sorpresa.
« Uhm? Ah, sì ho...ho una specie di collezione. » ne prese uno e se lo rigirò tra le mani. Era da tanto che non vedeva quei dischi. Erano sempre sparsi per casa sua un tempo. Li trovava ovunque, perfino in bagno. « Ma non sono miei. Erano di mia madre. Aveva la passione per la musica classica e amava collezionare i dischi dei suoi compositori preferiti. » spiegò con una punta di nostalgia.
« Perché non hai mai detto che avevi una collezione di musica classica? » domandò Amy prendendone un altro e studiandolo con attenzione.
Sheldon rise. « Perché non è una cosa che dici per vantarti in giro, non ti pare? » Effettivamente non aveva tutti i torti.
« Anche a me è sempre piaciuta, ma non ho mai approfondito purtroppo. »
Sheldon si fece pensieroso. « Beh, potremmo andare ad un concerto uno di questi giorni. Ne fanno spesso qui in città e si esibiscono musicisti provenienti da tutto il mondo, alcuni anche piuttosto famosi come Yiruma. »
« Eh? »
Alzò gli occhi al cielo. « Non scherzavi quando dicevi che non avevi approfondito...» sospirò. « È un genio quell'uomo. Te lo farò sentire un giorno. »
« Davvero vuoi andare ad un concerto di musica classica? » chiese sorpresa. Si sarebbe aspettata un invito per un concerto metal dove padroneggiavano chitarre elettriche e grida da parte dei cantanti, oltre a un'orda di metallari che pogavano come matti noncuranti di finire addosso agli altri. Di certo non un concerto fatto di pianoforti e violini.
Sheldon scrollò le spalle. « A dir il vero da quando sono qui non ci sono mai andato e piuttosto che andarci da solo faccio a meno. »
« Chiedi a Leonard, no? » disse con ovvietà.
Lui la guardò leggermente a disagio. Amy inarcò le sopracciglia capendo. « Ti vergogni di chiederglielo! »
« Non mi vergogno di chiederglielo! » sbottò. « A Leonard non piace mentre agli altri non interessa. Quindi ci ho rinunciato. »
Amy sorrise. « D'accordo, magari una volta possiamo andarci. »
« E questa volta non mi darai buca perché comprerò io i biglietti e costano parecchio. » cercò di rimanere serio, ma un luccichio negli occhi lo tradì. Amy ridacchiò. « No, non ti darò buca. »
Si abbassò per rimettere a posto il disco quando notò l'angolo di una fotografia emergere tra due libri. La prese con la punta delle dita e la esaminò. C'era una donna piuttosto giovane con accanto un bambino che doveva avere sui sette anni. Assomigliava molto a Sheldon ma non era lui perché aveva gli occhi grigi e non azzurri come i suoi. Forse doveva essere...
Sheldon le strappò la fotografia dalla mano.
« Lei è...» mormorò Amy.
Lui abbassò lo sguardo e il viso si fece cupo. Fece passare un dito sopra e annuì. « Sì, è mia madre insieme a mio fratello. »
Era da tantissimo tempo che non la guardava più. Solo quando i suoi lineamenti cominciavano a farsi più sfocati allora la tirava fuori dalla scatola e gli dava un'occhiata veloce. Solo grazie a quella fotografia poteva ancora ricordarsi di lei altrimenti l'avrebbe già dimenticata da tempo.
Calò un silenzio fatto di tensione e ricordi.
Amy si abbassò per vedere se ci fosse qualcosa di interessante e sperò di non imbattersi in un'altra fotografia. Non le piaceva quello sguardo triste, non gli si addiceva. Tirò fuori un libro con delle note sulle copertina e con i bordi leggermente rovinati. Lo aprì e iniziò a sfogliarlo lentamente. C'erano spartiti semplici e altri piuttosto complessi, brani di compositori classici e di musica moderna, il tutto accompagnato da brevi appunti presi a bordo pagina. Era una scrittura fine ed elegante, appartenente ad una donna probabilmente e contando il fatto che Sheldon li avesse con sé non fu difficile capire a chi appartenessero un tempo.
« Visto che hai bisogno di farti un po' di cultura ti presto qualche CD. » disse il ragazzo dopo aver appoggiato la fotografia sul letto ed averle messo in mano alcuni CD che Amy guardò perplessa.
« Yiruma e...Yann Tiersen? Devo proprio ascoltarli? » disse dopo aver letto i nomi.
« Sì. » rispose semplicemente.
Li rigirò tra le mani per osservare la copertina e il retro. « Mi chiedevo...perché non hai fatto il conservatorio se ti appassionava così tanto la musica? »
« Perché c'è una concorrenza spietata e non sarei mai riuscito ad emergere. Nei conservatori c'è gente con un talento di gran lunga superiore al mio, inoltre costa troppo non sarei mai riuscito a permettermela. E poi sono molto più bravo in matematica. » spiegò ricordandosi improvvisamente di quando arrivato all'ultimo anno del liceo non avesse la più pallida idea di cosa fare. Anzi, quando non aveva la benché minima voglia di fare qualcosa dopo il liceo. Era estremamente disinteressato e apatico verso lo studio o qualsiasi altra cosa lo circondasse e i suoi voti erano mediocri nonostante i professori sapessero che fosse un ragazzo dotato di una notevole intelligenza. Sopratutto quello di matematica. Si ricordò bene della conversazione fatta con il professore in cui lo spronava a non lasciarsi scivolare tutto addosso, ma a sfruttare i suoi talenti perché è questo che fanno le persone intelligenti. "Sai cosa odio di più, Sheldon? Vedere le persone che sprecano i propri talenti." Aveva ancora bene in mente quella frase detta dal suo professore ed era stato quello, forse, l'unico motivo per cui aveva deciso di dare una svolta alla sua vita. Non avrebbe sprecato così miseramente i suoi talenti.
Amy mosse qualche passo verso l'uscita, ma si fermò e si voltò nuovamente.
« Senti, credo di aver sbagliato. Avevo detto che sarei venuta con te alla festa e invece io ho preferito andare con—»
« Ho già detto che va bene così. » la interruppe freddamente.
« O-okay...» lei uscì e prima di seguirla prese la foto dal letto la mise tra due libri posti sullo scaffale. Poi chiuse la porta.


~°~

« Secondo te è meglio se mi metto la cravatta e i pantaloni eleganti o meglio i jeans e una maglia? » domandò Leonard mentre portava in salotto degli abiti per farli vedere al suo coinquilino.

« Quello a destra. » disse senza staccare gli occhi dal televisore. Leonard gli lanciò un'occhiata stizzita.
« Non hai nemmeno guardato! »
« Sto guardando il wrestling adesso! Non rompere. » sbottò acido mentre apriva un sacchetto di patatine al formaggio.
« Tu hai un sacco di maglie e camicie strafighe, cavolo. Perché io non ho mai niente di decente? »
« Perché io so vestirmi e tu no. » rispose con sufficienza.
Leonard gli fece una linguaccia. Tanto non lo stava nemmeno guardando. Diede un'occhiata alla maglie e alle due camicie che aveva in mano, ma non lo convincevano affatto così li lanciò sul pavimento e tornò in camera a rovistare nell'armadio. Se non fossero per i quindici centimetri abbondanti di differenza tra le loro altezze avrebbe sicuramente rubato qualcosa dall'armadio dell'amico. Aveva una camicia scura di seta davvero bella, peccato che se l'avesse indossata lui gli avrebbe fatto da camicia da notte. Sbuffò diverse volte mentre tirava fuori dall'armadio i vestiti e dopo una veloce occhiata gettava sul pavimento quelli scartati mentre sul letto quelli che avrebbero potuto andare bene. Si sorprese dalla quantità di roba che non sapeva nemmeno di avere.
Non c'era quasi niente che gli piaceva. Sembrava tutto inutile e anonimo in questo momento eppure fino a poche settimane prima era convinto di avere un guardaroba più che invidiabile con tutti quei capi firmati che facevano capolino appena apriva l'anta. Il fatto è che niente sembrava abbastanza bello per Penny.
Ritornò in salotto con altre maglie tenute in mano, tre camicie sulle spalla e un paio di pantaloni sull'altra.
« Dici che a Penny piace di più un uomo vestito elegantemente o casual? » continuò ricevendo un'occhiataccia torva da Sheldon.
« E io cosa vuoi che ne sappia? »
« Sarei dovuto andare a comprare qualcosa...» disse passandosi due dita in mezzo agli occhi.
Sheldon sospirò esasperato. « Domani andiamo a comprare qualcosa, va bene? Se vuoi ti scelgo i vestiti e ti aiuto anche metterteli in camerino! »
Leonard arricciò le labbra schifato. « Non ci vengo a scegliere i vestiti con te, sei scemo? Mica siamo una coppia! »
Alzò le spalle. « Ti stai comportando come una donna isterica e mestruata. Sei tu fai la femmina io farò l'uomo di questa relazione. » disse guardandolo e ridendo.
« Voglio solo fare bella figura con Penny domani...e poi non sono una donna isterica! » sbottò alzando la voce.
« Come no...» mormorò a bassa voce.
Leonard iniziò a raccogliere i vestiti sparsi sul pavimento.
« Non capisco perché ti stai facendo tutti questi problemi per nulla. È solo una stupida festa. Sii te stesso come sempre, no? »
« Certo, facile a dirsi...» la verità era che con Penny non riusciva ad essere se stesso. Lo metteva a disagio e si comportava come un imbecille timido ed impacciato quando in realtà non lo era affatto. Si sedette sulla poltrona. « E tu con Amy invece? » chiese per cambiare discorso.
« Io con Amy cosa? »
« Viene con te alla festa domani, no? Hai intenzione di comportarti decentemente o farai lo stronzo menefreghista che si mette a pomiciare negli angoli con la prima tizia ubriaca che gli capita? »
Leonard sorrideva divertito per la scena, ma Sheldon rimase serio. Gli occhi che fissavano l'incontro di wrestling alla tv.
« Non ci viene più con me. »
« Davvero? » disse sorpreso.
« Raj l'ha invitata e lei ha accettato. »
« Giusto, Raj voleva chiederglielo...»
Scrollò le spalle. « Meglio così, non avevo nessuna voglia di andarci. Andrò da un'altra parte, probabilmente al Paradise insieme a qualche compagno di corso. »
« La discoteca nuova che hanno aperto soltanto due mesi fa? È un posto esclusivo, come fai ad avere il permesso per entrarci? »
« Ho le mie conoscenze. » rispose con un sorriso soddisfatto.
« Howard e Bernadette si imbucheranno con noi invece. Alla fine Howard è riuscito a convincerla a venire. »
Annuì svogliatamente. « Ottimo. »
Leonard lo osservò attentamente per qualche secondo. Aveva come la sensazione che qualcosa non andasse e che centrasse il cambio di idea di Amy. Possibile che ci fosse rimasto male? Era tentato chi chiedergli se c'era qualche problema, ma capì che era meglio aspettare un altro momento. Non era il caso di insistere.
Guardò un po' il wrestling insieme a Sheldon e mentre tamburellava con entrambi gli indici sui braccioli della poltrona si chiese come avrebbe dovuto comportarsi domani. Zack ci sarebbe stato o no? E se ci fosse stato avrebbe fatto meglio a stare lontano? No, col cavolo. Non aveva paura di quel tizio e non si sarebbe fatto alcun problema a parlare con lei o, perché no, anche a ballarci insieme.
Ma per farlo doveva assolutamente trovare qualcosa da mettersi. Qualcosa che la lasciasse a bocca aperta.
Si allungò sul tavolino e prese il cellulare. Velocemente compose il numero sulla tastiera.
« Chi chiami? » chiese Sheldon passandosi due dita sotto il mento.
« Chiedo a Raj se mi presta qualcosa. »
« Giusto, tanto siete entrambi nani da giardino quindi la sua roba sicuramente ti andrà bene. » lo prese in giro.
Leonard gli fece una smorfia. Appena l'amico rispose immediatamente si alzò e si diresse in camera per spiegargli come stavano le cose.
Sheldon sospirò rassegnato. « L'amore gli sta dando alla testa. »



Buonasera^^ Perdonate il ritardo, ma non sono proprio riuscita a rileggere e a mettere a posto il capitolo prima <.<
Quindi: abbiamo una Penny che tormenta Sheldon di portarla con lui alle prossime gare, ma Sheldon ha deciso che non andranno mai più con loro poiché è troppo pericoloso.
Amy decide di cambiare idea e di andare con Raj alla festa, quindi Sheldon è intenzionato ad andare da tutt'altra parte.
Infine Leonard è in crisi perché non sa cosa mettersi xD Giustamente diventa difficile scegliere quando devi cercare di fare colpo su Penny.
Spero di non metterci così tanto anche con il prossimo aggiornamento, ma non vi assicuro niente prutroppo <.<
Grazie a tutti ♥

  
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